sabato 11 febbraio 2012

Si fa memoria della seconda e incor­ruttibile parusia del Signore nostro Gesú Cristo
SABATO — VESPRO
Ufficio del vespro delle domeniche, p. 154.
Dopo il salmo introduttivo e la con­sueta sticología, al Signore, ho gridato, 10 stichi con 6 stichirá anastásima dall’o­któichos e i seguenti 4 prosómia.
Tono pl. 2. Riposta nei cieli.
Quando verrai per il giusto giudizio, * o giustissimo Giudice, * seduto sul trono della tua gloria, * mentre un fiume di fuoco scorrendo dal tuo tribunale * colpirà tutti di sbigotti­men­to, * e le potenze cele­sti ti assiste­ranno˚, * e gli uomini, pieni di timore, * saranno giudica­ti, * ciascuno secondo le sue opere˚; * allora sii indul­gente con noi, * e facci degni, o Cristo, * nella tua amorosa com­passione, * della sorte dei salvati: * con fede ti suppli­chiamo.
I libri saranno aperti, * verranno rese pubbliche le opere degli uomini * davanti al tuo insostenibile tribuna­le. * Risuonerà tutta la valle del pianto˚ * di tremendo strido­re di denti * mentre vedrà tutti coloro che avranno peccato * mandati ai tormenti eterni * per il tuo giusto giudizio, * invano piangenti, o pietoso; * noi dunque ti supplichia­mo, o buono: * Sii indulgente con noi che a te cantiamo, * o solo misericordiosissimo.
Suoneranno le trombe, * si svuoteranno le tombe, * e tutta la stirpe umana risorgerà tremante: * quanti avranno fatto il bene * saranno pieni di gioia * nell’at­tesa di ricevere la ricompensa; * quelli che avranno peccato treme­ranno * urlando paurosamente, * mentre verrano mandati al castigo e separati dagli eletti˚. * Signore della gloria, * abbi compassione di noi nella tua bontà, * e facci degni della parte di quanti ti hanno amato.
Piango e mi lamento * quando prendo coscienza del fuoco eterno, * della tenebra esteriore˚, * del tartaro, * del tremendo verme˚, * e ancora dello stridore dei denti * e dell’incessante dolore che colpirà˚ * quanti si saranno macchiati di colpe senza numero * e con la loro volontà cattiva * avranno provocato la tua somma bontà: * fra costoro sono anch’io, il miserabile, * sono anzi il primo di loro: * ma tu, o Giudi­ce, per la tua miseri­cordia salvami, * nella tua amorosa compassione.
Gloria. Tono pl. 4.
Quando saranno posti i troni * e i libri verranno aperti * e Dio si assiderà per il giudizio, * quale timore allora! * Gli angeli assisteranno con timore, * un fiume di fuoco scorrerà davanti a lui˚: * e che faremo allora, * noi uomini rei di molti peccati? * Quando udremo la sua voce chiamare al regno * i benedetti del Padre * e mandare al castigo i peccatori˚, * chi sosterrà quella tremenda senten­za? * Ma tu, o solo Salvatore amico degli uomini, * Re dei secoli˚, * prima che giunga la fine, * convertimi col pentimento, * abbi pietà di me.
Ora e sempre. Theotokíon, il primo del tono.
Ingresso. Luce gioiosa. Prokímenon: Il Signore ha instaurato il suo regno.
Allo stico, stichirá dall’októichos, alfabetici.
Gloria. Tono pl. 4.
Ahimè, anima nera! * Fino a quando rifiuterai di stac- carti dal male? * Fino a quando starai adagiata nell’indolenza? * Perché non pensi alla temibile ora della morte? * Perché non tremi tutta * di fronte al tremendo tribunale del Salvatore? * Che scuse potrai portare, che cosa dirai? * Le tue opere sono lí a tua accusa: * le azioni senza vigore ti accusano. * Ormai, o anima, il tempo è giunto: * corri, fa’ presto, grida con fede: * Ho peccato, Signore, * ho peccato contro di te, * ma conosco, o amico degli uomini, * la tua tenera compassione; * pastore buono, non toglier­mi dalla parte destra˚, * per la tua grande miseri­cordia˚.
Ora e sempre. Theotokíon.
Vergine senza nozze, * che hai ineffabilmente conce­pito Dio nella carne, * Madre del Dio altissimo, * ricevi le invocazioni dei tuoi servi, * o tutta immacola­ta: * tu che a tutti procuri la purificazione delle colpe, * implora per la salvezza di noi tutti, * accet­tando ora le nostre suppliche.
Apolytíkion anastásimon. Gloria. Ora e sempre. Theotokíon e congedo.

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