sabato 26 marzo 2011

Domenica 27 Marzo 2011. III di Quaresima. Adorazione della Santa e Vivificante Croce.

 

cross

 

Evfrenèstho ta urània, * agalliàstho ta epìghia, * òti epìise kràtos * en vrachìoni aftù * o kìrios; epàtise * to thanàto ton thànaton; * protòtokos ton nekròn eghèneto; * ek kilìas Àdhu errìsato imàs, * ke parèsche to kòsmo * to mèga èleos.

Esultino i cieli e si rallegri la terra, poiché il Signore operò potenza col suo braccio: calpestando la morte con la morte, divenne il primogenito dei morti. Egli ci ha scampati dal profondo dell’inferno ed ha accordato al mondo la grande misericordia.

Sòson, Kìrie, ton laòn su, * ke evlòghison tin klironomìan su, * nìkas tis vasilèvsi * katà varvàron dhorùmenos, * ke to sòn filàtton * dhià tu stavrù su polìtevma.

Salva, o Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità, concedi ai regnanti vittoria sui barbari e custodisci con la tua Croce il tuo regno.

Ti ipermàcho stratigò ta nikitìria, * os litrothìsa ton dhinòn efcharistìria * anagràfo sì i pòlis su, Theotòke. * All’os èchusa to kràtos aprosmàchiton, * ek pandìon me kindhìnon elefthèroson, * ìna kràzo si: Chère, Nìmfi anìmfefte.

A te stratega condottiera che mi difendi, io, la tua città, grazie a te riscattata da tremende sventure, o Madre di Dio, dedico questi canti di vittoria in rendimento di grazie. E tu che possiedi l'invincibile potenza, liberami da ogni specie di pericolo, affinchè io a te acclami: Gioisci, Sposa inviolata!

TRISAGHION

Ton Stavròn su proskinùmen, Dhèspota, ke tin aghìan su anàstasin dhoxàzomen.

Adoriamo la tua Croce, o Sovrano, e glorifichiamo la tua santa risurrezione.

APOSTOLOS   (Eb. 4, 14-5,6)

- Salva, o Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità. (Sal. 27,9)

- A te, Signore, io grido; non restare in silenzio, mio Dio. (Sal. 27,1)

Lettura dalla lettera di Paolo agli Ebrei.

Fratelli, poiché abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno. Ogni sommo sacerdote, preso fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. In tal modo egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anch’egli rivestito di debolezza; proprio a causa di questa anche per se stesso deve offrire sacrifici per i peccati, come lo fa per il popolo. Nessuno può attribuire a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse: “Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato”. Come in un altro passo dice: “Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchìsedek”.

Alliluia (3 volte).

- Ricordati, Signore, del tuo popolo, che ti sei acquistato nei tempi antichi; hai riscattato lo scettro della tua eredità. (Sal. 73,2)

Alliluia (3 volte).

- Eppure Dio che è nostro re prima dei secoli, ha operato la salvezza nella nostra terra. (Sal. 73,12)

Alliluia (3 volte).

VANGELO

(Mc. 8, 34b–9,1)

Disse il Signore: “Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi”. E diceva loro: “In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza”.

MEGALINARION

Epì sì chèri, Kecharitomèni, pàsa i ktìsis, * anghèlon to sìstima ke anthròpon to ghènos, * ighiasmène naè ke paràdhise loghikè, * parthenikòn kàfchima, * ex ìs Theòs esarkòthi, * ke pedhìon ghègonen * o pro eònon ipàrchon Theòs imòn. * Tin gàr sìn mìtran thrònon epìise, * ke tin sìn gastèra platitèran * uranòn * apirgàsato. * Epì sì chèri, * Kecharitomèni, * pàsa i ktìsis, * dhòxa si

In te si rallegra, o piena di grazia, tutto il creato: e gli angelici cori e l’umana progenie, o tempio santo e razionale paradiso, vanto delle vergini. Da te ha preso carne Dio ed è divenuto bambino colui che fin dall’eternità è il Dio nostro. Del tuo seno infatti egli fece il suo trono, rendendolo più vasto dei cieli. In te, o piena di grazia, si rallegra tutto il creato. Gloria a te.

 

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