lunedì 27 ottobre 2014


AVVISO 

ORARIO   DELLE 

CELEBRAZIONI  NEL  CIMITERO








1 NOVEMBRE 2014 SABATO : 

 ORE 15,30 VESPRO E   BENEDIZIONE



2 NOVEMBRE 2014 DOMENICA:  


ORE 8,00       DIVINA LITURGIA


ORE 10,00      DIVINA LITURGIA


                                                      
                                                   

Il Parroco

domenica 26 ottobre 2014

27 OTTOBRE
Memoria del santo martire Nestore 
(sotto Diocleziano, 284-305).



                                                                               VESPRO
Al Signore, ho gridato, 6 stichi e 3 stichirá prosómia di san Demetrio.
Tono 1. Esultanza delle schiere celesti.

Venite, fedeli, * riuniamoci per celebrare il grande atleta, * il valoroso soldato Demetrio, * colui che ha calpestato * tutta la potenza del nemico˚, * e gridiamo a lui con fede: * Supplica il Cristo per noi, * o martire.
Colui che divinamente primeggia, * l’imitatore di Cristo, * la bellezza della castità, * la sorgente dei prodigi, * il grande Demetrio, * celebriamo, o fedeli tutti, con cantici, * santificandoci anima e corpo * nella sua gloriosa memoria.
Tessalonica danza nella tua memoria * e convoca tutti i cori dei fedeli, * o Demetrio tre volte beato, * per cele¬brare la tua lu¬minosa solennità: * radunandoci anche noi con loro, * onoriamo col canto le tue lotte.
Di san Nestore. Tono pl. 4. O straordinario prodigio!
Nestore, atleta beato, * cingendo l’armatura di Cristo˚,* hai fatto perire Lieo, * scontrandoti con lui quanto ai sensi, * ma hai legato l’invisibile Beliar˚, * afferrandolo invisibilmente, * e lo hai messo a morte: * perciò il munifico ha cinto la tua testa * col diadema della vittoria.
Veramente corroborato * dalle parole divine del martire Demetrio, * o Nestore sapiente, * hai valorosamente messo a morte * il tiranno arrogante; * e per aver confessato come Dio immortale * colui che è morto e ha dissolto l’ade, * hai subíto un’ingiusta morte, o glorioso: * per questo, pieno di gioia, * hai avuto in sorte la vita senza fine.
Eri giovane magnifico, * ammirabile per la leggiadria del corpo, * o sapiente, * adorno di divina grazia * e onorato per la tua bravura; * spezzata dunque la forza di Lieo per la virtú dell’onnipotente, * con gioia hai lottato, * e sei stato annoverato tra i cori degli atleti: * mentre con loro esulti, * ricordati di noi.
Gloria. Di san Demetrio. Tono pl. 2.
Oggi la terra tutta * è rischiarata dai raggi del vittorioso, * e la Chiesa di Dio, facendosi bella con fiori, * a te, o Demetrio grida: * Servo di Cristo * e fervidissimo protettore, * non cessare di intercedere per i tuoi servi.
Ora e sempre. Theotokíon.
O Madre-di-Dio, tu sei la vera vite * che ha prodotto il frutto della vita˚. * Noi ti imploriamo: * intercedi, o Sovrana, * insieme con gli apostoli e tutti i santi, * perché sia fatta misericordia * alle anime nostre.
Allo stico, stichirá prosómia di san Demetrio.
Tono 2. Casa di Efrata.
Il profumato unguento spirituale˚, per attrarre agli affascinanti profumi delle virtú, ha suscitato te, o martire, e ti ha dato di far scaturire * profumati unguenti a profusione.
Stico: Il giusto fiorirà come palma, si moltiplicherà come cedro del Libano.
Viva la bellezza del profumo della tua carne!  Viva ancor piú, o beato, il profumo della tua anima, * di cui quello è segno!
Stico: Piantato nella casa del Signore, fiorirà negli atri del nostro Dio.
Gettato il satana nella fossa * che per te, o beato, aveva scavato˚, * valorosamente lo hai del tutto soffocato * con i fiumi dei tuoi profumi.
Gloria. Ora e sempre. Theotokíon.
Divenuta degno vasello * del profumato unguento spirituale˚, * o Vergine, * libera me, con la tua intercessione, * dal fetore delle passioni.
Apolytíkion del megalomartire. Tono 3.
Il mondo ha trovato in te nei pericoli,  o vittorioso,un grande difensore che mette in rotta le genti. Come dunque hai abbattuto la boria di Lieo, incoraggiando Ne¬store nello stadio, * cosí, o santo, supplica Cristo * perché ci doni la grande misericordia˚.
Gloria. Del martire. Tono 4.
Il tuo martire, Signore, con la sua lotta, ha ricevuto da te, nostro Dio, * la corona dell’incorruttibilità:  con la tua forza, infatti, ha abbattuto i tiranni ed ha anche spezzato  le impotenti audacie dei demoni. Per le sue preghiere,o Cristo Dio, salva le ani¬me nostre.
Ora e sempre. Theotokíon.
Il mistero nascosto dall’eternità * e ignoto agli angeli, * è stato rivelato grazie a te˚, * Madre-di-Dio,  agli abitanti della terra: Dio incarnato, in unione senza confusione,  Dio che per noi * ha volontariamente accettato la croce˚, e risuscitando con essa il primo uomo creato, * ha salvato dalla morte le anime nostre.

sabato 25 ottobre 2014

San Demetrio di Tessalonica Martire
Martirologio Romano: Presso Srijem in Pannonia, nell’odierna Croazia, san Demetrio, martire, che ovunque in Oriente, e in particolar modo a Salonicco, gode di pia venerazione. 
Ascolta da RadioRai: 
   

“A Sirmio in Pannonia, ricordo di San Demetrio, martire”: così il nuovo Martyrologium Romanum ricorda al 9 aprile uno dei santi più venerati ma al contempo più controversi dell’Oriente cristiano. Quanto al culto tributatogli San Demetrio è innegabilmente secondo solo a San Giorgio, ma inesistenti sono invece purtroppo notizie storiche al suo riguardo. Molteplici sono sia i luoghi che le date in cui egli è ricordato. Le Chiese Ortodosse gli hanno conferito l’appellativo di “Megalomartire” e lo commemorano prevalentemente al 26 ottobre.
La nuova versione del martirologio cattolico non si sbilancia però verso nessuna delle leggende popolari nate nel corso dei secoli ed addirittura non cita la città di Tessalonica, assai legata al culto del santo. Sirmio, odierna Sremska Mitrovica nella Vojvodina serba, fu dunque assai probabilmente il luogo del martirio di Demetrio, forse diacono locale, prima del V secolo. Il culto del santo si diffuse oltre i confini della città forse quando Leonzio, prefetto dell’Illirico, trasferì la sede dell’autorità civile a Tessalonica, attuale Salonicco nella provincia greca della Macedonia. Pare che proprio lui fece edificare due grandi chiese in onore del santo nelle due città suddette. E’ fuori dubbio che Demetrio sia stato venerato a Sirmio prima ancora che la chiesa tessalonicese fosse costruita. Ma dopo la distruzione di Sirmio operata dagli unni nel 441, fu proprio Tessalonica a diventare il nuovo centro assoluto del culto del martire, divenendo fonte di attrazione per numerosi pellegrini. Si dice che le sue reliquie avrebbero potuto essere state qui trasferite verso il 418, ma non sussistono prove archeologicamente attendibili dell’esistenza di un reliquiario.
Nel corso dei secoli nacque una “passio” relativa alla presunta storia del martire, che lo volle cittadino di Tessalonica, arrestato per la sua attività di predicazione del Vangelo e giustiziato presso le terme locali senza lo svolgimento di alcun processo. La chiesa, edificata sulle terme, ne incorpora una parte come una cripta, e si narra che nel Medio Evo le reliquie del santo trasudassero un olio profumato e miracoloso.
Il più antico documento scritto ancora in nostro possesso risale solo al IX secolo ed attribuisce all’imperatore Massimiano l’ordine di procedere all’esecuzione. Racconti successivi, non meno leggendari, definirono Dimetri proconsole o guerriero, rendendolo in tal modo popolare tra i crociati che contribuirono ad espanderne il culto. Storicamente si può però solamente limitare ad affermare, come per San Giorgio, l’esistenza di un martire cristiano di nome Demetrio e nulla di più. Il giorno della sua festa è particolarmente solennizzato dalle Chiese orientali il 26 ottobre ed il suo nome è citato nella liturgia bizantina. L’originaria basilica macedone, distrutta da un incendio nel 1917 era adornata da preziosi mosaici risalenti al primo millennio, nei quali Demetrio era raffigurato in abiti diaconali, anche se tradizionalmente fu sempre raffigurato come soldato.
Quanto alla data della sua memoria, se i sinassari bizantini la menzionano 26 ottobre, il Martirologio Romano ha conservato la data del Martirologio Siriaco, cioè il 9 aprile, benchè la fonte sia un testo corrotto: « Romae natalis sanctorum Demetrii, Concessi. Hilarii et sociorum ». Una seconda volta la medesima fonte commemora all’8 ottobre, data di cui però non si comprende bene l’origine. La stessa fonte commemora, ma a Tessalonica, il martirio di Demetrio. Il Calendario Palestino-georgiano del Sinaiticus 34, infine, commemora Demetrio insieme con un altro martire, Foca, il 25 ottobre e da solo il giorno seguente.

Autore: 
Fabio Arduino
26 OTTOBRE

Memoria del santo megalomartire Demetrio, effusore di unguento profumato (sotto Massimiano, 286-305); si fa memoria anche del terremoto del 740.
Ai testi del Santo si aggiungono i testi del tono III
VESPRO

Tono pl. 4. O straordinario prodigio!

O straordinario prodigio! * In cielo e in terra * è rifulsa oggi l’esultanza, * nella memoria del martire Demetrio: * dagli angeli è coronato di lodi * e dagli uomini riceve canti. * Oh, quali lotte ha affrontato! * E quanto bellamente ha lottato! * Per mezzo suo, con la vittoria di Cristo, * è caduto il nemico seduttore.

O straordinario prodigio! * Piú luminoso del sole * per i raggi dei miracoli, * per sempre Demetrio rifulge sino ai confini del mondo, * splendendo di luce senza sera * e godendo della luce che non ha tramonto: * per i suoi fulgori * sono stati fugati i nembi barbarici, * sono stati cacciati i venti del sud, * sono stati vinti i demoni.

O straordinario prodigio! * Trafitto da lancia per Cristo, * il beatissimo Demetrio * sempre si è mostrato contro i nemici * come spada a doppio taglio * per recidere l’orgoglio degli avversari * e abbattere l’arroganza dei demoni. * A lui gridiamo: * San Demetrio, * custodisci noi che onoriamo * la tua memoria per sempre venerabile.

Sei stato torre di pietà * saldamente appoggiata sulla pietra della fede, * invincibile nelle tentazioni * e non scosso nei pericoli: * si sono infatti abbattute contro di te * con violenta tempesta e bufera * le ondate degli atei, * ma non hanno abbattuto * la tua irremovibile fermezza˚, * perché tu bramavi adornarti della corona del martirio.

Imitando con la passione * la vivificante passione di Cristo, * hai ricevuto da lui il potere dei miracoli, * Demetrio vittorioso; * tu salvi quelli che a te accorrono, * liberandoli da molti pericoli, * perché hai nei confronti di Cristo * una franchezza accetta, * o glorioso: presso di lui ora tu stai, * pieno di gloria.

Grondante di sangue, * sei stato offerto al Cristo datore di vita * che per te ha versato, Demetrio, * il sangue prezioso˚; * egli ti ha reso partecipe della sua gloria * e consorte del suo regno, * perché avevi prevalso contro lo spirito malvagio * e avevi del tutto sventato le sue paurose macchinazioni.

Gloria. Tono pl. 2. Di Byzantios.

Ci convoca oggi * l’universale solennità del vittorioso. * Venite dunque, amici della festa, * celebriamo splendidamente la sua memoria dicendo: * Gioisci, tu che con la fede * hai lacerato la tunica dell’empietà, * cingendoti della forza dello Spirito; * gioisci, tu che hai annullato * i disegni degli empi, * col vigore a te dato dall’unico Dio; * gioisci, tu che con le membra trafitte * hai spiritualmente raffigurato per noi * la beata passione del Cristo: * lui dunque supplica, * o Demetrio, decoro dei lottatori, * perché noi siamo liberati dai nemici visibili e invisibili * e siano salvate le anime nostre.

Ora e sempre. Theotokíon. Tremendo tu sei, Signore.

Santissima Sovrana, * aiuto del mondo e speranza dei cristiani: * te noi ora supplichiamo, * e a te ci raccomandiamo, o buona, * perché tu renda propizio, o Madre-di-Dio, * il tuo Figlio e Signore * a noi che abbiamo peccato e siamo nella disperazione: * tu ne hai infatti il potere, * usando con lui della tua materna famigliarità. * Vienici incontro, o pura, * vienici incontro, fatti nostra mediatrice * e salva il tuo popolo * dalla minaccia che incombe; * per le viscere della tua misericordia˚ * non disprezzare quelli che a te inneggiano.

Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.

Lettura della profezia di Isaia (63,15-64,4.7s).

Volgiti dal cielo, Signore, e guarda dalla tua santa casa e dalla tua gloria. Dov’è l’abbondanza della tua misericordia e delle tue compassioni, poiché ti sei ritirato da noi, Signore? Tu infatti sei nostro padre, perché Abramo non ci conosce e Israele non ci riconosce: ma tu Signore, padre nostro, liberaci. Dal principio il tuo nome è su di noi. Perché ci hai fatto errare dalla tua via, Signore? Hai indurito il nostro cuore, cosí che non ti teme? Volgiti, per i tuoi servi, per le tribú della tua eredità, perché ereditiamo un poco del tuo monte santo. I nostri avversari hanno calpestato il tuo santuario, noi siamo divenuti come al principio, quando tu non ci governavi e il tuo nome non era invocato su di noi.

Se tu aprissi il cielo! Davanti a te il tremore prenderebbe le montagne e fonderebbero come fonde la cera davanti al fuoco; e il fuoco brucerebbe i tuoi avversari e sarebbe manifesto il tuo nome ai tuoi avversari: di fronte a te le genti resterebbero sconvolte. Quando tu farai cose gloriose, il tremore prenderà i monti davanti a te. Dall’antico non abbiamo udito, né i nostri occhi hanno visto un Dio all’infuori di te: e le tue opere sono veraci e tu farai misericordia a quelli che ti attendono. La misericordia infatti verrà incontro a quanti operano la giustizia, ed essi ricorderanno le tue vie.

E ora, Signore, padre nostro tu sei; noi siamo l’argilla e tu sei colui che ci plasma: opera delle tue mani siamo noi tutti. Non adirarti troppo con noi, Signore, e non ricordarti per sempre dei nostri peccati. E ora, volgiti, Signore, perché noi tutti siamo tuo popolo.

Lettura della profezia di Geremia (2,1-12).

Cosí dice il Signore: Mi sono ricordato della misericordia della tua giovinezza e dell’amore delle tue nozze, quando seguivi il santo d’Israele, dice il Signore, il santo d’Israele. Per il Signore eri primizia dei suoi frutti. Tutti coloro che lo divorano saranno in colpa: il male verrà su di loro, dice il Signore. Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe e ogni famiglia della casa d’Israele.

Cosí dice il Signore: Quale colpa hanno trovato in me i vostri padri, per essersi allontanati da me ed essere andati dietro alle vanità, e cosí essere divenuti vani? Non hanno detto: Dov’è il Signore che ci ha condotti dalla terra d’Egitto, che ci ha guidati nel deserto, in una terra sconfinata e impraticabile, in una terra senz’acqua e senza frutti e nell’om¬bra di morte? In una terra nella quale nessun uomo era passato, e dove nessun figlio d’uomo aveva posto la dimora? E io vi ho condotti fino al Carmelo per mangiarne i frutti e i beni, e siete entrati e avete contaminato la mia terra e avete ridotto la mia eredità a un abominio.

I sacerdoti non hanno detto: Dov’è il Signore? E quelli che detengono la Legge non mi conoscevano. I pastori commettevano empietà contro di me, i profeti profetizzavano per Baal e andavano dietro a ciò che non giova. Per questo verrò ancora in giudizio con voi, dice il Signore, e farò causa ai figli dei vostri figli. Passate alle isole dei Kittím e vedete, e a Kedar e mandate messi, e osservate bene e guardate se mai sono avvenute tali cose: se le genti cambiano i loro dèi, benché quelli non siano dèi. Ma il mio popolo ha cambiato la sua gloria con cose da cui non trarranno giovamento. È sbigottito per questo il cielo, ed è colpito da estremo orrore, dice il Signore.

Lettura del libro della Sapienza di Salomone (3,1-9).

Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, e nessun tormento può toccarle. Parve agli occhi degli stolti che morissero, e fu considerato un danno il loro esodo, e una rovina la loro dipartita: ma essi sono nella pace. Infatti, anche se agli occhi degli uomini ven¬gono castigati, la loro speranza è piena di immortalità. Un poco corretti, riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé. Come oro nel crogiuolo li ha saggiati, e come olocausto li ha accettati. Nel tempo in cui saranno visitati risplenderanno, e correranno qua e là come scintille nella stoppia. Giudicheranno genti e domineranno popoli, e regnerà su di loro il Signore per sempre. Quelli che confidano in lui comprenderanno la verità, e coloro che sono fedeli nell’amore dimoreranno presso di lui: perché grazia e misericordia sono per i suoi santi, ed egli visita i suoi eletti.

Allo stico, stichirá idiómela del terremoto.

Poema di Simeone del Monte Ammirabile. Tono 2.

Quando la terra è sconvolta * dal timore della tua ira, * i colli e i monti si scuotono, Signore; * ma, tu guardando a noi con occhio pietoso, * non adirarti con noi nel tuo sdegno: * lasciati muovere a compassione * per l’opera delle tue mani, * liberaci dalla tremenda minaccia del terremoto, * perché sei buono e amico degli uomini.

Stico: Hai fatto sussultare la terra e l’hai sconvolta, sana le sue fratture perché è stata scossa.

Tremendo tu sei, Signore, * e chi sosterrà la tua giusta ira˚? * Chi ti supplicherà, * chi ti invocherà, o buono, * per il popolo che ha peccato ed è nella disperazione? * Le schiere celesti, * gli angeli, i principati e le potestà, * i troni, le dominazioni, * i cherubini e i serafini, * per noi a te acclamano: * Santo, santo, santo sei, Signore: * non trascurare, o buono, * le opere delle tue mani˚; * per le viscere della tua misericordia, * salva la città in pericolo.

Stico: Egli guarda sulla terra e la fa tremare, tocca i monti e fumano.

Per le loro colpe, * i niniviti, con la minaccia di un terremoto, * si sentivano dire che sarebbero rimasti sepolti˚; * ma nel segno mediatore del mostro marino, * la penitenza invocò * la risurrezione mediante Giona˚; * come dunque hai accolto loro, * impietosito dal grido del tuo popolo * unito a quello dei bimbi e delle bestie˚, * risparmia anche noi, * quando veniamo ca-stigati, * grazie alla risurrezione il terzo giorno˚, * e abbi pietà di noi.

Gloria. Del santo. Tono pl. 4. Di Anatolio.

La tua divinissima anima immacolata, * Demetrio degno di essere celebrato, * ha come dimora la celeste Gerusalemme, * le cui mura sono disegnate sulle mani intatte * del Dio invisibile˚; * mentre il tuo preziosissimo corpo di grande lottatore * ha sulla terra questo illustrissimo tempio, * inviolabile sacrario di prodigi, * rimedio contro le malattie, * a cui accorriamo per attingere le guarigioni. * Custodisci dagli assalti degli avversari * la città che ti magnifica, * o degno di ogni lode, * per quella confidenza che hai col Cristo * che ti ha glorificato.

Ora e sempre. Theotokíon.

Vergine senza nozze, * che hai ineffabilmente concepito Dio nella carne, * Madre del Dio altissimo, * ricevi le invocazioni dei tuoi servi, * o tutta immacolata: * tu che a tutti procuri la purificazione delle colpe, * implora per la salvezza di noi tutti, * accettando ora le nostre sup-pliche.

Apolytíkion del santo. Tono 3.

Il mondo ha trovato in te nei pericoli, * o vittorioso, * un grande difensore che mette in rotta le genti. * Come dunque hai abbattuto la boria di Lieo, * incoraggiando Nestore nello stadio, * cosí, o santo, * supplica Cristo * perché ci doni la grande misericordia˚.

Un altro, del terremoto. Tono pl. 4.

Tu che guardi sulla terra e la fai tremare˚, * liberaci dalla tremenda minaccia del terremoto, * o Cristo Dio nostro, * e fa’ scendere copiose su di noi * le tue misericordie, * per l’intercessione della Madre-di-Dio, * o solo amico degli uomini.

giovedì 23 ottobre 2014

                24 OTTOBRE MEMORIA 
                                DEI
                  Santi Areta e Ruma, sposi, 
     e 340 compagni Martiri di Nagran 24 ottobre
           + Nagran, Arabia, VI secolo

                                                               


Martirologio Romano: A Nagran in Arabia, passione dei santi Áreta, principe della città, e trecentoquaranta compagni, martiri al tempo dell’imperatore Giustino, sotto Du Nuwas o Dun‘an re d’Arabia.
Nei primi anni del VI secolo gli etiopi, partendo da Axum, capitale religiosa e politica dell’Etiopia, attraversarono il Mar Rosso per imporre il loro dominio sugli ebrei e sugli arabi che abitavano il territorio pressoché corrispondente all’attuale Yemen.
Un giorno Dunaan, membro della despota famiglia dominante, precedentemente convertito al giudaismo, si pose a guida della rivolta contro gli invasori etiopi che avevano voluto diffondere nelle terre conquistate anche la religione cristiana: preso possesso della città di Zafar, ne massacrò la guarnigione ed il clero.
Trasformata una chiesa in una sinagoga, cinse allora d’assedio la città di Nagran, una tra le principali roccheforti cristiane di quel paese. Gli fu opposta una fiera resistenza e Dunaan ebbe la meglio soltanto quando promise un’amnistia agli abitanti qualora si fossero arresi. Lasciò che i suoi soldati saccheggiassero tutta la città e condanno a morte tutti quei cristiani che avessero preferito non abbandonare la loro fede.
Il capo della resistenza fu un certo Banu Harith, citato quale Areta dai testi greco-latini, che il Martyrologium Romanum vuole principe della città di Nagran: egli fu decapitato insieme ai membri delle tribù che lo avevano sostenuto, mentre molti sacerdoti, diaconi e vergini consacrate furono arsi vivi. Dunaan tentò di adescare la moglie di Areta come sua concubina, ma incapando in un suo netto rifiuto, si vendicò giustiziando dinnanzi i suoi occhi le quattro figlie e poi decapitando anche lei stessa. Il martirologio cattolico fissa nel numero 340 la quantità di cristiani che patirono il martirio in tali circostanze con Areta, ma altre fonti asseriscono che possano essere stati anche più di quattromila. Tutto ciò avvenne al tempo dell’imperatore Giustino e sotto Dhu Nuwas (o Dun’an), re degli Omeritani.
Dunaan stesso stilò un dettagliato resoconto dell’accaduto in una lettera ad un altro re arabo. Alla lettura erano presenti anche due vescovi cristiani, le cui testimonianze unite a quelle di alcuni profughi di Nagran contribuirono a diffondere in tutto il Medio Oriente la notizia del tragico massacro e la venerazione per i santi martiri. Per molto tempo risuonò ancora l’eco di questa vicenda ed addirittura Maometto fece menzione del massacro nella Sura 85 del Corano, condannando i colpevoli all’inferno. Il patriarca di Alessandria d’Egitto scrisse ai vescovi orientali raccomandandosi che le vittime fossero da tutte le Chiese commemorate come martiri cristiani.
La singolare vicenda di questa famiglia di martiri, Areta ed i suoi congiunti, nonché di tutti gli altri compagni di martirio, nel XVI secolo a giudizio del cardinale Baronio meritò di essere citata anche nel Martirologio Romano al 24 ottobre, soprassedendo al fatto che tutti costoro fossero assai probabilmente seguaci dell’eresia monofisita. Dunque il Baronio riconobbe indirettamente come la palma del martirio superasse la macchia dell’eresia, a meno che la sua conoscenza alquanto sommaria delle Chiese d’Oriente non gli abbia fatto neppure sfiorare il dubbio dell’ortodossia dottrinale della Chiesa etiope.
Autore: Fabio Arduino
NIZIO TRIDUO IN ONORE DI S.DEMETRIO MEGALOMARTIRE
ALLE ORE 18,30 VESPRO
 24 OTTOBRE

Memoria del santo megalomartire Areta e compagni (523).
        NJEZETE E KATERTA DITE E TETORIT SHEJTI ARETHA     DESHMOR E SHOKET E TIJ
                                         MBREMESORE
Egërsis e Ebrenj ëvet përgjegjëshe me burrërin t’ënde, o i famëshën desumo Aretha e me hirin i hjynushëm dolle mundësor e Krishtit i kjelle një lusmë deshëtarësh çëdò moshie e çedò fisi.
    O i lëvduashëm Aretha, si vure sipër korin melodhios i shokëvet t’atë bashkëdeshmorë, me atà luftove luftën e mirë. Ti çë mbarove me gudsim dhromi e të rëndës luftë ,lutu Krishtit të falënjë shpirtravet t’anë pakjien e shumë lipisi.
     Vashazë virgjëresha të përvluame nga malli i Iisù Krishtit,harruara dobësia e kurmëvet t’tire e të të mfortësuara nga fukjia e Perëndis shtipën gënjeshtrën e armikut pa u trëmbur nga dhëmbiet e mundimevet, as ziarri i furrit i dreroi.
Lëvdì….

VESPRO
Al Signore, ho gridato, stichirá prosómia.
Tono 1. Martiri degni di ogni lode.
Alla crudeltà degli ebrei, * tu opponesti il tuo coraggio, * martire Areta, degno di ogni lode; * per divina gra¬zia ti sei mostrato vittorioso, * e hai offerto a Cristo * un coro di martiri militante per lui, * composto, o glorioso, da ogni età * e raccolto da ogni stirpe.
Areta gloriosissimo, * componendo un’amabile coro * in¬sieme ai sacri martiri tuoi compagni, * con i quali hai combattuto la buona battaglia * e hai compiuto la corsa˚ * della tua valorosissima lotta, * supplica Cristo * perché sia data alle ani¬me nostre la pace * e la grande misericordia˚.
Vergini fanciulle, * ardenti di appassionato amore per Cristo, * dimentiche della debolezza naturale * e visibil¬mente corroborate dalla divina potenza, * hanno calpe¬stato la seduzione del nemico, * senza timore di fronte alla pena dei tormenti, * senza paura di fronte al fuoco della fornace.
Gloria. Tono 4. Di Anatolio.
Con canti, o fedeli, * onoriamo oggi concordi il pastore capo, * il gloriosissimo Areta, * insieme ai suoi compagni: * egli ha confutato un re apostata, * e ha versato il sangue per confessare Cristo; * per questo anche una nube infuocata * ardeva dalla faccia della terra, * accusando l’empietà degli scellerati. * Tu dunque, o Cristo Dio, * che hai dato forza ai tuoi vittoriosi * perché ti rendessero gloria, * salva anche noi, tu che sei il Creatore dell’u¬ni¬verso, * dalle tentazioni e dalle tribolazioni, * per inter¬cessione dei tuoi santi.
Ora e sempre. Theotokíon. Hai dato come segno.
Lava la sozzura del mio miserabile cuore, * o Madre-di-Dio degna di ogni canto, * purificalo da tutte le ferite e le piaghe del peccato, * o pura, * e frena l’instabilità del mio intelletto: * affinché io, misero e inutile servo tuo˚, * salvandomi magni¬fichi il tuo potere * e il grande soccorso ricevuto.
Oppure stavrotheotokíon, stessa melodia.
Come il sole, insieme con la luna, * ti vide pendere dal legno, * o amico degli uomini, * nascose i suoi raggi˚, * o mio Cristo, sole di giustizia˚, * e si scossero le fondamenta della terra˚ * per il timore della tua potenza. * Ma la Madre tua, * con le viscere trafitte a te gridava: * Gesú piú che buono, * gloria alla tua compassione.
Allo stico, stichirá dall’októichos.
Gloria. Tono pl. 4.
Avendo conosciuto in anticipo * il malvagio e infido consiglio dei giudei, * con l’ardire dello Spirito * avete lottato per testimoniare Cristo: * come infatti un tem¬po, sotto la Legge, * essi avevano provocato nel deserto˚ * colui che li aveva salvati dall’Egitto, * e lui stesso avevano poi condannato alla croce, * cosí ora anche con voi * con i fatti hanno violato la parola * e, emulando l’incredulità stessa, * vi hanno condannati al fuoco. * Ma voi, concordi e coraggiosi, * avete lottato con costanza * e siete divenuti formidabili tra i mar¬tiri. * Poiché con Dio voi usate franchezza, * chiedete che siano liberate le anime nostre * da tante colpe.
Ora e sempre. Theotokíon. I tuoi martiri, Signore.
Strappami, Sovrana, * dalla mano del dragone omi¬cida˚ * che ipocritamente mi fa guerra * per divorarmi tutto intero: * spezza, te ne prego, le sue mascelle˚, * e sventa le sue insidie, * affinché, sottratto alle sue unghie, * io magnifichi il tuo potere.
Apolytíkion. Tono 1.
Làsciati commuovere, Signore, * per le sofferenze partite per te dai santi, * e sana, ti preghiamo, tutti i nostri dolo

mercoledì 22 ottobre 2014

23 OTTOBRE
   Memoria del santo ieromartire e apostolo Giacomo, fratello di Dio, primo vescovo di Gerusalemme.

VESPRO
Al Signore, ho gridato, 6 stichi e 3 stichirá prosómia, ripe­tendoli due volte.
Tono 4. Hai dato come segno.
Venite, voi che avete divino sentire, * santamente ono­ria­mo il memoriale * del fratello di Dio˚: * egli, acco­gliendo prontamente il giogo di Cristo, * è divenuto araldo * del vangelo della sua bontà e del regno, * e gliene è stata affi­data * l’inesprimibile economia. * Grazie a lui, onnipotente, * dona a noi il perdono.
Ha echeggiato per tutti i confini della terra * il suono delle tue parole˚ * con le quali siamo illuminati in ogni forma di virtú divina, * e siamo fedelmente guidati * alla divina conoscenza della Triade; * noi dunque ti implo­riamo: * Sup­plica, come pontefice, * Gesú amico degli uomini, * per la salvezza delle anime nostre.
Da lungi prevedendo * la tua condotta di vita, Gia­como, * ti ha accolto come fratello * il Cristo amico degli uomini, * colui che possiede sapiente prescienza, * eleg­gendoti in an­ticipo su Gerusalemme * fedele maestro nelle cose sacre, pastore capo, * iniziato alle realtà inef­fabili e sacerdote dei misteri. * Supplicalo dunque anche ora * per la salvezza delle anime nostre.
Gloria. Tono pl. 2.
Col sangue del martirio * hai reso piú bello il sa­cer­dozio, * ieromartire apostolo: * stando infatti sul pin­nacolo del tempio, * hai annunciato il Dio Verbo, * che è Creatore dell’u­niverso; * per questo, gettato giú dai giu­dei, * sei stato fatto degno dei celesti talami. * Fratello di Dio, Giacomo, * sup­plica il Cristo Dio * per la salvezza delle anime nostre.
Ora e sempre. Theotokíon. Il terzo giorno sei risorto.
In te ripongo, o Vergine, * tutta la mia speranza: * non tra­scurarmi, * ma affréttati, o buona, a salvarmi presto * dalle passioni che mi molestano * e che ogni giorno mi fanno guerra.
Allo stico, 3 stichirá prosómia.
Tono pl. 4. Signore, anche comparendo al tribunale.
Signore, anche stando sul pinnacolo del tempio, *
          Giacomo, parlando con franchezza, * annunciò te, Dio Verbo, * Creatore dell’universo venuto nel mondo: * per la sua intercessione, * anche ora elargisci l’illu­mi­nazione * alle anime nostre.
Stico: Per tutta la terra è uscita la sua voce e sino ai con­fini del mondo le sue parole.
Signore, anche se col legno * è stata spezzata la testa del­l’a­postolo, * egli è stato però condotto a te, * albero della vita, nel paradiso˚: * sciolto dalle realtà temporali, * eternamente esulta. * Per la sua intercessione, * manda sulle Chiese la tua pace.
Stico: I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani.
Signore, avendoti nobilmente confessato * Figlio del Dio altissimo, * sinceramente si rallegra * il fratello di Dio, degno di essere celebrato; * i nemici ingiuriosi, * li ha svergognati e messi a tacere, * perciò, dopo aver lottato, * si è presentato a te nell’esultanza.
Gloria. Tono pl. 4.
Chiamato fratello e successore * del Cristo pastore supremo, * e insigne tra gli apostoli˚, * per lui hai amato la morte * e non ti sei vergognato del martirio, * Giacomo glorioso. * Supplicalo incessantemente * per la salvezza delle anime nostre.
Ora e sempre.
Theotokíon. Signore, anche comparendo al tribunale.
Guarda ai gemiti del mio cuore contrito, * o sposa di Dio; * accogli, Vergine Maria, * non respingere, o tutta imma­colata, * l’alzarsi delle mie mani, o pura, * tu che ami il bene: * affinché io canti e magnifichi * colei che ha magnificato la nostra stirpe.
Apolytíkion. Tono 4.
Come discepolo del Signore, * tu hai accolto, o giusto, il
            vangelo; * come martire, possiedi l’im­mutabile sal­dezza, * la franchezza, come fratello di Dio˚, * l’inter­cessione, come pontefice. * Intercedi presso il Cristo Dio * per la sal­vezza delle anime nostre.
Gloria. Ora e sempre. Theotokíon.

Il mistero nascosto dall’eternità * e ignoto agli angeli, * è stato rivelato grazie a te˚, * Madre-di-Dio, * agli abi­tanti della terra: * Dio incarnato, in unione senza con­fusione47, * Dio che per noi * ha volontariamente ac­cettato la croce˚, * e risusci­tando con essa il primo uomo creato, * ha salvato dalla morte le anime nostre.

giovedì 16 ottobre 2014

CATTEDRALE S. DEMETRIO MEGALOMARTIRE 

26 OTTOBRE 2014
FESTA DI S. DEMETRIO MEGALOMARTIRE
 


ORARIO LITURGICO 

17 OTTOBRE 2014 ORE 8,30  DIVINA LITURGIA
                         INIZIO te Novenes e Shen Mitri Deshmor i Math
 
23 OTTOBRE 2014 ORE 18,30 INIZIO TRIDUO VESPRO
 
24OTTOBRE 2014 ORE 18,30 
                                  UFFICIATURA DELLA PARAKLISIS
 
25 OTTOBRE 2014 ORE 18,30 
                           UFFICIATURA DEL VESPRO E ARTOKLASIA,
 
26 OTTOBRE 2014 ORE 7,30 DIVINA LITURGIA
 
                                ORE 10,30 DIVINA LITURGIA

Il Parroco

martedì 14 ottobre 2014

                   OGGI 14 Ottobre 2014 

             All'inizio del nuovo giorno                        Si è addormentato nel Cristo Signore Risorto 
             l'Archim.Papàs VITO BORGIA , 
     Presbitero della Diocesi di Piana degli Albanesi.

 Jipi prëhien, o Zot, shpirtin të vdekurit Prifti 
 Papa Vitit , në vent shejt e në horë të të drejtevët , prite mirr ,o Shelbues, e jipi prëhi. Amin
                
                   ETERNA LA TUA MEMORIA FRATELLO 
                       NOSTRO INDIMENTICABILE 

   Se Ti ja ngjallia, gjella e prëhia e të ndëjemëvet shërbëtorit vellau t'ën Prifti Papa Vitit , o Krisht Perëndia jinë e na të jepiëm lëvdi tij bashkë me Atin t’ënt të pazënë fill e bashkë me gjithë shejtin e të mirë e gjellëdhënës Shpirtin t’ënt nani e për gjithëmonë e për jetë të jetëvet.  Amin.

domenica 5 ottobre 2014

RINGRAZIAMO LA S. TRINITA'

E LA S.FAMIGLIA DI NAZARETH

OGGI POMERIGGIO INIZIATO 

ANNO DI CATECHISMO 2014/15 :
 
ABBIAMO PREGATO CON LE FAMIGLIE E I RAGAZZI/E E GENITORI E CATECHISTE PER LE FAMIGLIE 

DAVANTI ALL'ICONA DELLA S.FAMIGLIA DI NAZARETH 
CI SIAMO IMPEGNATI ACCEDERE NELLE NOSTRE FINESTRE O BALCONI DELLE CASE 
IL LUME DELLA LUCE SIMBOLO DELLA FEDE 

DI OGNI BATTEZZATO NEL CRISTO RISORTO.
             INIZIO ANNO CATECHESI 2014
Në embër të Atit të Birit e të Shpirtit Shejt. Amin.
Shejt Perëndi, Shejt i Fukjishëm, Shejt i Pavdekshëm, kij lipisi për ne. (Tri herë)
Lëvdi past Ati, Biri, Shpirti Shejt, nani e gjithëmonë e për jetë të jetëvet. Amin.
Trinì gjithë e shejte, paçe lipisì për ne; o Zot, ijna afër te mëkatët tona; o i Zot, na ndëjé fajet tanë. Eja, o i shejt, e na shëndosh ligështin tënë paj të emrit tënt.
Lipisi, o Zot. (3) Lëvdi pastë Ati… nani….
Ati ynë, çë je në qiell, shejtëruar kloftë emri yt, arthshit rregjëria jote u bëftë vullimi yt, si në qiell ashtù në dhe. Bukën tënë të përditshme ëna neve sot, ndjena dëtyrët tona, ashtu si na ia ndjejëm dëtyruamvet tanë, e mos na le të biem në ngarje, po lirona nga i ligu.
Pse jotia isht rregjëria e pushtetja e lëvdia e t’Jatit, e të Birit e të Shpirtit Shejt, nanì e gjithëmonë e për jetë të jetëvet. Amìn.
Cari siamo riuniti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amin.
Sal 18, 3-9
1. Il giorno al giorno ne da il messaggio,
la notte alla notte ne trasmette notizia,
non è linguaggio, non sono parole,
di cui non si oda il suono.
2. Là pose una tenda per il sole che sorge
e come uno sposo dalla stanza nuziale
esulta come un prode che corre
con gioia la sua strada
3. Lui sorge dall’ultimo estremo del cielo
e la sua corsa l’altro estremo raggiunge.
Nessuna delle creature potrà
mai sottrarsi al suo calore. C.
4. La legge di Dio rinfranca l’anima mia,
la testimonianza del Signore è verace,
gioisce il cuore ai suoi giusti precetti
che danno la luce agli occhi.
Papa Francesco vuole bene a tutte le famiglie del mondo e ha pensato di invitare a Roma numerosi Vescovi di diverse nazioni, per partecipare a una riunione che si chiama Sinodo dei Vescovi.
Da domani, per due settimane, questi Vescovi pregheranno insieme, rifletteranno, si confronteranno e cercheranno i modi più adatti per sostenere e per comprendere meglio il dono che noi siamo come famiglia. Desiderano aiutarci ad affrontare i problemi che incontriamo nella nostra vita.
Questo Sinodo è un avvenimento che ha suscitato tante speranze, ma è anche un impegno molto delicato. Perciò, Papa Francesco ha detto:“Vi chiedo di pregare intensamente lo Spirito Santo, affinché illumini i Padri del Sinodo e li guidi nel loro impegnativo compito”.
Ecco perché in questo momento vogliamo pregare per loro e per inizio di questo anno di catechismo.
Vangelo secondo Matteo (5,13‐16)
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A nullʹaltro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.
Preghiamo per le famiglie
Dio e Padre di tutti gli uomini,
tu sei la fonte inesauribile di ogni vita: nella santità e nella semplicità della Santa Famiglia di Nazareth
tu ci doni l’immagine più viva di un’esistenza vissuta generosamente e con pienezza.
Donaci oggi di lasciarci intimamente ispirare dall’amore che Gesù, Maria e Giuseppe hanno intensamente condiviso nella loro vita di famiglia. Essi intercedano per noi,che ora ci a)diamo a te, nostro Padre, tu che vivi e regni, con il Figlio e lo Spirito Santo,
Dio per tutti i secoli dei secoli
Amin
Tutti
Giuseppe addestra all’umile arte del falegname
il Figlio dell’Altissimo, dell’Altissimo.
3. Accanto a lui Maria fa lieta la sua casa
d’una limpida gioia, d’una limpida gioia.
4. La mano del Signore li guida e li protegge
nei giorni della prova, della prova.
5. O Famiglia di Nazareth, esperta del so1rire,
dona al mondo la pace, dona al mondo la pace!
6. A te sia lode, o Cristo, al Padre e allo Spirito,
nei secoli dei secoli. Amen, amen.
Fratelli e sorelle, famiglie e amici,e ragazzi /e
siamo qui raccolti in preghiera per invocare dal Signore della vita
grazia e sapienza, prudenza e audacia
per il Sinodo che si aprirà domani e per quest’anno di catechismo
Rivolgiamo la nostra supplica allo Spirito Santo,
perché doni a tutti noi luce per comprendere la volontà di Dio,
amore indefettibile per la Chiesa, franchezza nell’annunciare il Vangelo dopo averlo ricevutp e conosciuto durante la nostra vita di battezzati.
1. Spirito del Padre, dono di sapienza,tu, che hai rivelato la presenza del Messia al suo popolo nel battesimo al fiume Giordano. .
2. Spirito del Risorto, dono d’intelletto, tu che hai trasformato il cuore degli apostoli e dei discepoli,riuniti con Maria il giorno della Pentecoste.
3. Spirito effuso sulla Chiesa, dono di consiglio, tu che operi nei nostri pastori,in Papa Francesco e in tutti i vescovi uniti a lui, dando loro ispirazione e parola profetica. .
4. Spirito sostegno degli umili, dono di fortezza, tu che sai sciogliere i cuori più chiusi e rinnovare lo sguardo verso un avvenire di fraternità e di pace.
5. Spirito invocato dal popolo santo di Dio, dono di scienza,
tu che non hai mai lasciato la Chiesa priva della tua presenza lungo i secoli.
Spirito luce dei fedeli, danno a noi ragazzi/e genitori e catechiste il dono di pietà, tu che sei la fonte dell’amore di cui vivono e crescono le nostre famiglie .
7. Spirito vivicante, ognuno di noi del dono del santo timore di Dio,
tu, che hai dato inizio alla nostra redenzione,
rendendo Maria la Madre del nostro Signore Gesù.
Vogliamo pregare per tutte le famiglie, perché siano sale della terra e luce del mondo. Non possiamo dimenticare quelle che non sono libere di manifestare la loro fede; quelle che sono vittime della guerra e delle più diverse forme di ingiustizia e di povertà; quelle dove si soffre per qualche malattia o perché si fa fatica ad andare d’accordo.
Preghiamo in silenzio per qualche istante.
(pausa)E ora osiamo dire la preghiera dei “figli della luce”, che abbiamo ricevuto in dono nel Battesimo: Padre nostro.
Si prende un lume
Nel giorno del Battesimo, il Signore ha fatto diventare anche noi “luce del
mondo”. Mettiamo il lume acceso sul davanzale di una finestra della nostra casa, come segno di comunione con Papa Francesco, con tutte le famiglie in preghiera a Roma in Piazza San Pietro, nei gruppi parrocchiali o diocesani e nelle loro abitazioni. Il lume sia anche un richiamo per i passanti: la famiglia è un bene prezioso non solo per i cristiani, ma per tutti gli uomini, per l’intera società.
Preghiera per la famiglia
O Dio, che nella Sacra Famiglia ci lasciasti un modello perfetto di vita familiare
vissuta nella Fede e nell'obbedienza alla Tua volontà,
aiutaci ad essere esempi di fede e di amore ai Tuoi comandamenti.
Soccorrici nella nostra missione di trasmettere la Fede ai nostri *gli.
Apri i loro cuori affinché cresca in essi il seme della Fede che hanno ricevuto nel Battesimo. Fortica la Fede dei nostri ragazzi affinché crescano nella conoscenza di Gesù. Aumenta l'amore e la fedeltà in tutti i matrimoni, specialmente quelli che attraversano momenti di sofferenza e di diffcoltà.
Uniti a Giuseppe e a Maria Te lo chiediamo per Gesù Cristo Tuo Figlio, nostro Signore. Amen.
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