lunedì 26 ottobre 2015


OMELIA DELL'EPARCA GIORGIO DEMETRIO 



Riflessione sul Vangelo della Festa di San Demetrio
26 ottobre 2015


Gesù, parlando ai suoi discepoli, riprende il tema del comandamento nuovo: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi”. Non dice “amatevi gli uni gli altri”; aggiunge la misura che questo amore vicendevole deve avere: “come io ho amato voi”.
Del resto già nell’allegoria della vite si poteva dedurre la qualità dell’amore evangelico: la linfa che la vite immette nel tralcio è appunto l’amore stesso di Gesù.
L’amore dei discepoli perciò non è un qualsiasi amore, non nasce da loro stessi, dalle proprie tradizioni, dal proprio carattere, dalla propria educazione. L’amore evangelico è un dono che si riceve da Gesù stesso. E’ l’agape, cioè l’amore di Dio che viene riversato nei nostri cuori. Si tratta di un amore totalmente gratuito che dimentica se stesso e che giunge sino a dare la propria vita per gli altri.
Così ha amato Gesù, nostro Signore e Redentore. L’amore cristiano trasforma il rapporto tra  il Maestro e il discepolo, tra il Creatore e la creatura: viene annullata quella distanza gerarchica che dovrebbe esserci, per instaurare una nuova relazione, quella dell’amore gratuito. Gesù la spiega con queste parole: “Non vi chiamo più servi … vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi”. Si potrebbe dire quindi che la sostanza del legame tra Gesù e i discepoli è l’amicizia. Già nell’Antico Testamento Abramo venne chiamato da Dio suo “amico” e non suo servo, perché Dio non gli tenne nascosto nulla.
Anche Gesù nel Nuovo Testamento non ha servi, ma solo amici. La parola “amico” non è una espressione logora per Gesù. Per Lui è una parola impegnativa per la stessa sua vita. Egli prova per tutti amicizia, anche per Giuda il traditore. E se proprio si vuole trovare una preferenza, è nei confronti dei più bisognosi, dei deboli, dei poveri e degli esclusi.
           Nessun uomo, nessuna donna per Lui sono nemici; non c’è traccia di cultura del nemico negli Evangeli. Semmai c’è una incredibile testimonianza di amicizia. I suoi discepoli sanno che questo è il tesoro che debbono vivere e comunicare.
Questo è quello che ha fatto il grande martire Demetrio di Tessalonica di cui oggi celebriamo solennemente la festa. Questo martire diede la sua vita per Cristo verso il 305 sotto l’Imperatore Massimiano. Il suo culto acquistò grande celebrità in tutto il mondo greco e come santo militare e come patrono di quella metropoli.
Onoriamo San Demetrio, fedele discepolo di Cristo e sapiente negli insegnamenti evangelici; onoriamo colui che col sangue ha compiuto la corsa del combattimento e con i prodigi ha brillato per tutta la terra; onoriamo l’amante compassionevole dei poveri.

Dio buono e forte,
che hai concesso al tuo Megalomartire Demetrio
l’onore di dare la vita per il Vangelo,
estendi il tuo soccorso divino
anche alla nostra debolezza
e rendici capaci di professare fermamente
la nostra fede cristiana,

come egli per te non esitò a morire.

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