venerdì 6 aprile 2012

SANTO E GRANDE SABATO  ORTHROS

Dopo il Benedetto, Trisagio, Salva, Signore, exápsalmos, iriniká ed ekfónisis: Poiché a te si addice, p. 30, i salmisti dicono Il Signore è Dio, col tono 2.

Il Signore è Dio e si è manifestato a noi: benedetto colui

che viene nel nome del Signore.

Stico 1.: Confessate il Signore e invocate il suo santo nome.

Stico 2.: Tutte le genti mi avevano cir¬condato, ma nel nome del Signore le ho re¬spinte.

Stico 3.: Dal Signo¬re è stato fatto que¬sto, ed è mira¬bile agli occhi nostri.

Quindi i seguenti tropari.

Aftómelon. Tono 2.

Il nobile Giuseppe, * calato dal legno il tuo corpo

imma¬colato, * lo avvolse in una sindone pura con aromi, * e prestandoti le ultime cure, * lo depose in un sepolcro nuovo˚.

Gloria.

Quando discendesti nella morte, * o vita immortale, * allora mettesti a morte l’ade * con la folgore della tua divinità; * e quando risuscitasti i morti dalle regioni sotterranee, * tutte le schiere delle regioni celesti gridavano: * O Cristo datore di vita, Dio nostro, * gloria a te.

Ora e sempre. Il nobile Giuseppe.

Stando presso il sepolcro, * l’angelo gridava alle donne miròfore˚: * Gli unguenti profumati son per i morti, * ma il Cristo si è mostrato estraneo alla corru¬zione.

Sacerdote: Ancora e ancora. Soccorrici. Facendo memoria. Poiché tua è la forza, p. 31. Quindi i seguenti kathísmata.

Tono 1. I soldati a guardia della tua tomba.

Dopo aver chiesto a Pilato il corpo venerabile, * Giu-

seppe lo avvolge in una sindone pura, * lo cosparge di aromi divini e lo depone in un sepolcro nuovo˚. * Perciò all’alba le miròfore gridavano: * Mostraci, o Cristo, la tua risurrezione, * come hai predetto˚.

Gloria.

Mostraci, o Cristo la tua risurrezione, * come hai predetto.

Ora e sempre. Un altro, stessa melodia.

Stupirono i cori angelici * vedendo colui che è assiso nel seno del Padre˚, * deposto in una tomba come un morto, lui che è immortale: * le schiere degli angeli lo circondano e lo glorificano, * nell’ade insieme ai morti, * come Creatore e Signore.

Salmo 50, p. 58, quindi il canone seguente. Tono pl. 2. L’intero canone ha il seguente acrostico: E oggi canto il grande sabato.

Ode 1.: Cantico di Mosè. Irmós.

Colui che un tempo * ha sepolto sotto i marosi * il ti-

ranno inseguitore˚, * lo hanno sepolto sotto terra * i figli dei salvati; * ma noi come le fanciulle can¬ti¬amo al Signore, * perché si è grandemente glorifica¬to˚.

Tropari.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.

Signore, mio Salvatore, * a te canterò l’inno dell’esodo e il funebre compianto, * a te che con la tua sepoltura mi hai aperto l’ingresso alla vita, * e con la tua morte, * morte ed ade hai messo a morte.

Gloria.

In alto in trono, * e in basso nella tomba, * tale ti contemplarono, o mio Salvatore, * gli esseri ipercosmici e quelli sotterranei, * sconvolti dalla tua morte: * poiché tu, oltre ogni comprensione, * ti mostravi morto e suprema origine di vita.

Ora e sempre.

Per riempire della tua gloria tutte le cose˚, * sei disceso nelle profondità della terra; * a te infatti non era nascosta la mia persona in Adamo˚: * sepolto e corrotto tu mi rinnovi, o amico degli uomini.

Katavasía. Colui che un tempo.

Ode 3.: Cantico di Anna. Irmós.

La creazione, vedendo appeso sul Calvario * te che

senza appoggio hai sospeso * tutta la terra sulle acque˚, * si contraeva sbigottita, * e gridava: * Non c’è santo al¬l’infuori di te, Signore˚.

Tropari.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.

Moltiplicando le visioni˚, * tu presentasti dei simboli della tua sepoltura, * ma ora, nella tua realtà teandrica, * hai chiaramente rivelato o Sovrano, i tuoi misteri * anche agli abitanti dell’ade, che acclamano˚: * Non c’è santo all’infuori di te, o Signore˚.

Gloria.

Hai steso le braccia e hai unito ciò che prima era diviso˚: * avvolto nella sindone e composto nel sepolcro * hai liberato i prigionieri che acclamano˚: * Non c’è santo all’infuori di te, o Signore˚.

Ora e sempre.

Da un sepolcro e dai suoi sigilli, * volontariamente ti sei lasciato trattenere, * o tu che nulla può contenere! * Con divine operazioni infatti * hai reso nota la tua potenza a quanti cantano: * Non c’è santo all’infuori di te, Signore amico degli uomini˚.

Katavasía. La creazione, vedendo appeso sul Calvario.

Sacerdote: Ancora e ancora. Soccorrici. Facendo memoria. Poiché tu sei il nostro Dio, p. 61.

Káthisma aftómelon. Tono 1.

I soldati a guardia della tua tomba, o Salvatore, * diven¬-

nero come morti * all’apparire sfolgorante dell’an¬gelo, * che annunciava alle donne la risurrezione˚. * Ti glorifi¬chiamo, distruttore della corruzione, * ci prostiamo a te, o risorto dalla tomba * e solo Dio nostro.

Gloria. Ora e sempre. Di nuovo lo stesso.

Ode 4.: Cantico di Abacuc. Irmós.

Già vedendo Abacuc * il tuo divino annientamento

sulla croce, * sbigottito gridava: * Tu hai infranto * la forza dei sovrani˚, * o buono, * unendoti agli abitanti dell’ade˚, * nella tua onnipotenza.

Tropari.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.

Oggi hai santificato il settimo giorno * che un tempo avevi benedetto con il riposo dalle opere˚: * poiché tu muti e rinnovi l’universo˚, * celebrando il riposo sabbatico nel sepolcro, * e tutto lo rianimi, o mio Salvatore.

Gloria.

Quando tu vincesti col vigore del piú forte˚, * allora la tua anima si divise dalla carne: * entrambe infatti spezzano le catene della morte e dell’ade, * in virtú del tuo potere, o Verbo.

Ora e sempre.

L’ade incontrandoti restò amareggiato, o Verbo˚, * perché vedeva un mortale deificato, * coperto di piaghe e onnipotente˚, * e alla vista di quella tremenda forma, * fu perduto.

Katavasía. Contemplando da lontano.

Ode 5.: Cantico di Isaia. Irmós.

Vedendo Isaia * la luce senza tramonto della tua

teofa¬nia, * o Cristo, * a noi manifestata nella tua compas¬si¬one, * vegliando sin dai primi albori grida¬va: * Risor¬geranno i morti, * e si desteranno quanti sono nei sepol¬cri, * e tutti gli abitanti della terra esulteranno˚.

Tropari.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.

Divenuto terrestre, o Creatore, * tu rinnovi i figli della terra: * sindone e tomba nuove manifestano, o Verbo, * il mistero che in te si compie. * Il nobile consigliere infatti˚ * esegue il consiglio del Padre tuo, * che in te magnificamente ci rinnova.

Gloria.

Con la morte trasformi ciò che è mortale, * con la sepoltura, ciò che è corruttibile: * in modo divinissimo, infatti, * tu rendi incorruttibile e immortale l’umanità assunta˚, * poiché la tua carne non ha visto la corruzione, o Sovrano, * e la tua anima, meravigliosamente, non fu abbandonata nell’ade˚.

Ora e sempre.

Nato da parto verginale, * e trafitto al fianco, o mio Crea-tore, * da esso, divenuto Adamo, hai riplasmato Eva: * soprannaturalmente addormentandoti in un sonno fecondo di vita˚, * nella tua onnipotenza hai ridestato la vita * dal sonno e dalla carne.

Katavasía. Vedendo Isaia.

Ode 6.: Cantico di Giona. Irmós.

Fu preso Giona, ma non trattenuto * nel ventre del mo-

stro marino: * poiché era figura di te, che hai patito e sei stato posto in una tomba, * egli balzò fuori dal mostro come da un talamo˚, * e gridava alle guardie: * Voi che custodite vanità e menzogne, * avete abbandonato la misericordia che era per voi˚.

Tropari.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.

Sei stato ucciso, o Verbo, * ma non separato dalla carne assunta, * poiché anche se il tempio del tuo corpo è stato distrutto nella passione˚, * anche cosí una era l’ipòstasi della tua divinità e della tua carne: * in entrambe infatti tu sei un solo Figlio, * Verbo di Dio, Uomo e Dio43 .

Gloria.

Omicida, ma non deicida fu la colpa di Adamo, * poiché anche se la natura terrena della tua carne ha patito, * impassibile permane la divinità: * ciò che in te era corruttibile * lo hai portato all’incorruttibilità, * rendendolo per la risurrezione * sorgente di vita incorruttibile.

Ora e sempre.

Regna l’ade sulla stirpe dei mortali˚ * ma non in eterno:* tu infatti, o potente, deposto nella tomba * hai infranti i chiavistelli della morte con mano vivificante˚,* e hai annunciato la vera liberazione a quanti là dormivano da secoli˚, * o Salvatore, * divenuto primogenito tra i morti˚.

Katavasía. Fu preso Giona.

Sacerdote: Ancora e ancora. Soccorrici. Facendo memoria. Poiché tu sei il Re, p. 61.

Kondákion. Tono pl. 2. Essendosi rifiutati di venerare.

Colui che chiude l’abisso lo vediamo morto; * come un

mortale, l’immortale è deposto in un sepolcro, * avvolto in una sindone cosparsa di mirra. * Sono venute le donne per ungerlo con unguenti profumati, * piangendo amaramente e gridando: * Questo è il sabato piú che benedetto, * nel quale il Cristo dorme per risorgere il terzo giorno.

Ikos. Stendi la tua mano.

Colui che regge tutte le cose è stato innalzato in croce, * e geme tutto il creato, vedendolo pendere nudo dal legno: * il sole ha nascosto i suoi raggi, * gli astri hanno perduto il loro fulgore˚; * la terra con grande timore si scuote, * fugge il mare, si spezzano le rocce˚, * molti sepolcri si aprono, * e risorgono i corpi di santi uomini˚. * L’ade geme sotterra, * e i giudei cercano calunnie contro la risurrezione di Cristo˚, * ma le donne gridano: * Questo è il sabato piú che benedetto * nel quale il Cristo dorme per risorgere il terzo giorno.

Sinassario del minéo, quindi la seguente memoria.

Nel santo e grande sabato festeggiamo la sepoltura del corpo divino e la discesa all’ade del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesú Cristo, per le quali la nostra stirpe è stata richiamata dalla corruzione e trasferita alla vita eterna.

Stichi.

Invano, o guardie, custodite la tomba:

una tomba non tratterrà colui che è la vita stessa.

Per la tua ineffabile condiscendenza, o Cristo Dio, abbi pietà di noi. Amen.

Ode 7.: Cantico dei tre fanciulli. Irmós.

Indicibile prodigio: * colui che nella fornace ha libera¬-

to * i santi fanciulli dal fuoco, * è deposto in una tomba morto, * senza respiro, * per la salvezza di noi che cantiamo: * O Dio redentore, * tu sei benedetto˚.

Tropari.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.

L’ade è ferito al cuore accogliendo colui * che ha avuto il fianco ferito dalla lancia˚: * geme consumato dal fuoco divino, * per la salvezza di noi che cantiamo: * O Redentore e Dio, * benedetto tu sei˚.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.

O felice tomba! * Accogliendo in sé il Creatore come un dormiente, * è divenuta divino forziere di vita, * per la salvezza di noi che cantiamo: * O Redentore e Dio, * benedetto tu sei˚.

Gloria.

Come è norma per i morti, * la vita di tutti è deposta in una tomba˚, * e la rende sorgente di risurrezione, * per la salvezza di noi che cantiamo: * O Redentore e Dio, * benedetto tu sei˚.

Ora e sempre.

Una e indivisa era * nell’ade, nella tomba e nell’Eden * la divinità di Cristo, * insieme al Padre ed allo Spirito, * per la salvezza di noi che cantiamo: * O Dio e Redentore, benedetto tu sei˚.

Katavasía. Indicibile prodigio.

Ode 8.: Cantico delle creature. Irmós.

Sbigottisci tremando, o cielo, * e si scuotano le fonda¬-

menta della terra: * perché ecco, è annoverato tra i morti * il Dio che è nell’alto dei cieli, * ed è ospitato in una piccola tomba. * Fanciulli, beneditelo˚, * sacerdoti, celebratelo, * sovresaltalo, o popolo, * per tutti i secoli˚.

Tropari.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.

È stato distrutto il tempio immacolato˚, * ma risuscita con sé la tenda caduta˚: * il secondo Adamo infatti, che dimora nel piú alto dei cieli˚, * è disceso verso il primo, * fino alle stanze segrete dell’ade. * Fanciulli, beneditelo˚, * sacerdoti, celebratelo, * sovresaltalo, o popolo, * per tutti i secoli˚.

Benediciamo il Signore, Padre, Figlio e Spirito santo.

È finito il coraggio dei discepoli, migliore di loro è Giuseppe d’Arimatea˚: * egli infatti, contemplando morto e nudo * il Dio che tutto trascende, * lo chiede e gli presta le ultime cure, gridando: * Fanciulli, beneditelo˚, * sacerdoti, celebratelo, * sovresaltalo, o popolo, * per tutti i secoli˚.

Ora e sempre.

O inauditi prodigi! O bontà, e ineffabile pazienza! * Colui che dimora nel piú alto dei cieli volontariamente si lascia sigillare sotto terra, * egli che è Dio è calunniato come seduttore˚. * Fanciulli, beneditelo˚, * sacerdoti, celebratelo, * sovresaltalo, o popolo, * per tutti i secoli˚.

Lodiamo, benediciamo e adoriamo il Signore.

Katavasía. Sbigottisci tremando, o cielo.

Diacono: Magnifichiamo la Madre-di-Dio e Madre della luce, onoran¬dola con inni.

Ode 9.: Cantico della Madre-di-Dio e di Zaccaria. Irmós.

Non piangere per me, o Madre, * vedendo nella tom-

ba * il Figlio che senza seme * hai concepito in grembo: * perché io risorgerò e sarò glorificato, * e poiché sono Dio, * incessantemen¬te innalzerò nella gloria * coloro che con fede e amore * magnificano te˚.

Tropari.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te.

All’ora della tua nascita straordinaria, * ho sfuggito le doglie, in beatitudine sovrannaturale˚, * o Figlio che non hai principio; * ma ora, Dio mio, vedendoti morto, senza respiro, * sono orribilmente straziata dalla spada del dolore˚. * Risorgi, dunque, perché io sia magnificata.

Gloria.

Per mio volere la terra mi ricopre, * ma tremano i custodi dell’ade˚ * vedendomi avvolto, o Madre, * nella veste insanguinata della vendetta˚: * perché io, Dio, ho abbattuto i nemici con la croce, * e di nuovo risorgerò e ti magnificherò.

Ora e sempre.

Esulti il creato, * si rallegrino tutti gli abitanti della terra˚: * è stato spogliato l’ade, il nemico!˚ * Vengano avanti le donne con gli aromi: * io libero Adamo insieme ad Eva, con tutta la loro stirpe, * e il terzo giorno risorgerò.

Katavasía. Non piangere per me, o Madre.

Dopo l’ode 9. comincia il canto dei seguenti tropari, cioè gli Enkómia in tre stanze.

ENKOMIA

DEL LAMENTO FUNEBRE

Il vescovo oppure il sacerdote che presiede, rivestito di tutti i suoi paramenti sacri, esce dal santuario e comincia a cantare O Cristo, tu che sei la vita; va verso l’epitáfios, lo incensa a forma di croce e incensa quindi tutto il popolo. Gli altri chierici e salmisti, stando intorno al sacro cenotafio dell’epitáfios, cantano gli Enkómia come segue:

1. STANZA. Tono pl. 1.

1. O Cristo, tu che sei la vita * sei stato deposto in una tomba: * le schiere angeliche piene di stupore * davano gloria alla tua condiscendenza.

2. O vita, come muori? * come dimori in una tomba, * mentre distruggi il regno della morte e risusciti dall’ade i defunti?

3. Ti esaltiamo, o Gesú Re, * e onoriamo la tua sepoltura e i tuoi patimenti, * con cui ci hai salvati dalla corruzione.

4. Tu che hai fissato le misure della terra˚, * o Gesú, Re dell’universo, * abiti oggi in una piccola tomba, * per far risorgere i morti dai sepolcri.

5. Il Sovrano di tutti, * noi lo vediamo oggi morto e deposto in un sepolcro nuovo, * lui che svuota i sepolcri dei morti.

6. Colui che è splendente di bellezza * al di sopra di tutti i mortali˚, * appare come un morto sfigurato˚, * lui che fa bella la natura dell’universo.

7. O Vita, quale prodigio, tu sei nella morte! * E come la morte è distrutta dalla morte? * E come da un morto scaturisce la vita?

8. Anche la moltitudine delle schiere intelligibili * accorre con Giuseppe e Nicodemo,* per rinchiudere in un piccolo sepolcro te,* che nulla può contenere.

9. Tu che di tua mano hai plasmato Adamo dalla terra, * per lui hai assunto natura d’uomo, * e per tuo volere sei stato crocifisso.

10. Sulla terra sei disceso per salvare Adamo, * e non avendolo trovato sulla terra, o Sovrano, * sino all’ade sei disceso per cercarlo.

11. Apparso nella carne come nuovo Adamo, o Salvatore˚, * con la tua morte riporti alla vita Adamo˚, * un tempo per invidia messo a morte˚.

12. Condotto in giudizio come reo, * il Giudice ci ha liberati dalla condanna, * ottenendo per i mortali l’immortalità.

13. Tu che un tempo, prendendo una costola da Adamo, * ne plasmasti Eva˚, * sei stato trafitto al fianco˚ * e ne hai fatto sgorgare torrenti di purificazione.

14. Tu che hai ridato vita al tuo amico Lazzaro, * da quattro giorni esanime, o Gesú mio, * come dunque rimani tre giorni tra i morti?

15. Tu che un tempo risuscitavi i morti in giorno di sabato, * come dunque ora, o immortale, * celebri il riposo sabbatico quale morto tra i morti?

16. Ora come un mortale volontariamente muori, o Salvatore, * ma come Dio hai risuscitato i morti * dai sepolcri e dall’abisso dei peccati.

17. Impassibile per natura, * tu che sei Uno della Triade, * ti sei fatto passibile assumendo natura mortale, * per ottenere ai figli della terra l’impassibilità.

18. Pur tramontando in una tomba, o Cristo, * in nessun modo ti allontani dal seno del Padre. * Quale mistero strano e prodigioso!

19. Come morto, nella tomba, * come Dio, col Padre, * e nell’ade come Sovrano del creato * tu liberi i prigionieri dalla corruzione.

20. Disceso sotto terra come un morto, * per tuo volere, * riconduci dalla terra alle realtà celesti * quanti ne erano decaduti, o Gesú.

21. In un sepolcro nuovo sei stato deposto, o Cristo, * e hai rinnovato la natura dei mortali, * divinamente risorgendo dai morti.

22. Il cielo ti è trono, la terra sgabello˚: * che dunque sarà per te la tomba? * Sarà veramente casa della risurrezione di Cristo.

23. Su di te, o Gesú, * la pura effondeva gemiti e lacrime di madre, * ed esclamava: * Come potrò seppellirti, o Figlio?

24. Ahimè, luce del mondo, * ahimè, mia luce, Gesú mio amatissimo! * gridava la Vergine con gemito penoso.

25. O Dio e Verbo, * o gioia mia! * Come sopporterò la tua sepoltura di tre giorni? Sono straziate le mie viscere materne!

26. Chi mi darà pioggia e fonti di lacrime˚ * per piangere il mio dolce Gesú? * gridava la Vergine sposa di Dio.

27. O monti e valli, * e voi folle umane e creature tutte, * gemete con me, * gemete con la Madre del vostro Dio.

28. Ohimè, la spada crudele della tua uccisione, * trapassa il mio cuore, * o Figlio che non hai principio, * nuovissimo mistero!

29. Quando ti vedrò, o Salvatore, * luce intemporale, gioia e diletto del mio cuore? * esclamava la Vergine gemendo.

30. Col rosso inchiostro del tuo sangue divino, * hai scritto ieri per noi * il documento di remissione delle nostre colpe; * e oggi dalla tomba decidi per noi la vita.

31. Adoro la tua passione, celebro la tua sepoltura, * esalto il tuo potere, o amico degli uomini, * con cui sono stato liberato dalle passioni corruttrici.

32. Come in croce ti sei ricordato del ladrone, * ricòrdati anche di noi che ti cantiamo, * tu che hai dato la vita in riscatto per molti˚.

33. Dona il riposo, o Salvatore, nelle tende dei giusti˚ * a quanti nella pietà se ne sono andati, * e falli degni del tuo regno.

Gloria.

34. Ti celebriamo o Verbo, * Dio di tutti, * insieme al Padre e al santo tuo Spirito, * e glorifichiamo la tua divina sepoltura.

Ora e sempre.

35. Ti magnifichiamo, Madre-di-Dio pura, * e onoriamo con fede la sepoltura di tre giorni * del Figlio tuo e Dio nostro.

Di nuovo il primo tropario:

O Cristo, tu che sei la vita * sei stato deposto in una tomba: * le schiere angeliche piene di stupore * davano gloria alla tua condiscendenza.

Diacono: Ancora e ancora. Soccorrici. Facendo memoria.

Sacerdote: Poiché benedetto è il tuo nome, e glorifica¬to il tuo regno: del Padre, del Figlio e del santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.

Coro: Amen.

Poi il sacerdote incensa e inizia la seconda stanza.

2. STANZA. Tono pl. 1.

1. È cosa degna esaltare te, o datore di vita, * che sulla croce hai steso le mani * e hai spezzato il potere del nemico.

2. È cosa degna esaltare te, Creatore di tutti, * perché per i tuoi patimenti noi riceviamo l’impassibilità, * liberàti dalla corruzione.

3. Un fremito colse la terra, * e il sole, o Salvatore, si nascose, * quando tu, luce senza tramonto, o Cristo, * sei tramontato, nel tuo corpo, in una tomba.

4. Un fremito coglie ora i serafini, o Salvatore, * che ti vedono in alto inseparabilmente unito al Padre, * e quaggiú morto, disteso a terra.

5. Si squarcia alla tua crocifissione il velo del tempio, * gli astri, o Cristo, nascondono la loro luce, * quando tu, o sole, sei stato nascosto sotto terra.

6. Tu che nel principio, * col solo tuo cenno hai fissato l’orbita terrestre, * come uomo mortale scendi sotto terra esanime: * fremi, o cielo, a questa vista!

7. Venite, cantiamo al Cristo morto un sacro compianto, * come un tempo le miròfore, * per udire con loro il saluto ‘Gioite’!˚

8. Sei tu, o Verbo, il vero unguento profumato * che mai vien meno, * perciò le miròfore ti portavano unguenti: * a te, il vivente, come a un morto.

9. Con aromi, o Cristo, * Nicodemo e il nobile Giuseppe, * compongono in modo nuovo la tua salma, * esclamando: * Trema, o terra tutta!

10. Giuseppe e Nicodemo * cantano ora al Cristo morto i canti funebri: * e cantano con loro i serafini.

11. Adamo ebbe paura di Dio che camminava nel paradiso˚, * ma gioisce ora per la sua venuta nell’ade: * allora infatti era caduto, adesso viene risuscitato.

12. Mentre piamente ti seppellisce in una tomba, * Giuseppe ti canta per il tuo esodo inni degni di Dio, * uniti a lamenti, o Salvatore.

13. Come chiuderò, o Verbo, * il tuoi dolci occhi e la tua bocca? * Come seppellirti al modo di ogni morto? * Cosí esclamava Giuseppe tremando.

14. Tremò il sole vedendo te, luce invisibile, * nascosto in un sepolcro, senza respiro, * o Cristo mio, * e oscurò la sua luce.

15. Rifulge luminoso il sole dopo la notte, o Verbo: * anche tu, risorgendo come dal talamo, * rifulgi radioso dopo la morte!

16. Accogliendoti nel suo seno, o Creatore, * presa da tremore si scuote la terra, * e scuotendosi, o Salvatore, ridesta i morti.

17. È stato innalzato sulla croce * colui che ha sospeso la terra sulle acque˚, * ed ora, esanime, è sepolto sotto la terra, * che non lo può sostenere e terribilmente si scuote.

18. Tu, astro senza tramonto, * sotto terra nella carne sei tramontato, * e il sole non tollerando tale vista, * in pieno meriggio si è oscurato˚.

19. Per un poco ti sei addormentato * e hai ridato vita ai defunti, * poi risorgendo hai risuscitato, o buono, * quanti dormivano da secoli.

20. Come il pellicano, anche tu, o Verbo, * ferito al fianco hai ridato vita ai figli morti, * facendo sgorgare per loro rivi vivificanti.

21. Il Gesú antico fece fermare il sole * per battere i filistei˚, * ma tu ti sei nascosto per sconfiggere il principe delle tenebre.

22. Rimanendo indivisibile, o pietoso, dal seno del Padre, * ti sei compiaciuto di divenire anche mortale, * e sei disceso all’ade, o Cristo.

23. Tremò l’orrendo ade, quando vide te, * immortale sole di gloria, * e in fretta restituí i prigionieri.

24. Vide il centurione il terremoto e i segni, * e ti proclamò Figlio di Dio˚, * crocifisso e morto per noi.

25. Piangeva amaramente la tua Madre immacolata, * o Verbo, * vedendo nella tomba te, eterno Dio ineffabile.

26. Vedendo la tua morte, o Cristo mio, * la tua purissima Madre gridava a te amaramente: * Non ti attardare, o vita, tra i morti!

27. Vedendo te, dolcezza dell’universo, bere l’amara bevanda˚, * scorrevano sul volto della Madre lacrime penose.

28. Sola tra le donne, senza doglie ti ho partorito, o Figlio˚, * ma ora per la tua passione soffro insostenibili doglie. * Cosí la venerabile gridava.

29. Le mie viscere sono orribilmente ferite e straziate, o Verbo, * vedendo la tua ingiusta uccisione, * diceva la Vergine nel pianto.

30. Ecco il discepolo che hai amato e la Madre tua˚: * donaci una tua dolcissima parola, o Figlio, * gridava la pura nel lamento.

31. Cosí mi annunciò Gabriele quando discese, * mi disse che il regno eterno * sarebbe stato del mio Figlio Gesú˚.

32. Ahimè, si è compiuta la profezia di Simeone: * la tua spada ha trapassato il mio cuore˚, * o Emmanuele˚.

33. Con i nostri canti, o Cristo, * tutti noi fedeli proclamiamo divina * la tua crocifissione e la tua sepoltura: * noi che la tua tomba ha liberato dalla morte.

Gloria.

34. O Dio senza principio, * Verbo coeterno e Spirito, * rafforza lo scettro dei regnanti, e donaci nella tua bontà la pace.

Ora e sempre.

35. O Vergine pura, tutta immacolata, * che hai generato la vita, * fa’ cessare ogni scandalo dalla Chiesa * e donale nella tua bontà la pace.

Di nuovo il primo megalynárion.

È cosa degna esaltare te, o datore di vita, * che sulla

croce hai steso le mani * e hai spezzato il potere del nemico.

Diacono: Ancora e ancora. Soccorrici. Facendo memoria.

Sacerdote: Poiché tu sei santo, o Dio nostro che riposi sul trono di gloria dei cherubini˚, e a te noi rendiamo gloria, insieme al Padre tuo senza principio, e al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora...

Coro: Amen.

Quindi incensa e inizia la terza stanza.

3. STANZA. Tono 3.

1. Tutte le generazioni offrono un inno al tuo sepolcro, o Cristo mio.

2. Giuseppe d’Arimatea ti depone dal legno, * e ti compone in una tomba.

3. Giuseppe insieme a Nicodemo * seppellisce il Creatore come si fa coi morti.

4. Orsú, creazione tutta, * offriamo al Creatore gli inni dell’esodo.

5. Figlio di Dio, Re dell’universo, * mio Dio e mio Crea-tore, * come hai potuto accettare la passione?

6. Coloro che aveva nutriti con manna˚, * hanno levato il calcagno contro il benefattore˚.

7. Coloro che aveva nutriti con manna, * danno al Salvatore aceto e fiele.

8. Amaro fiele e aceto hanno fatto bere, o pietoso, * a te che togli l’amarezza da noi gustata˚.

9. Sei stato confitto a un palo, * tu che un tempo hai protetto il tuo popolo * con una colonna di nube˚.

10. Oh, la follia e la furia omicida contro il Cristo * di questi uccisori di profeti!˚

11. Come un servo insensato, * il discepolo iniziato ha tradito l’abisso della sapienza˚.

12. Giuda il fraudolento che ha venduto il liberatore, * si è reso prigioniero.

13. Le potenze celesti restarono sbigottite per il timore * vedendoti morto.

14. Vedendoti morto, * colei che ti ha partorito, o Verbo, * come madre faceva lamento.

15. Gridava la Vergine, piangendo a calde lacrime, * col cuore trafitto.

16. O mia dolce primavera, * dolcissimo Figlio mio, * dove è tramontata la tua bellezza?

17. O luce degli occhi miei, * dolcissimo Figlio mio, * come può ora coprirti una tomba?

18. Per liberare Adamo ed Eva io soffro tutto questo: * non piangere, Madre.

19. Do gloria, Figlio mio, * alla tua somma compassione: * per essa tu soffri tutto questo.

20. Risorgi, o datore di vita! * dice tra le lacrime la Madre che ti ha partorito.

21. Affréttati a risorgere, o Verbo, * e dissipa la tristezza * di colei che puramente ti ha partorito.

22. Risorgi, o pietoso, * facci risorgere dai baratri dell’ade!

23. Dona il perdono delle colpe * a quanti con amore e timore * onorano i tuoi patimenti.

24. Le miròfore, o Salvatore, * giunte al sepolcro ti offrivano aromi.

25. Cosparsero di unguenti profumati il sepolcro, le miròfore, * giungendo al mattino al far del giorno˚. 3 volte.

26. Aromi e unguenti * offrono le discepole al sepolcro.

27. E subito odono, * in cambio dei loro doni, * il saluto ‘Gioite’˚!

28. Rendimi degno, o Salvatore, * di offrire al tuo sepolcro * come unguenti le lacrime.

29. Dona pace alla Chiesa, * e salvezza al tuo popolo, * per la tua risurrezione.

30. Ricòrdati, o mio Salvatore, * di noi che celebriamo la tua preziosa passione.

31. Ricòrdati, o mio Salvatore, anche dei defunti, * quando verrai nella gloria˚.

32. Guarda a tutti con occhio pietoso * nel giudizio futuro.

33. E custodisci il tuo gregge * insieme al suo Pastore capo, * o Cristo mio pieno di compassione.

Gloria.

34. O Triade e Monade, Dio mio, * Padre, Figlio e Spirito, * abbi pietà del mondo.

Ora e sempre.

35. Rendi degni i tuoi servi, o Vergine, * di vedere la risurrezione del tuo Figlio.

Di nuovo il primo tropario:

Tutte le generazioni offrono un inno al tuo sepolcro, o Cristo mio.

Diacono:

Ancora e ancora. Soccorrici. Facendo memoria.

Sacerdote:

Poiché tu sei il Re della pace,˚ o Cristo Dio nostro, e a te rendiamo gloria, insieme al Padre tuo senza principio, al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.

Coro: Amen.

Seguono subito gli anastásima evloghitária, col tono pl. 1.

Benedetto sei tu, Signore: insegnami i tuoi decreti.

Stupí il popolo degli angeli * vedendoti annoverato tra

i morti˚, * o Salvatore, * tu che della morte hai abbat¬tuto la forza * e con te hai risuscitato Adamo, * e dall’ade tutti hai liberato.

Benedetto sei tu, Si¬gnore: insegnami i tuoi decreti.

Perché, nella vostra compassione, * mesco¬late, o disce¬-

pole, * le lacrime agli aromi? * Cosí diceva alle miròfore * l’angelo che nella tomba riful-geva˚. * Guardate voi stesse la tomba, * e costatatelo: * è ri¬sorto il Salva¬tore dal sepolcro˚.

Benedetto sei tu, Si¬gnore: insegnami i tuoi decreti.

Di primo mattino * accorsero le miròfore al tuo sepol¬-

cro˚, * e facevano lamento. * Ma si presentò loro l’an¬ge¬lo e disse: * È passato il tempo del lamento, non piange¬te: * la risurrezione * agli apostoli annunciate˚.

Benedetto sei tu, Si¬gnore: insegnami i tuoi decreti.

Le donne miròfore, * giungendo al tuo sepol¬cro con

aromi˚, * o Salvatore, * udirono risuonare la voce del¬l’angelo * che diceva: * Come potete credere tra i morti il vivente? * Egli è Dio, e dal se¬polcro è risorto˚.

Gloria. Triadikón.

Adoriamo il Padre * e il Figlio suo * e il santo Spiri¬to,

* la Triade santa in un’unica essenza, * e con i serafini acclamiamo: * Santo, santo, santo tu sei˚, * o Signore.

Ora e sempre. Theotokíon.

Partorendo il datore di vita, * hai riscattato Adamo dal

peccato, * o Vergine, * e a Eva hai elargito gioia, * in luogo di tristezza: * su di lei ha riversato torrenti di vita * l’Uomo-Dio, che si è da te incarnato.

Alleluia, Alleluia, Alleluia. Gloria a te, o Dio. 3 volte.

Piccola colletta e ekfónisis:

Poiché te lodano tutte le schiere dei cieli˚, e a te noi rendiamo gloria: al Padre, al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.

Coro: Amen.

Exapostilárion. Tono 2.

Santo è il Signore, Dio nostro.

Questo si dice 3 volte e da solo, senza nient’altro.

Lodi.

Tutto ciò che respira lodi il Signore.

1. Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nel piú alto dei cieli. A te si addice l’inno, o Dio.

2. Lodatelo voi tutti, angeli suoi, lodatelo voi tutte sue schiere. A te si addice l’inno, o Dio.

Alle lodi, 4 stichi con i seguenti stichirá idiómela.

Stico 1.: Lodatelo per le sue opere potenti, lodatelo secondo l’immensità della sua grandezza.

Tono 2.

Oggi una tomba racchiude * colui che tiene in sua

mano il creato; * una pietra ricopre * colui che copre i cieli con la sua maestà˚. * Dorme la vita, l’ade trema * e Adamo è sciolto dalle catene. * Gloria alla tua economia! * Per essa, dopo aver tutto compiuto˚, * ci hai donato il sabato eterno˚ * con la tua santissima risurrezione dai morti: * perché tu sei Dio.

Stico 2.: Lodatelo al suono della tromba, lodatelo con l’arpa e la cetra.

Quale spettacolo contempliamo! * Quale riposo quello di oggi! * Il Re dei secoli˚, * dopo aver compiuto l’economia con la passione, * celebra il sabato in una tomba, * per prepararci un nuovo riposo sabbatico˚. * A lui gridiamo: * Risorgi, o Dio, giudica la terra!˚ * Perché tu regni nei secoli, * tu che possiedi sconfinata la grande misericordia˚.

Stico 3.: Lodatelo col timpano e con la danza, lodatelo sulle corde e sul flauto.

Venite, contempliamo la nostra vita * che giace in una tomba per ridare vita a quanti giacciono nelle tombe; * venite, gridiamo oggi secondo la profezia al nostro Dio addormentato, * al rampollo di Giuda: * Ti sei sdraiato e dormi come un leone; * chi ti risveglierà, o Re?˚ * Risorgi dunque per tuo potere, * tu che per noi hai dato te stesso alla morte! * Signore, gloria a te.

Stico 4.: Lodatelo con cembali armoniosi, lodatelo con cembali acclamanti. Tutto ciò che respira lodi il Signore.

Tono pl. 2.

Giuseppe chiese il corpo di Gesú * e lo depose nel suo sepolcro nuovo: * egli infatti doveva procedere dalla tomba come dal parto [verginale].* O tu che hai distrutto il potere della morte, * e aperto agli uomini le porte del paradiso, * gloria a te.

Gloria. Tono pl. 2.

Il grande Mosè prefigurava misticamente questo giorno * quando disse: * E benedisse Dio il settimo giorno˚. * È questo infatti il sabato benedetto, * è questo il giorno del riposo, * nel quale l’Unigenito Figlio di Dio * si è riposato da tutte le sue opere˚, * celebrando il sabato nella carne secondo l’economia della morte * e ritornando a ciò che era; * con la risurrezione ci ha donato la vita eterna, * perché solo lui è buono e amico degli uomini.

Ora e sempre. Sei piú che benedetta.

E subito la grande dossologia, p. 68.

Quando si inizia a cantare: Santo Dio, santo, forte, santo immortale, abbi pietà di noi, si esce con l’epitáfios, ripetendo lentamente piú volte la stessa acclamazione. Durante la processione si possono cantare altri tropari, ad esempio il seguente:

Vedendo il sole nascondere i suoi raggi, * e il velo del

tempio lacerato * alla morte del Salvatore, * Giuseppe andò da Pilato, e cosí lo pregava: * Dammi questo straniero, * che dall’infanzia come straniero si è esiliato nel mondo˚. * Dammi questo straniero, * che i suoi fratelli di razza hanno odiato * e ucciso come straniero˚. * Dammi questo straniero, * di cui stranito contemplo la morte strana. * Dammi questo straniero, * che ha saputo accogliere poveri e stranieri. * Dammi questo straniero, * che gli ebrei per invidia hanno estraniato dal mondo˚. * Dammi questo straniero, * perché io lo seppellisca in una tomba, * giacché, come straniero, non ha ove posare il capo˚. * Dammi questo straniero, * al quale la Madre, vedendolo morto, gridava: * O Figlio e Dio mio, * anche se sono trafitte la mie viscere˚ * e il mio cuore dilaniato al vederti morto, * tuttavia ti magnifico, confidando nella tua risurrezione. * Supplicando Pilato con questi discorsi, * il nobile Giuseppe ricevette il corpo del Salvatore: * con timore lo avvolse in una sindone con mirra * e depose in una tomba colui che a tutti elargisce * la vita eterna e la grande misericordia˚.

Quando la sacra processione ritorna, i sacerdoti entrano nel santuario e il sacerdote che presiede dice:

Stiamo attenti! Pace a tutti. Sapienza!

Quindi, andando innanzi all’epitáfios, incensa tutt’intorno per tre volte la santa mensa, cantando gli apolytíkia insieme agli altri sacerdoti: Quando discendesti nella morte... Stando presso il sepolcro..., p. 1108. Quindi il seguente aftómelon, una volta:

Il nobile Giuseppe, * calato dal legno il tuo corpo imma¬-

colato, * lo avvolse in una sindone pura con aromi, * e prestandoti le ultime cure, * lo depose in un sepolcro nuovo˚.

I sacerdoti depongono l’epitáfios sulla santa mensa.

Si dice il tropario della profezia. Tono 2.

O Cristo, tu che reggi i confini dell’universo, * hai ac-

cettato di venir rinchiuso in una tomba, * per liberare il genere umano precipitato nell’ade * e ridarci vita rendendoci immortali: * tu, che sei Dio immortale.

Gloria.

E ridarci vita rendendoci immortali: * tu, che sei Dio immortale.

Ora e sempre.

O Cristo, tu che reggi i confini dell’universo (come sopra).

Prokímenon. Tono 4.

Sorgi, Signore, vieni in nostro aiuto, e riscattaci per

amore del tuo nome.

Stico: O Dio, con le nostre orecchie abbiamo udito, i nostri padri ce lo hanno annunciato.

Lettura della profezia di Ezechiele (37,1-14).

La mano del Signore fu su di me, e il Signore mi con-

dusse fuori in spirito e mi pose in mezzo alla pianura, e questa era piena di ossa umane. E mi fece girare tutt’intorno ed ecco, erano una quantità enorme sulla distesa della pianura, del tutto inaridite. Ed egli mi disse: Figlio dell’uomo, potranno mai aver vita queste ossa? E io dissi: Signore Dio, tu hai conoscenza di queste cose. Ed egli a me: Profetizza su queste ossa; dirai loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Cosí dice il Signore a queste ossa: Ecco, io faccio venire su di voi uno spirito di vita, metterò nervi su di voi, farò crescere la carne su di voi, stenderò su di voi la pelle, metterò in voi il mio spirito e rivivrete, e saprete che io sono il Signore.

Io profetizzai come mi aveva ordinato. E mentre profetizzavo, ecco un movimento, e ciascun osso si accostò al corrispondente. Guardai, ed ecco, su di essi spuntavano nervi e carni, e al di sopra si stendeva la pelle: ma non vi era spirito in loro. E il Signore mi disse: Profetizza allo spirito, profetizza figlio dell’uomo, e di’ allo spirito: Cosí dice il Signore: Vieni dai quattro venti, soffia su questi morti, e rivivano. Io profetizzai come mi aveva ordinato, e lo spirito entrò in essi e riebbero vita e si alzarono in piedi: un’enorme moltitudine!

E il Signore mi parlò dicendo: Figlio dell’uomo, queste ossa sono tutta la casa di Israele. Essi dicono: Le nostre ossa si sono disseccate, la nostra speranza è perduta, è finita per noi. Perciò, profetizza e di’ loro: Cosí dice il Signore: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi farò risalire dai vostri sepolcri e vi farò entrare nella terra d’Israele. Saprete che io sono il Signore quando aprirò le vostre tombe e farò risalire dalle tombe il mio popolo. E porrò in voi il mio spirito e vivrete, e vi collocherò nella vostra terra, e saprete che io sono il Signore. Ho parlato e agirò, dice il Signore.

Apostolo.

Prokímenon. Tono grave.

Sorgi, Signore Dio mio, si innalzi la tua mano.

Stico: Ti confesserò, Signore, con tutto il mio cuore, narrerò tutte le tue meraviglie.

Lettura della prima epistola di Paolo ai Corinti (5,6-8 e Galati 3,13s).

Fratelli, non sapete che un po’ di lievito fa fermentare

tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra pasqua, è stato immolato. Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità. (Galati 3,13s) Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto chi pende dal legno, perché in Cristo Gesú la benedizione di Abramo passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede.

Alleluia. Tono pl. 1.

Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici, e fuggano quelli che lo odiano dal suo volto.

Stico: Come svanisce il fumo svaniscano; come si scioglie la cera al fuoco.

Stico: Cosí scompaiano i peccatori dal volto di Dio. E i giusti si rallegrino.

Vangelo.

Lettura del santo vangelo secondo Matteo (27,62-66).

Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riuniro-

no presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risuscitato dai morti. Cosí quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima. Pilato disse loro: Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete. Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.

Ektenía: Diciamo tutti. Completiamo. Ekfónisis: Poiché tu sei Dio di misericordia... p. 71.

Congedo:

Gloria a te, o Cristo Dio, speranza nostra, gloria a te.

Cristo, vero Dio nostro, che per noi uomini e per la nostra salvezza ha accettato, nella carne, la tremenda passione, la croce vivificante e la sepoltura volontaria, per l’intercessione...

Per le preghiere dei nostri santi padri, Signore Gesú Cristo, Dio nostro, abbi pietà di noi.

Tutti: Amen.

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