martedì 11 dicembre 2012

San Spiridione di Trimithonte Vescovo
270 - 344





San Spiridione, pur avendo origini assai umili, divenne vescovo di una piccola zona remota nord-orientale dell'isola di Cipro, nei pressi di Salamina. Secondo lo storico Socrate, egli fu ritenuto degno della carica episcopale proprio per la santità dimostrata nell'attività precedente e fu così che fu fatto pastore di uomini nella città cipriota di Trimithonte. La sua profonda umiltà lo portò a continuare a pascolare anche il suo gregge animale, nonostante l'alto ufficio ecclesiastico assunto. Una leggenda narra che un giorno riuscì a catturare dei ladri che avevano tentato di rubargli delle pecore, pregò con loro, li liberò ed infine donò addirittura loro un montone, così da non aver trascorso l'intera notte svegli invano. Secondo alcune fonti avrebbe partecipato al Concilio di Nicea nel 325. Spiridione rimase coinvolto nella persecuzione anticristiana indetta da Galerio: secondo alcune tradizioni in tale contesto storico venne ferito e poi fu deportato ai lavori forzati nelle miniere. Alla sua morte, le reliquie furono traslate da Cipro a Costantinopoli, poi a Corfù, Zachitos e Cefalonia. (Avvenire)
Etimologia: Spiridione = regalo, dono, dal greco
Emblema: Bastone pastorale, Pallio, Berretto da pastore
Martirologio Romano: Nell’isola di Cipro, san Spiridone, vescovo, vero pastore delle sue pecore, le cui straordinarie azioni erano celebrate dalla bocca di tutti.

  La venerazione nei suoi confronti continuò comunque costantemente nell’isola ove aveva esercitato il suo ministero. Nell’iconografia bizantina San Spiridione è riconoscibile per il suo caratteristico berretto da pastore.

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