24 GIUGNO 2012
Memoria della
Natività del venerabile e glorioso profeta, precursore e battista Giovanni.
GRANDE VESPRO
Giovanni,
nascendo, * rompe il silenzio di Zaccaria˚, perché non conveniva che il
padre tacesse, * alla nascita della voce˚, * ma che piuttosto, * come prima,
per non essere stata creduta, * essa aveva legato al padre la lingua˚, * cosí,
una volta manifestatasi, * gliela liberasse: * perché a lui eri stato
annunciato e partorito * come voce del Verbo * e precursore della luce, *
intercessore per le anime nostre.
Stesso tono.
Oggi la voce del Verbo˚, * scioglie
la voce paterna * trattenuta dall’incredulità * e manifesta la bella fecondità
della Chiesa, * sciogliendo i vincoli della sterilità materna˚. * Avanza la
lampada della luce˚, * il raggio manifesta l’avvento * del sole di giustizia˚,
* che viene a riplasmare tutti * e a salvare le anime nostre.
Di Anatolio. Stesso tono.
Viene dalle doglie di una sterile * il messaggero del Dio
Verbo * che sarà partorito dalla Vergine, * il grande fra i nati di donna * e
piú grande di un profeta˚: bisognava infatti che
fossero straordinari * gli inizi di divine realtà: * fuori dell’età, la
possibilità di generare, * e senza seme la concezione. * O tu che compi meraviglie
a nostra salvezza, * gloria a te.
Di Andrea di Creta. Stesso
tono.
Procedendo dal grembo sterile di
Elisabetta * è apparso oggi il grande precursore, * il profeta piú grande di
tutti i profeti, * al quale nessuno è * né mai sarà simile˚: * poiché alla lampada del precursore * succede la
luce sfolgorante, * alla voce, il Verbo, * e lo sposo al paraninfo * che
prepara al Signore * un popolo di suo peculiare possesso˚ * e in anticipo lo
purifica mediante l’acqua, * in vista dello Spirito˚. * Questi è il germoglio
di Zaccaria, * l’ottimo figlio del deserto, * l’araldo della conversione, *
la purificazione dei delitti, * colui che annuncia nell’ade * la risurrezione
dai morti * e intercede per le anime nostre.
Stesso tono.
Dal grembo, o Giovanni, * ti sei
mostrato profeta e precursore del Cristo, * balzando ed esultando nel seno
della madre * alla vista della Regina che veniva dalla serva˚ * portando colui che è oltre il tempo * e che dal
Padre procede senza madre, * a te che, secondo la promessa, * dalla sterile e
dal vecchio sei germogliato. * Pregalo di avere misericordia * delle anime
nostre.
Stesso tono.
O straordinario prodigio! * Colui
che non aveva prestato fede * all’angelo che diceva: * Elisabetta concepirà e
partorirà un figlio; * colui che aveva detto: * Come potrà partorire? * Io sono
vecchio e il suo grembo è morto; * colui che era stato condannato a tacere a
causa dell’incredulità˚, * oggi vede partorire
il figlio promesso * e, sciolto dal silenzio, * accoglie in sé la gioia, acclamando:
* Benedetto il Signore, Dio d’Israele, * perché ha visitato e redento il
suo popolo˚, * elargendo al mondo la grande misericordia˚.
Stesso tono.
Giovanni degno di ogni lode * e
apostolo universale, * lieto annuncio di Gabriele, * germoglio della sterile, *
ottimo figlio del deserto, * sincero amico del Cristo sposo˚, * pregalo perché sia fatta misericordia * alle
anime nostre.
Gloria.
Tono pl. 2. Di Byzantios.
Oggi la lampada della luce *
comincia a preparare la strada * all’avvento del Dio Verbo, * come stella luminosa;
* oggi essa fa chiara la lingua di Zaccaria, * che era rimasto in silenzio per
il comando dell’angelo: * conveniva infatti che il padre della voce * non
serbasse il silenzio * dopo che questa era uscita * dal seno della sterile *
per annunciare con grande franchezza * la redenzione del mondo intero.
Ora e sempre. Stesso tono.
Elisabetta
ha concepito il precursore della grazia, * ma la Vergine, il Signore della
gloria˚; * si salutarono l’un l’altra le madri, * e il bambino sussultò nel
grembo˚: * poiché da lí il servo lodava il Sovrano. * Stupita, la madre del
precursore cominciò a gridare: * Donde a me questo, * che la madre del mio
Signore venga a me?˚ * È per la salvezza del popolo che non ha piú speranza! *
O tu che possiedi la grande misericordia˚, * gloria a te.
Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.
Lettura
del libro della Genesi (dai capp.17,18 e 21). Disse il Signore ad Abramo: Quanto a Sara tua moglie, non si chiamerà piú Sara, ma
Sarra. Io la benedirò e da lei ti darò un figlio; io lo benedirò e diverrà
nazioni, e re di nazioni usciranno da lui. Abramo cadde faccia a terra, e rise
e disse dentro di sé: A un uomo di cent’anni potrà dunque nascere un figlio? E
Sarra a novant’anni partorirà? Ma Dio disse ad Abramo: Sí, ecco, Sarra tua
moglie ti partorirà un figlio e tu lo chiamerai Isacco, e io stabilirò la mia
alleanza con lui come alleanza eterna. Abramo e Sarra erano vecchi, avanzati
negli anni. Rise Sarra in se stessa dicendo: Non mi è ancora successo sino ad
ora, e il mio signore è vecchio. Ma il Signore Dio disse ad Abramo: Perché
Sarra ha riso in se stessa dicendo: Dunque veramente partorirò mentre sono già
vecchia? Forse qualcosa è impossibile a Dio? E il Signore visitò Sarra come
aveva detto. Essa concepí e partorí un figlio ad Abramo nella vecchiaia, nel tempo
indicato dal Signore. Egli lo circoncise l’ottavo giorno, come il Signore Dio
gli aveva comandato. Abramo aveva cento anni
quando gli nacque suo figlio Isacco. E Sarra disse: Motivo di riso mi ha dato
il Signore: infatti chi lo verrà a sapere si rallegrerà con me. E disse: Chi
avrebbe detto ad Abramo che Sarra avrebbe allattato un bambino, poiché gli ho
partorito un figlio nella mia vecchiaia? E il bambino crebbe e fu svezzato, e
Abramo fece un grande banchetto nel giorno in cui Isacco suo figlio fu svezzato.
Lettura del libro dei Giudici (dal
cap. 13).
C’era in
quei giorni un uomo della tribú di Dan, il cui nome era Manoè; sua moglie era
sterile e non partoriva. L’angelo del Signore apparve alla donna e le disse:
Ecco, tu sei sterile, non hai mai partorito, ma concepirai un figlio. E ora guàrdati
dal bere vino e bevanda inebriante e non mangiare nulla di immondo. Perché
ecco, tu sarai incinta e partorirai un figlio, sul cui capo non passerà il
rasoio, perché il bambino sarà nazireo di Dio sin dal seno materno. La donna
andò dal marito e gli disse: È venuto da me un uomo di Dio e il suo aspetto era
come quello di un angelo di Dio, tutto sfolgorante, e mi ha detto: Ecco, tu
sarai incinta e partorirai un figlio; e ora guàrdati dal bere vino e bevanda
inebriante e non mangiare nulla di immondo, perché il bambino sarà nazireo di
Dio sin dal seno materno fino al giorno della sua morte. Manoè pregò il Signore
e disse: Ti prego, Signore, l’uomo di Dio che tu hai mandato, venga ancora da
noi e ci illumini su quanto dovremo fare per il bambino che nascerà. E l’angelo venne da Manoè e disse: Si astenga tua moglie
da tutto ciò che le ho detto. Non mangerà nulla di ciò che proviene dalla vite,
non berrà né vino né bevanda inebriante. E Manoè disse all’angelo del Signore:
Qual è il tuo nome? Affinché quando la tua parola si avvererà, noi ti diamo
gloria. Ma l’angelo del Signore gli disse: Perché chiedi il mio nome? Esso è
ammirabile. E l’angelo del Signore non apparve piú a Manoè e sua moglie.
Lettura della profezia di
Isaia (dai capp. 40,41,45,48,54).
Cosí dice
il Signore: Consolate, consolate il mio popolo, dice Dio. Sacerdoti,
parlate al cuore di Gerusa-lemme e consolatela, perché è finita la sua
umiliazione: il suo peccato infatti è stato condonato, perché ha ricevuto dalla
mano del Signore il doppio per i suoi peccati. Voce di uno che grida nel
deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Ogni valle
sia colmata, e ogni monte e colle sia abbassato; i sentieri tortuosi diverranno
diritti e quelli impervi diverranno vie piane, e ogni carne vedrà la salvezza
di Dio. Sali su un monte alto, tu che porti buone novelle a Sion, alza la voce
con forza, tu che porti buone notizie a Gerusalemme. Alzate la voce, non
temete. Io sono il Signore Dio: io, il Dio di Israele, li esaudirò e non li
abbandonerò. Farò scaturire fiumi sui monti, e sorgenti in mezzo alle valli;
farò del deserto stagni, e della terra arida canali d’acqua. Si rallegri il
cielo in alto, e le nubi piovano giustizia; germogli la terra e produca
misericordia e insieme faccia germogliare giustizia.
Annunciate un messaggio di gioia sino ai confini della terra, e parlate perché
sia reso noto questo: che il Signore ha liberato il suo servo Giacobbe. E se
avranno sete lungo il deserto, egli farà loro scaturire acqua dalla roccia.
Rallégrati sterile che non partorisci, esplodi in acclamazioni tu che non hai
avuto doglie: perché saranno piú i figli dell’abbandonata di quelli di colei
che ha marito.
Allo stico, stichirá idiómela. Tono 2.
Con
salmi, inni e cantici spirituali˚, * celebriamo
il profeta * nato da un profeta * e
germoglio della sterile, * il piú grande tra tutti i nati di donna˚, * il
cittadino del deserto˚, * il glorioso Giovanni; * a lui acclamiamo: * Battista
e precursore del Salvatore, * con la confidenza che possiedi, * implora Cristo
nel giorno della tua venerabile nascita, * di donare al mondo la pace * e alle
anime nostre * la grande misericordia˚.
Stico: Benedetto il Signore,
Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo.
È
giunta la voce * della grazia del Verbo, * l’araldo del sole, * il precursore
Giovanni, * nato oggi secondo la promessa * da una sterile senza frutto: *
esultate, o popoli. * È giunto per prepararci la via della salvezza, * che è
colui che egli ha adorato, * balzando mentre era ancora nel grembo materno˚, *
l’agnello di Dio * che toglie il peccato del mondo˚ * e ci dona la grande
misericordia˚.
Stico: E
tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché andrai innanzi al
Signore a preparargli le strade.
Colui
che sin dal seno materno * è stato santificato˚ * e ha ricevuto la pienezza
della profezia, * oggi dalla sterile è nato, * per annunciare chiaramente * la
venuta del Signore: * Convertitevi, * perché il regno dei cieli è vicino˚.
Gloria. Tono pl. 4.
Della monaca Cassia.
La
parola del profeta Isaia * si è oggi adempiuta * con la nascita di Giovanni, *
di colui che è piú grande dei profeti˚. * È detto infatti: Ecco, manderò il mio
angelo davanti a te, * ed egli preparerà la strada davanti a te˚. * Costui
dunque, precedendo come soldato * il Re celeste, * realmente fa retti i
sentieri del nostro Dio˚, * uomo per natura, * ma angelo quanto alla vita; *
abbracciata infatti la castità perfetta e la temperanza, * egli possedeva ciò
che è secondo natura * e fuggiva ciò che è contro natura, * lottando oltre la
natura. * Imitandolo nelle virtú, * o fedeli tutti, * supplichiamolo di
intercedere * per la salvezza delle anime nostre.
Ora e sempre. Stesso tono.
Guarda
Elisabetta che parla con la Vergine Maria: * Perché sei venuta a me, * o Madre
del mio Signore?˚ * Tu porti il Re, * e io il soldato; * tu porti il datore
della legge, * e io il legislatore; * tu porti il Verbo, * e io la voce che
annuncia * il regno dei cieli˚.
Apolytíkion. Tono 4. Presto intervieni.
Profeta e
precursore * dell’avvento del Cristo, * noi che con amore ti onoriamo, * non
siamo in grado di celebrati degnamente: * per la tua gloriosa e augusta
nascita * sono sciolte infatti * la sterilità della partoriente * e la lingua
muta del padre, * ed è annunciata al mondo * l’incarnazione del Figlio di Dio.
Theotokíon.
Il mistero nascosto dall’eternità
* e ignoto agli angeli, * è stato rivelato grazie a te˚, * Madre-di-Dio, * agli
abitanti della terra: * Dio incarnato, in unione senza confusione42 , * Dio che
per noi * ha volontariamente accettato la croce˚, * e risuscitando con essa
il primo uomo creato, * ha salvato dalla morte le anime nostre.
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