26 MARZO
Sinassi dell’arcangelo Gabriele.
VESPRO
Al Signore, ho gridato, 3
stichirá prosómia della festa. Per rivelarti l’eterno consiglio
Quindi stichirá prosómia dell’arcangelo.
Tono 1. Martiri degni di
ogni lode.
Il sommo
Gabriele, * l’intelletto pienamente deiforme, * risplendente e celeste, * che
vede e contempla la Luce trisolare insieme alle superne schiere, * giungendo
dalla Vergine le ha dato il buon annuncio * del divino e tremendo mistero: *
egli intercede per le anime nostre.
Il grande mistero, * un tempo
ignoto agli angeli˚, * e custodito dall’eternità, * a te solo, Gabriele, è
stato affidato, * e tu, giunto a Nazaret, * lo hai fiduciosamente rimesso
alla sola pura: * insieme a lei prega * perché siano donate alle anime nostre *
la pace e la grande misericordia˚.
Tu che sei sempre ricolmo di
luce, * che fai la volontà dell’onnipotente * e ne esegui gli ordini˚, * o
Gabriele, ottimo principe degli angeli, * salva quanti con amore ti onorano, *
chiedendo sempre che siano donate alle anime nostre * la pace e la grande
misericordia˚.
Gloria. Ora e sempre. Tono pl. 2.
Di Giovanni monaco.
Fu mandato dal cielo
l’arcangelo Gabriele * ad annunciare alla Vergine il concepimento. * Giunto a
Nazaret, * rifletteva in se stesso sul prodigio * e ne era sbigottito: * Dunque
l’inafferrabile * che è nel piú alto dei cieli * nasce da una vergine! * Colui
che ha il cielo per trono * e la terra come sgabello˚ * si rinchiude nel grembo
di una donna! * Colui che i serafini dalle sei ali˚ * e i cherubini dai molti
occhi˚ * non possono fissare, * si compiace di incarnarsi da lei * in virtú
della sola parola. * Colui che qui è presente * è il Verbo di Dio. * Che
attendo dunque, * perché non parlo alla fanciulla? * Gioisci, piena di grazia,
il Signore è con te˚; * gioisci, Vergine pura; * gioisci sposa senza nozze; *
gioisci, Madre della vita. * Benedetto il frutto del tuo seno˚.
Ingresso. Luce gioiosa,
e le letture.
Lettura del libro dell’Esodo (3,1-8).
Mosè salí al monte di Dio, all’Oreb. Gli apparve l’an-
gelo del Signore nella fiamma del fuoco da un roveto. Ed egli osservò che il roveto ardeva ma non si consumava. E Mosè disse: Voglio accostarmi per vedere questa grande visione, perché il roveto non brucia. Ma come il Signore vide che si accostava per vedere, il Signore lo chiamò dal roveto, dicendo: Mosè, Mosè! Ed egli disse: Che c’è, Signore? Ed egli: Non ti avvicinare; sciogli i calzari dai tuoi piedi, perché il luogo su cui stai è terra santa. Poi gli disse: Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. Mosè allora distolse il volto perché non osava guardare in faccia a Dio. E il Signore disse a Mosè: Ho ben visto l’afflizione del mio popolo da parte dell’Egitto, e ho udito il loro grido a causa dei soprintendenti ai lavori. Conosco la loro sofferenza e sono sceso per liberarli dalla mano degli egiziani, condurli fuori da quella terra e introdurli in una terra buona e vasta, una terra da cui scorre latte e miele.
gelo del Signore nella fiamma del fuoco da un roveto. Ed egli osservò che il roveto ardeva ma non si consumava. E Mosè disse: Voglio accostarmi per vedere questa grande visione, perché il roveto non brucia. Ma come il Signore vide che si accostava per vedere, il Signore lo chiamò dal roveto, dicendo: Mosè, Mosè! Ed egli disse: Che c’è, Signore? Ed egli: Non ti avvicinare; sciogli i calzari dai tuoi piedi, perché il luogo su cui stai è terra santa. Poi gli disse: Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. Mosè allora distolse il volto perché non osava guardare in faccia a Dio. E il Signore disse a Mosè: Ho ben visto l’afflizione del mio popolo da parte dell’Egitto, e ho udito il loro grido a causa dei soprintendenti ai lavori. Conosco la loro sofferenza e sono sceso per liberarli dalla mano degli egiziani, condurli fuori da quella terra e introdurli in una terra buona e vasta, una terra da cui scorre latte e miele.
Lettura del libro dei Proverbi (8,22-30).
Il
Signore mi ha creata quale principio delle sue vie, in
vista delle sue opere. Prima dei secoli mi ha fondata, in pincipio, prima di fare la terra, prima di fare gli abissi, prima che scaturissero le sorgenti delle acque. Prima che fossero fissati i monti, prima di tutti i colli mi ha generata. Il Signore ha fatto le regioni abitate e quelle deserte, e le piú alte zone abitate della terra. Quando predisponeva il cielo, io ero con lui, e quando separava il suo trono sopra i venti. Quando rendeva potenti le nubi dei cieli, e quando assicurava le sorgenti della terra. Quando poneva un limite al mare - e le sue acque non lo oltrepasseranno - e faceva robuste le fondamenta della terra, io ero presso di lui come ordinatrice. È in me che egli si rallegrava; e io ogni giorno gioivo al suo cospetto in ogni tempo.
vista delle sue opere. Prima dei secoli mi ha fondata, in pincipio, prima di fare la terra, prima di fare gli abissi, prima che scaturissero le sorgenti delle acque. Prima che fossero fissati i monti, prima di tutti i colli mi ha generata. Il Signore ha fatto le regioni abitate e quelle deserte, e le piú alte zone abitate della terra. Quando predisponeva il cielo, io ero con lui, e quando separava il suo trono sopra i venti. Quando rendeva potenti le nubi dei cieli, e quando assicurava le sorgenti della terra. Quando poneva un limite al mare - e le sue acque non lo oltrepasseranno - e faceva robuste le fondamenta della terra, io ero presso di lui come ordinatrice. È in me che egli si rallegrava; e io ogni giorno gioivo al suo cospetto in ogni tempo.
Allo
stico, stichirá prosómia.
Tono pl. 4. O straordinario
prodigio!
Gabriele, principe delle superne schiere, * discende
per salutare la Vergine, dicendo: * Gioisci, puro cocchio della Divinità! * Dall’eternità Dio ti ha amata, * e ti ha scelta come sua dimora˚. * Io, un servo, sono qui * per cantare l’avvento del tuo Sovrano: * Partorirai il Signore, restando incorrotta.
per salutare la Vergine, dicendo: * Gioisci, puro cocchio della Divinità! * Dall’eternità Dio ti ha amata, * e ti ha scelta come sua dimora˚. * Io, un servo, sono qui * per cantare l’avvento del tuo Sovrano: * Partorirai il Signore, restando incorrotta.
Stico: Date
di giorno in giorno il buon annuncio della sua salvezza.
Che
è mai questo tuo volto di fuoco? * chiese stupita la venerabile a Gabriele; *
Che dignità è la tua, * e che senso hanno le tue parole? * Tu mi preannunci la
nascita di un bambino, * ma io non ho esperienza di uomo. * Non cercare di
ingannarmi con parole menzognere, o uomo, * come fece un tempo il serpente
seduttore * con la progenitrice Eva.
Stico: Cantate
al Signore un canto nuovo, cantate al Signore da tutta la terra.
Lo
Spirito santissimo di Dio verrà su di te, * o pura Sovrana che accogli Dio: *
ti adombrerà la potenza dell’Altissimo˚ * e partorirai un Figlio, * custodendo
inalterata la tua verginità. * Costui è un Figlio senza genealogia˚, * e viene
per salvare il suo popolo˚, * conforme al suo beneplacito.
Gloria. Ora e sempre. Tono 4.
Il sesto mese * fu inviato l’arcangelo
a una vergine pura; * ed egli rivolgendole il saluto ‘Gioisci’, * le annunciò
che da lei * sarebbe venuto il Redentore. * Accolto dunque con fede il saluto,
* essa concepí te, Dio che sei dall’eternità, * e che ineffabilmente ti sei
compiaciuto di farti uomo * per la salvezza delle anime nostre.
Apolytíkion. Tono 4. Tu che volontariamente.
Capo
supremo dei celesti eserciti, * noi indegni ti supplichiamo: * con le tue
preghiere sii per noi baluardo; * custodisci al riparo delle ali * della tua
gloria immateriale * noi che ci prostriamo * e con insistenza gridiamo: *
Liberaci dai pericoli, * tu che sei principe delle superne schiere.
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