mercoledì 31 ottobre 2012

1˚ NOVEMBRE
  del
CALENDARIO BIZANTINO

Memoria dei santi anárgiri Cosma e Damiano (sotto Diocleziano, 284-305).

VESPRO

Al Signore, ho gridato, 6 stichi e 3 stichirá prosómia dei santi da ripetere due volte.

Tono pl. 2. Riposta nei cieli. Aftómelon.

Riposta nei cieli tutta la speranza, * i santi si sono messi in serbo * un tesoro inviolabile: * gratuitamente hanno ricevuto, * gratuitamente danno ai malati le guarigioni˚; * non hanno posseduto né oro né argento, * conforme al vangelo˚; * hanno fatto partecipi uomini e bestie * dei loro benefici * per divenire perfettamente ubbidienti a Cristo * e poter cosí intercedere con franchezza * per le anime nostre.

Hanno disprezzato la materia * che si corrompe sulla terra, * e, vivendo nella carne, * sono divenuti cittadini del cielo come angeli, * i due compagni di uguale sentire, * la coppia dei santi * di uguali costumi e di un’anima sola. * Per questo accordano a tutti i malati le guarigioni, * offrendo gratuitamente il beneficio * a chi ne ha bisogno: * celebriamoli degnamente nelle loro feste annuali, * perché essi intercedono con franchezza * per le anime nostre.

Essendosi resi dimora della Triade * in tutta la sua pienezza, * Cosma e Damiano di mente divina, * la coppia celebrata, * come fonti fanno scaturire * i flutti delle guarigioni da sorgente apportatrice di vita; * le loro stesse reliquie * al toccarle guariscono i mali: * e i loro soli nomi * scacciano le malattie dai mortali. * Causa di salvezza * per tutti quelli che in loro si rifugiano, * essi intercedono presso Cristo con franchezza * per le anime nostre.

Gloria. Tono pl. 2. Di Anatolio.

Eterna è la grazia dei santi * ricevuta da Cristo: * per questo anche le loro reliquie * per divina potenza * sono sempre operanti con i prodigi; * i loro soli nomi, invocati con fede, * fanno cessare inguaribili dolori: * grazie a loro, o Signore, * libera anche noi dalle passioni * dell’anima e del corpo, * nel tuo amore per gli uomini.

Ora e sempre. Theotokíon. Riposta nei cieli.

Caduto per la mia inclinazione * e fatto schiavo del seduttore con l’inganno, * o sposa di Dio, * mi rifugio, io, l’infelice, * nella tua mirabilissima compassione * e nella tua fervida preghiera, * o Vergine tutta santa: * liberami dalla catena delle prove e delle tribolazioni, * e salvami, o tutta immacolata, * dagli assalti del demonio, * affinché io ti dia gloria * e con amore ti veneri, * ti canti e ti magnifichi, * o Sovrana per sempre beata.

Oppure stavrotheotokíon.

Una spada, come disse Simeone, * ha trapassato il tuo cuore˚, * santissima Sovrana, * al vedere colui che da te * per un’ineffabile decreto era rifulso, * innalzato da iniqui sulla croce come un condannato, * abbeverato di aceto e di fiele˚, * col fianco trafitto˚, * le mani e i piedi inchiodati; * e facendo lamento alzavi grida, * esclamando quale madre: * Perché, Figlio dolcissimo, * questo mistero nuovo?

Allo stico, stichirá idiómela. Tono 2.

La sorgente delle guarigioni * guariva soltanto uno ogni anno˚, * il tempio degli anárgiri * guarisce tutta la moltitudine dei malati: * perché è sempre perfetta e inesauribile * la ricchezza dei santi. * Per le loro preghiere, o Cristo, * abbi pietà di noi.

Stesso tono. Di Teofane.

Stico: Mirabile è Dio nei suoi santi, il Dio di Israele.

Vivendo nella pratica delle virtú * per il divino amore, * innamorati delle realtà future, * avete percorso le vie della salvezza. * Avendo dunque custodito senza macchia * la purezza dell’anima, * vi siete totalmente separati dalle cose materiali. * Resi aurei dallo Spirito divino, * senza richiedere oro offrite ai malati guarigione, * o sacri compagni, * coppia risplendente, * illuminati anárgiri divini, * che ci visitate nelle tribolazioni e nelle malattie * e gratuitamente sanate * i mali delle anime nostre.

Stesso tono. Di Germano.

Stico: Per i santi che sono nella sua terra, il Signore ha reso mirabili, in loro, tutte le sue volontà.

Onorati da grandi doni, * o degni di ogni lode, * avete vissuto una vita umile sulla terra; * passando dovunque * e gratuitamente curando i mali dei malati, * siete apparsi compagni degli angeli. * Cosma, insieme al sapiente Damiano, * fratelli amabilissimi, * curate anche i nostri mali * con le vostre preghiere.

Gloria. Tono pl. 2.

Avendo sempre Cristo operante in voi, * o santi anárgiri, * fate meraviglie nel mondo, * con le vostre cure ai malati. * La casa in cui curate è infatti come sorgente inesauribile: * quando vi si attinge, * ancor piú trabocca; * fatta scorrere, sovrabbonda, * riversandosi e moltiplicandosi ogni giorno, * a tutti provvedendo senza venir meno; * quelli che vi attingono, * si saziano di guarigioni * ed essa permane inesausta. * Come vi chiameremo? * Medici che curano anime e corpi, * guaritori di mali inguaribili * che gratuitamente guariscono tutti * perché hanno ricevuto carismi dal Cristo Salvatore, * che ci elargisce la grande misericordia˚.

Ora e sempre. Theotokíon.

O Madre-di-Dio, tu sei la vera vite * che ha prodotto il frutto della vita˚. * Noi ti imploriamo: * intercedi, o Sovrana, * insieme con gli anárgiri e tutti i santi, * perché sia fatta misericordia * alle anime nostre.

Oppure Stavrotheotokíon. Il terzo giorno sei risorto.

Vedendo come il popolo pieno di iniquità * ingiustamente ti inchiodava al legno, * la Vergine, la pura, la Madre tua, * come aveva predetto Simeone, o Salvatore, * ne aveva le viscere trafitte˚.

Apolytíkion. Tono pl. 4.

Santi anárgiri e taumaturghi, * visitateci nelle nostre infermità: * gratuitamente avete ricevuto, * gratuitamente date a noi˚.

martedì 30 ottobre 2012

AVVISO



ORARIO DELLE CELEBRAZIONI

NEL

CIMITERO DI PIANA DEGLI ALBANESI



1 NOVEMBRE 2012 ALLE ORE 15,30
VESPRO E BENEDIZIONE



2 NOVEMBRE 2012 ALLE ORE 8,30
 DIVINA LITURGIA

ALLE ORE 10,00 DIVINA LITURGIA









N.B. TEMPO PERMETTENDO, visto che le previsioni metereologiche non sono ottime.





venerdì 26 ottobre 2012

27 OTTOBRE

Memoria del santo martire Nestore
(sotto Diocleziano, 284-305).

VESPRO

Tono 1. Esultanza delle schiere celesti.

Venite, fedeli, * riuniamoci per celebrare il grande atleta, * il valoroso soldato Demetrio, * colui che ha calpestato * tutta la potenza del nemico˚, * e gridiamo a lui con fede: * Supplica il Cristo per noi, * o martire.

Colui che divinamente primeggia, * l’imitatore di Cristo, * la bellezza della castità, * la sorgente dei prodigi, * il grande Demetrio, * celebriamo, o fedeli tutti, con cantici, * santificandoci anima e corpo * nella sua gloriosa memoria.

Tessalonica danza nella tua memoria * e convoca tutti i cori dei fedeli, * o Demetrio tre volte beato, * per celebrare la tua luminosa solennità: * radunandoci anche noi con loro, * onoriamo col canto le tue lotte.

Di san Nestore. Tono pl. 4. O straordinario prodigio!

Nestore, atleta beato, * cingendo l’armatura di Cristo˚, * hai fatto perire Lieo, * scontrandoti con lui quanto ai sensi, * ma hai legato l’invisibile Beliar˚, * afferrandolo invisibilmente, * e lo hai messo a morte: * perciò il munifico ha cinto la tua testa * col diadema della vittoria.

Veramente corroborato * dalle parole divine del martire Demetrio, * o Nestore sapiente, * hai valorosamente messo a morte * il tiranno arrogante; * e per aver confessato come Dio immortale * colui che è morto e ha dissolto l’ade, * hai subíto un’ingiusta morte, o glorioso: * per questo, pieno di gioia, * hai avuto in sorte la vita senza fine.

Eri giovane magnifico, * ammirabile per la leggiadria del corpo, * o sapiente, * adorno di divina grazia * e onorato per la tua bravura; * spezzata dunque la forza di Lieo per la virtú dell’onnipotente, * con gioia hai lottato, * e sei stato annoverato tra i cori degli atleti: * mentre con loro esulti, * ricordati di noi.

Gloria. Di san Demetrio. Tono pl. 2.

Oggi la terra tutta * è rischiarata dai raggi del vittorioso, * e la Chiesa di Dio, facendosi bella con fiori, * a te, o Demetrio grida: * Servo di Cristo * e fervidissimo protettore, * non cessare di intercedere per i tuoi servi.

Ora e sempre. Theotokíon.

O Madre-di-Dio, tu sei la vera vite * che ha prodotto il frutto della vita˚. * Noi ti imploriamo: * intercedi, o Sovrana, * insieme con gli apostoli e tutti i santi, * perché sia fatta misericordia * alle anime nostre.

Allo stico, stichirá prosómia di san Demetrio.

Tono 2. Casa di Efrata.

Il profumato unguento spirituale˚, * per attrarre agli affascinanti profumi delle virtú, * ha suscitato te, o martire, * e ti ha dato di far scaturire * profumati unguenti a profusione.

Stico: Il giusto fiorirà come palma, si moltiplicherà come cedro del Libano.

Viva la bellezza del profumo della tua carne! * Viva ancor piú, o beato, * il profumo della tua anima, * di cui quello è segno!

Stico: Piantato nella casa del Signore, fiorirà negli atri del nostro Dio.

Gettato il satana nella fossa * che per te, o beato, aveva scavato˚, * valorosamente lo hai del tutto soffocato * con i fiumi dei tuoi profumi.

Gloria. Ora e sempre. Theotokíon.

Divenuta degno vasello * del profumato unguento spirituale˚, * o Vergine, * libera me, con la tua intercessione, * dal fetore delle passioni.

Apolytíkion del megalomartire. Tono 3.

Il mondo ha trovato in te nei pericoli, * o vittorioso, * un grande difensore che mette in rotta le genti. * Come dunque hai abbattuto la boria di Lieo, * incoraggiando Nestore nello stadio, * cosí, o santo, * supplica Cristo * perché ci doni la grande misericordia˚.

Gloria. Del martire. Tono 4.

Il tuo martire, Signore, * con la sua lotta, * ha ricevuto da te, nostro Dio, * la corona dell’incorruttibilità: * con la tua forza, infatti, * ha abbattuto i tiranni * ed ha anche spezzato * le impotenti audacie dei demoni. * Per le sue preghiere, * o Cristo Dio, * salva le anime nostre.

Ora e sempre. Theotokíon.

Il mistero nascosto dall’eternità * e ignoto agli angeli, * è stato rivelato grazie a te˚, * Madre-di-Dio, * agli abitanti della terra: * Dio incarnato, in unione senza confusione, * Dio che per noi * ha volontariamente accettato la croce˚, * e risuscitando con essa il primo uomo creato, * ha salvato dalla morte le anime nostre.

giovedì 25 ottobre 2012

26 OTTOBRE

Memoria del santo megalomartire Demetrio, effusore di unguento profumato (sotto Massimiano, 286-305); si fa memoria anche del terremoto del 740.

VESPRO

Tono pl. 4. O straordinario prodigio!

O straordinario prodigio! * In cielo e in terra * è rifulsa oggi l’esultanza, * nella memoria del martire Demetrio: * dagli angeli è coronato di lodi * e dagli uomini riceve canti. * Oh, quali lotte ha affrontato! * E quanto bellamente ha lottato! * Per mezzo suo, con la vittoria di Cristo, * è caduto il nemico seduttore.

O straordinario prodigio! * Piú luminoso del sole * per i raggi dei miracoli, * per sempre Demetrio rifulge sino ai confini del mondo, * splendendo di luce senza sera * e godendo della luce che non ha tramonto: * per i suoi fulgori * sono stati fugati i nembi barbarici, * sono stati cacciati i venti del sud, * sono stati vinti i demoni.

O straordinario prodigio! * Trafitto da lancia per Cristo, * il beatissimo Demetrio * sempre si è mostrato contro i nemici * come spada a doppio taglio * per recidere l’orgoglio degli avversari * e abbattere l’arroganza dei demoni. * A lui gridiamo: * San Demetrio, * custodisci noi che onoriamo * la tua memoria per sempre venerabile.

Sei stato torre di pietà * saldamente appoggiata sulla pietra della fede, * invincibile nelle tentazioni * e non scosso nei pericoli: * si sono infatti abbattute contro di te * con violenta tempesta e bufera * le ondate degli atei, * ma non hanno abbattuto * la tua irremovibile fermezza˚, * perché tu bramavi adornarti della corona del martirio.

Imitando con la passione * la vivificante passione di Cristo, * hai ricevuto da lui il potere dei miracoli, * Demetrio vittorioso; * tu salvi quelli che a te accorrono, * liberandoli da molti pericoli, * perché hai nei confronti di Cristo * una franchezza accetta, * o glorioso: presso di lui ora tu stai, * pieno di gloria.

Grondante di sangue, * sei stato offerto al Cristo datore di vita * che per te ha versato, Demetrio, * il sangue prezioso˚; * egli ti ha reso partecipe della sua gloria * e consorte del suo regno, * perché avevi prevalso contro lo spirito malvagio * e avevi del tutto sventato le sue paurose macchinazioni.

Gloria. Tono pl. 2. Di Byzantios.

Ci convoca oggi * l’universale solennità del vittorioso. * Venite dunque, amici della festa, * celebriamo splendidamente la sua memoria dicendo: * Gioisci, tu che con la fede * hai lacerato la tunica dell’empietà, * cingendoti della forza dello Spirito; * gioisci, tu che hai annullato * i disegni degli empi, * col vigore a te dato dall’unico Dio; * gioisci, tu che con le membra trafitte * hai spiritualmente raffigurato per noi * la beata passione del Cristo: * lui dunque supplica, * o Demetrio, decoro dei lottatori, * perché noi siamo liberati dai nemici visibili e invisibili * e siano salvate le anime nostre.

Ora e sempre. Theotokíon. Tremendo tu sei, Signore.

Santissima Sovrana, * aiuto del mondo e speranza dei cristiani: * te noi ora supplichiamo, * e a te ci raccomandiamo, o buona, * perché tu renda propizio, o Madre-di-Dio, * il tuo Figlio e Signore * a noi che abbiamo peccato e siamo nella disperazione: * tu ne hai infatti il potere, * usando con lui della tua materna famigliarità. * Vienici incontro, o pura, * vienici incontro, fatti nostra mediatrice * e salva il tuo popolo * dalla minaccia che incombe; * per le viscere della tua misericordia˚ * non disprezzare quelli che a te inneggiano.

Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.

Lettura della profezia di Isaia (63,15-64,4.7s).

Volgiti dal cielo, Signore, e guarda dalla tua santa casa e dalla tua gloria. Dov’è l’abbondanza della tua misericordia e delle tue compassioni, poiché ti sei ritirato da noi, Signore? Tu infatti sei nostro padre, perché Abramo non ci conosce e Israele non ci riconosce: ma tu Signore, padre nostro, liberaci. Dal principio il tuo nome è su di noi. Perché ci hai fatto errare dalla tua via, Signore? Hai indurito il nostro cuore, cosí che non ti teme? Volgiti, per i tuoi servi, per le tribú della tua eredità, perché ereditiamo un poco del tuo monte santo. I nostri avversari hanno calpestato il tuo santuario, noi siamo divenuti come al principio, quando tu non ci governavi e il tuo nome non era invocato su di noi.

Se tu aprissi il cielo! Davanti a te il tremore prenderebbe le montagne e fonderebbero come fonde la cera davanti al fuoco; e il fuoco brucerebbe i tuoi avversari e sarebbe manifesto il tuo nome ai tuoi avversari: di fronte a te le genti resterebbero sconvolte. Quando tu farai cose gloriose, il tremore prenderà i monti davanti a te. Dall’antico non abbiamo udito, né i nostri occhi hanno visto un Dio all’infuori di te: e le tue opere sono veraci e tu farai misericordia a quelli che ti attendono. La misericordia infatti verrà incontro a quanti operano la giustizia, ed essi ricorderanno le tue vie.

E ora, Signore, padre nostro tu sei; noi siamo l’argilla e tu sei colui che ci plasma: opera delle tue mani siamo noi tutti. Non adirarti troppo con noi, Signore, e non ricordarti per sempre dei nostri peccati. E ora, volgiti, Signore, perché noi tutti siamo tuo popolo.

Lettura della profezia di Geremia (2,1-12).

Cosí dice il Signore: Mi sono ricordato della misericordia della tua giovinezza e dell’amore delle tue nozze, quando seguivi il santo d’Israele, dice il Signore, il santo d’Israele. Per il Signore eri primizia dei suoi frutti. Tutti coloro che lo divorano saranno in colpa: il male verrà su di loro, dice il Signore. Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe e ogni famiglia della casa d’Israele.

Cosí dice il Signore: Quale colpa hanno trovato in me i vostri padri, per essersi allontanati da me ed essere andati dietro alle vanità, e cosí essere divenuti vani? Non hanno detto: Dov’è il Signore che ci ha condotti dalla terra d’Egitto, che ci ha guidati nel deserto, in una terra sconfinata e impraticabile, in una terra senz’acqua e senza frutti e nell’om¬bra di morte? In una terra nella quale nessun uomo era passato, e dove nessun figlio d’uomo aveva posto la dimora? E io vi ho condotti fino al Carmelo per mangiarne i frutti e i beni, e siete entrati e avete contaminato la mia terra e avete ridotto la mia eredità a un abominio.

I sacerdoti non hanno detto: Dov’è il Signore? E quelli che detengono la Legge non mi conoscevano. I pastori commettevano empietà contro di me, i profeti profetizzavano per Baal e andavano dietro a ciò che non giova. Per questo verrò ancora in giudizio con voi, dice il Signore, e farò causa ai figli dei vostri figli. Passate alle isole dei Kittím e vedete, e a Kedar e mandate messi, e osservate bene e guardate se mai sono avvenute tali cose: se le genti cambiano i loro dèi, benché quelli non siano dèi. Ma il mio popolo ha cambiato la sua gloria con cose da cui non trarranno giovamento. È sbigottito per questo il cielo, ed è colpito da estremo orrore, dice il Signore.

Lettura del libro della Sapienza di Salomone (3,1-9).

Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, e nessun tormento può toccarle. Parve agli occhi degli stolti che morissero, e fu considerato un danno il loro esodo, e una rovina la loro dipartita: ma essi sono nella pace. Infatti, anche se agli occhi degli uomini ven¬gono castigati, la loro speranza è piena di immortalità. Un poco corretti, riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé. Come oro nel crogiuolo li ha saggiati, e come olocausto li ha accettati. Nel tempo in cui saranno visitati risplenderanno, e correranno qua e là come scintille nella stoppia. Giudicheranno genti e domineranno popoli, e regnerà su di loro il Signore per sempre. Quelli che confidano in lui comprenderanno la verità, e coloro che sono fedeli nell’amore dimoreranno presso di lui: perché grazia e misericordia sono per i suoi santi, ed egli visita i suoi eletti.

Allo stico, stichirá idiómela del terremoto.

Poema di Simeone del Monte Ammirabile. Tono 2.

Quando la terra è sconvolta * dal timore della tua ira, * i colli e i monti si scuotono, Signore; * ma, tu guardando a noi con occhio pietoso, * non adirarti con noi nel tuo sdegno: * lasciati muovere a compassione * per l’opera delle tue mani, * liberaci dalla tremenda minaccia del terremoto, * perché sei buono e amico degli uomini.

Stico: Hai fatto sussultare la terra e l’hai sconvolta, sana le sue fratture perché è stata scossa.

Tremendo tu sei, Signore, * e chi sosterrà la tua giusta ira˚? * Chi ti supplicherà, * chi ti invocherà, o buono, * per il popolo che ha peccato ed è nella disperazione? * Le schiere celesti, * gli angeli, i principati e le potestà, * i troni, le dominazioni, * i cherubini e i serafini, * per noi a te acclamano: * Santo, santo, santo sei, Signore: * non trascurare, o buono, * le opere delle tue mani˚; * per le viscere della tua misericordia, * salva la città in pericolo.

Stico: Egli guarda sulla terra e la fa tremare, tocca i monti e fumano.

Per le loro colpe, * i niniviti, con la minaccia di un terremoto, * si sentivano dire che sarebbero rimasti sepolti˚; * ma nel segno mediatore del mostro marino, * la penitenza invocò * la risurrezione mediante Giona˚; * come dunque hai accolto loro, * impietosito dal grido del tuo popolo * unito a quello dei bimbi e delle bestie˚, * risparmia anche noi, * quando veniamo ca-stigati, * grazie alla risurrezione il terzo giorno˚, * e abbi pietà di noi.

Gloria. Del santo. Tono pl. 4. Di Anatolio.

La tua divinissima anima immacolata, * Demetrio degno di essere celebrato, * ha come dimora la celeste Gerusalemme, * le cui mura sono disegnate sulle mani intatte * del Dio invisibile˚; * mentre il tuo preziosissimo corpo di grande lottatore * ha sulla terra questo illustrissimo tempio, * inviolabile sacrario di prodigi, * rimedio contro le malattie, * a cui accorriamo per attingere le guarigioni. * Custodisci dagli assalti degli avversari * la città che ti magnifica, * o degno di ogni lode, * per quella confidenza che hai col Cristo * che ti ha glorificato.

Ora e sempre. Theotokíon.

Vergine senza nozze, * che hai ineffabilmente concepito Dio nella carne, * Madre del Dio altissimo, * ricevi le invocazioni dei tuoi servi, * o tutta immacolata: * tu che a tutti procuri la purificazione delle colpe, * implora per la salvezza di noi tutti, * accettando ora le nostre sup-pliche.

Apolytíkion del santo. Tono 3.

Il mondo ha trovato in te nei pericoli, * o vittorioso, * un grande difensore che mette in rotta le genti. * Come dunque hai abbattuto la boria di Lieo, * incoraggiando Nestore nello stadio, * cosí, o santo, * supplica Cristo * perché ci doni la grande misericordia˚.

Un altro, del terremoto. Tono pl. 4.

Tu che guardi sulla terra e la fai tremare˚, * liberaci dalla tremenda minaccia del terremoto, * o Cristo Dio nostro, * e fa’ scendere copiose su di noi * le tue misericordie, * per l’intercessione della Madre-di-Dio, * o solo amico degli uomini.

lunedì 22 ottobre 2012

Letture della Divina Liturgia per la Festa di san Giacomo, fratello del Signore


Epistola

Per tutta la terra è uscito il suo suono e sino ai confini del mondo le sue parole.

I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani. (Ps 18, 5. 2)

Lettura dell’epistola di Paolo ai Gàlati (1, 11-19)

Fratelli, vi rendo noto che il vangelo da me evangelizzato non è secondo l...’uomo: infatti non l’ho ricevuto da un uomo né sono stato ammaestrato se non per rivelazione di Gesù Cristo. Avete udito certamente della mia condotta d’un tempo nel giudaismo: perseguitavo oltre ogni limite la Chiesa di Dio e la devastavo. Superavo nel giudaismo molti coetanei del mio popolo, essendo ben più di loro zelante delle tradizioni dei miei padri. Quando poi piacque a Dio - che mi aveva separato fin dal ventre di mia madre e mi aveva chiamato con la sua grazia - di rivelare il Figlio suo in me, affinché lo evangelizzassi ai gentili, subito, senza chiedere consiglio alla carne o al sangue, senza salire a Gerusalemme da quelli che erano apostoli prima di me, partii per l’Arabia e poi tornai a Damasco. In seguito, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per vedere Kifàs e mi trattenni presso di lui quindici giorni. Degli apostoli non vidi altro se non Giacomo, il fratello del Signore.

Confesseranno i cieli le tue meraviglie, Signore, e la tua verità nella chiesa dei santi.

Dio è glorificato nella chiesa dei santi; è grande e terribile su tutti quelli che lo circondano. (Ps 88, 6. 8)


Vangelo  secondo Matteo (13, 54-58)

In quel tempo Gesù venne nella sua patria e insegnava alla folla nella loro sinagoga in modo che erano stupiti e dicevano: "Da dove gli viene questa sapienza e le forze? Non è il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Iosì, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte da noi? Dunque: da dove gli vengono tutte queste cose?" Ed erano scandalizzati di lui. Ma Gesù disse loro: "Non c'è profeta disonorato, se non nella sua patria e in casa sua". E lì non fece molti portenti a causa della loro incredulità.
Τῌ ΚΓ' ΤΟΥ ΑΥΤΟΥ ΜΗΝΟΣ
ΟΚΤΩΒΡΙΟΥ
Μνήμη τοῦ Ἁγίου Ἱερομάρτυρος καὶ Ἀποστόλου Ἰακώβου τοῦ Ἀδελφοθέου.
ΕΙΣ ΤΟΝ ΕΣΠΕΡΙΝΟΝ
Εἰς τό, Κύριε ἐκέκραξα, ἱστῶμεν Στίχους ς' καὶ ψάλλομεν Στιχηρὰ Προσόμοια τρία, δευτεροῦντες αὐτά.
Ἦχος δ'
Δεῦτε τὸ μνημόσυνον, τοῦ θεαδέλφου τιμήσωμεν, ἱερῶς οἱ θεόφρονες· ζυγὸν γὰρ δεξάμενος, τοῦ Χριστοῦ προθύμως, τοῦ Εὐαγγελίου, τῆς ἀγαθότητος αὐτοῦ, καὶ βασιλείας κήρυξ γεγένηται, καὶ τούτου τὴν ἀνέκφραστον, οἰκονομίαν πιστεύεται. Δι' αὐτοῦ Παντοδύναμε, ἱλασμὸν ἡμῖν δώρησαι.

Πάντα περιήχησε, τῆς οἰκουμένης τὰ πέρατα, τῶν ῥημάτων ὁ φθόγγος σου, δι' ὧν φωτιζόμεθα, ἀρετῆς ἐνθέου, πρὸς πᾶσαν ἰδέαν, καὶ ὁδηγούμεθα πιστῶς, πρὸς τῆς Τριάδος θείαν ἐπίγνωσιν· διὸ ἐκδυσωποῦμέν σε, ὡς Ἱεράρχης ἱκέτευε, Ἰησοῦν τὸν φιλάνθρωπον, τοῦ σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.

Πόρρωθεν προβλέπων σου, τὴν πολιτείαν Ἰάκωβε, ἀδελφὸν σε προσήκατο, Χριστὸς ὁ φιλάνθρωπος, ὁ σοφὸς προγνώστης, Ἱεροσολύμων, ἱεροφάντορα πιστόν, καὶ ποιμενάρχην προχειρισάμενος, καὶ μύστην τὰ ἀπόρρητα, ἱερουργοῦντα μυστήρια. Ὃν καὶ νῦν καθικέτευε, τοῦ σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.

Δόξα... Ἦχος πλ. β'
Αἵματι τοῦ μαρτυρίου, τὴν ἱερωσύνην κατεποίκιλας, Ἱερομάρτυς, Ἀπόστολε· τῷ γὰρ πτερυγίῳ του ἱεροῦ παρεστώς, Θεὸν Λόγον ἐκήρυξας, Δημιουργὸν ὄντα τοῦ παντός· ὅθεν ὑπὸ Ἰουδαίων ῥιφείς, οὐρανίων θαλάμων ἠξίωσαι, Ἀδελφόθεε Ἰάκωβε, Χριστὸν τὸν Θεὸν ἱκέτευε, τοῦ σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.

Καὶ νῦν... Θεοτοκίον
Τὴν πᾶσάν μου ἐλπίδα εἰς σέ, Παρθένε ἀνατίθημι, μὴ παρίδῃς, ἀλλὰ σπεῦσον ἀγαθή, ῥυσθῆναί με ἐν τάχει, παθῶν τῶν ἐνοχλούντων, καὶ καθ' ἑκάστην πολεμούντων με.

Εἰς τὸν Στίχον, Στιχηρὰ Προσόμοια.
Ἦχος πλ. δ'
Κύριε, εἰ καὶ πτερυγίῳ παρέστη, τοῦ ἱεροῦ ὁ Ἰάκωβος, ἀλλὰ παρρησίᾳ λαλήσας, Θεὸν Λόγον σε ἐκήρυξε, Δημιουργὸν τοῦ παντός, κόσμῳ ἐπιδημήσαντα· οὗ ταῖς πρεσβείαις καὶ νῦν παράσχου, τὸν φωτισμὸν ταῖς ψυχαῖς ἡμῶν.
Στίχ. Εἰς πᾶσαν τὴν γῆν ἐξῆλθεν ὁ φθόγγος αὐτῶν καὶ εἰς τὰ πέρατα τῆς οἰκουμένης τὰ ῥήματα αὐτῶν.
Κύριε, εἰ καὶ ἐν τῷ ξύλῳ ἡ κάρα, τοῦ Ἀποστόλου συντέτριπται, ἀλλ' ἐν Παραδείσῳ τῷ ξύλω, τῷ τῆς ζωῆς σοι προσήνεκται· τῶν γὰρ προσκαίρων λυθείς, αἰωνίως ἀγάλλεται, οὗ ταῖς πρεσβείαις ταῖς Ἐκκλησίαις, τὴν εἰρήνην σου κατάπεμψον.
Στίχ. Οἱ οὐρανοὶ διηγοῦνται δόξαν Θεοῦ ποίησιν δὲ χειρῶν αὐτοῦ ἀναγγέλλει τὸ στερέωμα.
Κύριε, σὲ ὁμολογήσας γενναίως, ὁ Ἀδελφόθεος γέγηθεν, Υἱὸν τοῦ Θεοῦ τοῦ ὑψίστου, εἰλικρινῶς ὁ ἀοίδιμος· τοὺς δὲ δυσφήμους ἐχθρούς, κατῄσχυνε καὶ ἔπαυσε· διὰ τοῦτο καὶ ἐναθλήσας, σοὶ παρέστη ἀγαλλόμενος.
Δόξα... Ἦχος πλ. δ'
Τοῦ ἀρχιποίμενος Χριστοῦ, Ἀδελφὸς χρηματίσας καὶ διάδοχος, καὶ ἐν Ἀποστόλοις ἐπίσημος, τὸν ὑπὲρ αὐτοῦ θάνατον ἠγάπησας, καὶ τὸ μαρτύριον οὐκ ἐπῃσχύνθης, Ἰάκωβε ἔνδοξε· Αὐτὸν ἱκέτευε ἀδιαλείπτως, τοῦ σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
Καὶ νῦν... Θεοτοκίον
Ἴδε μου, τῆς συντετριμμένης καρδίας, τοὺς στεναγμοὺς θεονύμφευτε, πρόσδεξαι Παρθένε Μαρία, καὶ μὴ ἀπώσῃ πανάμωμε, τὰς τῶν χειρῶν μου ἁγνή, ἐπάρσεις ὡς φιλάγαθος, ἵνα ὑμνῶ καὶ μεγαλύνω, τὸν μεγαλύνοντα τὸ γένος ἡμῶν.

Ἀπολυτίκιον Ἦχος δ'
Ὡς τοῦ Κυρίου μαθητής, ἀνεδέξω Δίκαιε τὸ Εὐαγγέλιον, ὡς Μάρτυς ἔχεις τὸ ἀπαράτρεπτον, τὴν παρρησίαν ὡς Ἀδελφόθεος, τὸ πρεσβεύειν ὡς ἱεράρχης· Πρέσβευε Χριστῷ τῷ Θεῷ, σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.



23 OTTOBRE
Memoria del santo ieromartire e apostolo Giacomo, fratello di Dio, primo vescovo di Gerusalemme.

VESPRO

Tono 4. Hai dato come segno.

Venite, voi che avete divino sentire, * santamente onoriamo il memoriale * del fratello di Dio˚: * egli, accogliendo prontamente il giogo di Cristo, * è divenuto araldo * del vangelo della sua bontà e del regno, * e gliene è stata affidata * l’inesprimibile economia. * Grazie a lui, onnipotente, * dona a noi il perdono.

Ha echeggiato per tutti i confini della terra * il suono delle tue parole˚ * con le quali siamo illuminati in ogni forma di virtú divina, * e siamo fedelmente guidati * alla divina conoscenza della Triade; * noi dunque ti imploriamo: * Supplica, come pontefice, * Gesú amico degli uomini, * per la salvezza delle anime nostre.

Da lungi prevedendo * la tua condotta di vita, Giacomo, * ti ha accolto come fratello * il Cristo amico degli uomini, * colui che possiede sapiente prescienza, * eleggendoti in anticipo su Gerusalemme * fedele maestro nelle cose sacre, pastore capo, * iniziato alle realtà ineffabili e sacerdote dei misteri. * Supplicalo dunque anche ora * per la salvezza delle anime nostre.

Gloria. Tono pl. 2.

Col sangue del martirio * hai reso piú bello il sacerdozio, * ieromartire apostolo: * stando infatti sul pinnacolo del tempio, * hai annunciato il Dio Verbo, * che è Creatore dell’universo; * per questo, gettato giú dai giudei, * sei stato fatto degno dei celesti talami. * Fratello di Dio, Giacomo, * supplica il Cristo Dio * per la salvezza delle anime nostre.

Ora e sempre. Theotokíon. Il terzo giorno sei risorto.

In te ripongo, o Vergine, * tutta la mia speranza: * non trascurarmi, * ma affréttati, o buona, a salvarmi presto * dalle passioni che mi molestano * e che ogni giorno mi fanno guerra.

Allo stico, 3 stichirá prosómia.

Tono pl. 4. Signore, anche comparendo al tribunale.

Signore, anche stando sul pinnacolo del tempio, * Giacomo, parlando con franchezza, * annunciò te, Dio Verbo, * Creatore dell’universo venuto nel mondo: * per la sua intercessione, * anche ora elargisci l’illuminazione * alle anime nostre.

Stico: Per tutta la terra è uscita la sua voce e sino ai confini del mondo le sue parole.

Signore, anche se col legno * è stata spezzata la testa dell’apostolo, * egli è stato però condotto a te, * albero della vita, nel paradiso˚: * sciolto dalle realtà temporali, * eternamente esulta. * Per la sua intercessione, * manda sulle Chiese la tua pace.

Stico: I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani.

Signore, avendoti nobilmente confessato * Figlio del Dio altissimo, * sinceramente si rallegra * il fratello di Dio, degno di essere celebrato; * i nemici ingiuriosi, * li ha svergognati e messi a tacere, * perciò, dopo aver lottato, * si è presentato a te nell’esultanza.

Gloria. Tono pl. 4.

Chiamato fratello e successore * del Cristo pastore supremo, * e insigne tra gli apostoli˚, * per lui hai amato la morte * e non ti sei vergognato del martirio, * Giacomo glorioso. * Supplicalo incessantemente * per la salvezza delle anime nostre.

Ora e sempre.

Theotokíon. Signore, anche comparendo al tribunale.

Guarda ai gemiti del mio cuore contrito, * o sposa di Dio; * accogli, Vergine Maria, * non respingere, o tutta immacolata, * l’alzarsi delle mie mani, o pura, * tu che ami il bene: * affinché io canti e magnifichi * colei che ha magnificato la nostra stirpe.

Apolytíkion. Tono 4.

Come discepolo del Signore, * tu hai accolto, o giusto, il vangelo; * come martire, possiedi l’immutabile saldezza, * la franchezza, come fratello di Dio˚, * l’intercessione, come pontefice. * Intercedi presso il Cristo Dio * per la salvezza delle anime nostre.

Gloria. Ora e sempre. Theotokíon.

Il mistero nascosto dall’eternità * e ignoto agli angeli, * è stato rivelato grazie a te˚, * Madre-di-Dio, * agli abitanti della terra: * Dio incarnato, in unione senza confusione47, * Dio che per noi * ha volontariamente accettato la croce˚, * e risuscitando con essa il primo uomo creato, *

domenica 21 ottobre 2012

Letture della Divina Liturgia del 22 ottobre 2012


lunedì della 6' settimana di Luca
lunedì della XXII settimana
Lettura dell’epistola di Paolo ai Colossesi
(2, 13-20)
Fratelli, voi che eravate morti a causa delle trasgressioni e del prepuzio della vostra carne, Cristo ha richiamato in vita con lui, condonandovi tutti i peccati, annullando il documento scritto del nostro debito, con clausole a noi contrarie. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Egli, spogliati i Principati e le Potenze, ne fece pubblico spettacolo, dopo aver trionfato su di loro per suo tramite. Pertanto, nessuno vi giudichi per cibi, bevande o in materia di festa annuale o di novilunio o di sabati, che sono ombra delle cose avvenire, mentre la realtà è il corpo del Cristo. Nessuno pronunci sentenza contro di voi, volendo sottomettervi a culti di angeli, indagando su ciò che ha visto, scioccamente inorgoglito dalla sua mentalità carnale e staccato dal capo, dal quale tutto il corpo, ricevendo nutrimento e coesione attraverso le giunture e i legamenti, realizza la crescita di Dio. Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, quasi viveste nel mondo, vi sottomettete a un precetto?

Vangelo   secondo Luca (10, 22-24)
Tek e Hënia e të Gjashtës Javë
 In’ Zot tha: gjithëkjish Mua më kle dhënë nga Tata I jim ,e mosnjerì njeh kush ë i Biri e ai kuj të det i Biri të ja sbëlonjë .
E u pruar te dsënësit e ‘tij e mbë nj’anë i tha : të lumë ata si çë janë e shohiën ato shërbise çë ju shihëni .
Përsé U ju thom juve se shumë Profeta e rregjëra dishiruan të shihiën shërbiset çë ju shihëni e ata ngë i pan ; o të gjegjeshën shërbise çë ju gjegjij e ata ngë i gjegjën .
Il Signore ha detto: "Tutto mi è stato dal Padre mio e nessuno conosce chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare". Poi si voltò verso i discepoli, li prese in disparte e disse: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere quel che voi vedete, ma non lo videro, e udire quel che voi udite, ma non l'udirono".

mercoledì 17 ottobre 2012

Τῌ ΙΗ' ΤΟΥ ΑΥΤΟΥ ΜΗΝΟΣ
ΟΚΤΩΒΡΙΟΥ
Μνήμη τοῦ Ἁγίου Ἀποστόλου καὶ Εὐαγγελιστοῦ Λουκᾶ.


ΕΙΣ ΤΟΝ ΕΣΠΕΡΙΝΟΝ
Εἰς τό, Κύριε ἐκέκραξα, ἱστῶμεν Στίχους, ς' καὶ ψάλλομεν τὰ παρόντα Προσόμοια Στιχηρά.


Ἦχος πλ.δ'
Τὶ σε ὀνομάσω Ἀπόστολε; οὐρανόν, ὅτι τὴν δόξαν διηγήσω τοῦ Θεοῦ· ἀστραπήν, ὅτι τὸν κόσμον καταυγάζεις φωτισμῷ· νεφέλην, ἐπομβροῦσαν θεῖα νάματα, κρατῆρα, τῆς σοφίας ἐνθεώτατον, οἶνον ἡμῖν ἀναβρύοντα, τὸν τὰς καρδίας εὐφραίνοντα· Ἱκέτευε, τοῦ σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
Τὶ σε νῦν προσείπω Θεόληπτε; ποταμόν, ἐκ Παραδείσου προερχόμενον ἡμῖν, κιβωτὸν τῆς διαθήκης, ἣν διέθετο Χριστός· φωστῆρα, νοητὸν φῶς ἀπαστράπτοντα· λυχνίαν, Ἐκκλησίαν καταυγάζουσαν· ἄρτον ζωῆς, θείαν τράπεζαν, ποτήριον θείου πόματος· Ἱκέτευε, τοῦ σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.


Τὶ σὲ νῦν Θεόπτα καλέσωμεν; λειτουργὸν τῶν μυστηρίων, δραστικώτατον Χριστοῦ, τῆς σκηνῆς τῆς νοουμένης, ἀρχιτέκτονα σοφόν, τὰς πλάκας, λατομοῦντα τὰς τῆς χάριτος, τὸν νόμον, γεγραφότα τὸν καινότατον, τὸν ἐκ Σιὼν προερχόμενον, καὶ διὰ σοῦ κηρυττόμενον· Ἱκέτευε, τοῦ σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
Τὶ σὲ νῦν καλέσωμεν Ἔνδοξε; θησαυρὸν τῶν οὐρανίων, χαρισμάτων ἀσφαλῆ· ἰατρὸν καὶ τῶν ψυχῶν, καὶ τῶν σωμάτων ἀκριβῆ· τοῦ Παύλου, συνεργάτην καὶ συνέκδημον, τὰς Πράξεις Ἀποστόλων ἐκτιθέμενον. Πολλὰ Λουκᾶ τὰ ὀνόματα, ἡ ἀρετὴ σοι πεποίηκεν· Ἱκέτευε, τοῦ σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
Τὶ σε Θεορρῆμον προσφθέγξωμαι; Μαθητὴν ὅτι ἡμῖν, εὐηγγελίσω τὸν Χριστόν· ἰατρὸν ὅτι τὰ πάθη, θεραπεύεις τῶν ψυχῶν, λυχνίαν, νοητὸν φῶς ἀπαστράψασαν· κρηπῖδα, καὶ θεμέλιον τῆς πίστεως· σὺ γὰρ ἡμῖν διεχάραξας, τὸ πάνσεπτον Εὐαγγέλιον· Ἱκέτευε, τοῦ σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
Τὶ σε νῦν προσείπω Θαυμάσιε; θεωρὸν τῶν τῆς σοφίας, διδαγμάτων ἀψευδῆ; συγγραφέα πρακτικόν, τῆς Ἀποστόλων διδαχῆς, καὶ στῦλον, εὐσεβείας ἀκατάσειστον, ἢ πύργον Ἐκκλησίας ἀκατάλυτον. Πολλά σου τὰ προτερήματα, καὶ μείζονα τὰ χαρίσματα· Ἱκέτευε, τοῦ σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
Δόξα... Ἦχος πλ. β' Ἀνατολίου
Ἀπόστολε Χριστοῦ, καὶ τῶν θείων δογμάτων Συγγραφεῦ, καί τῆς Ἐκκλησίας ἑδραίωμα· σὺ ὡς ἀληθῶς, τὰς ἐν ζόφῳ τῆς ἀγνωσίας καρδίας, εἰσδυσάσας ἐν τῷ βυθῷ τῆς ἀπωλείας, ἑλκύσας θεηγορίαις, διέσωσας ὡς ἐκ σάλου τρικυμίας, ὀπαδὸς γενόμενος τοῦ σκεύους τῆς ἐκλογῆς Παύλου, ἀλλὰ καὶ μιμητής. Ὅθεν αἰτοῦμέν σε, Λουκᾶ ἀξιάγαστε, τῶν Ἀντιοχέων τὸ ἐγκαλλώπισμα. Πρέσβευε τῷ Σωτῆρι καὶ Θεῷ ὑπὲρ τῶν πίστει ἐκτελούντων τὴν ἀεισέβαστον μνήμην σου.
Καὶ νῦν... Θεοτοκίον
Τριὰς ἀπειροδύναμε, μονὰς ἡ Τρισυπόστατος, ταῖς πρεσβείαις τοῦ σεπτοῦ σου Μαθητοῦ, καὶ θείου Ἀποστόλου, καὶ τῆς Ἀειπαρθένου, σῶσον ἡμᾶς τοὺς ἀνυμνοῦντάς σε.
Εἰς τὸν Στίχον, Στιχηρὰ Προσόμοια.
Ἦχος πλ. α' Χαίροις ἀσκητικῶν 
Χάρις τοῖς χείλεσί σου Λουκᾶ, πυρίνῃ γλώσσῃ ἐξεχύθη Ἀπόστολε, καὶ γλῶσσα πυρὸς ἐδείχθης, λόγους ἐκπέμπων φωτός, τοῖς φωτὸς ἀξίοις τῷ κηρύγματι, βολίδας φλεγούσας δέ, τοῖς τὸ σκότος ποθήσασι, γράφων διδάσκων, τὸ σεπτὸν Εὐαγγέλιον, καὶ ὀσμὴ ζωῆς, τοῖς ζωὴν ὄντως θέλουσιν, ὤφθης ὡς Παῦλος ἔφησεν, ὃν ἔσχες διδάσκαλον· ὀσμὴ θανάτου δὲ πάλιν, τοῖς μὴ ζωὴν ἀγαπήσασιν. Ἀλλ' ἡμῖν εἰρήνην, καὶ ζωὴν καὶ φῶς παράσχου, καὶ μέγα ἔλεος.


Στίχ. Εἰς πᾶσαν τὴν γῆν ἐξῆλθεν ὁ φθόγγος αὐτῶν καὶ εἰς τὰ πέρατα τῆς οἰκουμένης τὰ ῥήματα αὐτῶν.
Ἔγνωμεν ἐκ τῶν λόγων τῶν σῶν, καθάπερ ἔφης τὴν τῶν λόγων ἀσφάλειαν, ὧν ἔθου ἐνθέως Μύστα· ἐπείπερ γράψαι ἡμῖν, περὶ τῶν πραγμάτων ἐπεχείρησας, ὧν πεπληροφόρησαι, καὶ καθὼς σοι παρέδωκαν, οἱ πρὶν αὐτόπται, ὧν καὶ σὺ ἴσος γέγονας, ὑπηρέτης τε, τῆς τοῦ Λόγου σαρκώσεως, ὃν μετὰ τὴν Ἀνάστασιν, εἰς Ἐμμαοὺς ἔβλεψας, καὶ καιομένῃ καρδίᾳ, μετὰ Κλεόπα συνέφαγες. Αὐτοῦ θείας θέρμης, καὶ ἡμῶν τῶν σὲ τιμώντων, τὰς ψυχὰς πλήρωσον.


Στίχ. Οἱ οὐρανοὶ διηγοῦνται δόξαν Θεοῦ ποίησιν δὲ χειρῶν αὐτοῦ ἀναγγέλλει τὸ στερέωμα.
Χαῖρε ὁ μόνος γράψας ἡμῖν, τὸ Χαῖρε χαίρων τῆς Ἁγνῆς Εὐαγγέλιον, καὶ ταύτην Κυριοτόκον, εἰπόντα τὸν Βαπτιστήν, ἐκ γαστρὸς οὗ γράφεις, καὶ τὴν σύλληψιν· καὶ Λόγου τὴν σάρκωσιν, πειρασμοὺς καὶ τὰ θαύματα, λόγους καὶ πάθη, τὸν σταυρὸν καὶ τὸν θάνατον, καὶ τὴν ἔγερσιν, ἣν περ εἶδες, καὶ ἄνοδον, Πνεύματός τε τὴν κάθοδον, κηρύκων τὰς πράξεις τε, καὶ ἐξαιρέτως τοῦ Παύλου, οὗ περ ἐδείχθης συνέκδημος, ἀκέστορ καὶ Μύστα, καὶ φωστὴρ τῆς Ἐκκλησίας, ἣν φρούρει πάντοτε.

Εἶτα τὸ παρὸν ἰδιόμελον.
Στίχ. Ἐξεχύθη ἡ χάρις ἐν χείλεσί σου.
Ἦχος δ' Βασιλείου
Τῷ τῆς Σοφίας ἁλιευτικῷ καλάμῳ, τῆς νοητῆς θαλάσσης, τὸν βυθὸν ἀνιχνεύων, ἐκ θανατηφόρου βυθοῦ, τὰς τῶν πιστῶν ψυχὰς ἐζώγρησας, Λουκᾶ παμμακάριστε. Ὅθεν τῷ Παύλῳ μαθητευθείς, ὅλην ἐκάθηρας τὴν σαυτοῦ καρδίαν, τῇ ἐπιλάμψει τοῦ Πνεύματος, καὶ τοῖς δόγμασί σου τὰ ἔθνη φωτίσας, τὰ τῶν παθῶν νοσήματα, τοῖς θαύμασιν ἰάτρευσας, Χριστὸν τὸν Θεὸν ὑπὲρ ἡμῶν ἀεὶ δυσωπῶν, τοῦ σωθῆναι τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
Δόξα... Ἦχος πλ. β'
Πάνσοφε Ἁλιεῦ, Ἅγιε Μαθητά, ἐργάτα τοῦ Σωτῆρος, καὶ θρίαμβε τῶν αὐτοῦ παθημάτων·ὁ τὴν κτίσιν τῇ πίστει διαδραμὼν, καὶ τῆς πλάνης τὰ ἔθνη συναγαγὼν, καὶ Θεῷ προσενέγκας, ὡς θυμίαμα καλόν, εἰς οὐρανοὺς εὐωδώθης. Διὸ παριστάμενος τῷ Κριτῇ, πρέσβευε ῥυσθῆναι ἡμᾶς, τῶν ἀνομιῶν ἡμῶν, καὶ ἐν ἡμέρᾳ κρίσεως, λυτρωθῆναι κολάσεως.
Καὶ νῦν... Θεοτοκίον
Ὁ ποιητὴς καὶ λυτρωτής μου Πάναγνε, Χριστὸς ὁ Κύριος, ἐκ τῆς σῆς νηδύος προελθών, ἐμὲ ἐνδυσάμενος, τῆς πρώην κατάρας τὸν Ἀδὰμ ἠλευθέρωσε· διὸ σοι Πάναγνε, ὡς τοῦ Θεοῦ Μητρί τε, καὶ Παρθένῳ ἀληθῶς, βοῶμεν ἀσιγήτως, τὸ χαῖρε τοῦ Ἀγγέλου. Χαῖρε Δέσποινα, προστασία καὶ σκέπη, καὶ σωτηρία τῶν ψυχῶν ἡμῶν.


Ἀπολυτίκιον Ἦχος γ'
Ἀπόστολε Ἅγιε, καὶ Εὐαγγελιστὰ Λουκᾶ, πρέσβευε τῷ ἐλεήμονι Θεῷ, ἵνα πταισμάτων ἄφεσιν, παράσχῃ ταῖς ψυχαῖς ἡμῶν.
Δόξα... Καὶ νῦν... Θεοτοκίον
Σὲ τὴν μεσιτεύσασαν, τὴν σωτηρίαν τοῦ γένους ἡμῶν, ἀνυμνοῦμεν Θεοτόκε Παρθένε· ἐν τῇ σαρκὶ γὰρ τῇ ἐκ σοῦ προσληφθείσῃ, ὁ Υἱός σου καὶ Θεὸς ἡμῶν, τὸ διὰ Σταυροῦ καταδεξάμενος πάθος, ἐλυτρώσατο ἡμᾶς, ἐκ φθορᾶς ὡς φιλανθρωπος.







18 OTTOBRE 2012


Memoria del santo apostolo ed evangelista Luca.

VESPRO

Al Signore, ho gridato, 6 stichi e i seguenti stichirá prosómia.


Tono pl. 4. Come vi chiameremo, santi?


Come ti chiamerò, apostolo? * Cielo, perché hai narrato la gloria di Dio˚; * folgore, perché rischiari con la tua luce il mondo; * nube, perché hai fatto scendere piogge divine; * coppa, perché fai sgorgare per noi * il divinissimo vino della sapienza * che rallegra i cuori˚. * Supplica per la salvezza delle anime nostre.


Come ti chiamerò ancora, * o ispirato da Dio? * Fiume che procede per noi dal paradiso˚; * arca dell’alleanza sancita da Cristo˚; * astro che rifulge di luce spirituale; * lampada che illumina la Chiesa; * divina mensa del pane di vita˚; * calice di divina bevanda. * Supplica per la salvezza delle anime nostre.


Come dunque ti chiameremo, veggente di Dio? * Ministro dei piú potenti misteri di Cristo; * sapiente architetto della tenda spirituale˚; * colui che taglia le tavole della grazia˚, * che ha messo per iscritto * la nuovissima legge che procede da Sion˚ * e che tramite te è annunciata. * Supplica per la salvezza delle anime nostre.


Come dunque ti chiameremo, o glorioso? * Sicuro tesoro dei celesti carismi; * diligente medico delle anime e dei corpi; * collaboratore e compagno di viaggio di Paolo; * redattore degli Atti degli apostoli. * Molti nomi, Luca, * ti ha procurato la virtú. * Supplica per la salvezza delle anime nostre.


Che nome ti daremo, o tu che parli divinamente? * Discepolo, perché ci hai evangelizzato Cristo; * medico, perché curi le passioni delle anime; * lampada che fa risplendere la luce spirituale; * basamento e fondamento della fede, * perché hai scritto per noi * il sacratissimo vangelo. * Supplica per la salvezza delle anime nostre.


Come dunque ti chiamerò ancora, o ammirabile? * Scrutatore verace * degli insegnamenti della sapienza; * scrittore efficace della dottrina degli apostoli; * salda colonna della religione * o indistruttibile torre della Chiesa. * Molte sono le tue glorie, * piú grandi ancora i tuoi carismi. * Supplica per la salvezza delle anime nostre.


Gloria. Tono pl. 2. Di Anatolio.


Apostolo di Cristo, * redattore delle divine dottrine, * sostegno della Chiesa, * davvero con le tue parole divine * hai tratto dall’abisso della perdizione * i cuori che, nelle tenebre dell’ignoranza, * vi erano affondati, * salvandoli come da ondate tempestose, * divenuto compagno di Paolo, strumento di elezione˚ * e insieme, suo imitatore. * Noi dunque ti preghiamo, * Luca degno di ammirazione, * decoro degli antiocheni, * intercedi presso il Salvatore e Dio * per quelli che celebrano con fede * la tua memoria per sempre venerabile.


Ora e sempre. Theotokíon. Il terzo giorno sei risorto.


Triade di potenza infinita, * Monade trisipostatica, * per l’intercessione del tuo venerabile discepolo * e apostolo divino, * e della sempre Vergine, * salva noi che ti cantiamo.


Allo stico, 3 stichirá prosómia.


Tono pl. 1. Gioisci, tu che sei veramente.


Sulle tue labbra è stata effusa la grazia, Luca˚, * con una lingua di fuoco, o apostolo˚, * e lingua di fuoco tu sei divenuto, * lanciando con l’annuncio parole di luce * per quelli che sono degni della luce, * e saette infuocate * per quelli che amano la tenebra, * scrivendo e insegnando il sacro vangelo; * profumo di vita * sei apparso per chi veramente vuole la vita, * come ha detto Paolo, * che tu hai avuto maestro, * e profumo di morte per quelli che non amano la vita˚. * Ma concedi a noi pace, vita e luce, * e la grande misericordia˚.


Stico: Per tutta la terra è uscita la sua voce e sino ai confini del mondo le sue parole.


Dalle tue parole abbiamo conosciuto, * come tu hai detto, * la solidità delle parole che hai divinamente pronunciato, * o iniziato; * poiché davvero tu hai messo mano a scrivere per noi * riguardo a fatti di cui avevi certezza, * esposti come li avevano trasmessi a te * quelli che prima erano stati testimoni oculari˚, * dei quali tu sei divenuto l’eguale, * ministro dell’incarnazione del Verbo * che avevi visto a Emmaus dopo la risurrezione, * e con il quale, insieme a Cleopa, * col cuore ardente avevi mangiato˚. * Ricolma del suo divino calore * anche le anime di noi che ti onoriamo.


Stico: I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani.


Gioisci, * tu che solo hai scritto per noi gioendo il ‘Gioisci’, * il buon annuncio alla pura˚; * tu che hai scritto che il Battista * dal grembo l’ha chiamata Madre del Signore˚, * lui di cui narri anche il concepimento˚, * cosí come scrivi dell’incarnazione del Signore, * delle tentazioni e dei prodigi, * delle parole e dei patimenti, * della croce, della morte, * e della risurrezione che tu hai visto, * della salita al cielo, * della discesa dello Spirito, * degli atti degli annunciatori * e di Paolo in particolare, * di cui eri divenuto compagno di viaggio, * o soccorritore e iniziato * e luminare della Chiesa, * che tu sempre custodisci.


Quindi il seguente idiómelon. Tono 4. Di Basilio.


Stico: È stata effusa la grazia sulle tue labbra: per questo ti ha benedetto Dio in eterno.


Con la canna da pesca della sapienza, * ricercando nell’abisso del mare spirituale, * hai pescato da questo funesto abisso * le anime dei fedeli, * Luca beatissimo. * Fattoti dunque discepolo di Paolo, * hai purificato tutto il tuo cuore * con l’illuminazione dello Spirito; * illuminando con le tue dottrine le genti, * hai sanato con i prodigi i mali delle passioni, * e sempre implori per noi il Cristo Dio, * perché siano salvate le anime nostre.


Gloria. Tono pl. 2.


Sapientissimo pescatore, * santo discepolo, * operaio del Salvatore, * conquista dei suoi patimenti: * tu che per la fede hai percorso il creato, * ritraendo le genti dall’inganno * e offrendole a Dio come buon incenso, * hai fatto felice viaggio verso i cieli. * Stando dunque presso il Creatore, * intercedi perché siamo strappati alle nostre iniquità, * e siamo liberati dal castigo nel giorno del giudizio.


Ora e sempre. Theotokíon.


Il mio Creatore e Redentore, * il Cristo Signore, * procedendo dal tuo grembo, o tutta pura, * rivestendosi di me * ha liberato Adamo dalla maledizione antica˚. * Per questo, o tutta pura, * noi gridiamo senza sosta a te, * veramente Madre-di-Dio e Vergine, * il ‘Gioisci’ dell’angelo˚: Gioisci, Sovrana, * avvocata, protezione e salvezza * delle anime nostre.


Apolytíkion. Tono 3.


Santo apostolo ed evangelista Luca, * intercedi presso il Dio misericordioso * perché conceda alle anime nostre * la remissione delle colpe.


Gloria. Ora e sempre. Theotokíon.



Celebriamo in te * colei che è stata mediatrice * per la salvezza della nostra stirpe, * o Vergine Madre-di-Dio: * poiché con la carne da te assunta, * il Figlio tuo e Dio nostro, * accettando di patire sulla croce, * ci ha redenti dalla corruzione, * lui, che è amico degli uomini

martedì 16 ottobre 2012

CATTEDRALE S. DEMETRIO MEGALOMARTIRE

ANNO DELLA FEDE

2012-2013
FESTA DI S. DEMETRIO MEGALOMARTIRE



ORARIO LITURGICO



17 OTTOBRE 2012 DIVINA LITURGIA ORE 8,30 :

                        INIZIO te Novenes e Shen Mitri Deshmor i Math

23 OTTOBRE 2012
                       INIZIO TRIDUO con Predicazione:
                                                    VESPRO ORE 18,30

24 OTTOBRE 2012
                      UFFICIATURA DELLA PARAKLISIS ORE 18,30

25 OTTOBRE 2012
                     UFFICIATURA DEL   VESPRO

                      con  ARTOKLASIA  ORE 18,30

26 OTTOBRE 2012
                        DIVINA LITURGIA ALLE ORE 7,30

                        SOLENNE PONTIFICALE 
                        INIZIO dell’ANNO DELLA FEDE
                         PRESIEDE
                         S.ECC.ZA MONS. SOTIR FERRARA

        Novena e Shen Mitri Deshmòr i Math

       
Në embër të Atit të Biri të Shpirti Shejt.Amin

1.O i lëvduashëm i shë Mitrë, ndihmëtar i horës t’ënë, na rrim të famasurë përpara tij, tue kujtuar se ti ,ndër të më t’errëtitë e pabesimit, ngë deshe kjosmëtë e prindravet t’atë, ngë kërkove nderin e jetës, ngë dishirove lëvdìt e këtij dheu, po si luftar i të vërtetës, si mbronjës i shejtes besë,si desumo i Vangjejit, ngë u lodhe kurr t
ë dëftoje njerëzëvet dromi e drekjt, të hilkjie shpirtra te ana e Zotit Krisht, të shkilie kriet të ligut çë mbretëroj gjithasajtën e ndihej i pamundur.


Bën ti, o i bekuam, sa edhe na, tue jetsur prapa gjurmëvet t’ote, të kemi zëmbrë edhe fukjì të ruajëm besën t’ënë, të mos na duket lik të thuhemi të krështerë për para kuj isht isht; edhè të dëftonemi, jo vetë me fialë, po me të bëma bij të vëtetë të Klishës çë i Madh’in’Zot stisi e shejtëroi me gjakuthin e tij.


Ati i jinë…Lëvdi past.. Kënka….

2.

O i lëvduashëm i shë Mitrë, ndihmëtar i horës t’ënë, na rrim të famasurë përpara tij, tue kujtuar mirësit të ralla t’zëmbrës t’ënde. I dhezur dashuriet për Perëndìn ti lidhe atë zëmbrë të fortë e të butë, jo te pethku çë sos e çë joset, jo te gëzimet çë shkojën e vënë si kamnua ,çë era shprishë atèj e këtei, jo te madhërìt çë na dèjën trut,çë na trubullojën gjakun e na trazojën shpirtin, po të vistari i pasosëm çë ndohet në kjell,te harèt çë ndurisiën për gjithëmonë, te lumeria e parraisit çë ka’t’trazhgojën ata fatbardhë çë do t’jenë të sgledhurë ndër gjithë t’jerët si drithi nga ègjëra, si lulet nga glëmbat, si drita nga nata.

Bën ti , o i bekuam, sa edhè na, tue jetsur pas gjurmëvet t’ote, mos t’jemi të ftohtë te shërbiset e t’in’Zoti,të mos kemi t’jerë dishirime veç se sa të i pël kjejëm t’jatër gjë veç se lëvdìn e Perëndìs.

Ati i jinë…Lëvdi past.. Kënka….

3.

O i lëvduashëm i shë Mitrë, ndihmëtar i horës t’ënë, na rrim të famasurë përpara tij, tue kujtuar fukjin e madhe e zëmbrës t’ënde.

Ti,i dhezur nga shpresa më e gjallë të kurorës çë kish’t’fitoje te parraisi, e tue pasur besë vetëm te pushteti i Perëndìs, u dhe pa dre e pa ndishim te duart e shpërblimtarit të hjinushëm.

Ai të buri të zot të mundje gjithë armikjët çë të rrethojën nga çëdò anë, e çë më kot kërkojën të vujën nën urdhurit e të ligut.

Ti përbuze gënjeshtrat e përgëzimet e atireve çë dejë të thiejën sopirti t’ënt;e ngë pate t’jetër kujdes se sa t’bëje vullimin e Zotit Krisht, me gjithëse e dije se te lulëja e trimërìs t’ënde kish’të sbirie gjellën mbi këtë t’errurë jetë.

Bën ti , o i bekuam, sa edhè na tua jardhur pas gjurmëvet t’ote të kemi shpresë vetëm te ndihma e të Pasosmit e te rroga çë na pret te kjiellia, sa t’bëjëm gjithë atë çë na urdhuron Ligjia shejte, edhè të kapërtsejëm burrërisht ndalimet çë pisa na vu përpara.

Ati i jinë…Lëvdi past.. Kënka….


4. O i lëvduashëm i shë Mitrë, ndihmëtar i horës t’ënë, na rrim të famasurë përpara tij, tue kujtuar çë trimërì dëftove ti te hera e vdekjies e çë butësì dëftove ahierna përpara atireve çë jerdhën të të vrisiën.

I lavosur me shtizë te krahërori i shejt , deshe t’i glisie të in’Zoti e si një kjenkjë i pafajshëm ngë u zëmërove, nga shture rëkim, po ndëjève me gjithë zëmërë ata ç’u të sulën n’krahë si kjenë të tërbuamë e i fale Perëndis vdekjien t’ënde për shëndetë e shpëtim të tire.

Bën ti, o i bekuam, sa edhe na te hera e vdekjies të dim të durojëm e mos të biem te htonjet e të mahkuarmit çë me gjithë fukjìn e ‘tij do t’vuhet të na helkjënjë te ziarri i pisës.

Lipi t’in’Zoti ndëjèsën e mëkatëvet t’ona e hirin mos t’e ftesiëm më për sa rrojëm, sa pa me ndihmën t’ënde të vijëm të të haristisiëm te parraisi teku për gjithëmonë do të bëkojëm e të trazhgojëm zotin Krisht Shpërblimtarin t’ënë.

Ati i jinë…Lëvdi past.. Kënka….

5. O i lëvduashëm i shë Mitrë, ndihmëtar i horës t’ënë, na rrim të famasurë përpara tij, tue kujtuar se nga prindrat t’anë ti kleve sgledhur për mburonjës i jinë i par. Ti, o i Madhi deshmor, ke ruajtur kurdoherë nga gjithë të ligat këtë horë t’Arbreshëvet e nga parraisi kle prierrë pa u lodhur kurr siun t’ënt të plot me dashurì e me mall mbi shpit t’ona, mbi gjinden t’ënë e mbi gjithë ata çë u kanë vënë e çë po vuhen nën hjès tìflamurit t’ënt.

Bën ti, o i bekuam sa parkalesit t’ona t’jenë të gjegjura, shtò te zëmbrat t’ona besën çë n akemi tek ti, lipi Perëndis dritë për ne sa t’njohiëm dëtirët çë na kemi përpara Atij, vullim të fort të bëjëm atë çë na nget e çë na duhet, durim te helmet,masë te gëzimet e më se më kjëndrèsën e sprasme sa t’fitojëm një herë e për gjithëmonë mundësìn edhè lëvdìn të pasosme.


PARKALESIA PER SHEN MITRIT


O deshmor i mathë i besës, o i Shën Mitrë ndihmëtar e mbronjës i Horës t’ënë, të përmisurë përpara këmbëvet t’ote na gëzonemi me tij se ndër erësirat e kjëroit t’ënt, ti i ndritur nga drita e fiellët e Parraisit, shkëlkjeve si një diell i pashuashëm jo vetëm tek ai vend te ku leve po te gjithë katutendet e mbretërit teku vajte tue rrahur sa të mbillie farën e të vërtetës,sa të leçitie fialën e gjellës, sa të jipie nduhtën e mirë gjindes s’njerë çë rroj nën hjès e vdekjes,nën barrës e mëkatës ,nën zgjedhies e të mahkuamit.

Si trim i fort çë ishe dolle mundësor e fakjebardhë te gjithë luftat, edhe fitove nder e lëvdì të panjohurë, Po përparove ndita n’dita më shumë te dashuria e t’in’Zoti, akjë sa shokët e tue i munde dhe i le prapa me mirësin e shpirtit, me butësin e zëmbrës, me dituri e parrëfieshme çë sbukuroj mendien t’ënde.

Ti kleve i jati i të vapkjëvet, ngushëllimtari i të helmuamëvet drita e të krështerëvet.

Të varfërit, të vejat,të mjerët,të urmit,të harruamit,të sëmurët gjetën tek ti prindin,ruanjsin,fukjìn, ngushëllimin, ushkjimin,shëndetën e gjellën.

Më embrin e Zotit Krisht ti durove mundimet e koposet më të kekëj. Po kriet ngë e uje kurr përpara armikut e kleve nga herë mundësor i lëvduashim, njer çë dhe shpirti i bekuam e derdhe gjakun i paçmuashëm për deshmì besës shejte.

Nga kjellia ti ngë ke sosur kurr, o deshmor i mathë, të kesh kujdes e të ruash ata çë thërresiën e çë të truhen me shpresë. E na ngë mënd’t’harrojëm kurr e po kurr gjithë ata hire e gjithë ato të mira çë nga ana jote kemi pasur edhè po kemi ditë për ditë nga in Zot.

Ti na u ke ndodhur kur të kemi dashur e gjith’e dim se ti ke klënë,e se edhè je njera më sot fukjia e arbëreshëvet, pajtori i gjinde tënë, mbronjësi i jinë i pari.

Si te luftat çë prindrat t’anë luftuan për besën e për lirine at dheut, hjeja jote e shejte ngë na u lips kurr te ana e flamurit t’kukjë e kjelli shkjipen e zeshkë te mundiet; si ti nga kjellia jerdhe e u vure përpara trimavet, nga të çilët na lehemi, ahierna kur ata zun udhën e dheut t’huaj, edhe i ruajte mbi dejtin e mbi tokën njera çë i pe të mbëjedhurë e pa rrëzik ndër këta katund të dashur, si ti shpëtove nga lidhiet e turkut të pabesëm farën t’ënë të ndershmen; ashtu mos u loth të mbash nën mbrojties tënde jo vetëm neve po edhè të shtrejtën Arbërì e gjithe ato kombet çë po pret të bardhën ditë e lirimit t’saj nga armikjët e beses.

Vërrejna ditë e natë me sy të mirë; ruana nga gjithë të ligat; jipna durim e zëmbrë të madhe te luftat e kundrështimet e gjellës; bën sa të jemi të zotë të mbajëm fialën çë dham kur patëm pagzimin shejt, akjë sa tue rruar këtu mbi dhe asht si nget, të kemi pra gëzimin të vijëm te Parraisi teku je ti e të jemi të lumë me tij tue lëvduar Perëndin për gjithëmonë

Ashtu kloft.