giovedì 5 gennaio 2012

6 GENNAIO 2012
SANTE TEOFANIE DEL SIGNORE NOSTRO GESú CRISTO




VESPRO
Al Signore, ho gridato, 6 stichi e stichirá idiómela. Tono 2. Di Giovanni monaco.
Vedendo il precursore la nostra luce, * colui che illu­mi­- na ogni uomo˚, * venuto per essere bat­tezzato, * gioi­sce con l’anima * e trema con la mano; * lo in­dica e dice ai popoli: * Ecco colui che redime Israele, * colui che ci libera dal­la corruzione. * O Cristo senza peccato, Dio nostro˚, * gloria a te. 2 volte.
Gli eserciti degli angeli fremettero, * al vedere il nostro Re­dentore battezzato da un servo, * mentre riceveva testimo­nianza * per la presenza dello Spirito. * E venne dal cielo la vo­ce del Padre: * Costui a cui il precursore impone le mani * è il mio Figlio diletto, * nel quale mi sono compiaciuto˚. * O Cri­sto, Dio nostro, * gloria a te. 2 volte.
I flutti del Giordano * hanno accolto te, la sorgente, * e il Pa­raclito è sceso in forma di colomba; * china il capo * colui che ha inclinato i cieli˚; * grida l’argilla a chi l’ha plasmato, * ed esclama: * Perché mi comandi ciò che mi oltrepassa? * Sono io ad aver bisogno del tuo battesimo. * O Cristo senza peccato, Dio nostro˚, * gloria a te.
Volendo salvare l’uomo * che si era sviato, * non sdegnasti di rivestire forma di servo˚: * conveniva infatti a te, So­vrano e Dio, * assumere per noi ciò che è nostro: * bat­tezzato infatti nella carne, o Redentore, * tu hai ottenuto a noi la remissione. * Perciò a te acclamiamo: * Cristo bene­fat­tore, Dio nostro, * gloria a te.
Gloria. Ora e sempre. Stesso tono. Di Byzas.
Hai chinato il capo davanti al precursore, * e hai spezzato le teste dei draghi˚; * sei venuto tra i flutti, * e hai illuminato l’uni­verso, * perché esso glorifichi in te, o Salvatore, * l’illu­minazione delle nostre anime.
Ingresso col vangelo. Luce gioiosa. Quindi le letture.
Lettura del libro della Genesi (1,1-13).
In principio Dio fece il cielo e la terra (p. 1155).
Quindi ci si alza per dire il tropario. Tono pl. 1.
Ti sei manifestato nel mondo, * tu che hai fatto il mon­- do, * per illuminare quanti siedono nelle tene­bre˚. * O ami­co degli uomini, gloria a te.
Si riprende la finale del tropario a partire dalle parole Per illu­minare, con i seguenti stichi (s. 66).
Stico 1. Dio abbia pietà di noi e ci benedica; faccia ri­splendere il suo volto su di noi e abbia misericordia di noi.
Stico 2. Perché si conosca sulla terra la tua via, fra tutte le genti la tua salvezza.
Stico 3. Ti confessino i popoli, o Dio, ti confessino i popoli tutti; la terra ha dato il suo frutto.
Stico 4. Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio, e lo temano tutti i confini della terra.
Gloria. Ora e sempre. Il tropario completo, quindi:
Lettura del quarto libro dei Re (4[2] Re 2,6-14).
Disse Elia ad Eliseo: Siedi qui, perché il Signore mi manda al Giordano. Disse Eliseo: Viva il Signore e vi­va l’anima tua! Non ti lascerò. E se ne andarono entrambi. Vennero cinquanta uomini dei figli dei profeti e si fermarono a distanza, di fronte a loro. I due si fermarono alla sponda del Giordano. Elia prese il suo mantello, lo arrotolò e colpí con esso le acque che si divisero in due, ed entrambi passarono sull’asciutto. Appena passati, Elia disse ad Eliseo: Dimmi cosa devo fare per te, prima che io ti sia tolto. Disse Eliseo: Che io abbia duplice su di me lo spirito che è su di te. Disse Elia: Hai chiesto una cosa difficile. Tuttavia, se mi vedrai quando ti sarò tolto, la otterrai; ma se non mi vedrai, non la otterrai.
E mentre essi se ne andavano e parlavano, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco; essi furono divisi l’uno dall’altro, ed Elia fu assunto in un turbine come verso il cielo. Eliseo vide e gridò: Padre, padre, carro d’Israele e sua cavalleria! Poi non lo vide piú. Eliseo afferrò allora il suo abito e lo lacerò in due, quindi Eliseo raccolse il mantello che era caduto ad Elia. Poi Eliseo si volse, si fermò sulla riva del Gior­dano, prese il mantello caduto ad Elia, percosse con esso le acque, ma queste non si divisero. Allora Eliseo disse: Dov’è dunque il Dio di Elia? Ed Eliseo colpí le acque una se­conda volta e queste si divisero ed egli passò all’asciutto.
Tropario. Tono pl. 2.
Nella ricchezza della tua misericordia * ti sei mani­- festato a peccatori e pubblicani, * o Salvatore nostro. * E dove mai doveva brillare la tua luce * se non fra quanti siedono nelle tenebre˚? * Gloria a te.
Si riprende la finale del tropario, a partire dalle parole: E dove mai, con i seguenti stichi (s. 92).
Stico 1. Il Signore ha instaurato il suo regno, si è rivestito di splendore, si è rivestito il Signore di potenza e se ne è cin­to; e cosí ha reso saldo il mondo, che non sarà scosso. Pronto è il tuo trono fin da allora, da sempre tu sei.
Stico 2. Hanno alzato i fiumi, Signore, hanno alzato i fiumi le loro voci; alle voci di grandi acque, solleveranno i fiumi le loro ondate.
Stico 3. Mirabile l’elevarsi del mare; mirabile nelle altezze il Signore: le tue testimonianze sono degne di grande fede.
Stico 4. Alla tua casa si addice la santità, Signore, per la lunghezza dei giorni.
Gloria. Ora e sempre. Il tropario completo, quindi:
Lettura del quarto libro dei Re (4[2] Re 5,9-14).
Venne Naaman, un comandante del re degli assiri, con i suoi carri e i suoi cavalli, e si fermò alla porta della casa di Eliseo. Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: Va’, la­vati sette volte nel Giordano, cosí riavrai la tua carne e sarai purificato. Naaman andò in collera e ripartí dicendo: Ecco, io mi dicevo: uscirà verso di me, invocherà il nome del Signore suo Dio, imporrà la sua mano sulla parte lebbrosa e ne ri­sanerà la mia carne. Forse che l’Abana e il Parpar, fiumi di Da­masco non sono migliori del Giordano e di tutte le acque d’Israele? Non potrei andare a lavarmi in quelli ed esserne purificato? E si voltò per andarsene pieno di collera. Ma i suoi servi gli si accostarono e gli dissero: Padre, se il profeta ti avesse parlato di una cosa grossa, non l’avresti fatta? Ma visto che ti ha detto solo: Lavati e sarai purificato! Allora Naaman scese e si bagnò nel Giordano sette volte secondo la parola dell’uomo di Dio: e la sua carne gli tornò come quella di un fanciulletto, e fu purificato.
Quindi: Preghiamo il Signore. Perché tu sei santo. Trisa­gio e Apostolo.
Prokímenon. Tono 3.
Il Signore è mia illuminazione e mio salvatore, chi te­me­- rò?
Stico: Il Signore è il protettore della mia vita, di chi avrò paura?
Lettura della prima epistola di Paolo ai Corinti (9,19-27).
Fratelli, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto giudeo con i giudei, per guadagnare i giudei; con coloro che sono sotto la Legge, sono diventato come uno che è sotto la Legge, pur non essendo sotto la Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la Legge. Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro. Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo. Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. Io dunque corro, ma non come chi è senza meta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l’aria, anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitú perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato.
Alleluia. Tono 3.
Ha proferito il mio cuore la parola buona.
Stico: Tu sei splendente di bellezza piú dei figli degli uo­mini: è stata effusa la grazia sulle tue labbra, per questo ti ha benedetto Dio in eterno.
Vangelo secondo Luca (3,1-18).
Nell’anno decimoquinto (p. 1264).
Segue la Divina Liturgia del grande Basilio. Dopo la pre­ghiera dietro l’ambone, si esce verso il battistero preceduti dal sacerdote, con lampade e incenso, e ha luogo la Grande San­tificazione.
Alla lití. Gloria. Tono pl. 4. Di Giovanni monaco.
Signore, volendo portare a compimento * quanto dall’e­- ternità avevi stabilito, * da tutto il creato * hai preso mi­ni­stri del tuo mistero: * dagli angeli, Gabriele, * dagli uo­mini, la Vergine, * dai cieli, la stella, * e dalle acque, il Gior­dano: * in esso hai cancellato l’iniquità del mondo, * o Salva­tore nostro. * Gloria a te.
Ora e sempre. Stesso tono. Di Anatolio.
Oggi la creazione viene illuminata, * oggi tutto è nella gioia, * gli esseri celesti e quelli terrestri. * Angeli e uomini si uniscono insieme, * poiché dove è presente il Re, * là è anche il suo seguito. * Accorriamo dunque al Giordano: * guar­diamo tutti Giovanni che immerge nell’acqua * il capo non fat­to da mano d’uomo e senza peccato˚. * Con­formandoci dunque alla vo­ce apostolica, * concordi acclamiamo: * È ap­parsa la grazia di Dio, * apportatrice di salvezza * per tutti gli uo­mini˚, * che ri­splen­de sui fedeli, * e ad essi elargisce * la gran­de misericordia˚.
Apósticha stichirá. Tono 2. Di Anatolio.
Vedendoti venire a lui * presso il fiume Giordano, * o Cristo Dio, * Giovanni diceva: * Perché ti sei acco­stato al servo, * tu che non hai macchia, Signore? * In nome di chi ti battezzerò? * Del Padre? * Ma tu lo porti in te stesso. * Del Figlio? * Ma sei tu stesso il Figlio incarnato. * Dello Spirito santo? * Ma sei tu che dalla tua bocca * puoi darlo ai credenti˚. * O Dio che ti sei manifestato˚, * abbi pietà di noi.
Stico: Il mare vide e fuggí, il Giordano si volse indietro.
Ti videro le acque, o Dio, * ti videro le acque ed ebbero ti­more˚; poiché alla tua gloria * non possono volgere gli occhi i cherubini, * né possono fissarla i serafini, * ma tenendosi presso di te con timore, * gli uni sostengono˚ * e gli altri glo­ri­­ficano la tua potenza˚. * Insieme a loro, o compassionevole, * noi proclamiamo la tua lode, dicendo: * O Dio che ti sei ma­nifestato˚, * abbi pietà di noi.
Stico: Che hai, o mare, che sei fuggito, e tu Giordano, che ti sei volto indietro?
Oggi il Creatore del cielo e della terra * viene nella carne al Giordano * a chiedere il battesimo, * lui che è senza peccato˚, * per purificare il mondo * dall’inganno del nemico; * è battez­zato da un servo * il Sovrano di tutti, * e dona al genere umano * la purificazione mediante l’acqua. * A lui acclamiamo: * O Dio che ti sei mani­fe­sta­to˚, * gloria a te.
Gloria. Ora e sempre. Tono pl. 4. Di Teofane.
Vedendo il sole rifulso dalla Vergine * chiedere il battesimo nel Giordano, * la lampada risplendente˚ * nata dalla sterile * con timore e gioia a lui gridava: * Santificami tu, o Sovrano, * con la tua divina epifania.
Apolytíkion. Tono 1.
Al tuo battesimo nel Giordano, Signore, * si è mani­­- festata l’adorazione della Triade: * la voce del Padre * ti rendeva infatti testimonianza, * chiamandoti ‘Figlio dilet­to’, * e lo Spirito in forma di colomba * confermava la sicura verità * di questa parola˚. * O Cristo Dio che ti sei mani­fe­stato˚ * e hai illuminato il mondo, * gloria a te. 3 volte.
Congedo.
Colui che ha accettato di essere battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, Cristo, vero Dio nostro...

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