OGGI 3 APRILE 2015
Sinassario : la seguente memoria:
Nel santo e grande venerdí, celebriamo i santi e tremendi
patimenti salvifici del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesú Cristo, da lui per
noi volontariamente accettàti: ricordiamo gli sputi, gli schiaffi, le percosse,
gli oltraggi, gli scherni, la tunica di porpora, la canna, la spugna, l’aceto,
i chiodi, la lancia, e soprattutto la croce e la morte, tutti eventi accaduti
il venerdí.
Ricordiamo anche la salvifica confessione sulla croce del buon
ladrone crocifisso col Signore.
UFFICIATURA DELLE ORE DEL SANTO E GRANDE VENERDÍ
Ora prima
Il Benedetto. Re celeste. Trisagio. Santissima Triade. Padre nostro. Poiché tuoi sono, p.
117. Signore pietà, 12 volte. Gloria. Ora e sempre. Venite, adoriamo, 3 volte.
Quindi i salmi seguenti.
Salmo 5
2. Alle mie parole
porgi l’orecchio, Signore, comprendi il mio grido.
3. Volgiti alla voce della mia supplica, o mio Re e mio Dio, perché
te io pregherò, Signore.
4. Al mattino esaudirai la mia voce; al mattino mi presenterò a te e
tenderò lo sguardo.
5. Poiché tu non sei un Dio che vuole l’iniquità; non abiterà presso
di te il malvagio,
6. né resteranno i trasgressori davanti ai tuoi occhi: hai preso in
odio quanti operano iniquità.
7. Farai perire quanti parlano menzogna; l’uomo di sangue e di
inganno lo abomina il Signore.
8. Ma io per l’abbondanza della tua misericordia entrerò nella tua casa:
mi prostrerò al tuo tempio santo, nel tuo timore.
9. Signore, guidami nella tua giustizia: a causa dei miei nemici
dirigi davanti a te la mia via.
10. Poiché non c’è verità in bocca loro, il loro cuore è vano, sepolcro
aperto è la loro gola, con la loro lingua tramavano inganni.
11. Giudicali, o Dio: falliscano nelle loro trame; per la moltitudine
delle loro empietà scacciali, poiché ti hanno amareggiato, Signore.
12. Ma si allietino tutti quelli che in te sperano: in eterno
esulteranno, e tu porrai la tua dimora in loro; si glorieranno in te quanti
amano il tuo nome, perché tu benedirai il giusto.
13. Signore, ci hai circondati con lo scudo del tuo
compiacimento.
Salmo 2
1. Perché si agitarono le genti e i popoli meditarono cose vuote?
2. Si presentarono i re della terra e i príncipi
si riunirono insieme contro il Signore e contro il suo Cristo:
3. Spezziamo le loro catene e gettiamo via da
noi il loro giogo!
4. Colui che abita nei cieli li deriderà, il
Signore si farà beffe di loro.
5. Allora parlerà ad essi nella sua ira e li
sconvolgerà nel suo sdegno.
6. Ma io sono stato costituito re da lui sopra
Sion, il suo monte santo,
7. per annunciare il precetto del Signore. Il
Signore mi ha detto: Figlio mio sei tu, io oggi ti ho generato.
8. Chiedi a me e ti darò le genti in eredità, e
in possesso i confini della terra.
9. Le pascerai con verga di ferro, come vaso di
vasaio li frantumerai.
10. E ora, re, comprendete; lasciatevi correggere,
voi che giudicate la terra.
11. Servite il Signore nel timore ed esultate per
lui con tremore.
12. Abbracciate la correzione, che non si adiri il
Signore e vi perdiate dalla via giusta. Quando divamperà improvviso il suo
sdegno, beati tutti quelli che confidano in lui.
Salmo 21
2. O
Dio, Dio mio, volgiti a me: perché mi hai abbandonato? Lontano dalla mia
salvezza il debito dei miei delitti!
3. Dio mio, griderò a te di giorno e non
esaudirai, di notte, e non è stoltezza per me.
4. Ma tu abiti nel santuario, tu lode di
Israele.
5. In te hanno sperato i nostri padri e sono
stati salvati, hanno sperato e li hai liberati.
6. A te hanno gridato e sono stati salvati, in
te hanno sperato e non sono rimasti confusi.
7. Ma io sono verme e non uomo, obbrobrio degli
uomini e disprezzo del popolo.
8. Quanti mi osservavano si sono beffati di me,
hanno aperto le labbra, hanno scosso la testa:
9. Ha sperato nel Signore: lo liberi, lo salvi
poiché gli vuol bene!
10. Sei tu che mi hai tratto dal grembo, mia
speranza fin dalle mammelle di mia madre.
11. Su di te sono stato gettato fin dal grembo, dal
seno di mia madre sei tu il mio Dio.
12. Non allontanarti da me, perché la tribolazione è
vicina, perché non c’è chi aiuta.
13. Mi hanno accerchiato molti vitelli, pingui tori
mi hanno stretto.
14. Hanno aperto su di me la loro bocca, come leone
rapace e ruggente.
15. Come acqua sono stato effuso, sono state
disgiunte tutte le mie ossa; il mio cuore è divenuto come cera che fonde in
mezzo al mio seno.
16. Si è inaridita come coccio la mia forza, la mia
lingua sta incollata al palato, fino alla polvere della morte mi hai fatto
scendere.
17. Perché mi hanno accerchiato molti cani, il
raduno dei malvagi mi ha stretto, hanno perforato le mie mani e i miei piedi,
18. hanno contato tutte le mie ossa, mentre essi
stavano ad osservare e a guardarmi.
19. Si sono divisi le mie vesti e sulla mia tunica
hanno gettato la sorte.
20. Ma tu, Signore, non tenere lontano da me il mio
aiuto, volgiti in mio soccorso.
21. Libera dalla spada l’anima mia, dalla zampa del
leone la mia unica.
22. Salvami dalla bocca del leone e dalle corna
degli unicorni la mia piccolezza.
23. Racconterò il tuo nome ai miei fratelli,
inneggerò a te in mezzo all’assemblea.
24. Voi che temete il Signore, lodatelo, tutta la
discendenza di Giacobbe, glorificatelo; lo tema tutta la discendenza di
Israele:
25. perché non ha disprezzato né detestato la supplica del povero, e non
ha distolto da me il suo volto, quando gridavo a lui mi ha esaudito.
26. Da te la mia lode nella grande assemblea. Adempirò i miei voti
davanti a quelli che lo temono.
27. Mangeranno i miseri e saranno saziati, e loderanno il Signore quelli
che lo cercano: vivranno i loro cuori nei secoli dei secoli.
28. Se ne ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della
terra, e si prostreranno davanti a lui tutte le famiglie delle genti.
29. Perché del Signore è il regno ed egli è sovrano sulle genti.
30. Hanno mangiato e hanno adorato tutti i pingui della terra; davanti a
lui si prostreranno tutti quelli che scendono nella terra; e l’anima mia vive
per lui,
31. lo servirà la mia discendenza. Si proclamerà
del Signore la generazione ventura;
32. e proclameranno la sua giustizia al popolo che sarà generato, che il
Signore ha fatto.
Gloria. Ora e sempre. Alleluia, 3 volte. Signore, pietà, 3 volte.
Gloria. Tropario. Tono 1.
Alla tua crocifissione, o Cristo, * è stata distrutta la tirannide, * è stata calpestata
la potenza del nemico: * non un angelo, infatti, non un uomo, * ma tu stesso,
Signore, ci hai salvati˚. * Gloria a te!
Ora e sempre. Theotokíon.
Come
ti chiameremo, o piena di grazia? * Cielo, perché hai fatto sorgere il sole di
giustizia˚. * Paradiso, perché hai fatto germogliare * il fiore dell’incorruttibilità.
* Vergine, perché sei rimasta incorrotta. * Madre pura, * perché hai tenuto tra
le tue sante braccia come Figlio * il Dio dell’universo. * Imploralo, dunque,
* per la salvezza delle anime nostre.
Comincia a salmeggiare il
primo coro.
Stichirá idiómela. Tono pl. 2.
Oggi si lacera il velo del tempio * accusando gli iniqui, e il sole nasconde i suoi
raggi * vedendo il Sovrano crocifisso.
Di nuovo lo stesso cantato
dall’altro coro. Poi il primo coro dice lo stico.
Stico: Perché
si agitarono le genti e i popoli meditarono cose vuote?
Quindi il seguente tropario. Tono pl. 4.
Come pecora, o Cristo Re, * sei
stato condotto al macello, * e come agnello senza macchia˚ * sei stato
inchiodato alla croce da uomini empi, * per i nostri peccati, o amico degli
uomini.
Stico: Si
presentarono i re della terra e i príncipi si riunirono insieme.
L’altro
coro canta di nuovo lo stesso tropario. Quindi il primo coro:
Gloria. Tono pl. 4.
Agli
iniqui che ti avevano catturato, * paziente cosí parlavi, o Signore: * Avete
colpito il pastore e disperso le undici pecore˚, * i miei discepoli, * eppure
potrei avere qui piú di dodici legioni di angeli˚. * Ma sono longanime perché
si compiano * le cose occulte e segrete che vi ho manifestato˚ * per mezzo dei
miei profeti. * O Signore, gloria a te.
Ora e sempre. Di nuovo lo stesso, secondo coro.
Prokímenon. Tono 4.
Usciva e parlava allo stesso modo; contro di me bisbigliavano tutti i miei nemici,
contro di me tramavano mali.
Stico: Beato
colui che ha intelligenza del povero e del misero: nel giorno cattivo lo
libererà il Signore.
Lettura della profezia di
Zaccaria (11,10-13).
Cosí dice il Signore: Prenderò la mia bella verga e la getterò via, per sciogliere il
patto che ho fatto con tutti i popoli, e in quel giorno sarà sciolto. I cananei
conosceranno le pecore per me custodite, perché è parola del Signore. E dirò
loro: Se vi pare bene, datemi la mia mercede, se no rifiutatemela. Ed essi
fissarono come mia mercede trenta denari d’argento. E il Signore mi disse:
Mettili nella fonderia e vedrò se è metallo provato, cosí come sono stato
valutato io da loro. E presi i trenta denari e li gettai nella fonderia nella
casa del Signore.
Apostolo.
Lettura
dell’epistola di Paolo ai Galati (6,14-18).
Fratelli,
quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesú
Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per
il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti
seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di
Dio. D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di
Gesú nel mio corpo. La grazia del Signore nostro Gesú Cristo sia con il vostro
spirito, fratelli. Amen.
Vangelo.
Lettura del santo vangelo
secondo Matteo (27,1-56).
In quel
tempo, venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti
e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesú, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato. Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesú era stato condannato, si pentí e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente. Ma quelli dissero: Che ci riguarda? Veditela tu. Ed egli, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue. E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu denominato ‘Campo di sangue’ fino al giorno d’oggi. Allora si adempí quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d’argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesú, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato. Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesú era stato condannato, si pentí e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente. Ma quelli dissero: Che ci riguarda? Veditela tu. Ed egli, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue. E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu denominato ‘Campo di sangue’ fino al giorno d’oggi. Allora si adempí quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d’argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
Gesú
intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l’interrogò dicendo:
Sei tu il re dei giudei? Gesú rispose: Tu lo dici. E mentre lo accusavano i
sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse:
Non senti quante cose attestano contro di te? Ma Gesú non gli rispose neanche
una parola, con grande meraviglia del governatore. Il governatore era solito,
per ciascuna festa di pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro
scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre
quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: Chi volete che vi rilasci:
Barabba o Gesú chiamato il Cristo? Sapeva bene infatti che glielo avevano
consegnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a
dire: Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in
sogno, per causa sua. Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a
richiedere Barabba e a far morire Gesú. Allora il governatore domandò: Chi dei
due volete che vi rilasci? Quelli risposero: Barabba! Disse loro Pilato: Che
farò dunque di Gesú chiamato il Cristo? Tutti gli risposero: Sia crocifisso! Ed
egli aggiunse: Ma che male ha fatto? Essi allora urlarono: Sia crocifisso!
Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre piú,
presa dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: Non sono responsabile,
disse, di questo sangue; vedetevela voi. E tutto il popolo rispose: Il suo
sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli. Allora rilasciò loro Barabba
e, dopo aver fatto flagellare Gesú, lo consegnò ai soldati perché fosse
crocifisso.
Allora i soldati del governatore
condussero Gesú nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte.
Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di
spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si
inginocchiavano davanti, lo schernivano: Salve, re dei giudei! E sputandogli
addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo
cosí schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi
vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo. Mentre uscivano, incontrarono un
uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui.
Giunti a un luogo detto Golgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da
bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo
averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E
sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la
motivazione scritta della sua condanna: Questi è Gesú, il re dei giudei.
Insieme con lui furono crocifissi due ladroni,
uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano
scuotendo il capo e dicendo: Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in
tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce. Anche
i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: Ha salvato gli
altri, non può salvare se stesso. È il re d’Israele, scenda ora dalla croce e
gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha
detto infatti: Sono Figlio di Dio. Anche i ladroni crocifissi con lui lo
oltraggiavano allo stesso modo. Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si
fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesú gridò a gran voce: Elí, Elí,
lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: Costui chiama Elia. E subito uno
di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una
canna e cosí gli dava da bere. Gli altri dicevano: Lascia, vediamo se viene
Elia a salvarlo.
E Gesú, emesso un alto grido,
spirò. Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra
si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di
santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione,
entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con
lui facevano la guardia a Gesú, sentito il terremoto e visto quel che
succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: Davvero costui era Figlio
di Dio. C’erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse
avevano seguito Gesú dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Magdala,
Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.
Quindi:
Dirigi i miei passi secondo la tua parola, e nessuna iniquità mi domini.
Riscattami
dalla calunnia degli uomini, e custodirò i tuoi comandamenti.
Fa’
risplendere il tuo volto sul tuo servo, e insegnami i tuoi decreti.
Si
riempia di lode la mia bocca, Signore, perché io inneggi alla tua gloria, tutto
il giorno alla tua magnificenza.
Trisagio. Santissima
Triade. Padre nostro. Poiché tuoi sono, p. 15.
Kondákion. Tono pl. 4.
Venite, celebriamo tutti * colui che per noi è stato crocifisso. * Maria lo contemplò
sulla croce e diceva: * Anche se subisci la croce, * tu sei il mio Figlio e
Dio.
Signore, pietà, 40 volte. Tu che in ogni tempo... Signore, pietà, 3 volte. Gloria. Ora e sempre. Piú venerabile dei
cherubini. Nel nome del Signore. Dio abbia pietà di noi, p. 124. E la seguente preghiera:
O Cristo, luce vera che illumini e santifichi
ogni uomo che viene nel mondo˚, si
imprima su di noi la luce del tuo volto˚, affinché con essa vediamo la luce
inaccessibile˚. E dirigi i nostri passi nel compimento dei tuoi comandamenti
per l’intercessione della purissima Madre tua e di tutti i tuoi santi. Amen.
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