domenica 18 novembre 2012

                               19 NOVEMBRE
                Memoria del santo profeta Abdia 
                          del santo martire Barlaam.

VESPRO
Al Signore, ho gridato, 6 stichi e 3 stichirá prosómia del profeta.
Tono 1. Martiri degni di ogni lode.
Divenuto, o Abdia, * fulgido ricettacolo dello Spirito, * e da lui illuminato, * sei stato arricchito di una divinissima forma di profezia, * della prescienza delle cose future * e della conoscenza della verità: * e
ora implora per le anime nostre la pace, * e la grande misericordia˚.

Uno è definito Dio, * con proprietà primarie * e con segni caratteristici conformi all’essenza: * a questi hanno parte i gloriosi e venerabili profeti, * per partecipazione e per grazia, * secondariamente, nella misura della relazione con Dio, * perché il Signore illumina i suoi servi * col proprio splendore.

Mentre ti riempi della luce senza tramonto * e contempli la gloria * che oltrepassa intelletto e mente, * stando presso il Sovrano dell’universo, * beato Abdia, * divenuto divino vate, * supplicalo di dare alle anime nostre la pace * e la grande misericordia˚.

Del martire. Tono 4. Come generoso fra i martiri.

Sei divenuto piú saldo di una statua, * piú forte del bronzo * e piú resistente del ferro: * ciascuna di queste cose infatti * cede consumata dal fuoco * e rapidamente si dissolve, * vinta dalla sua forza, * mentre la tua inflessibile destra distesa, * data alle fiamme, * è prodigiosamente scampata ai carboni ardenti, * o sapientissimo.

Sei apparso quale sacerdote, * stando presso Dio e a lui accostandoti, * o beato, * non con sangue estraneo, ma col tuo proprio sangue˚, * e con mano di martire * hai offerto incenso di soave odore * non alle seduzioni dei demoni, * ma a Cristo, Salvatore e Sovrano, * che regna in eterno.

Pieni di gioia, * o degno di ogni lode, * noi ti chiamiamo sacerdote offerente * e agnello offerto, * perché l’uno e l’altro tu sei: * hai infatti offerto te stesso a Dio in olocausto * come vittima immacolata * col fuoco dei tormenti; * lui dunque implora per la salvezza di quelli che onorano * la tua memoria ovunque celebrata.

Gloria. Ora e sempre. Theotokíon, stessa melodia.

Tu che sei reggia del Sovrano piena di luce * e nube di luce˚, * o favorita dalla divina grazia, * di colui che è sorto dal tuo grembo, * o tutta immacolata, * illumina la nostra anima e la nostra mente, * e, distruggendo tutti gli scandali dell’ingannatore, * con la tua intercessione, o Vergine, * rinsalda il nostro pensiero.

Allo stico, stichirá dall’októichos.

Apolytíkion del profeta. Tono 2.

Festeggiando, Signore, * la memoria del tuo profeta Abdia, * tramite lui ti imploriamo: * Salva le anime nostre.

Altro apolytíkion, del martire. Tono 4.

Il tuo martire, Signore, * con la sua lotta, * ha ricevuto da te, nostro Dio, * la corona dell’incorruttibilità: * con la tua forza, infatti, * ha abbattuto i tiranni * ed ha anche spezzato * le impotenti audacie dei demoni. * Per le sue preghiere, * o Cristo Dio, * salva le anime nostre.

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