sabato 23 giugno 2012


24 GIUGNO  2012
       Memoria della Natività del venerabile e glorioso profeta, precursore e battista Giovanni.
GRANDE VESPRO
 Giovanni, nascendo, * rompe il silenzio di Zaccaria˚, perché non conveniva che il padre tacesse, * alla nascita della voce˚, * ma che piuttosto, * come prima, per non essere stata creduta, * essa aveva legato al padre la lingua˚, * cosí, una volta manifestatasi, * gliela liberasse: * perché a lui eri stato annunciato e parto­rito * come voce del Verbo * e precur­sore della luce, * inter­cessore per le anime nostre.
Stesso tono.
Oggi la voce del Verbo˚, * scioglie la voce paterna * trattenuta dall’increduli­tà * e manifesta la bella fecon­dità della Chiesa, * sciogliendo i vincoli della sterilità materna˚. * Avanza la lampada della luce˚, * il raggio manifesta l’avvento * del sole di giustizia˚, * che viene a ripla­smare tutti * e a salvare le anime nostre.    
Di Anatolio. Stesso tono.
Viene dalle doglie di una sterile * il messaggero del Dio Verbo * che sarà partorito dalla Vergine, * il grande fra i nati di donna * e piú grande di un profeta˚: bisognava infatti che fossero straordinari * gli inizi di divine realtà: * fuori dell’età, la possibilità di genera­re, * e senza seme la concezione. * O tu che compi mera­viglie a nostra salvezza, * gloria a te.
Di Andrea di Creta. Stesso tono.
Procedendo dal grembo sterile di Elisabetta * è apparso oggi il grande precursore, * il profeta piú grande di tutti i profeti, * al quale nessuno è * né mai sarà simi­le˚: * poiché alla lampada del precursore * succede la luce sfolgorante, * alla voce, il Verbo, * e lo sposo al para­ninfo * che prepara al Signore * un popolo di suo peculiare possesso˚ * e in anticipo lo purifica mediante l’acqua, * in vista dello Spirito˚. * Questi è il germo­glio di Zacca­ria, * l’ottimo figlio del deserto, * l’a­raldo della conver­sione, * la purifi­cazione dei delitti, * colui che annuncia nell’ade * la risurrezione dai morti * e intercede per le anime nostre.        
Stesso tono.
Dal grembo, o Giovanni, * ti sei mostrato profeta e precursore del Cristo, * balzando ed esultando nel seno della madre * alla vista della Regina che veniva dalla serva˚ * por­tando colui che è oltre il tempo * e che dal Padre procede senza madre, * a te che, secondo la promes­sa, * dalla sterile e dal vecchio sei germogliato. * Pregalo di avere miser­icor­dia * delle anime nostre.        
Stesso tono.
O straordinario prodigio! * Colui che non aveva prestato fede * all’angelo che diceva: * Elisabetta conce­pirà e partorirà un figlio; * colui che aveva detto: * Come potrà partorire? * Io sono vecchio e il suo grembo è morto; * colui che era stato condannato a tacere a causa dell’incredulità˚, * oggi vede partorire il figlio promes­so * e, sciolto dal silenzio, * accoglie in sé la gioia, accl­a­man­do: * Benedet­to il Signore, Dio d’Israele, * per­ché ha visita­to e reden­to il suo popolo˚, * elargendo al mondo la grande miseri­cordia˚.
Stesso tono.
Giovanni degno di ogni lode * e apostolo universale, * lieto annuncio di Gabriele, * germoglio della sterile, * ottimo figlio del deserto, * sincero amico del Cristo sposo˚, * pregalo perché sia fatta misericordia * alle anime nostre.           
Gloria. Tono pl. 2. Di Byzantios.
Oggi la lampada della luce * comincia a preparare la strada * all’avvento del Dio Verbo, * come stella lumi­nosa; * oggi essa fa chiara la lingua di Zaccaria, * che era rimasto in silenzio per il comando dell’angelo: * conve­niva infatti che il padre della voce * non serbasse il silenzio * dopo che questa era uscita * dal seno della steri­le * per annunciare con grande franchezza * la redenzione del mondo intero.
Ora e sempre. Stesso tono.
Elisabetta ha concepito il precursore della grazia, * ma la Vergine, il Signore della gloria˚; * si salutarono l’un l’altra le madri, * e il bambino sussultò nel grembo˚: * poiché da lí il servo lodava il Sovrano. * Stupita, la madre del precursore cominciò a gridare: * Donde a me questo, * che la madre del mio Signore venga a me?˚ * È per la salvezza del popolo che non ha piú speranza! * O tu che possiedi la grande misericordia˚, * gloria a te.           
Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.
Lettura del libro della Genesi (dai capp.17,18 e 21).  Disse il Signore ad Abramo: Quanto a Sara tua moglie, non si chiamerà piú Sara, ma Sarra. Io la benedirò e da lei ti darò un figlio; io lo benedirò e diverrà nazioni, e re di nazioni usciranno da lui. Abramo cadde faccia a terra, e rise e disse dentro di sé: A un uomo di cent’anni potrà dunque nascere un figlio? E Sarra a novant’anni partorirà? Ma Dio disse ad Abramo: Sí, ecco, Sarra tua moglie ti partorirà un figlio e tu lo chia­merai Isacco, e io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza eterna. Abramo e Sarra erano vecchi, avanzati negli anni. Rise Sarra in se stessa dicen­do: Non mi è ancora successo sino ad ora, e il mio signore è vecchio. Ma il Signore Dio disse ad Abramo: Perché Sarra ha riso in se stessa dicendo: Dunque veramente partorirò mentre sono già vecchia? Forse qualcosa è impos­sibile a Dio? E il Signore visitò Sarra come aveva detto. Essa concepí e partorí un figlio ad Abramo nella vecchiaia, nel tempo indicato dal Signore. Egli lo circoncise l’ottavo giorno, come il Signore Dio gli aveva comandato. Abramo aveva cento anni quando gli nacque suo figlio Isacco. E Sarra disse: Motivo di riso mi ha dato il Signore: infat­ti chi lo verrà a sapere si rallegrerà con me. E disse: Chi avrebbe detto ad Abramo che Sarra avrebbe allattato un bambino, poiché gli ho parto­rito un figlio nella mia vecchi­aia? E il bambino crebbe e fu svezzato, e Abramo fece un grande banchetto nel giorno in cui Isacco suo figlio fu svezzato.
Lettura del libro dei Giudici (dal cap. 13).
C’era in quei giorni un uomo della tribú di Dan, il cui nome era Manoè; sua moglie era sterile e non partoriva. L’angelo del Signore apparve alla donna e le disse: Ecco, tu sei sterile, non hai mai partorito, ma concepirai un figlio. E ora guàrdati dal bere vino e bevanda inebriante e non mangi­are nulla di immondo. Perché ecco, tu sarai incinta e parto­rirai un figlio, sul cui capo non passerà il rasoio, perché il bambino sarà nazireo di Dio sin dal seno materno. La donna andò dal marito e gli disse: È venuto da me un uomo di Dio e il suo aspetto era come quello di un angelo di Dio, tutto sfolgorante, e mi ha detto: Ecco, tu sarai incin­ta e partorirai un figlio; e ora guàrdati dal bere vino e bevanda inebriante e non mangiare nulla di immondo, perché il bambi­no sarà nazireo di Dio sin dal seno materno fino al giorno della sua morte. Manoè pregò il Signore e disse: Ti prego, Signore, l’uomo di Dio che tu hai mandato, venga ancora da noi e ci illumini su quanto dovremo fare per il bambino che nascerà. E l’angelo venne da Manoè e disse: Si astenga tua moglie da tutto ciò che le ho detto. Non mangerà nulla di ciò che proviene dalla vite, non berrà né vino né bevanda inebriante. E Manoè disse all’angelo del Signore: Qual è il tuo nome? Affinché quando la tua parola si avvere­rà, noi ti diamo gloria. Ma l’angelo del Signore gli disse: Perché chiedi il mio nome? Esso è ammirabile. E l’angelo del Signore non apparve piú a Manoè e sua moglie.
Lettura della profezia di Isaia (dai capp. 40,41,45,48,54).
Cosí dice il Signore: Consolate, consolate il mio popolo, dice Dio. Sacerdoti, parlate al cuore di Gerusa-lemme e consolatela, perché è finita la sua umiliazione: il suo peccato infatti è stato condonato, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per i suoi peccati. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, rad­drizzate i suoi sentieri. Ogni valle sia colmata, e ogni monte e colle sia abbassato; i sentieri tortuosi diverranno diritti e quelli impervi diverranno vie piane, e ogni carne vedrà la salvezza di Dio. Sali su un monte alto, tu che porti buone novelle a Sion, alza la voce con forza, tu che porti buone notizie a Gerusalemme. Alzate la voce, non temete. Io sono il Signore Dio: io, il Dio di Israele, li esaudirò e non li abbandonerò. Farò scaturire fiumi sui monti, e sorgenti in mezzo alle valli; farò del deserto stagni, e della terra arida canali d’acqua. Si rallegri il cielo in alto, e le nubi piovano giustizia; germogli la terra e produca misericordia e insieme faccia germogliare giusti­zia. Annunciate un messaggio di gioia sino ai confini della terra, e parlate perché sia reso noto questo: che il Signo­re ha liberato il suo servo Giacobbe. E se avranno sete lungo il deserto, egli farà loro scaturire acqua dalla roccia. Rallégrati sterile che non partorisci, esplodi in acclamazio­ni tu che non hai avuto doglie: perché saranno piú i figli del­l’abbandonata di quelli di colei che ha marito.
Allo stico, stichirá idiómela. Tono 2.
Con salmi, inni e cantici spirituali˚, * celebriamo il profeta * nato da un profeta * e germoglio della steri­le, * il piú grande tra tutti i nati di donna˚, * il cittadino del deserto˚, * il glorioso Giovanni; * a lui acclamiamo: * Battista e precursore del Salvatore, * con la confidenza che possiedi, * implora Cristo nel giorno della tua venerabile nascita, * di donare al mondo la pace * e alle anime nostre * la grande misericordia˚.   
Stico: Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo.
È giunta la voce * della grazia del Verbo, * l’araldo del sole, * il precursore Giovanni, * nato oggi secondo la promessa * da una sterile senza frutto: * esultate, o popoli. * È giunto per prepararci la via della salvez­za, * che è colui che egli ha adorato, * balzando mentre era ancora nel grembo materno˚, * l’agnel­lo di Dio * che toglie il peccato del mondo˚ * e ci dona la grande miseri­cordia˚.          
Stico: E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Alti­ssi­mo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade.
Colui che sin dal seno materno * è stato santificato˚ * e ha ricevuto la pienezza della profezia, * oggi dalla sterile è nato, * per annunciare chiaramente * la venuta del Signore: * Convertitevi, * perché il regno dei cieli è vicino˚.          
 Gloria. Tono pl. 4. Della monaca Cassia.
La parola del profeta Isaia * si è oggi adempiuta * con la nascita di Giovanni, * di colui che è piú grande dei profeti˚. * È detto infatti: Ecco, manderò il mio angelo davanti a te, * ed egli preparerà la strada davanti a te˚. * Costui dunque, precedendo come soldato * il Re celeste, * realmente fa retti i sentieri del nostro Dio˚, * uomo per natura, * ma angelo quanto alla vita; * abbrac­ciata infatti la castità perfetta e la temperanza, * egli possedeva ciò che è secondo natura * e fuggiva ciò che è contro natura, * lottando oltre la natu­ra. * Imitandolo nelle virtú, * o fedeli tutti, * suppli­chiamolo di intercedere * per la salvezza delle anime nostre.    
Ora e sempre. Stesso tono.
Guarda Elisabetta che parla con la Vergine Maria: * Perché sei venuta a me, * o Madre del mio Signore?˚ * Tu porti il Re, * e io il soldato; * tu porti il datore della legge, * e io il legislatore; * tu porti il Verbo, * e io la voce che annuncia * il regno dei cieli˚.
Apolytíkion. Tono 4. Presto intervieni.
Profeta e precursore * dell’avvento del Cristo, * noi che con amore ti onoriamo, * non siamo in grado di cele­brati degnamente: * per la tua gloriosa e augusta nascita * sono sciolte infatti * la sterilità della parto­riente * e la lingua muta del padre, * ed è annun­ciata al mondo * l’incarnazione del Figlio di Dio.

Theotokíon.
Il mistero nascosto dall’eternità * e ignoto agli angeli, * è stato rivelato grazie a te˚, * Madre-di-Dio, * agli abitanti della terra: * Dio incarnato, in unione senza confusione42 , * Dio che per noi * ha volon­ta­riamente accettato la croce˚, * e risuscitando con essa il primo uomo crea­to, * ha salvato dalla morte le anime nostre.          

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