domenica 22 marzo 2015

           DOMENICA QUINTA DEI DIGIUNI ORTHROS
                   Sinassario del minéo, poi il seguente. 
       Lo stesso giorno, domenica quinta dei digiuni, è stabilito che si faccia memoria della nostra santa madre Maria egiziaca.


Ode 1.: Cantico di Mosè. Colui che un tempo ha sepolto.
Su di me che festeggio con amore * la tua luminosa memoria divina, * manda la luce, o santa, * ora che stai presso il Cristo, luce inaccessibile°, * e salvami da ogni sorta di tentazio¬ni della vita.
Colui che secondo la carne * è emigrato in Egitto°, * l’incirconscrivibile ed eterno, * ti rende luminosissima stella che sorge dall’Egitto: * lui, il Signore, che tutto conosce * prima che venga all’esistenza.
Ignorando, o venerabile, i divini decreti, * hai detur¬pato la divina immagine di Dio; * ma per divina provvidenza di nuovo l’hai purificata, * o degna di ogni lode, * poiché sei stata deific¬ata, o santa, per le tue divine azioni.
Theotokíon.
Oh, la tua grande compassione, * Dio mio, * e la tua ineffabile condiscendenza! * Per le suppliche della Madre tua, * hai reso pura e immacolata la meretrice di un tempo * facendola simile agli angeli.
Katavasía. Aprirò la mia bocca.
Ode 3.: Cantico di Anna.
La creazione, vedendo appeso sul Calvario.
A te, che con le tue male azioni ti eri avvicinata alle porte della perdizione, * colui che un tempo ha infranto le porte dell’ade * con la forza della divinità, * apre ora le porte del pentimento, o venerabilissima: * egli che è la porta della vita°.
O longanime, * grazie alla venerazione della divina arma della croce, * hai reso capace di respingere totalmente * tutte le armi e le insidie dei demoni, * colei che era un tempo era divenuta arma del peccato, * o compassionevole.
Colui che già aveva sparso il suo sangue * in riscatto per tutti, * ti rende pura col lavacro delle lacrime, * affetta quale eri dalla tremenda lebbra * di un pessimo agire: * lui che a tutti dà l’essere stesso.
Theotokíon.
Eccede ogni parola ciò che ti riguarda * o Vergine: * poiché in te ha divinamente dimorato * la Parola del Padre, * per elargire a tutti i peccatori, * con una sola parola, * il perdono delle colpe.
Katavasía. Quale sorgente viva.
Káthisma. Tono pl. 4. Ineffabilmente concepita in grembo.
Frenàti con le fatiche ascetiche * tutti i sussulti della carne, * hai reso vigoroso il carattere della tua anima: * desiderando infatti vedere la croce del Signore, * hai crocifisso te stessa al mondo°, * o celebratissima, * e perciò hai sollecitato te stessa con ardore * a emulare la vita angeli¬ca, * o beatissima: * noi dunque onoriamo con fede la tua memoria, o Maria, * chiedendo ci sia copiosamente donata, * per la tua intercessione, * la remissione delle colpe.
Theotokíon, stessa melodia.
Cantiamo la porta del cielo°, * l’arca°, * il monte santissimo°, * la nube luminosa°, * la scala celeste°, * il paradiso razionale°, * il riscatto di Eva, * il grande tesoro di tutta la terra: * perché in lei si è compiuta la salvezza del mondo * e la remissione delle colpe antiche; * per questo a lei gridiamo: * Intercedi presso il tuo Figlio e Dio, * perché doni la remissione dei peccati * a coloro che con fede onorano * il tuo parto immacolato.
Ode 4.: Cantico di Abacuc.
Tono pl. 2. Già vedendo Abacuc.
Come artefice della natura umana, * come fonte di misericordia * e dovizia di compassione, * hai avuto pietà, o amico degli uomini, * di colei che presso di te si rifugiava, * e l’hai strappata alla belva funesta.
Cercando di vedere la croce, * dalla luce della croce, o Maria, * sei stata rischiarata * al divino cenno di colui che vi fu confitto: * e sei stata crocifissa al mondo°, * o degna di ammirazione.
Colei che prima era divenuta causa di male per molti * mediante la mala voluttà, * divenuta fulgida come sole, * è stata fatta guida, * la santa, * per tutti i peccatori.
Theotokíon.
Trascendi anche un intelletto celeste, * o cielo spirituale del Re dell’universo: * superando infatti le leggi della natura, o pura, * hai partorito il legislatore e Creatore di tutti.
Katavasía. Colui che siede nella gloria.
Ode 5.: Cantico di Isaia. Vedendo Isaia.
Mosè è stato glorificato un tempo sul Sinai, * perché il glorioso, * avendo misticamente contemplato le spalle di Dio°, * descrive il singolare mistero; * ma ora Maria, * prostrandosi all’icona immacolata, * come all’urna della manna, * ottiene la vita angelica.
Colei che ha contaminato il tuo tempio, * desidera contemplare, come dice il salmo, * il decoro del tuo tempio * e la spirituale dimora della tua gloria°; * per l’inter¬cessione spirituale, o Cristo, * di colei che, ignara d’uomo, * è divenuta tuo tempio, * rendimi tempio dello Spirito che tutto crea.
Colei che con l’amo della carne * tramite gli occhi ha catturato molti, * rendendoli pasto del demonio * per un breve piacere, * è stata veramente presa all’amo dalla divina grazia * della tua croce preziosa, * divenendo soavissimo cibo per Cristo.
Theotokíon.
Il coro dei profeti, iniziato al tuo mistero, * in vari modi ti ha preannunciata * con mistici oracoli, o immacola¬ta: * cosí ora anche la stessa Maria, * che è garante presso Dio per i peccatori, * venerandoti come immacolata icona * dell’urna della manna°.
Katavasía. Sbigottisce l’universo.
Ode 6.: Cantico di Giona. Mi ha circondato l’abisso.
Si rallegrano, Maria, * le schiere degli angeli, vedendo in te, o santa * una vita divina simile alla loro, * e gridano gloria al Signore.
Tremano le folle dei demoni tenebrosi * davanti alla costanza della tua forza, * perché tu, una donna sola e nuda, * li hai prodigiosamente svergognati.
A guisa di sole hai rifulso, * o Maria degna di ogni lode, * e hai illuminato tutto il deserto * con i tuoi bagliori: * fa’ risplendere anche me della tua stessa luce.
Theotokíon.
Angeli risplendenti della gloria del tuo Nato, * hanno concordemente proclamato, o Vergine, * pace sulla terra per tutti noi * e benevolenza per gli uomini°.
Katavasía. Celebrando questa divina.
Kondákion. Tono 3. La Vergine oggi.
Colei che un tempo era piena di ogni sorta di
fornicazio¬ni, * è divenuta oggi sposa di Cristo grazie al pentimento, * desidera la vita degli angeli * e batte i demoni con l’arma della croce: * cosí sei divenuta sposa del Re, * o gloriosa Maria.
Ikos. Betlemme ha aperto l’Eden.
Celebriamo con canti * l’agnella e figlia di Cristo, la celebrata Maria, * che è apparsa quale prole d’Egitto, * ma ne ha fuggito tutta la seduzione * e sola si è offerta alla Chiesa come rampollo perfetto, * esercitandosi nell’ascesi, * mediante continenza e preghiera, * oltre la misura dell’umana natura: * per questo il solo Onnipotente ha esaltato * la sua vita e il suo operato. * Intercedi per noi, * o gloriosa Maria.
Sinassario del minéo, poi il seguente.
Lo stesso giorno, domenica quinta dei digiuni, è stabilito che si faccia memoria della nostra santa madre Maria egiziaca.
Per la sua intercessione, o Dio, abbi pietà di noi e salvaci. Amen.
Ode 7.: Cantico dei tre fanciulli. I fanciulli a Babilonia.
Il sapiente Zosima, * grandissimo tra i padri, *aggiran¬dosi nel deserto * fu fatto degno di vedere la santa, * e intona il canto: * Benedetto tu sei, Dio dei padri no¬stri°.
Perché, o padre, * sei venuto a vedere una povera donna * estranea ad ogni virtú attiva? * Cosí dice la santa all’anziano, e grida: * Benedetto tu sei, Dio dei padri nostri°.
Hai mortificato, o beata, * i moti delle tue passioni, * e sei ora approdata al porto dell’impassibilità, * acclamando: * Benedetto sei tu, Signore, * Dio dei nostri padri°.
Theotokíon.
Hai ineffabilmente concepito rimanendo vergine, * o immacolata, * e hai dato al mondo il Cristo Salvatore, Dio nostro: * per questo noi tutti fedeli * con canti ti magnifichiamo.
Ode 8.: Cantico delle creature.
Sbigottisci tremando, o cielo.
Scrutando le profondità del cuore, * tu che tutto sai di noi prima che nasciamo, * strappasti a un’esistenza violenta * colei che presso di te si era rifugiata, * o Salvatore, * sicura del tuo amore per l’uomo * e incessante¬mente acclamante: * Sacerdoti, benedite, * sovresalta¬lo, o popolo, per tutti i secoli°.
O santo mutamento della tua conversione al bene, * o venerabile! * O divino amore che ha odiato le voluttà carnali! * Oh, la tua fede ardente e divina, * Maria degna di ogni lode! * Con fede noi ti celebriamo e sovresaltiamo * per tutti i secoli°.
O venerabile Maria, * hai avuto la mercede delle pene * e la ricompensa delle fatiche *con le quali hai abbattuto il nemico omicida; * ed ora insieme agli angeli acclami, * cantando incessantemente l’inno, * per celebrare e sovresaltare il Cristo * nei secoli°.
Theotokíon.
Tutto mi ha riplasmato per sua bontà * nel tuo grembo, o pura, * il Sovrano di tutti i secoli, * senza danno per le proprietà delle sue due nature: * noi dunque celebriamo con canti te, * causa della nostra salvezza, * per tutti i secoli°.
Katavasía. Il parto della Madre-di-Dio.
Ode 9.: Cantico della Madre-di-Dio e di Zaccaria.
Non piangere per me, o Madre.
Facilmente sostenevi, o madre, la fatica del deserto, *perché ad essa ti disponeva la potente forza del Cristo: * e tu spegnevi con rivi di lacrime divine * i sordidi pensieri che ti assalivano, * o venerabile, * somma tra gli asceti, * vanto dei santi.
Con raggi fulgidissimi ti rischiara * la sola che, Vergine e pura, * ha partorito la luce, il Cristo; * essa ti rende temibile per i nemici, o venerabile, * mentre ti fa conoscere a tutti, o Maria, * splendore degli asceti, * sostegno dei santi.
Saggiamente abbandonate tutte le cose terrene, * sei divenuta augusto tabernacolo dello Spirito; * supplica dunque l’unico Cristo Redentore * di liberare dai mali mondani * quanti celebrano con fede la tua divina memoria.
Theotokíon.
Trascendendo la natura, * e sfuggendo alle sue leggi, o Vergine, * hai generato sulla terra un neonato, o pura, * che è legislatore e antico di giorni°, * o cielo spirituale del Creatore dell’universo. * E noi con fede e amore ti diciamo beata.
Katavasía. Ogni abitante della terra.
Exapostilárion, l’eothinón anastásimon.
Quindi il seguente, della santa. Tu che il cielo con le stelle.
Poiché tu sei per noi modello di pentimento, * o venerabilissima Maria, * supplica Cristo che ce lo doni, * affinché con fede e amore * ti celebriamo tra i canti.
Theotokíon, stessa melodia.
Dolcezza degli angeli, * gioia dei tribolati, * protezione dei cristiani, * o Vergine, Madre del Signore, * vieni in mio soccorso * e dai tormenti eterni scampami.
Alle lodi, 4 stichirá anastásima dall’októichos e 4 anatoliká. Poi lo stico: Sorgi, Signore Dio mio.
Gloria. Il seguente idiómelon. Tono 1.
Il regno di Dio non è questione * di cibo e di bevanda, ma di giustizia° * e ascesi con santità: * perciò non entreranno in esso i ricchi, * ma quanti affidano i loro tesori alle mani dei bisognosi. * Questo lo insegna anche il profeta Davide, dicendo: * Giusto è l’uomo che fa misericordia tutto il giorno, * gode del Signore, cammina nella luce: * egli non inciamperà°; * tutto ciò è stato scritto a nostro ammonimento°, * affinché digiunando facciamo il bene, * e il Signore ci dia i beni celesti * in cambio di quelli terreni.

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