XIV Domenica di S. Luca
TONO II
S. Abacuc profeta
TROPARI
Ote katìlthes pros ton thànaton, i zoì athànatos, tòte ton àdhin enèkrosas ti astrapì tis Theòtitos; òte dhe ke tus tethneòtas ek ton katachtonìon anèstisas, pàse e dhinàmis ton epuranìon ekràvgazon: Zoodhòta Christè, o Theòs imòn, dhòxa si.
Quando discendesti nella morte, o vita immortale, allora mettesti a morte l’ade con la
folgore della tua divinità; e quando risuscitasti i morti dalle regioni
sotterranee, tutte le schiere delle regioni celesti gridavano: O Cristo
datore di vita, Dio nostro, gloria a te.
I Parthènos sìmeron
ton proeònion Lògon en spileò èrchete apotekìn aporrìtos; Chòreve i
ikumèni, akutisthìsa dhòxason metà Anghèlon ke ton Pimènon vulithènda
epofthìne Pedhìon nèon, ton proèonon Thèon.
Oggi la Vergine
viene nella grotta per partorire ineffabilmente il Verbo che è prima dei
secoli. Danza, terra tutta, che sei stata resa capace di udire questo;
glorifica con gli angeli e i pastori il Dio che è prima dei secoli, che
ha voluto mostrarsi come bimbo appena nato.
EPISTOLA
Mia forza e mio vanto è il Signore, egli è divenuto la mia salvezza.
Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte.
Lettura dalla Lettera di S. Paolo Apostolo agli Efesini (6,10-17)
Fratelli, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza.
Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del
diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di
sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i
dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che
abitano nelle regioni celesti.
Prendete perciò l’armatura di
Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi
dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i
fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e
avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della
pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete
spegnere tutti i dardi infuocati dal maligno; prendete anche l’elmo
della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio.
Ti ascolti il Signore nel giorno della prova, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.
O Signore, salva il tuo re, ed ascoltaci nel giorno in cui t’invocheremo.
VANGELO (Lc. 18,35-43)
In quel tempo, mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto
a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che
cosa accadesse. Gli risposero: “Passa Gesù il Nazareno!”. Allora
incominciò a gridare: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”.
Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui
continuava ancora più forte e ordinò che glielo conducessero. Quando gli
fu vicino, gli domandò: “Che vuoi che io faccia per te?”. Egli rispose:
“Signore, che io riabbia la vista”. E Gesù gli disse: “Abbi di nuovo la
vista! La tua fede ti ha salvato”. Subito ci vide di nuovo e cominciò a
seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a
Dio.
MEGALINARIO
Megàlinon, psichì mu, tin timiotèran ke
endhoxotèran ton àno Stratevmàton. Mistìrion xènon orò ke paràdhoxon:
uranòn to spìleon; thrònon cheruvikòn tin Parthènon; tin fàtnin chorìon
en o aneklìthi o achòritos Christòs o Thèos; on animnùndes
megalìnomen.
Al posto di “Ii to ònoma…” si canta:
Christòs ghennàte dhoxàsate; Christòs ex uranòn, apandìsate; Christòs
epì ghis, ipsòthite. Àsate to Kirìo, pàsa i ghi, ke en effrosìni
animnìsate, laì, oti dhedhòxaste.
Cristo nasce, rendete gloria;
Cristo scende dai cieli, andategli incontro; Cristo è sulla terra,
elevatevi. Cantate al Signore da tutta la terra, e con letizia
celebratelo, o popoli, perché si è glorificato.
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