domenica 16 settembre 2012


17 SETTEMBRE
Metheórtia dell’Esaltazione della Croce 

 memoria della santa martire Sofia [Sapienza] e delle sue tre figlie, Pistis, Agape e Elpis [Fede, Carità e Speranza] (sotto Traiano, 98-117).


VESPRO
Al Signore, ho gridato, 6 stichi e 3 stichirá prosómia della festa.
Tono 4. Hai dato come segno.
Oggi rifulge, * luminosa come il sole, * la tua croce venerabile, o Cristo, * fissata sul glorioso luogo del cranio˚: * innalzata, o Salvatore, * sul tuo monte santissimo, * con tutta chiarezza mostra che per essa, * onnipotente, * tu hai innalzato ai cieli la nostra natura, * nel tuo amore per gli uomini.
Oggi i cieli * hanno annunziato agli uomini la tua gloria˚, * o incomprensibile: * poiché il segno della croce, * rifulgendo luminosamente di splendore inaccessibile, * ha confutato l’animo duro e rabbioso dei deicidi. * Noi dunque glorifichiamo *  la tua economia piena d’amore per l’uomo, * o Gesú onnipotente, * Salvatore delle anime nostre.
La croce santissima, * l’indistruttibile trofeo che appare dalla terra, * procede oggi come tesoro nascosto * che arricchisce tutta la terra con i raggi * della sua universale bontà: * noi glorifichiamo dunque * la tua economia piena d’amore per l’uomo, * o Gesú onnipotente, * Salvatore delle anime nostre.
Delle sante, stessa melodia.
Le vergini giovinette, * unite per legge di natura, * e visibilmente corroborate dall’amore del Creatore, * hanno sciolto con la fede * il vincolo dell’errore, *  hanno coraggiosamente stritolato sotto i piedi * il nemico impotente˚, * sono state luminosamente adornate * col diadema della vittoria * e, esultanti, * hanno preso dimora nel talamo spirituale.
Pistis, degna di ogni lode, * Agape, la gloriosa, * e Elpis, sapiente in Dio, * dando prova  di trarre il nome * dalle piú luminose virtú, * hanno abbattuto da lottatrici il maligno * che aveva ingannata con frode la progenitrice˚, * e hanno ottenuto di abitare deificate nel paradiso, * dove intercedono per tutti.
Le venerabilissime hanno disprezzato il fuoco, * le molteplici pene e la morte: * ricercando infatti con fede * la bellezza dello splendido sposo, * rese splendide da tormenti multiformi, * si sono unite a lui Pistis, Elpis e Agape, * germogli di Sapienza. * Per esse, o Signore, * liberaci dalle sventure.
Gloria. Ora e sempre. Della festa. Tono pl. 2.
Le voci dei profeti * avevano preannunciato l’albero santo * con il quale Adamo è stato liberato * dall’antica maledizione della morte˚: * e oggi la creazione, mentre esso viene esaltato, * eleva la voce, * chiedendo a Dio la sua copiosa misericordia. * Tu dunque che solo, o Sovrano, * sei infinito nella misericordia, * sii per noi propiziazione * e salva le anime nostre.
Allo stico, stichirá prosómia della festa.
Tono pl. 2. Casa di Efrata.
Vedendo innalzare l’albero della croce, * magnifichiamo   Dio che nella sua bontà * è stato crocifisso nella carne.
Stico: Esaltate il Signore Dio nostro, e prostratevi allo sgabello dei suoi piedi, perché è santo.
Liberazione dal male * e acquisizione di beni, * elargisce al genere umano * la santa croce di Cristo * nella sua esaltazione.
Stico: Dio è il nostro Re prima dei secoli, ha operato la salvezza in mezzo alla terra.
Quando Mosè metteva in rotta Amalek˚, * prefigurando la passione di Cristo, * tracciava in antici¬po la figura della croce, *  difesa contro i demoni.
Gloria. Ora e sempre. Stessa melodia.
Venite, * con gioia salutiamo tutti * l’albero salvifico, * sul quale è stato disteso Cristo, * la redenzione.
Apolytíkion della festa. Tono 1.
Salva, Signore, il tuo popolo, * e benedici la tua eredità˚ * dando ai re vittoria contro i barbari * e custodendo con la tua croce  * la tua città.

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