mercoledì 30 dicembre 2009

1 GENNAIO 2010. Circoncisione del Signore e Memoria di San Basilio il Grande.

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Orari delle celebrazioni liturgiche.

Giovedi’ 31 dicembre: ore 17.30 Ufficio del vespro

Venerdi 1 gennaio: ore 10.30 Divina Liturgia

Ἀπολυτίκιον τοῦ Ἁγίου Ἦχος α'

Εἰς πᾶσαν τὴν γῆν ἐξῆλθεν ὁ φθόγγος σου, ὡς δεξαμένην τὸν λόγον σου, δι' οὗ θεοπρεπῶς ἐδογμάτισας, τὴν φύσιν τῶν ὄντων ἐτράνωσας, τὰ τῶν ἀνθρώπων ἤθη κατεκόσμησας, Βασίλειον Ἱεράτευμα, Πάτερ Ὅσιε, Χριστὸν τὸν Θεὸν ἱκέτευε, δωρήσασθαι ἡμῖν τὸ μέγα ἔλεος.

Ἕτερον τῆς Ἑορτῆς,

Μορφὴν ἀναλλοιώτως ἀνθρωπίνην προσέλαβες, Θεὸς ὢν κατ' οὐσίαν, πολυεύσπλαγχνε Κύριε· καὶ Νόμον ἐκπληρῶν, περιτομήν, θελήσει καταδέχῃ σαρκικήν, ὅπως παύσῃς τὰ σκιώδη, καὶ περιέλῃς τὸ κάλυμμα τῶν παθῶν ἡμῶν. Δόξα τῇ ἀγαθότητι τῇ σῇ, δόξᾳ τῇ εὐσπλαγχνίᾳ σου, δόξα τῇ ἀνεκφράστῳ Λόγε συγκαταβάσει σου.

 

Apolitikion di San Basilio

Per tutta la terra è uscita la tua voce, poichè essa ha accolto la tua parola, con la quale hai definito divine dottrine, hai illustrato la natura degli esseri, hai ordinato i costumi degli uomini. Regale sacerdozio, Padre Santo Basilio, prega il Cristo Dio, perchè ci doni la grande misericordia.

Della Festa

Senza mutamento hai assunto forma umana, essendo Dio per essenza, o pietosissimo Signore. E, adempiendo la Legge, volontariamente ricevi la circoncisione della carne, per far cessare le ombre e togliere il velo delle nostre passioni. Gloria alla Tua bontà, gloria alla Tua amorosa compassione, gloria, o Verbo, alla tua inesprimibile condiscendenza.

 

VIDEO DEL TROPARIO DI SAN BASILIO IN GRECO

A TUTTI GLI AUGURI DI UN BUON ANNO 2010 COLMO DI OGNI BENE NEL NOME DEL SIGNORE PER LE PREGHIERE DI SAN DEMETRIO.

 

lunedì 21 dicembre 2009

CHIROTONIA DIACONALE DI SERGIO SPITALERI

 

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Annunciamo con gioia che

Domenica 27 Dicembre

durante la Divina Liturgia

che inizierà alle ore 10.30

Sergio Spitaleri

RiceverA’ la Chirotonia diaconale

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Uniti alla sua famiglia, a Sergio i migliori auguri di un Fecondo ministero.

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ORARI DEGLI UFFICI NATALIZI

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giovedi 24 dicembre

ore 09.30 Ufficio delle Grandi Ore

ore 17-30 Vespro e Divina Liturgia

ore 22.30 Orthros di Natale

ore 24.00  Divina liturgia pontificale

venerdi 25 dicembre

ore 07.30 Divina Liturgia

ore 10.30 Divina Liturgia

ore 17.30 Ufficio del Vespro

 



sabato 19 dicembre 2009

Chirtonia Ipodiaconale di Sergio Spitaleri

Domenica 20 Dicembre 2009, alle ore 10.30 ci sarà La Divina Liturgia presieduta dal Vescovo Sotir, durante la quale il lettore e nostro corista Sergio Spitaleri riceverà la Chirotonia Ipodiaconale.

A Sergio e a tutta la sua famiglia i migliori Auguri di un Cammino ed un Servizio pieno di Doni nella Vigna del Signore.

AXIOS

Katavasie di Natale

Proponiamo ai nostri lettori un video in cui il maestro Kabarnos, canta le Katavasie del Mattutono di Natale.

venerdì 11 dicembre 2009

13 Dicembre: memoria di Santa Lucia

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Orario delle Celebrazioni in Onore di Santa Lucia

Sabato 12 Dicembre

Ore 18.30 Esperinos-Vespro

Domenica 13 Dicembre

ore 07.00 Divina Liturgia

ore 08.30 Divina Liturgia

ore 10.30 Divina Liturgia presieduta dal Vescovo

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Le fonti sulla vita di S.Lucia sono la Passio latina ed il più antico Martyrion greco, detto Codice Papadopulo. S.Lucia nacque a Siracusa sul finire del III secolo da una nobile famiglia cristiana: rimasta orfana di padre sin da bambina, fu educata con dedizione dalla madre Eutichia, dalla quale apprese le verità del cristianesimo. Lucia, fanciulla bella, intelligente e virtuosa, meditava assiduamente le S.Scritture e si recava ai riti cristiani nelle catacombe di Siracusa: spinta dal suo amore per Gesù e dall’esempio delle prime vergini martiri, decise di consacrarsi a Dio con voto di perpetua verginità. La madre soffriva da molti anni di un flusso di sangue ritenuto incurabile dopo innumerevoli e costosi tentativi dei migliori medici. Lucia, che si prendeva cura di lei, un giorno le suggerì d’andare in pellegrinaggio a Catania presso il sepolcro della vergine e martire S.Agata per implorare il miracolo della guarigione. La madre acconsentì e vi si recarono insieme: lì, durante la Messa, fu letto l’episodio del Vangelo in cui un’emorroissa guarì toccando la veste di Gesù. Ispirata da quelle parole, Lucia disse alla madre: “Se credi in ciò che è stato appena proclamato, crederai anche che S.Agata, che ha patito per Cristo, abbia confidente accesso al Suo tribunale. Tocca con fede il suo sepolcro, se vuoi, e sarai guarita”. Allora Lucia ebbe in apparizione S.Agata che le disse: “Sorella mia Lucia, vergine devota a Dio, perché chiedi a me ciò che puoi tu stessa ottenere per tua madre? Ecco che ella è già guarita per la tua fede. Con la tua verginità tu hai costruito un santuario gradito a Dio, ed io ti dico che come grazie a me è sublimata la città di Catania, così per te avrà decoro dal Signore Gesù Cristo la città di Siracusa”. Dopo quella visione, Lucia esclamò alla madre: “Per l’intercessione della Sua Sposa Agata, Gesù ti ha guarita”, e sùbito Eutichia constatò di essere del tutto risanata. Lucia continuò: “A questo punto desidero che tu non mi parli più di sposo terreno, perché da tempo mi sono consacrata a Gesù. Piuttosto dammi quello che avevi pensato come mia dote perché possa distribuirlo ai poveri”. Eutichia: “Se non ti rincresce, farai dei beni miei e di tuo padre l’uso che vorrai dopo la mia morte”. Lucia: “La tua offerta non è la più gradita a Gesù. Dona adesso, a Lui nei poveri, ciò di cui dovrai forzatamente disfarti nella tomba”. Eutichia fu convinta, e da quel momento Lucia donò tutte le sue ricchezze ai poveri e si fece povera per Cristo. Ma un giovane innamorato di lei si vendicò del suo rifiuto alle nozze denunciandola come cristiana: vigeva la feroce persecuzione dell’imperatore Diocleziano. Lucia fu arrestata e condotta dinanzi al prefetto di Siracusa, di nome Pascasio, che le ordinò di sacrificare agli dèi. Ma Lucia disse: “Sacrificio puro presso Dio è curare chi soffre. Ho donato a Dio tutte le mie sostanze, e poiché ora non ho più nulla da offrire, offro in sacrificio me stessa”. Pascasio: “Di’ tali sciocchezze agli stolti come te. Io eseguo gli ordini degli imperatori”. Lucia: “Tu osservi i comandi degli imperatori ed io i comandamenti del mio Dio; tu temi gli imperatori ed io il mio Dio; tu vuoi piacere agli imperatori ed io al mio Dio; tu non disobbedisci agli imperatori ed io come potrei disobbedire al mio Dio? Fai ciò che vuoi: anch’io agirò secondo il mio cuore”. Pascasio: “Tu hai dissipato i tuoi beni con uomini dissoluti”. Lucia: “Io ho riposto al sicuro il mio patrimonio ed il mio corpo non ha conosciuto l’impurità”. Pascasio: “Tu sei la disonestà in persona”. Lucia: “La disonestà siete voi, di cui l’Apostolo dice: corrompete le anime degli uomini affinchè fornifichino contro Dio vivente e servano al diavolo ed ai suoi angeli che sono nella corruzione. Anteponendo i piaceri effimeri ai beni eterni, perdete l’eterna beatitudine”. Pascasio: “Queste parole cesseranno quando inizieranno i tormenti”. Lucia: “E’ impossibile far cessare le parole di Dio”. Pascasio: “Tu dunque sei Dio?”. Lucia: “Io sono serva del Dio eterno, che ha detto: quando sarete condotti davanti ai potenti non preoccupatevi di cosa dire perché non sarete voi a parlare ma lo Spirito Santo che è in voi”. Pascasio: “In te c’è lo Spirito Santo?”. Lucia: “L’Apostolo dice: coloro che vivono castamente sono tempio di Dio e lo Spirito Santo dimora in essi”. Pascasio: “Allora ti farò condurre in un luogo infame dove sarai costretta a vivere nel disonore, così lo Spirito Santo fuggirà da te”. Lucia: “Il corpo non viene deturpato se non dal consenso dell’anima: anche se tu mettessi nelle mie mani l’incenso per un sacrificio, Dio sa la mia intenzione. Egli scruta le coscienze ed aborrisce il violentatore della purezza. Se tu comandi che io subisca violenza contro la mia volontà, la mia castità meriterà una doppia corona”. Pascasio: “Se non mi obbedisci t’infliggerò crudelissime torture”. Lucia: “Tu non potrai mai convincermi a peccare: sono pronta ad ogni tortura”. Allora Pascasio ordinò di farla condurre in un postribolo perché le fosse fatta violenza, ma lo Spirito Santo la rese immobile: invano i soldati la spingevano cadendo sfiniti a terra, invano la trascinavano legata a mani e piedi o trainata da molti buoi. Pensandola una strega, Pascasio la fece cospargere d’urina ed i maghi iniziarono ad invocare gli dèi. Pascasio infuriato le disse: “Lucia, quali sono le tue arti magiche?”. Lucia: “Queste non sono arti magiche: è la potenza di Dio”. Pascasio: “Perché pur tirandoti a forza in mille non ti sei mossa?”. Lucia: “Anche se tu ne aggiungessi altre migliaia, si avvererebbe in me la Parola di Dio: cadranno mille alla tua sinistra e diecimila alla tua destra, ma nessuno potrà accostarsi a te”. Pascasio era disperato, e Lucia gli disse: “Misero Pascasio, perché ti affliggi, impallidisci, ti struggi? Hai avuto la prova che sono tempio di Dio: credi anche tu in Lui”. Pascasio allora le fece accendere attorno un rogo, ma le fiamme la lasciarono illesa. E Lucia: “Ho pregato il mio Signore Gesù Cristo affinchè questo fuoco non mi molestasse, perché dare ai credenti il coraggio del martirio ed i non credenti l’accecamento della loro superbia”. Gli amici di Pascasio, per farla tacere, le conficcarono un pugnale in gola. Ma prima di morire Lucia riuscì a dire questa profezia: “Vi annuncio che presto sarà data pace alla Chiesa di Dio. Diocleziano e Massimiano decadranno. E come la città di Catania venera come protettrice S.Agata, così anche voi onorerete me per grazia del Signore nostro Gesù Cristo osservando di cuore i Suoi comandamenti”. Poi s’inginocchiò, ricevette l’Eucarestia e spirò: era il 13 dicembre 304. Nello stesso luogo dove subì il martirio ebbe sepoltura e nel 313 fu edificato un santuario per accogliere il continuo flusso di pellegrini giunti per venerare le sue reliquie ottenendo numerose grazie per sua intercessione. Nel 1039 il suo corpo fu portato dal generale bizantino Giorgio Maniace a Costantinopoli e nella quarta crociata del 1204 dal doge Enrico Dandolo a Venezia, dove si venera tuttora. Il patrocinio di S.Lucia si è manifestato tante volte sia a Siracusa, salvata in più momenti della sua storia (carestie, terremoti, guerre), che in altre città, come Belpasso (presso Catania) e Brescia: per l’ennesima liberazione attribuita alla sua intercessione da una grave carestia, nel 1646 fu istituita a Siracusa una festa solenne in suo onore che si celebra tuttora la prima domenica di maggio, oltre a quella del 13 dicembre.
Culto
Fin dall’antichità il suo culto si è diffuso universalmente e si è tramandato sino ad oggi. La testimonianza più antica è un’epigrafe marmorea in greco risalente al IV sec., rinvenuta nel 1894 nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma. Nel 384 S.Orso le dedicò una chiesa a Ravenna. Papa Onorio I ne dedicò una a Roma. S. Gregorio Magno compose l’Ufficio e la Messa di S.Lucia, inserì il suo nome nel Canone Romano e le consacrò una cappella nella basilica di S.Pietro. Compare nel Martirologio Gerominiano, nel Sacramentario Gelasiano di S.Gallo, nel Breviario Gallo-Siculo, nel Canone di Milano e Ravenna. S.Adelmo le dedicò un poema. S.Tommaso d’Aquino la citò nella Summa Teologiae. S.Giovanni Damasceno compose l’Ufficio greco in suo onore. Tra i suoi devoti vi sono pure S. Caterina da Siena, S.Leone Magno, S.Ambrogio e Dante, che la elogiò nella Divina Commedia. In tutto il mondo le sono dedicate numerose chiese, si venerano sue reliquie, vi si ispirano opere d’arte. Nel nord Italia è popolarissima la tradizione di S.Lucia che ogni anno porta i doni natalizi ai bambini. In Svezia è molto venerata persino dalla Chiesa luterana, che le riserva un grande onore ed addirittura un rito liturgico.

Autore: Carlo Fatuzzo

Fonte: www.santiebeati.it

 

Ἡ ἀμνάς σου Ἰησοῦ, κράζει μεγάλῃ τῇ φωνῇ· Σὲ Νυμφίε μου ποθῶ, καὶ σὲ ζητοῦσα ἀθλῶ, καὶ συσταυροῦμαι, καὶ συνθάπτομαι τῷ βαπτισμῷ σου· καὶ πάσχω διὰ σέ, ὡς βασιλεύσω σὺν σοί, καὶ θνῄσκω ὑπὲρ σοῦ, ἵνα καὶ ζήσω ἐν σοί, ἀλλ' ὡς θυσίαν ἄμωμον, προσδέχου τὴν μετὰ πόθου τυθεῖσάν σοι. Αὐτῆς πρεσβείαις, ὡς ἐλεήμων, σῶσον τὰς ψυχὰς ἡμῶν.

La tua agnella o Gesù, grida a gran voce: Te, mio sposo, io desidero, e per cercare Te combatto, sono con te crocifissa, e con te sepolta nel tuo battesimo; soffro con te, per poter regnare con te, e muoio per te, per vivere in te: accogli dunque come sacrificio senza macchia, colei che, piena di desiderio, è stata immolata per te. Per la sua intercessione, tu che sei misericordioso, salva le anime nostre.

 

12 Dicembre 2009: Memoria di San Spiridione

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San Spiridione, pur avendo origini assai umili, proveniva infatti da una famiglia di pastori, divenne vescovo di una piccola zona remota nord-orientale dell’isola di Cipro, nei pressi di Salamina. Secondo lo storico Socrate, egli fu ritenuto degno della carica episcopale proprio per la santità dimostrata nell’attività precedente e fu così che fu fatto pastore di uomini nella città cipriota di Trimithonte. La sua profonda umiltà lo portò a continuare a pascolare anche il suo gregge animale, nonostante l’alto ufficio ecclesiastico assunto.
Spiridione fu un vescovo molto amato. Una leggenda narra che un giorno riuscì a catturare dei ladri che avevano tentato di rubargli delle pecore, pregò con loro, li liberò ed infine donò addirittura loro un montone, così da non aver trascorso l’intera notte svegli invano.
Pare che il santo vescovo presenziò al concilio di Nicea, anche se ad onor del vero il suo nome non compare tra i firmatari, motivo che comunque non è valido per escluderne a priori la presenza. Essendovi parecchie questioni di cui discutere, il concilio durò diversi mesi e dunque non tutti i vescovi potettero intrattenersi così a lungo abbandonando a se stesse le loro diocesi. Atanasio cita Spiridione tra coloro che mantennero posizioni ortodosse, in contrapposizione alle idee eretiche emerse al concilio di Sardica.
Rimase infine coinvolto nella persecuzione anticristiana indetta da Galerio: secondo alcune tradizioni in tale contesto storico perse l’occhio destro, qualche tendine e poi fu deportato ai lavori forzati nelle miniere.
Alla sua morte, le reliquie furono oggetto di traslazione da Cipro a Costantinopoli, poi a Corfù, Zachitos e Cefalonia. La venerazione nei suoi confronti continuò comunque costantemente nell’isola ove aveva esercitato il suo ministero. Nell’iconografia bizantina San Siridione è riconoscibile per il suo caratteristico berretto da pastore.

Autore: Fabio Arduino

Fonte: www.santiebeati.it

 

 

Ἀπολυτίκιον Ἦχος α'

Τοῦ λίθου σφραγισθέντος

Τῆς Συνόδου τῆς πρώτης ἀνεδείχθης ὑπέρμαχος, καὶ θαυματουργὸς θεοφόρε, Σπυρίδων Πατὴρ ἡμῶν· διὸ νεκρᾷ σὺ ἐν τάφῳ προσφωνεῖς, καὶ ὄφιν εἰς χρυσοῦν μετέβαλες· καὶ ἐν τῷ μέλπειν τὰς ἁγίας σου εὐχάς, Ἀγγέλους ἔσχες συλλειτουργοῦντάς σοι Ἱερώτατε· Δόξα τῷ σὲ δοξάσαντι, δόξα τῷ σὲ στεφανώσαντι· δόξα τῷ ἐνεργοῦντι διὰ σοῦ πᾶσιν ἰάματα.

 

Sei divenuto difensore del primo sinodo e taumaturgo, o Spiridione, padre nostro teoforo: per questo ti sei rivolto ad una defunta nel sepolcro, hai mutato in oro un serpente, e quando cantavi le tue sante preghiere, con te un angelo celebrava la liturgia, o sacratissimo: Gloria a Colui che ti ha glorificato, Gloria a colui che ti ha incoronato, gloria a Colui che tramite te opera guarigioni in tutti.

 

sabato 7 novembre 2009

Sito Web della Cattedrale

Annunciamo con piacere a tutti i nostri cari Lettori, che la Cattedrale San Demetrio, ha proceduto ad attivare il proprio Sito.

Questo l’indirizzo: www.sandemetrio.jimdo.com

Il Blog, continuerà ad essere una parte importante nel lavoro pastorale.

Buona Domenica..

lL’Amministratore

sabato 31 ottobre 2009

Orari delle Celebrazioni al Cimitero.

 

 

Domenica 1 Novembre

Ore 15.00 Celebrazione del Vespro

Lunedì 2 Novembre

ore 07.30 Divina Liturgia

ore 09.00 Santa Messa

ore 11.00 Divina Liturgia

Domenica 1 Novembre 2009: Santi Cosma e Damiano. Tono V

 

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ANTIFONE quotidiane.

TROPARIA

1) Ton sinànarchon Lògon *Patrì ke Pnèvmati, * ton ekParthènu techthènda * is sotirìan imòn, * animnìsomen  pistì, * ke proskinìsomen; * òti ivdhòkise sarkì * anelthìn en to stavrò, * ke thànaton ipomìne, * ke eghìre tus tethneòtas * en ti endhòxo anastàsi aftù.

Fedeli, inneggiamo ed adoriamo il Verbo, coeterno al Padre e allo Spirito, che per la nostra salvezza è nato dalla Vergine. Egli si compiacque con la sua carne salire sulla croce e subire la morte e far risorgere i morti con la sua gloriosa risurrezione.

2) Aghìi anàrghiri * ke thavmaturghì, Kosmà ke Dhamianè,* epischèpsasthe tas àsthenìasimòn; dhorèan elàvete, *dhorèan dhòte imìn.

O Santi anàrgiri e taumaturghi Cosma e Damiano, riguardate le nostre infermità; gratuitamente avete ricevuto,gratuitamente donate a noi.

3) di San Demetrio Mègan èvrato..

4) Kontakion del 21 Novembre: O katharòtatos naòs tu sotìros*, i politìmitos pastàs, kie parthènos*, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù*; sìmeron isàghiete* en do ìko Kirìu*, tin chàrin sinisàgusa* tin en Pnèvmati thìo*; in animnùsin ànghieli Theù*: àfti ipàrchi* skinì epurànios.

Il purissimo tempio del Salvatore, il talamo preziosissimo e verginale, il tesoro sacro della gloria di Dio, è oggi introdotto nella casa del Signore, portandovi, insieme, la grazia del divino Spirito; e gli angeli di Dio a lei inneggiano: Costei è celeste dimora.

 

LETTURE

1) APOSTOLOS (1 Cor. 12,27-31; 13,1-8)

Fratelli, voi siete corpo di Cristo e sue membra,ciascuno per la sua parte. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte. Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità, non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede , tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.

2) VANGELO (Lc. 16, 19-31)

Disse il Signore questa parabola: C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell’infero tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi”. E quelli replicò: “Allora, Padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, li ammonisca perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormenti”. Ma Abramo rispose: hanno Mosè e i profeti; ascoltino loro. E lui: “No, Padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvedranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi”.

 

KINONIKON

Enìte ton Kìrion ek ton uranòn; enìte aftòn en dis ipsìstis. Alliluia. (3 volte)

Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. Alliluia. (3 volte)

sabato 24 ottobre 2009

Vespri di San Demetrio

Pubblichiamo stavolta il Libro dei Vespri di San Demetrio in italiano ed in greco. Ricordiamo a tutti che essi saranno celebrati solennemente Domani sera 25 Ottobre alle ore 18.30 con la presenza del vescovo.



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Paraklisis in onore di San Demetrio

Pubblichiamo in italiano ed in lingua albanese la Paraklisis in onore di San Demetrio. Il testo è stato pubblicato in formato Publisher e quindi è pronto per essere stampato a mo di libretto



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mercoledì 21 ottobre 2009

Festeggiamenti in onore di San Demetrio Megalomartire.

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Venerdì 23 Ottobre

ore 18.30 Ufficiatura della Paraklisis in onore di San Demetrio

Sabato 24 Ottobre

ore 18.30 Ufficiatura del Vespro

Domenica 25 Ottobre

ore 18.30 Ufficiatura del Vespro Solenne di San Demetrio con Chorostasia dell’Eparca e Artoklasia

Lunedi 26 Ottobre

ore 07.30 Divina Liturgia

ore 10.30 Divina Liturgia Pontificale presieduta dall’Eparca.

sabato 17 ottobre 2009

Domenica 18 Ottobre: San Luca Apostolo ed Evangelista, Tono III

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ANTIFONE: quelle settimanali.

 

TROPARI:

1) Evfrenèstho ta urània, *agalliàstho ta epìghia, * òti epìise kràtos * en vrachìoni aftù * o kìrios; epàtise * to thanàto ton thànaton; * protòtokos ton nekròn eghèneto;* ek kilìas Àdhu errìsato imàs, * ke parèsche to kòsmo * to mèga èleos.

ITA: Esultino i cieli e si rallegri la terra, poiché il Signore operò potenza col suo braccio: calpestando la morte con la morte, divenne il primogenito dei morti. Egli ci ha scampati dal profondo dell’inferno ed ha accordato al mondo la grande misericordia.

2) Apòstole àghie * ke Evanghelistà Lukà * prèsveve to eleìmoni Theò, * ìna ptesmàton àfesin paràschi tes psichès imòn.

ITA: O santo Apostolo ed Evangelista Luca, intercedi presso il misericordioso Dio, perché conceda alle anime nostre il perdono dei peccati.

3) Tropario di San Demetrio

4) Kontakion del 21 Novembre: O katharòtatos naòs tu sotìros*, i politìmitos pastàs, kie parthènos*, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù*; sìmeron isàghiete* en do ìko Kirìu*, tin chàrin sinisàgusa* tin en Pnèvmati thìo*; in animnùsin ànghieli Theù*: àfti ipàrchi* skinì epurànios.

Ita: Il purissimo tempio del Salvatore, il talamo preziosissimo e verginale, il tesoro sacro della gloria di Dio, è oggi introdotto nella casa del Signore, portandovi, insieme, la grazia del divino Spirito; e gli angeli di Dio a lei inneggiano: Costei è celeste dimora.

 

LETTURE

APOSTOLO (Col. 4, 5-18)

Fratelli, comportatevi saggiamente con quelli di fuori; approfittate di ogni occasione. Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito di sapienza, per sapere come rispondere a ciascuno. Tutto quanto mi riguarda ve lo riferirà Tìchico, il caro fratello e ministro fedele, mio compagno nel servizio del Signore, che io mando a voi, perché conosciate le nostre condizioni e perché rechi conforto ai vostri cuori. Con lui verrà anche Onèsimo, il fedele e caro fratello, che è dei vostri. Essi vi informeranno su tutte le cose di qui. Vi salutano Aristarco, mio compagno di carcere, e Marco, il cugino di Barnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni se verrà da voi, fategli buona accoglienza e Gesù, chiamato Giusto. Di quelli venuti dalla circoncisione questi soli hanno collaborato con me per il regno di Dio e mi sono stati di consolazione. Vi saluta Epafra, servo di Cristo Gesù, che è dei vostri, il quale non cessa di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio. Gli rendo testimonianza che si impegna a fondo per voi, come per quelli di Laodicèa e di Geràpoli. Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema. Salutate i fratelli di Laodicèa e Ninfa con la comunità che si raduna nella sua casa. E quando questa lettera sarà stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi. Dite ad Archippo: «Considera il ministero che hai ricevuto nel Signore e vedi di compierlo bene». Il saluto è di mia propria mano, di me, Paolo. Ricordatevi delle mie catene. La grazia sia con voi.

VANGELO (Lc. 10, 16-21)

Disse il Signore: «Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me, chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato». I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché cosi a te è piaciuto».

MEGALINARION: Axion EStin

KINONIKON: della Domenica.

sabato 3 ottobre 2009

Moi i Otuvrit

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Secondo la consolidata Tradizione di Piana,durante il mese di Ottobre (Moi i Otuvrit) ogni sera alle ore 18.30 presso la Chiesa della Madonna del Rosario, viene celebrata la funzione religiosa dedicata alla Santissima Madre di Dio.

Giorno 4 Ottobre, Prima Domenica del Mese, la Divina Liturgia delle ore 10,30 sarà celebrata nella Chiesa della Madonna del Rosario.In Cattedrale ci sarà soltanto la Divina Liturgia alle ore 08.30.

Domenica 4 Ottobre 2009

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Domenica XVIII (II di Luca). – San Ieroteo, vescovo di
Atene. Tono I – Piana: festa della Madonna del Rosario.

Antifone: quelle quotidiane.

Tropari:

1) Tu lìthu sfraghisthèndos *ipò ton Iudhèon, * ke stratiotòn filassòndon * to àchrandòn su Sòma, * anèstis triìmeros, Sotìr, * dhorùmenos to kòsmo tin zoìn; * dhià tùto e Dhinàmis * ton uranòn evòon si, Zoodhòta: * Dhòxa ti Anastàsi su, Christè, * dhòxa ti Vasilìa su, * dhòxa ti ikonomìa su, * mòne filànthrope.

2) Tropario di San demetrio o della Chiesa.

3) Kontakion del 21 Novembre: O katharòtatos naòs tu sotìros*, i politìmitos pastàs, kie parthènos*, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Theù*; sìmeron isàghiete* en do ìko Kirìu*, tin chàrin sinisàgusa* tin en Pnèvmati thìo*; in animnùsin ànghieli Theù*: àfti ipàrchi* skinì epurànios.

Letture:

Apostolo:( 2 Cor. 9, 6-11)

Fratelli, chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà, e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché “Dio ama chi dona con gioia”. Del resto Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene, come sta scritto: “Ha largheggiato, ha dato ai poveri: la sua giustizia dura in eterno”. Colui, che somministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale poi farà salire a Dio l’inno di ringraziamento per mezzo nostro.

Vangelo: (Lc. 6, 31-36)

Disse Gesù alla folla: Ciò che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.

Megalinarion: Axion Estin

Kinonikon: Enite ton Kirion..

mercoledì 30 settembre 2009

Articolo sul Cardinal Luigi Lavitrano

Pubblichiamo con piacere, dopo aver ricevuto il relativo permesso dal direttore responsabile di Eco della Brigna (n.d.r Don Vincenzo Cosentino), un interessante articolo del professor Stefano Parenti sulla figura del Cardinale Luigi Lavitrano, Arcivescovo di Palermo e Primo Amministratore dell'Eparchia di Piana degli Albanesi dal 1937 al 1944, anno in cui si trasferì a Roma. Molto interessante questo articolo, perchè sprona gli storici a dedicarsi allo studio sia della fondazione dell'Eparchia di Piana, sia del Primo sinodo Intereparchiale di Grottaferrata del 1940.
Dell'articolo ne diamo due versioni, la prima presa dalla Rivista così come è, la seconda in formato word. Questo perchè crediamo che l'articolo deve essere la base per alquanto prossime ricerche storiche di quel felice periodo della Storia della Chiesa greco-albanese di Sicilia.


Doc 1


Sinodo1940

domenica 27 settembre 2009

In memoriam di Padre Nilo Somma.

icxc Annunciamo con profondo dolore a tutti gli ex seminaristi del Pontificio Seminario Benedetto XV di Grottaferrata, che il 27 settembre, all'indomani della festa di San Nilo da Rossano, si è addormentato nel Signore lo ieromonaco padre Nilo Somma. Per tanti anni il padre Nilo, ha diretto il Seminario ed ha educato varie generazioni di giovani italo-albanesi. Possa il Signore Dio, dare al suo servo la corona che gli spetta.

Eterna la tua memoria fratello nostro indimenticabile e degno della beatitudine!

sabato 19 settembre 2009

Prima Riunione del Coro della Cattedrale.

 

Giovedì prossimo (24 Settembre) alle ore 21.00 si terrà la prima riunione del Coro della Cattedrale per programmare l’inizio delle attività dell’anno ecclesiastico 2009/2010.

La Cattedrale ed i Coristi invitano quante più persone possibile, a partecipare a questa attività, sia per la maggiore gloria di Dio, sia per la conoscenza delle nostre peculiarità etniche e religiose.

 

Inizio Anno Pastorale.

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Domenica 27 Settembre inizierà il Catechismo per tutti i bambini della Parrocchia. Alle 10.30 ci sarà la Divina Liturgia d’inizio e poi alle 15.30 presso il Salone Parrocchiale l’Accoglienza di tutti i Bambini. La Parrocchia sta cercando alcune/i giovani che potrebbero dedicare un pò del loro tempo a questa grande opera di evangelizzazione. Tutti sono i benvenuti.

Vi aspettiamo in tanti Bambini e più grandi.

La Parrocchia.

Domenica 20 Settembre 2009.

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Domenica dopo l’esaltazione della santa croce

sant’eustachio martire. tono vii.

Si usano le antifone ed i tropari della festa della Santa Croce. Dopo il piccolo Ingresso si canta l’apolitikion della Domenica del tono VII (katelysas to Stavrò su).

Letture:

Apostolo: Gal 2, 16-20

Vangelo: Marco 8, 34-9, 1.

 

venerdì 18 settembre 2009

Lettera aperta di alcuni intellettuali arbëreshë sugli avvenimenti di Contessa Entellina.

La gravità delle recenti vicende e dispute religiose, verificatesi in Contessa Entellina, ha indotto i sottoscrittori, appartenenti alla comunità arbëreshe di Sicilia, a prendere posizione proponendo alcune pubbliche riflessioni.

È universalmente noto il ruolo svolto nel corso dei secoli dal clero bizantino-greco per la salvaguardia della identità culturale e religiosa degli italoalbanesi (arbëreshë) e l’erezione della Diocesi di Piana degli Albanesi ne è stata, da parte della Chiesa cattolica, il riconoscimento istituzionale più importante.

L’Eparchia, nelle comunità arbëreshe (Contessa Entellina, Mezzojuso, Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela) è stata chiamata ad esercitare la giurisdizione religiosa per i cattolici di entrambi i riti (il bizantino greco e il romano). Tale diversità rituale, come ognuno può e deve comprendere è un elemento di ricchezza culturale e costituisce ormai una delle peculiarità di quelle comunità.

Alcuni appartenenti alla Diocesi di Piana degli Albanesi ma culturalmente estranei alle comunità arbëreshe, laici e religiosi, sono strenuamente impegnati ad avversare le tradizioni religiose e civili degli italoalbanesi spingendo le comunità verso divisioni (greci e latini) – ingiustificate, anacronistiche e pericolose – che hanno già provocato lacerazioni nelle famiglie e nella società.

Il tentativo di impedire, in vari modi, alla popolazione di rito bizantino greco l’espletamento di riti e tradizioni secolari nasconde l’ennesimo tentativo di procedere, in modo più o meno surrettizio, alla loro latinizzazione forzata.

Non si hanno notizie circa posizioni ufficiali e pubbliche assunte in merito dalle gerarchie della Diocesi, da cui, si spera, vengano attivate iniziative opportune e necessarie per rimuovere le contraddizioni presenti e ripristinare nelle comunità un clima sereno di operosa convivenza in uno spirito autenticamente comunitario.

Si ha anche ragione di credere che dietro le “provocazioni locali” si possa nascondere una vera e propria aggressione all’Eparchia e alla sua missione. A tal proposito, infine, non sarebbe inopportuno affrontare il tema in una pubblica iniziativa di approfondimento che, oltre ad affrontare la questione della convivenza fra i due riti, possa anche occuparsi del ruolo e dello stato attuale della Diocesi.

 

Domenico Cuccia

Direttore Assemblea regionale siciliana

Pietro Manali

Direttore biblioteca comunale “G. Schirò”

di Piana degli Albanesi

Matteo Mandalà

Professore ordinario Lingua e lett. albanese

Università di Palermo

Pina Ortaggio

Docente Istituti Superiori

Vito Scalia

Docente Istituti Superiori

Giuseppe Schirò di Maggio

Albanologo e scrittore

sabato 12 settembre 2009

14 SETTEMBRE: L’UNIVERSALE ESALTAZIONE DELLA PREZIOSA E VIVIFICANTE CROCE.

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ANTIFONE

1) O Theòs, o Theòs mu, pròsches mi:ìna tì engatèlipès me.

2) Ina tì, o Theòs, apòso is tèlos, orghìsthi o thimòs su epì pròvata nomìs su. Sòson imàs, Iiè Theù, * o sarkì stavrothìs, * psàllondàs si: Alliluia.

3) O Kìrios evasìlefsen, orghizèsthosan laì, o kathìmenos epì ton Cheruvìm, salefthìto i ghì. Sòson, Kìrie...

ISODHIKON

Ipsùte Kirion ton Theòn imòn, ke proskinìte to ipopodhìo ton podhòn aftù, oti àghios estín. Sòson imàs, Iiè Theù, …

TROPARI

Sòson, Kìrie, ton laòn su, *ke evlòghison tin klironomìan su, * nìkas tis vasilèfsi* katà varvàron dhorùmenos, * ke to sòn filàtton * dhià tu Stavrù su polìtevma.

Salva, o Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità, concedi ai regnanti vittoria sui barbari e custodisci con la tua Croce il tuo regno.

O ipsothìs en to Stavrò * ekusìos, * ti eponímo su kenì * politìa * tus iktirmùs su dhòrise, Christè o Theòs. * Èvfranon en di dhinàmi su * tus pistùs vasilìs imòn, * nìkas chorigòn aftìs * katà ton polemìon; * tin simmachìan èchien tin sìn * òplon irìnis, aìttiton tròpeon.

O tu che volontariamente sei stato innalzato sulla Croce, per il glorioso e nuovo ordine di cose che hai istituito, donaci le tue misericordie, Cristo Dio; allieta nella tua potenza i nostri fedeli governanti, dando loro vittorie contro i nemici; abbiano la tua alleanza, scudo di pace e trofeo invincibile.

TRISAGHION

Ton Stavròn su proskinùmen, Dhèspota, ke tin aghìan ìpsosin dhoxàzomen.

APOSTOLO: 1 Cor. 1, 18-24

VANGELO: Giov. 19, 6-11. 13-20. 25-28a. 30-35

MEGALINARION

Mistikòs ì, Theotòke, paràdhisos,* agheorghìtos vlastìsasa Christòn, * if’ù to tu Stavrù * zoifòron en ghì * pefitùrghite dhèndron; * dhi’ù nin ipsumènu * proskinùndes aftòn, * se megalìnomen.

KINONIKON

Esimiòthi ef’imàs to fos tu prosòpu su, Kìrie. Alliluia .


14 Settembre: Festa dell’Esaltazione della Croce. Programma delle Celebrazioni.

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Orari delle Celebrazioni

 

Domenica 13 Settembre: ore 18.30 Celebrazione del Solenne Esperinos (Vespro) con Chorostasia dell’Eparca.

Lunedì 14 Settembre: ore 10.30 Ufficiatura dell’Esaltazione della Santa e Vivificante Croce con a seguire la Divina Liturgia.

Domenica 13 Settembre 2009

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Domenica prima dell’esaltazione della Croce. Dedicazione del Tempio della Resurrezione a Gerusalemme. San Cornelio Martire. Tono VI.

Antifone: quelle quotidiane.

Tropari:

1) Anghelikè Dhinamis (tono VI)

2) Ton zoopion Stavròn ( della proeortia)

3) Mègan èvrato (di San Demetrio)

4) Uranos polìfotos ( della proeortia)

Letture:

Apostolo: Galati 6, 11-18

Fratelli, Vedete con che grossi caratteri vi scrivo, ora, di mia mano. Quelli che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati a causa della croce di Cristo. Infatti neanche gli stessi circoncisi osservano la legge, ma vogliono la vostra circoncisione per trarre vanto dalla vostra carne. Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura.  E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio. D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

 

Vangelo: Giovanni 3, 13-17

In quel tempo Gesù disse: Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

 

Megalinarion: Axion Estin

Kinonikon: Enite ton Kirion.

martedì 1 settembre 2009

2 Settembre: Solennità della Santissima Madre di Dio Odigitria.

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La Santissima Madre di Dio è particolarmente venerata a Piana degli Albanesi con il nome di Odigitria. Questo antico nome dato alla Madonna è certamente un retaggio della passata dominazione bizantina in Sicilia. Difatti quasi la maggior parte dei paesi siciliani si ritrova ad avere una cappella od altro intitolato alla Madonna Odigitria, dell’Itria..

Di Piana degli Albanesi la Madonna Odigitria è Patrona e vanto particolare. Fu ad essa infatti che i Greco-Albanesi costruirono in terra siciliana il primo tempio.

La festa liturgica vera e propria dell’Odigitria, si ha il Martedì dopo la Pentecoste, solo che grazie alla Sua speciale Protezione, Piana ha trasferito la festa al 2 Settembre. Dicono le cronache infatti, che alla quarta ora della notte del 1 Settembre 1726, un violento terremoto colpì le zone intorno a Piana dei Greci. Però il paese rimase incolume. E tutto il paese attribuì questa salvezza all’intercessione della Madonna Odigitria, alla cui Chiesa erano accorsi i fedeli dopo i terribili momenti delle scosse telluriche. Da allora sino ad oggi, ogni 1 settembre la sera verso le 23.00, tutto il popolo si reca presso la Chiesa della Madonna Odigitria sita in Piazza Vittorio Emanuele per cantare le lodi alla Tuttasanta Madre di Dio e per ringraziarLa del Suo continuo patrocinio.

Anche quest’anno il primo settembre dopo la celebrazione del Vespro alle ore 19.00 la Chiesa rimarrà aperta fino a quando intorno alle 22.00 inizierà la funzione religiosa delle Katër Orët (la quarta ora della notte di cui parlavamo sopra..). Il giorno 2 invece la mattina ci sarà il Solenne Pontificale ed infine intorno alle 19.30 la Solenne Processione.

Ci piace qui riportare alcuni versi del poeta Giuseppe Schirò che parla della grazia particolare che ha il nostro Paese nell’avere Tale Patrona:

Laevdohu, katùnt,

paer fatin çae ke,

se i dashur ti je,

nga Maema e vaertetae.

Trad: Gloriati o paese, per l’onore che hai, perché tu sei amato dalla Vera Madre.

Ed ecco poi il canto, potremmo dire quasi nazionale di Piana, in onore della Madonna Odigitria, anch’esso opera di Giuseppe Schirò.

O mburonjë e Shqipërisë
Virgjëreshëz e dëlirë
mëma e lartë e Perëndisë
çë na jep këshillë të mirë


Ti çë ruajte gjyshrat tanë
të mos birjën shejtën besë
te ku ndodhen edhe janë
arbëreshvet kij kujdes


Sot edhe si kurdoherë
një dëshirë ka zëmbra jonë
arbëresh e të krështerë
të qëndrojmë për gjithmonë


Sa t'i falemi t'in Zoti
po me gluhën çë na dha
po si falej Kastrioti
e gjëria nga zbresëm na

Alla fine ecco un video dove questo canto viene eseguito.

sabato 29 agosto 2009

Orari delle Celebrazioni della festa dell’8 Settembre a Contessa Entellina.

 

7 Settembre

ore 18.00 Santa Messa

ore 19.30 Vespro Solenne

8 Settembre

ore 08.00 Divina Liturgia

ore 10.00 Santa Messa

ore 11.00 Divina Liturgia Pontificale

ore 19.00 Santa Messa

0re 20.00 circa Processione

giovedì 13 agosto 2009

15 Agosto: Festa della Dormizione della Santissima Madre di Dio

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Tropari.

Apolitikion: Nel parto hai conservato la verginità e nella dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; tu passasti alla vita, essendo madre della vita, e con le tue preghiere liberasti le anime nostre dalla morte.

Kontakion: La tomba e la morte non prevalsero sulla Madre di Dio che intercede incessantemente per noi pregando e rimane immutabile speranza nelle nostre necessità. Infatti colui che abitò un seno sempre vergine ha assunto alla vita colei che è madre della vita.

Megalinarion:

Tutte le generazioni ti proclamano beata e unica Madre di Dio. In Te, Vergine immacolata, son vinte le leggi della natura! Verginale infatti è stato il tuo parto e la tua morte ha annunziato la vita. Tu, o Madre di Dio, rimasta vergine dopo il parto e vivente dopo la morte, salva sempre la tua eredità.

 

OMELIA PER LA FESTA DELLA DORMIZIONE DELLA MADRE DI DIO

San Giovanni Damasceno

Oggi, la Scala spirituale e vivente, per la quale discese l’Altissimo per rendersi visibile sulla terra e conversare con gli uomini, servendosi della scala della morte, dalla terra si è trasferita ai cieli. Oggi, la tavola terrestre, che senza esperienza di nozze ha portato il pane celeste della vita, la brace della divinità, fu elevata dalla terra ai cieli; oggi, per la porta orientale di Dio si sono sopraelevate le porte del cielo. Oggi, dalla Gerusalemme terrestre la città vivente di Dio si è trasferita "alla Gerusalemme di lassù"; Colei che ha concepito come suo primogenito e unigenito il Primogenito di tutta la creazione, l’Unigenito del Padre, prende dimora nella "Chiesa dei primogeniti"; l’arca viva e spirituale del Signore viene sollevata fino al riposo di suo Figlio. Le porte del Paradiso si aprono e accolgono il campo che ha prodotto Dio, da cui germogliò l’albero della vita eterna che ha dissipato la disobbedienza di Eva e la pena di morte comminata ad Adamo. Questi è Cristo, la causa della vita dell’universo, che riceve la grotta scavata, la montagna non tagliata, dalla quale si staccò, senza opera di mani, la pietra che riempì la terra. Il letto nuziale della divina Incarnazione del Verbo si è adagiato nella tomba gloriosissima come in stanza nuziale e sale fino al nuziale appartamento celeste per regnare splendidamente con il suo Figlio e suo Dio, e lascia la sua tomba come letto nuziale a quelli che restano sulla terra.

Letto nuziale, la tomba? Sì, e più splendido d’ogni letto. E non per riflessi d’oro, per lucentezza o argento, per bagliori di pietre preziose esso risplende, né per i fili di seta, né per rivestimento di broccato e di tessuti di porpora, ma per la luce divinamente scintillante dello Spirito santissimo. Esso procura non l’unione dei corpi agli amanti della terra, ma la vita delle anime sante a quelli che sono affascinati dallo Spirito, una disposizione verso Dio migliore e più dolce di ogni altra. Questa tomba è più fiorente dell’Eden... questa tomba, più preziosa dell’antico Tabernacolo, ha contenuto il candelabro spirituale e vivo, e la tavola apportatrice di vita che ha ricevuto non i pani "della proposizione ma quello celeste, non il fuoco materiale ma l’immateriale fuoco della divinità. Questa tomba è più fortunata dell’arca mosaica, poiché ha avuto in felice eredità di possedere non le ombre e le figure, ma la verità stessa. Accolse, invero, l’urna pura e aurea che ha prodotto la manna celeste; la viva tavola di pietra su cui è stata incisa per opera dello Spirito, dito potentissimo di Dio, la Parola che si incarnava, il Verbo sussistente; accolse l’altare d’oro degli incensi: Colei, cioè, che portò nel suo seno la brace divina e che ha profumato tutta la creazione.

 

Commenti

Si comunica a tutti i lettori che al fine di evitare polemiche non gradite è stata attivata la moderazione dei commenti.

lunedì 10 agosto 2009

Un contessioto ci scrive

Pubblichiamo con piacere l'articolo che l'amico Nino Montalbano ci ha mandato per email:

NON LO CONFONDO
Penso che Contessa oggi si debba fare delle domande: chi siamo? Cosa vogliamo conservare? Perché?
E rispetto a questo domande si debbano fare le dovute scelte. Perché il problema tra greci e latini non è una semplice disputa tra “aprire” o “chiudere” ai fedeli di rito greco una chiesa. Ma uno scontro tra persone diverse e culture e provenienze diverse che va oltre la semplice divisione greci-latini ma che vive conflitti interni. Troviamo la cultura della “conservazione e della memoria storica” e la cultura dell’oggi, del nuovo, dell’io che non tiene conto dell’altro. Troviamo persone che vivono conflitti e persone che restano a guardare e lo ripeto, questi atteggiamenti non sono né greci, né latini. Questo lo dico soprattutto agli alfieri della tradizione che in tante situazioni hanno taciuto e che probabilmente tacciono ancora oggi. E lo dico a chi non capisce il valore delle tradizioni in senso stretto, delle tradizioni che uniscono una comunità e che la rendono viva, vera… se stessa e che la proiettano verso un futuro pieno di significati perché ha dentro di sé il percorso e il ritorno, ha dentro di sé la consapevolezza di un legame, di un punto di partenza storico, di una casa “storica” dove sentirsi a proprio agio.
In tutta questa confusione cerco un punto di riferimento, parlo con greci e latini. Scavo tra i miei ricordi, tra le ragioni dell’uno e dell’altro e trovo soltanto verità a metà, verità dettate dall’una o dall’altra appartenenza. Da rancori tra persone, da frasi che hanno poco a che fare con la fede, da frasi che hanno poco a che fare con “l’essere contessioti”, con una visione positiva del futuro di Contessa. Nello stesso tempo penso anche che è necessario avere un’idea, esprimerla, che ognuno di noi debba prendersi la responsabilità di assumere una posizione netta rispetto ad un problema perché sarebbe facile sorridere ad entrambi come alcuni fanno.
Conosco i due parroci, quello di rito latino non riesco a giudicarlo e forse nemmeno lo potrei fare, penso che avrà i suoi motivi, ma una verità ce l’ho. Conosco Papàs Nicola Cuccia fin dalle scuole medie, lui è contessioto, lui dona la sua vita a questa comunità. Ci siamo visti migliaia di volte e migliaia di volte ci siamo scambiati opinioni. Con lui negli anni ho vissuto incontri, momenti di preghiera, di confronto, sia nella chiesa greca che in quella latina. Conosco il suo pensiero, il suo modo di porsi, la sua famiglia e soprattutto conosco il suo animo. E non lo conosco in maniera superficiale ma per quello che è, un animo e una sensibilità che dà agli altri. Una persona che è un orgoglio per questa comunità. Una volta ad un frequentatore della chiesa latina che voleva convincermi su chi avesse ragione o torto nella disputa che dura da alcuni anni gli risposi: io lo conosco, io non lo confondo! Spesso, nel percorso della mia vita quello che è restato come unica verità è la sua purezza, il suo “donarsi”, il suo esempio e lo scrivo perché non è un cosa che so solo io, ma lo sa tutta Contessa.
Si, non è un santo e non è nemmeno perfetto, è un uomo come noi che cerca di dare il massimo per questo paese e questa è una cosa certa. Questo paese ha bisogno di lui, a questo dovrebbe pensare Padre Mario, al rispetto del rappresentante dei fedeli di rito greco, il quale, il 1 agosto è venuto nella chiesa latina unicamente per pregare. Il resto, gli atteggiamenti, le parole, la rabbia dovrebbero essere messi da parte attraverso la discussione e l’umiltà. L’umiltà che a molti fedeli, sia greci che latini, manca. Quello che conta oggi è che Papàs Nicola Cuccia resiste, soffre ma resiste, cercando con tranquillità di affrontare il problema. Non ha offeso nessuno e continua a “donarsi” senza essere né greco ne latino ma contessioto. Questo forse molti oggi preferiscono non vederlo perché è più semplice “fare la guerra”, ma io non lo CONFONDO.
E non confondo nemmeno la mia appartenenza e il diritto di ripercorrere le tradizioni del mio paese che non possono essere negate da nessuno perché è un patrimonio che ha segnato e segna la mia vita e che posso condividere con chi viene da fuori come qualcosa che mi appartiene, che è mio, che è nostro… e che non possiamo perdere.

Nino Montalbano

Video del TGR Sicilia sui fatti di Contessa

domenica 9 agosto 2009

Paraklisis insieme ai Contessioti.

Siamo giunti nei pressi della Chiesa assieme al Diacono Papàs Sepa, con la sua macchina rovente che segnava 34 gradi. Apriamo gli sportelli e già si sentivano i canti della Paraklisis (ode 1°) non amplificati ma ben distinti. Com’era strana l’atmosfera: nessuno in giro, nemmeno un cane! Eppure i canti riempivano le strade del paese. La Paraklisis è una preghiera di invocazione, di dolore, di richiesta di guarigione alla Madre di Dio. Si sentiva nell’aria il paese ferito, umiliato che cantava dolorante alla loro Mamma.

Ancora più lancinante la scena che si presentava: il portone chiuso battuto da un sole che non perdona perché non riscalda, brucia. Lì appoggiato un proskinitarion con l’icona di Maria e il bambino ardenti anche loro, chissà…Un tavolo con un katasarka improvvisato i cui lembi ogni tanto svolazzavano col venticello torrido. All’ombra, al lato destro della strada, presso la scalinata i fedeli con papa Nicolino e il diacono attorniati da una piccola folla di cinquanta contessioti, seduti in piedi appoggiati dove capita. Più in là altri che cercano altre ombre, altri appoggi di fortuna. Eppure erano composti come se fossero dentro il Santuario a pregare Maria. Un tropario papa Nicolino, un altro tutti, senza gridare, senza sbavature. C’era un grande assente in quella assemblea: l’organo! Chiuso anch’egli come la Chiesa. Come la Chiesa non appartiene né a loro né a Maria. Perché se appartenessero alla loro Mamma essa non chiuderebbe la porta in faccia ai propri figli né li priverebbe dell’organo per cantargli le lodi. Si sentiva anche l’odore dell’incenso che profumava Maria e tutti noi. Siamo forse dentro la Chiesa? Si, perché lo spazio è delimitato dalla fede dei fedeli.

Alla fine ci si aspetta che tutti, vedendoci, si avvicinino con rabbia puntandoci il dito: che siete venuti a fare? Invece, non è stato cosi. La domanda frequente è stata più pesante: che te ne pare?

E noi a biascicare qualche frase nascondendo imbarazzo e rabbia. C’è un portone di legno chiuso che impedisce l’ingresso. Siamo tutti li davanti impotenti a chiedere che aspetta chi di dovere ad aprire quella porta, a far suonare l’organo? Non so…forse….verrà….al momento opportuno….pregate e sperate….dov’è il suo vice….perché non viene a vedere?

Qualcuno si stanca delle nostre non risposte e se ne va’. Anche noi ci avviamo. Volete dissetarvi? No grazie, dobbiamo andare. Cento persone che cercano risposte da due altrettanti inermi! Il caldo di Contessa ci riprende, ci rimette nella macchina ancora rovente. Abbiamo pregato con loro. Amaramente ne siamo usciti, come S. Pietro dal cortile nella notte della passione. E mi vennero in mente le parole di S. Paolo: Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte. (2 Cor. 12,9-10).

Papas Jani Pecoraro, Parroco della Cattedrale di San Demetrio Megalomartire