sabato 10 novembre 2012

SABATO — VESPRO
della
Domenica XXIV
(VIII Luca)

11 Novembre 2012 Memoria dei santi martiri Mena e Vincenzo (sotto Diocleziano, 284-305), del santo martire Vittore e della santa martire Corona (sotto Antonino, 138-161), e del nostro santo padre e confessore Teodoro Studita (826).



Al Signore, ho gridato, stichirá anastásima. Tono grave.

Venite, esultiamo per il Signore˚, * che ha infranto il potere della morte * e illuminato il genere umano, * e acclamiamo insieme agli incorporei: * Creatore e Salvatore nostro, * gloria a te.

Per noi, o Salvatore, * ti sei sottoposto alla croce e alla sepoltura˚: * ma con la morte, come Dio, hai ucciso la morte: * noi adoriamo dunque la tua risurrezione il terzo giorno˚. * Signore, gloria a te.

Vedendo gli apostoli la risurrezione del Creatore, * presi da stupore gridavano la lode angelica: * Questa è la gloria della Chiesa, * questa è la ricchezza del regno! * O tu che per noi hai patito, * Signore, * gloria a te.

Altri stichirá, anatoliká.

Anche se sei stato catturato da uomini empi, * o Cristo, * tu sei il mio Dio, * e io non resto confuso; * sei stato flagellato alle spalle, * non lo nego; * sei stato inchiodato alla croce, * non lo nascondo; * mi glorio della tua risurrezione, * perché la tua morte è la mia vita. * Onnipotente Signore amico degli uomini, * gloria a te.

Compiendo la profezia di Davide, * Cristo ha rivelato ai discepoli * la propria magnificenza in Sion˚, * mostrando se stesso degno di lode * e sempre glorificato insieme al Padre e allo Spirito santo: * prima, Verbo senza carne, * e dopo, incarnato per noi, * morto come uomo, * e risorto secondo la sua potenza * come amico degli uomini.

Sei disceso nell’ade, o Cristo˚, * secondo il tuo consiglio, * hai spogliato la morte, * come Dio e Sovrano, * e sei risorto il terzo giorno˚, * risuscitando con te, * dai vincoli dell’ade e dalla corruzione, * Adamo che acclamava: * Gloria alla tua risurrezione, * o solo amico degli uomini.

Imitando la passione dell’impassible, * o Mena, * come un agnello, volontariamente, * ti sei consegnato all’immolazione, * o vittorioso degno di ogni lode; * non hai avuto paura * del furore dei príncipi; * non ti sono stati gravi * i tormenti della carne. * Oh, la perseverante resistenza delle tue lotte! * Con esse, o martire, * hai gettato a terra il superbo.

Lacerato da flagelli, * steso sul legno come già il Sovrano, * con i fianchi tutti consumati dai ferri, * non hai rinnegato il nome di Cristo, * a lui tenendo fissi gli occhi dell’anima; * a lui intensamente guardando, o santo, * sopportavi le pene della carne, * o beato Mena.

Martire Mena ovunque celebrato, * tu hai abbandonato per amore di Cristo * il buio del mondo, * la milizia caduca, * l’ottenebramento degli idoli, * il consesso degli empi, * per essere annoverato nell’esercito dei suoi eletti: * per questo, o martire, * ti sei realmente mostrato invincibile * nel combattere per lui.

Del santo, stessa melodia.

Tu che in verità sei chiamato padre, * ricevuti dal cielo doni che superano l’intelletto, * piamente li hai trasmessi a quelli che lo desiderano, * o Teodoro; * moltiplicato, o beato, il talento, * hai udito la voce benedetta * che ti invitava a entrare nel talamo˚: * e là ora tu ti aggiri, * mostrandoti presso il trono del Re dell’universo.

Teodoro, padre dei padri, * tu hai presentato a Cristo una moltitudine di monaci, * divenuto causa di salvezza * come imitatore di Cristo, * risplendente per i tuoi insegnamenti, * pieno di decoro per la dignità di guida di anime, * divenuto bocca del Signore, * o sapientissimo, come dice il profeta˚: * ora che stai presso di lui, * ricordati di noi.

Gloria. Dei martiri. Tono pl. 2. Di Byzantios.

Di nuovo è sorta per noi * l’annuale memoria degli astri del mondo˚, * Mena, Vittore e Vincenzo, * che illumina i cuori dei fedeli * con le loro lotte per Cristo, * mediante la croce: * onoriamo dunque con inni * colui che li ha incoronati di gloria e di onore˚, * il Cristo Dio nostro.

Ora e sempre. Theotokíon.

Sei stata riconosciuta madre oltre la natura, * o Madre-di-Dio, * e sei rimasta vergine oltre ogni parola e pensiero: * il prodigio del tuo parto * nessuna lingua può spiegarlo, * perché essendo straordinaria la tua concezione, * inafferrabile è il modo del tuo partorire, * o pura: * dove Dio vuole, * è vinto l’ordine della natura. * Riconoscendoti dunque tutti quale Madre-di-Dio, * senza sosta ti preghiamo: * Intercedi per la salvezza delle anime nostre.

Apósticha anastásima.

Sei risorto dalla tomba, * Salvatore del mondo˚, * e insieme alla tua carne * hai risuscitato gli uomini˚: * Signore, gloria a te.

Apósticha alfabetici.

Venite, adoriamo colui che è risorto dai morti˚ * e ha illuminato ogni cosa: * egli ci ha liberati dalla tirannide dell’ade * con la sua risurrezione il terzo giorno˚, * donandoci la vita * e la grande misericordia˚.

Disceso nel fondo dell’ade˚, * o Cristo, * hai spogliato la morte, * e, risuscitato il terzo giorno˚, * hai risuscitato con te noi * che glorifichiamo la tua onnipotente risurrezione, * o Signore amico degli uomini.

Tremendo sei apparso, * Signore, * quando giacevi nella tomba come un dormiente: * e risorto il terzo giorno nella tua potenza˚, * hai risuscitato con te Adamo * che acclama: * Glo¬ria alla tua risurrezione, * solo amico degli uomini.

Gloria. Ora e sempre. Theotokíon.

Rifugiandoci sotto la tua protezione, * o Sovrana, * noi tutti figli della terra a te acclamiamo: * Madre-di-Dio, speranza nostra, * liberaci dalle nostre innumerevoli colpe, * e salva le anime nostre.

Apolytíkion dei martiri. Tono 4.

I tuoi martiri, Signore, * con la loro lotta * hanno ricevuto da te, nostro Dio, * le corone dell’incorruttibilità: * con la tua forza, infatti, * hanno abbattuto i tiranni * ed hanno anche spezzato * le impotenti audacie dei demoni. * Per le loro preghiere, * o Cristo Dio, * salva le anime nostre.

Theotokíon.

Tu che sei il tesoro * da cui viene la nostra risurrezione, * o degna di ogni canto, * risolleva dalla fossa e dall’abisso delle colpe * quelli che confidano in te: * perché hai salvato noi, soggetti al peccato, * partorendo la salvezza, * tu che sei vergine prima del parto, * vergine nel parto, * e ancora vergine dopo il parto.

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