MERCOLEDÍ DELLA QUINTA
SETTIMANA
VESPRO
Al Signore, ho gridato, i
seguenti stichirá idiómela e prosómia.
Stico: Cadranno nella loro rete
i peccatori...
Stichirón idiómelon. Tono pl. 4.
Incappato
nei predoni, che sono i miei pensieri, * il mio intelletto ne è stato depredato, *
me infelice, * e aspramente colpito, * tutta la mia anima è piagata; * per
questo giaccio nudo di virtú, * sulla strada della vita. * Un sacerdote mi ha
visto soffrire per le ferite * e sfuggendo i miei mali incurabili, * non mi ha
badato. * E di nuovo un levita, * non tollerando
il dolore che distrugge l’anima, * mi ha guardato ed è passato oltre: * ma tu
che ti sei compiaciuto incarnarti, * non dalla Samaria°, * ma da Maria, o
Cristo Dio, * nel tuo amore per l’uomo mi hai concesso la guarigione, *
riversando su di me la tua grande misericordia°.
Stico: Con la mia voce ho
gridato al Signore, con la mia voce il Signore ho supplicato.
Di
nuovo lo stesso tropario.
Stico: Effonderò
davanti a lui la mia supplica...
Martyrikón.
Se vi è qualche virtú, * se vi è qualche lode°, * conviene ai
santi: * essi hanno infatti piegato il collo alla spada * per te che hai
piegato i cieli e sei disceso°; * hanno versato il loro sangue * per te che
hai annientato te stesso * e hai assunto forma di servo, * e si sono umiliati
sino alla morte° * per imitare la tua povertà. * Per le loro preghiere, *
secondo la moltitudine delle tue compassioni°, * o Dio, * abbi pietà di noi.
Stico: Quando il mio spirito mi
abbandona...
Stichirá
prosómia di Giuseppe.
Tono pl. 4. Signore, anche
comparendo al tribunale.
Signore, tu hai reso i tuoi sacri
discepoli * cieli razionali°: * per la loro
sacra mediazione, * liberami dai mali della terra, * innalzando sempre il mio
pensiero, mediante la continenza, * al di sopra dell’inclinazione alle
passioni, * perché sei pietoso e amico degli uomini.
Stico:
Su questa via in cui camminavo...
Giacché
per tutti il tempo del digiuno * coopera con la divina grazia, * piangiamo di
tutto cuore e gridiamo al Salvatore: * Per i tuoi discepoli, o misericordiosissimo
Signore, * salva quanti con timore ti celebrano: * tu che sei pietoso e amico
degli uomini.
Un
altro, di Teodoro.
Stesso tono. Celebriamo piamente.
Stico: Osservavo a destra,
guardavo, ma non c’era chi mi conoscesse...
Apostoli degni di ogni lode che
intercedete per il mondo, * medici per i malati e custodi della salute, *
assisteteci da una parte come dall’altra, * mentre attraversiamo il tempo del
digiuno, * perché in pace divina gli uni con gli altri, * con l’intelletto
indisturbato dalle passioni, * giungiamo a cantare tutti l’inno a Cristo, * che
risorge vincitore.
Altri
stichirá prosómia, alfabetici.
Poema
di Simeone Metafraste.
Tono
4. Vorrei cancellare con le lacrime.
Stico: È perduto ogni scampo
per me...
Tutta la
mia vita si è consumata * tra prostitute e pubblicani: * potrò mai
convertirmi, benché vecchio, dai miei peccati? * Creatore di tutti ed
elargitore di misericordia, * o Signore, * salvami prima che mi perda del
tutto.
Stico: A te, Signore ho
gridato...
Sono oppresso sotto il peso
della negligenza, * mi rivolto nel fango, * il dardo di Beliar mi trafigge * e
contamino l’immagine di Dio che è in me. * O tu che converti i negligenti, *
Redentore dei caduti, * o Signore, * salvami, prima che io mi perda del tutto.
Stico:
Volgiti alla mia supplica...
Sono divenuto uno scandalo per
gli uomini, * perché ho coltivato da figlio della terra cose terrene; * ho
conosciuto il matrimonio, secondo il tuo comando, * però ho trasgredito
contaminando il mio letto. * O tu che dalla terra mi hai plasmato, * non
disprezzare la tua creatura, Signore: * salvami, prima che io mi perda del
tutto.
Stico: Liberami
dai miei persecutori...
Sono divenuto un carnefice per
la mia anima, * perché mi sono dato cura della mia carne°; * sono stato ridotto
a zimbello dei demoni, * asservendomi ai piaceri e a ciò che è sconveniente. *
Per il tuo compassionevole amore, risparmiami, * o tu che cacci i demoni, * o
Signore: * salvami, prima che io mi perda del tutto.
Stico: Trai dal carcere l’anima
mia...
Volontariamente
piú di chiunque ho peccato, * e per questo sono stato abbandonato: *
l’avversario della mia anima è il sentire della carne°, * e sono ottenebrato.
* O luce di quanti sono nelle tenebre, * o guida degli erranti, Signore, *
salvami, prima che io mi perda del tutto.
Stico: Mi
attenderanno i giusti...
Vivrà,
l’anima mia, Signore, * diceva il profeta, * e ti loderà°: * cerca questa tua
pecora perduta°, * e uniscimi al tuo gregge; * concedimi tempo per la
penitenza, * perché gemendo a te io gridi: * Signore, salvami, * prima che io
mi perda del tutto.
Stico: Dal profondo ho gridato a te, Signore...
Ho
peccato, * ho peccato disubbidendo ai tuoi precetti, o Cristo Dio: * siimi
propizio, o benefattore, * affinché con gli occhi interiori io veda, * sfugga
alla tenebra * e con timore gridi: * Salvami, Signore, * prima che io mi perda
del tutto.
Stico:
Siano le tue orecchie attente...
Mi
hanno attorniato belve feroci, * ma tu, o Sovrano, liberami; * come Creatore,
infatti, * tu vuoi che tutti gli uomini siano salvati * e giungano alla
conoscenza della verità°: * insieme a tutti gli altri, * salva anche me,
Signore, * prima che io mi perda del tutto.
Stico:
Se osservi le iniquità...
Sii
la mia guarigione, * o benefattore, o mio Redentore, * e non mi respingere: *
vedi come giaccio a terra per le iniquità * e risollevami nella tua
onnipotenza, * affinché anch’io dichiari le mie opere * e gridi a te: *
Signore, salvami, * prima che io mi perda del tutto.
Stico: Per amore del tuo
nome...
Come servo ingrato, * ho
nascosto sotto terra il talento che mi era stato dato; * per questo sono stato
condannato come inutile°, * e quasi non oso pregarti: * nella tua tolleranza,
abbi pietà di me, * affinché anch’io gridi: * Salvami, Signore, * prima che io
mi perda del tutto.
Stico: Dalla veglia del
mattino...
Hai
disseccato * lo stagno dei mali dell’emorroissa * al solo tocco della tua
frangia°: * io riceverò dunque la remissione delle colpe * accostandomi a te
con fede sicura. * Come lei, accogli anche me, * e guariscimi dal mio male: *
Signore, salvami, * prima che io mi perda del tutto.
Stico:
Perché presso il Signore è la misericordia...
Ti
assiderai in trono, * tu che con la parola hai fatto cielo e terra, * e tutti
staremo davanti a te° * per dichiararti i nostri peccati; * prima di quel
giorno, * accoglimi nel pentimento: * salvami, Signore, * prima che io mi perda
del tutto.
Stico: Lodate
il Signore, genti tutte...
Guarda
con occhio pietoso * e siimi propizio, * o solo Salvatore: * dona flutti di
guarigioni * alla mia anima misera e infelice, * lavami dalla sozzura delle mie
opere, * affinché io faccia risuonare il grido: * Salvami, Signore, * prima che
io mi perda del tutto.
Stico: Perché
piú forte si è fatta per noi la sua misericordia...
Con la spada si era preparato
Beliar°, * cercando di dar la caccia alla mia povera anima: * mi ha reso
estraneo, o pietoso, * alla luce della conoscenza del tuo volto. * O tu,
potente nella tua forza°, * strappami alle sue armi: * salvami, Signore, *
prima che io mi perda del tutto.
Gloria. Ora e sempre. Theotokíon.
Oh, quale indicibile
condiscendenza! * O sommo prodigio del parto strano! * E come la Vergine porta
bimbo tra le braccia te, * Creatore e Dio, * che hai accettato, o benefattore,
di incarnarti da lei? * Salvami, Signore, * prima che io mi perda del tutto.
Ingresso. Luce gioiosa.
Prokímenon della sera. Tono 4.
Dio delle vendette, il Signore! Il Dio delle vendette.
Stico: Innàlzati, tu che
giudichi la terra.
Lettura del libro della Genesi (17,1-9).
Il Signore apparve ad Abramo e gli disse: Io sono il tuo Dio: agisci in modo da essere
gradito ai miei occhi, e sii irreprensibile. Ed io stabilirò la mia alleanza
tra me e te, e ti moltiplicherò grandemente. Abramo cadde con la faccia a
terra, e Dio gli disse: Eccomi, la mia alleanza è con te, e tu sarai padre di
una moltitudine di genti. Il tuo nome non sarà piú Abram, ma Abraam, perché io
ti ho costituito padre di molte genti. Ti accrescerò moltissimo, farò di te
delle nazioni e dei re usciranno da te. Stabilirò la mia alleanza tra me e te
e la tua discendenza dopo di te, per le loro generazioni, come alleanza eterna,
per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. E darò a te e alla
tua discendenza dopo di te la terra dove dimori come straniero, tutta la terra
di Canaan, in possesso eterno, e sarò il loro Dio.
E Dio disse ad Abramo: Tu poi
osserverai la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, per le loro
generazioni.
Prokímenon. Tono pl. 2.
Cantate al Signore un canto nuovo.
Stico: Cantate al Signore,
benedite il suo nome.
Lettura del libro dei Proverbi
(15,20-33.16,2.5.7s.9, secondo il
greco).
Un figlio
saggio rallegra il padre, ma un figlio stolto si fa beffe di sua madre. I
sentieri dell’insensato sono senza intelligenza, ma l’uomo prudente cammina
diritto. Quelli che non tengono in alcun conto le assemblee, rimandano i
ragionamenti, ma nel cuore di quanti si sono consigliati, rimane il consiglio.
Il malvagio non ascolterà il consiglio e non dirà nulla di opportuno e di buono
per la comunità. Strade di vita sono i pensieri dell’intelligente, per
evitare l’ade e salvarsi. Il Signore distrugge le case degli insolenti, ma
consolida il confine della vedova. È un abominio per il Signore il pensiero
ingiusto, ma le parole dei casti sono venerabili. Perde se stesso chi accetta
donativi, ma chi odia l’accettazione di regali si salva. Con elemosine e atti
di fedeltà si purificano i peccati, e col timore del Signore tutti evitano il
male. Il cuore dei giusti medita fedeltà, la bocca degli empi si apre per dire
il male. Sono accette al Signore le vie degli
uomini giusti, con esse anche i nemici diventano amici. Lontano è Dio dagli
empi, ma ascolta le preghiere dei giusti. È meglio avere poche entrate con la
giustizia, che abbondanti prodotti con l’ingiustizia.
Il cuore dell’uomo pensi cose
giuste, perché i suoi passi siano rettamente guidati da Dio. L’occhio che vede
rettamente rallegra il cuore, una buona notizia impingua le ossa. Chi respinge
la disciplina odia se stesso, chi tiene conto dei rimproveri, ama la propria
anima. Il timore del Signore è disciplina e sapienza, e a ciò seguirà il
principio della gloria. Tutte le opere dell’umile sono note al Signore, ma gli
empi periranno nel giorno cattivo. E’ impuro presso il Signore chiunque è di
cuore altero, e non sarà ritenuto innocente chi iniquamente batte le mani. Il
principio della buona via consiste nel fare ciò che è giusto, e questo è piú
accetto a Dio che offrire sacrifici. Chi cerca il Signore troverà conoscenza e
giustizia, quanti lo cercano rettamente troveranno pace. Tutte le opere del
Signore sono fatte con giustizia, e l’empio è tenuto in serbo per il giorno
cattivo.
Quindi il rimanente della Liturgia dei Presantificati.
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