giovedì 30 gennaio 2014


Venerdì 31 Gennaio 2014 

San Ciro e Giovanni, anargiri (†303)


Sinassario 

San Ciro era un monaco nativo di Alessandria, mentre 

Giovanni era un soldato nativo di Edessa, in Mesopotamia. 

Secondo la tradizione si conobbero perché, a causa della 

persecuzione di quel tempo, Ciro fuggì verso il Golfo 

d'Arabia, dove si trovava una piccola comunità di monaci e 

Giovanni, a cui era giunta fama del monaco, si unì a lui. 

Visto che Ciro conosceva l'arte medica, per anni i due si 

dedicarono alla cura dei malati.

Sebbene le fonti sulla loro vita siano assai incerte, è 

accreditata la versione secondo la quale Ciro e Giovanni 

subirono il martirio per aver voluto assistere Atanasia e le 

sue tre figlie, Eudossia, Teodota e Teoctista; queste, infatti, 

erano state arrestate per la loro fede cristiana e temendo 

che le giovani figlie, terrorizzate dalle torture a cui 

sarebbero 

state sottoposte, rinunciassero a Cristo, si unirono a loro per 


sostenerle, assoggettandosi essi stessi al martirio. 

Furono decapitati nell'anno 303 sotto Diocleziano 

(secondo altre fonti il 313 o il 292). 

La loro tomba divenne luogo di pellegrinaggio e di miracoli e 

per questo vennero soprannominati anargiri, cioè guaritori.

mercoledì 29 gennaio 2014

30 GENNAIO 2014 Santi Basilio il Grande, Gregorio il Teologo e Giovanni Crisostomo.

Vespro. 
Stichira dei Santi 6: Ta tis charitos organa. Dhoxa del Mineo:
Tas mistikas simeron; Ke nin: Tis mi makarisi se. Isodo. Fos
ilaron. Prokimenon: del giorno: I voithià mu parà Kirìu. 

Letture dei
Santi : Deut. 1,8-17 ; Deut. 1,14-21 ; Sap. 3,1-9. Aposticha: Cheris, ierarchon i Trias; Dhoxa dei Santi: Salpisomen en salpinghi asmaton;
Ke nin: Makarizomen se Theotoke. 
Apolitikia: Tus tris meghistus
fostiras; Dhoxa ke nin: Tu Gavriil fthenxamenu (Teotok. Tono I).

Liturgia. 
Apolitikia: Tus tris meghistus fostiras; e del Santo della Chiesa. Kontakion: O mitran parthenikin. Trisagio. 
Apostolo: dei Santi Eb.13,7-16. 
Vangelo: dei Santi: Mt. 5,14-19. 
All’Exeretos: Axion estin. 
Kinonikon: Is pasan tin ghin. Dopo ‘Soson, o Theos’: Idhomen to fos. Apolisis.

Giovedì 30 Gennaio 2014 

Santi Basilio il Grande, 

san Gregorio il Teologo e 

san Giovanni Crisostomo




Si fa memoria: Santi Basilio il Grande, san Gregorio il Teologo e san Giovanni Crisostomo 

    La festa comune dei Tre Santi Gerarchi venne istituita intorno al 1100, durante il regno di Alessio I Comneno, a seguito di accese discussioni che si erano sollevate tra gli studiosi del tempo su quale dei tre Gerarchi della Chiesa commemorati a Gennaio, Basilio il Grande (1 Gennaio), Gregorio di Nazianzo (25 Gennaio) o Giovanni Crisostomo (27 Gennaio), fosse il più grande.
   
   Alcuni decisero per San Basilio il Grande, a causa della sua grande intelligenza e moralità austera, altri per san Giovanni Crisostomo, insuperabile per la convincente dolcezza dei suoi discorsi, e altri tennero per san Gregorio di Nazianzo, per la sua retorica elegante e la sua capacità dialettica. 
    
   Inoltre, ciascuna delle parti, al fine di distinguersi dagli altri, assunse il nome del suo Santo, di conseguenza si chiamarono Basiliani, Giovanniti e Gregoriani.
    
   La tradizione vuole che per porre fine alla contesa si decise di chiedere consiglio a Giovanni, Metropolita di Eutachia.
     A lui apparvero in sogno i tre Santi che dissero della loro pari gloria nel Regno di Dio e chiesero l'istituzione di una festa comune per tutti e tre. Stabilì al 30 Gennaio tale ricorrenza.
   30 GENNAIO 2014
        Memoria del santo ieromartire Ippolito (235), 

             papa di Roma.  

          Memoria dei nostri santi padri e maestri   universali,  

Basilio il grande,Gregorio il teologo e 
Giovanni Crisostomo     

(la festa fu istituita intorno al 1100).

GRANDE VESPRO
Tono 4. Come generoso fra i martiri.
Degnamente onoriamo * i tre araldi della grande Triade,  Giovanni e Basilio  insieme a Gregorio:strumenti della grazia, cetre dello Spirito, trombe sonore per l’annuncio,che dall’alto, tremende e rimbombanti, fanno echeggiare tuoni e rendono nota la gloria di Dio fino agli estremi della terra. 2 volte.
Siano onorati come conviene i difensori della Triade,  le fortezze della pietà, i tre apostoli successori dei dodici,i fiumi che fanno fluire dall’Eden l’acqua viva,e dissetano il volto della terra,  facendo scorrere vita con i loro rivi divini, i grandi elementi che, come nella creazione, tengono insieme la fede. 2 volte.
Non sono discorsi, è detto, né parole di cui non si odano le voci˚: per tutta la terra e il mare  è uscito il suono dei divini e sapienti maestri della creazione;  per questo i confini della terra, in virtú delle loro leggi divine, vengono ottimamente composti e riuniti  in una sola retta fede.
Quanti seguiamo le loro dottrine, celebriamo nel canto gli strumenti dello Spirito, le trombe della verità, i retori del Verbo, supplicandoli affinché essi, che hanno famigliarità col Signore,
chiedano per la terra stabile pace per sempre,e per noi tutti, il perdono.
Gloria. Tono pl. 2.
Celebriamo oggi * le mistiche trombe dello Spirito,  i padri teòfori, coloro che hanno cantato in mezzo alla Chiesa l’armoniosa melodia della teologia,la Triade una, essenza e divinità immutabile; * celebriamo i distruttori di Ario * e difensori degli ortodossi, * coloro che sempre intercedono presso il Signor perché sia fatta misericordia * alle anime nostre.
Ora e sempre. Theotokíon.
Chi non ti dirà beata, o Vergine tutta santa˚?  Chi non celebrerà il tuo parto verginale? Perché l’Unigenito Figlio che intemporalmente dal Padre è rifulso,  egli stesso, ineffabilmente incarnato,  è uscito da te, la pura: Dio per natura e per noi fatto uomo per natura˚, non diviso in dualità di persone, * ma da riconoscersi  in dualità di nature, senza confusione. Imploralo, augusta beatissima, perché sia fatta misericordia alle anime nostre.
Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.
Lettura dal libro del Deuteronomio (1,8-11.15-17).
Disse Mosè ai figli d’Israele: Ecco, vi ho messo davanti la terra (p. 742).
Lettura dal libro del Deuteronomio (10,14-21).
Disse Mosè ai figli d’Israele: Ecco, il  Signore tuo Dio è il cielo (pp. 742-743).
Lettura del libro della Sapienza di Salomone (3,1-9).
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio (pp. 803-804).
Allo stico, stichirá prosómia.
Tono pl. 1. Gioisci, tu che sei veramente.
Gioisci, triade di pontefici, * gioite, grandi baluardi della Chiesa,
colonne della pietà, salda sicurezza dei credenti, rovinosa caduta degli eretici; voi che pascolate con divine dottrine il popolo di Cristo e lo nutrite con virtú d’ogni sorta; voi, araldi della grazia dalla voce penetrante, voi che avete esposto in pienezza  le leggi di Cristo; * guide verso il cielo, * porte d’accesso al paradiso. * Chiedete a Cristo * di inviare sulle anime nostre * la grande misericordia˚.
Stico: Si vanteranno i santi nella gloria, ed esulteranno sui loro giacigli.
Gioisci, triade di pontefici,gioite, angeli terrestri che tendete al cielo, salvezza del mondo, gioia degli uomini e maestri di tutta la terra;difensori del Verbo,medici perspicaci per le malattie dell’anima e del corpo, * fiumi perenni dello Spirito, voi che irrigate con le vostre parole * tutta la faccia della terra; * teologi, fondamenti, * uomini dall’aureo linguaggio divino, * chiedete a Cristo * di inviare sulle anime nostre * la grande misericordia˚.
Stico: I tuoi sacerdoti, Signore, si rivestiranno di giustizia, e i tuoi santi esulteranno.
Gioisci, triade di pontefici,sole del terreste firmamento, gioite, raggi e faci dello splendore trisolare,  ricupero della vista per gli ottenebrati, * stupendi fiori profumati del paradiso, * tu, o teologo, tu, sapiente Basilio, * e tu, Crisostomo; * tavolette su cui ha scritto lo Spirito, * tavole incise da Dio, * mammelle che fanno sgorgare * il latte della salvezza, * fregio della sapienza: * supplicate Cristo * di donare alle anime nostre * la grande misericordia˚.
Gloria. Tono pl. 1.
Diamo il segno con la tromba dei canti; * danziamo in festa * e tripudiamo esultanti * nella pubblica solennità dei nostri maestri. Re e principi accorrano insieme e con inni applaudano ai pontefici,  perché fanno scaturire tre immensi fiumi di dottrina, dallo splendido corso, fiumi perenni dello Spirito. * Pastori e maestri, riuniamoci per celebrare i tre iniziati dell’augusta Triade: i filosofi celebrino i sapienti; i sacerdoti, i pastori; i peccatori, gli avvocati,i poveri, coloro che donano ricchezza;i tribolati, i conso-latori;i viaggiatori, i compagni di viaggio; quanti sono in mare, i nocchieri: tutti lodiamo i divini sommi sacerdoti * che ovunque con ardore ci prevengono, e cosí diciamo:Maestri santissimi,affrettatevi
a sottrarre i fedeliagli scandali della vita, e a liberarci dagli eterni castighi.
Ora e sempre. Theotokíon.
Noi fedeli ti proclamiamo beata, Vergine Madre-di-Dio, e com’è nostro dovere ti glorifichiamo città inconcussa, muro inespugnabile, indistruttibile protezione e rifugio delle anime nostre.
Apolytíkion. Tono 1.
Quanti siamo innamorati dei loro discorsi, conveniamo tutti insieme per onorare con innii tre sommi astri della Divinità trisolare, che con i raggi delle loro divine dottrine fanno brillare tutta la terra; i fiumi di sapienza fluenti miele che irrigano tutto il creato con i rivi della conoscenza di Dio,il grande Basilio e il teologo Gregorio,insieme all’illustre Giovanni dall’aurea eloquenza: essi sempre per noi intercedono * presso la Triade.
Theotokíon.
Gabriele ti recò il saluto ‘Gioisci’, o Vergine, e a quella voce il Sovrano dell’universo  si incarnò in te, arca santa, come ti chiamò il giusto Davide. Sei divenuta piú ampia dei cieli, perché hai portato il tuo Creatore. Gloria a colui che ha dimorato in te, gloria a colui che è uscito da te, gloria a colui che per il tuo parto  ci ha liberati.
C A T T E D R A L E S. D E M E T R I O M. 

Date e tematiche per corso prematrimoniale 2014 


27 Lun.Gen.'14 Accoglienza e presentazione


29 Merc.gen-'14 Matrimonio nell'AT


3Lun. Febbr.'14 Matrimonio NT


5Merc.Febbr.14 Matrimonio come chiamata


10 Lun.Febbr.14Matrimonio sacramentale


12 Merc.Febbr.14 Spiritualità coniugale


17Lun.Febbr.'14 Celebrazione del Matrimonio (rito biz.lat.)


19 Merc.Febbr.14 Fecondità e amore coniugale


24 Lun. febbr.14 Aspetti giuridici del matrimonio


26 Merc.Febbr.14 Operatore sanitario
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lunedì 20 gennaio 2014


AVVISO


ALLA CORTESE ATTENZIONE DEI FIDANZATI


SI COMUNICA CHE LUNEDI 27 GENNAIO 

2014 ALLE ORE 21,00


NEL SALONE DELLA CATTEDRALE 

S.DEMETRIO (Via P.Novelli)

 IN PIANA DEGLI ALBANESI 


INIZIA IL CORSO DI PREPARAZIONE 


PER IL MATRIMONIO 2014 : 


ACCOGLIENZA E PRESENTAZIONE .



BENVENUTI                  P.NINO

sabato 18 gennaio 2014


Dal SUSSIDIO 

per la SETTIMANA DI UNITA DI PREGHIERE 2014 

(18-25 gennaio '14) 

PRESENTAZIONE

Cristo non può essere diviso! (1 Cor 1, 1-17)
1. ―Cristo non può essere diviso!‖ È questa la forte affermazione dell‘apostolo Paolo che i fratelli e le sorelle canadesi pongono alla nostra riflessione per la preghiera comune di quest‘anno. È un ammonimento che riceviamo, comprendendolo innanzitutto nel contesto in cui l‘apostolo lo
pronuncia: quello di una comunità che ha bisogno di ritrovare l‘essenziale della propria fede. Tutto l‘epistolario ai Corinzi ne è una testimonianza: a chi ricerca i carismi più eclatanti, Paolo ricorda che l‘amore è la via della perfezione (Prima lettera ai Corinzi 13); a chi si crede forte nella fede,
Paolo proclama un Signore che è forte nella debolezza (Seconda lettera ai Corinzi 12); alla ricerca della saggezza umana, contrappone la pazzia di Dio (Prima lettera ai Corinzi 1). A chi vuole raggiungere le più alte vette della spiritualità, Paolo ricorda che lo Spirito del Signore agisce con
potenza laddove un qualsiasi credente afferma con le parole ed i fatti che Gesù è il Signore (Prima lettera ai Corinzi 12). Questo è l‘essenziale della fede, il suo cuore profondo dove tutti i cristiani possono trovare la loro unica fonte: è Cristo stesso che è stato crocifisso per noi e nel nome del
quale veniamo battezzati.
2. A Corinto la chiesa era dilaniata da gruppi contrapposti. C‘era chi dichiarava: ―‗Io sono di Paolo‘; un altro: ‗Io di Apollo‘; un terzo: ‗Io sono di Pietro‘; e un quarto: ‗‗Io sono di Cristo‘‖. In questa sequenza è proprio l‘ultima affermazione che più ci interpella: utilizzare Cristo per sancire
le nostre divisioni. Questo si è spesso verificato nella storia del cristianesimo, laddove la ricerca della fedeltà all‘evangelo di Cristo, per le varie tradizioni cristiane, invece di creare un patrimonio comune ha suscitato scomuniche e conflitti. Divisi nel nome di Cristo: questo è il paradosso e lo scandalo della nostra vita cristiana.
Il nostro impegno è di mettere in discussione questa logica. Sentiamo quindi fortemente nostro uno dei cinque imperativi ecumenici enunciati nel documento congiunto cattolico-luterano Dal conflitto alla comunione: ―abbiamo bisogno dell‘esperienza, dell‘incoraggiamento e della critica reciproca per giungere a una conoscenza più profonda di Cristo. Cristo infatti non viene più a farsi crocifiggere: è venuto, una volta per tutte, per la nostra salvezza, ma tocca a noi ora prendere il posto di Cristo sulla croce e, crocifiggendo le nostre passioni e la nostra mentalità mondana,
sacrificarci per realizzare la volontà di Dio: ―che tutti siano una cosa sola‖ (Giovanni 17, 21). 3. Come i nostri fratelli e le nostre sorelle canadesi fanno notare, il brano della Prima lettera ai Corinzi ―richiama l‘attenzione sul modo in cui possiamo valorizzare e ricevere i doni degli altri
anche ora, nel nostro stato di divisione‖. L‘intera epistola mostra chiaramente un conflitto in atto, con l‘autorità dell‘apostolo e della sua predicazione pesantemente contestate. Tuttavia, all‘inizio della Lettera Paolo afferma ―io ringrazio sempre il mio Dio per voi‖. Non è solo una formalità, ma un sincero riconoscimento della ricchezza spirituale dei Corinzi, i quali non mancano di alcun dono. Riconoscere i doni degli altri, anche di coloro con i quali si è in conflitto, significa prima di tutto riconoscere l‘opera di Chi quei doni ha elargito, cioè Dio stesso. Inoltre Paolo riconosce ai Corinzi di essere pienamente Chiesa di Cristo e ricorda loro il legame che li unisce a tutti coloro che proclamano lo stesso Signore in ogni luogo. Non si è infatti Chiesa da soli, ma nella comunione di tutti coloro che confessano il nome di Gesù. Riconoscere i doni gli uni degli altri
significa per noi oggi innanzitutto, riconoscere i doni della grazia elargiti con generosità all‘intero popolo di Dio, pur nelle sue diversità.
6
Doni che edificano la Chiesa e la abilitano a servire il mondo. Seguendo anche in questo caso l‘invito del documento Dal conflitto alla comunione, l‘impegno ecumenico è di essere aiutati dalla forza del vangelo di Cristo per il nostro tempo e testimoniare insieme la grazia di Dio nella
predicazione e nel servizio verso il mondo‖ sia in ambito liturgico che sociale.
Grazia che libera, che ci fa volgere lo sguardo verso i minimi e gli ultimi, ci rende consapevoli delle nostre responsabilità nella salvaguardia del creato. Grazia per la quale possiamo fare nostra l‘invocazione che ha contraddistinto l‘assemblea 2013 del Consiglio Ecumenico delle Chiese: ―Dio della vita, guidaci verso la giustizia e la pace‖.
4. Accogliamo dunque con riconoscenza il lavoro delle nostre sorelle e dei nostri fratelli canadesi.
Nelle pagine di introduzione al materiale omiletico essi descrivono le grandi diversità che arricchiscono il loro paese: diversi popoli, diverse lingue, diverse religioni, diversi ambienti geografici. Accogliamo le domande che essi propongono per ogni sezione del testo della Prima
lettera ai Corinzi, pensando alla situazione specifica del nostro paese e alle nostre diversità, troppo spesso misconosciute e non valorizzate. Pensiamo per esempio all‘arrivo di migranti da ogni parte del mondo e, soprattutto, da quel sud del mondo nel quale oggi vive la maggioranza dei cristiani.
Pensiamo alle chiese di migranti che si formano sul nostro territorio. Pensiamo alla presenza di altre religioni giunte ad allargare i nostri confini culturali e perfino spirituali. Pensiamo all‘esigenza di libertà e di dialogo che una società multiculturale sempre più richiede. Sia anche questo l‘orizzonte ecumenico della nostra ricerca di unità, rafforzata dalla nostra continua e fervida preghiera di fraternità.
Chiesa Cattolica
✠ Mansueto Bianchi Vescovo di Pistoia Presidente, Commissione Episcopale per l‘Ecumenismo e il Dialogo della CEI
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia Pastore Massimo Aquilante
Presidente
Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e di Malta ed Esarcato per l’Europa Meridionale ✠ Metropolita Gennadios Arcivescovo Ortodosso d‘Italia e di Malta ed Esarca per l‘Europa Meridionale (Patriarcato Ecumenico)
                           SETTIMANA DI UNITA '

          DI PREGHIERE 2014 

                        (18-25 gennaio '14)                               TESTO BIBLICO

  Cristo non può essere diviso! (1 Cor 1, 1-17)

Paolo, che Dio ha chiamato a essere apostolo di Gesù Cristo, e il fratello Sòstene, scrivono alla chiesa di Dio che si trova a Corinto.
Salutiamo voi che, uniti a Gesù Cristo, siete diventati il popolo di Dio insieme con tutti quelli che, ovunque si trovino, invocano il nome di Gesù Cristo, nostro Signore. Dio, nostro Padre, e Gesù Cristo, nostro Signore, diano a voi grazia e pace. Ringrazio sempre il mio Dio per voi, perché vi ha dato la sua grazia per mezzo di Cristo Gesù: attraverso di lui vi ha arricchito con tutti i suoi doni: tutta la predicazione e tutta la conoscenza. Il Cristo che vi ho annunziato è diventato il solido fondamento della vostra vita. Perciò non vi manca nessuno dei doni di Dio mentre aspettate il ritorno di Gesù Cristo, nostro Signore.
Egli vi manterrà saldi fino alla fine. Nessuno vi potrà accusare quando nel giorno del giudizio verrà Gesù Cristo nostro Signore. Infatti Dio stesso vi ha chiamati a partecipare alla vita di Gesù Cristo, suo Figlio e nostro Signore, e Dio mantiene le sue promesse.
Fratelli, in nome di Gesù Cristo, nostro Signore, vi chiedo che viviate d‘accordo. Non vi siano contrasti e divisioni tra voi, ma siate uniti: abbiate gli stessi pensieri e le stesse convinzioni.
Purtroppo alcuni della famiglia di Cloe mi hanno fatto sapere che vi sono litigi tra voi. Mi spiego: uno di voi dice: «Io sono di Paolo»; un altro: «Io di Apollo»; un terzo sostiene «Io sono di Pietro»; e un quarto afferma: «Io sono di Cristo». Ma Cristo non può essere diviso! E Paolo, d‘altra parte,
non è stato crocifisso per voi. E nessuno vi ha battezzati nel nome di Paolo. Grazie a Dio non ho battezzato nessuno di voi, eccetto Cristo e Gaio. Così nessuno può dire di essere stato battezzato nel mio nome. È vero: ho anche battezzato la famiglia di Stefania, ma non credo proprio di averne
battezzati altri.
Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunziare la salvezza. E questo io faccio senza parole sapienti, per non rendere inutile la morte di Cristo in croce.
(1 Corinzi 1, 1-17)

giovedì 16 gennaio 2014

17 GENNAIO
  Memoria del nostro santo padre teòforo 
Antonio il grande (356).
GRANDE VESPRO

Tono 4. Tu che sei stato chiamato dall’Altissimo.
   Tu che sei stato illuminato dai raggi dello Spirito,  quando la divina passione ti ha infiammato * e ha dato ali alla tua anima per desiderarla, * essa che realmente è l’apice dell’amore, * allora non hai fatto alcun conto della carne e del sangue * e sei uscito dal mondo, * a quella ade­ren­do con grande ascesi ed esichia. * Sei stato cosí colmato dei beni superni, * come avevi desiderato, * e sei divenuto risplen­dente, * rischiarando, o Antonio, come una stella, * le anime nostre. 2 volte.
     Tu che con la grazia del divino Spirito, * hai spezzato gli archi e i dardi dei demoni, * e con divini insegnamenti * a tutti hai reso note * la loro malizia e le loro insidie, * risplendendo dei divini fulgori * sei divenuto luminare chiarissimo dei monaci, * primo ordinatore del deserto, * espertissimo e ve­nerabile medico per i malati, * e modello archetipo del vivere virtuoso, * o padre Antonio. 2 volte.
    O tu che sei stato colmato di divini carismi: * Cristo, trovandoti quale specchio senza macchia * di divini riflessi, o padre, * ha proiettato su di te i fulgidi bagliori * della propria luce; * sei cosí apparso * generosa fonte di guarigioni, * cibo degli affamati, * ristoratore, con grandi piogge, * della brama degli assetati, * mentre, vedendo le disposizioni delle anime, * sapientemente le rendevi migliori per Dio * con la tua parola: * supplicalo dunque di salvare e illuminare * le anime nostre.
    O angelo terrestre, * puro nell’anima e nel cuore, * uomo celeste, * maestro di verginità, * rigorosa norma di continenza, * o Antonio: * unito al tuo Sovrano, * e a lui offrendo la dos­sologia perenne, * o beato, * insieme agli angeli, * a tutti i santi e ai martiri, * libera sempre da gravi pericoli e cadute * quanti celebrano la tua sacra memoria.
Gloria. Tono pl. 2. Del Siceota.

    Custodita illesa in te l’immagine di Dio * e reso l’intelletto signore delle funeste passioni, * mediante l’ascesi, * hai rag­giunto per quanto possibile la somi­glianza˚: * poiché, facendo coraggiosamente violenza alla natura, * ti sei studiato di sot­tomettere * ciò che è inferiore a ciò che è superiore, * e di as­sog­gettare la carne allo spirito. * Sei cosí divenuto eccelso fra i monaci, * colonizzatore del deserto, * allenatore di quelli che com­piono bene la corsa, * rigorosissimo canone di virtú. * E ora nei cieli, * venuti meno ormai gli specchi˚, * contempli puramente, o Antonio, * la santa Triade, * intercedendo senza veli * per quanti ti onorano * con fede e amore.
Ora e sempre. Theotokíon.

   Chi non ti dirà beata, o Vergine tutta santa˚? * Chi non ce­lebrerà il tuo parto verginale? * Perché l’Unigenito Figlio che intemporalmente dal Padre è rifulso, * egli stesso, ineffa­bilmente incarnato, * è uscito da te, la pura: * Dio per natura e per noi fatto uomo per natura˚, * non diviso in dualità di per­sone, * ma da riconoscersi * in dualità di nature, senza con­fusione72. * Imploralo, augusta beatissima, * perché sia fatta misericordia alle anime nostre.
Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture 
Allo stico, stichirá prosómia.
Tono pl. 1. Gioisci, tu che sei veramente.
     Gioisci, principe degli asceti, * divenuto anche invin­cibile difensore: * tu infatti, estirpando le radici delle passioni, * e sostenendo valorosamente gli attacchi dei demoni, * hai trionfato della loro impotenza * e della loro se­duzione che uccide le anime, * e hai mostrato l’efficacia della croce del Salvatore * e la sua potenza invincibile: * di essa cinto, * hai vinto tutti coloro che negano * la divina mani­festazione di Cristo nella carne. * Supplicalo dunque * di do­nare alle anime nostre * la grande misericordia˚.
   Stico: Preziosa davanti al Signore la morte del suo santo.

   Sei divenuto luminosa colonna * eretta con le virtú * e nube che dà ombra a chi è nel deserto˚, * guidando dalla terra al cielo * coloro che guardano a Dio, * e squarciando il mare delle passioni * col bastone della croce˚; * messo in fuga l’Amalek spirituale˚, * hai trovato senza impe­di­mento, * o beato in Dio, * la via per salire al cielo * e l’ere­dità immacolata, * e stai ora pieno di gioia, insieme agli incorporei, * presso il trono di Cristo: * supplicalo dunque di donare alle anime nostre * la grande misericordia˚.
Stico: Beato l’uomo che teme il Signore: nei suoi comandamenti porrà tutto il suo diletto.

  Gioisci, o Antonio, * che ti trattieni con i cori angelici * nel piú alto dei cieli: * sulla terra, infatti, o padre, * hai vissuto la loro vita, * esercitandoti con verità nella virtú, * e ti sei mo­strato purissimo specchio senza macchia * che riceve i bagliori irradianti * dello Spirito santo, * o felicissimo. * Cosí, illumi­nato, tu vedevi le cose future, * tutto predicendo * perché istruito dalla divina illu­minazione di Cristo: * supplicalo dun­que di donare alle anime nostre * la grande misericordia˚.

 Gloria. Tono pl. 4. Del Siceota.

  Noi, folle di monaci, * ti onoriamo come guida, * padre nostro Antonio, * perché grazie a te abbiamo imparato * a camminare per la via veramente retta. * Beato sei tu che hai servito Cristo * e hai trionfato della potenza del nemico˚, * o com­pagno degli angeli, * familiare di Paolo di Tebe: * insieme a loro intercedi presso il Signore, * perché sia fatta misericordia * alle anime nostre.

Ora e sempre. Theotokíon.

  Vergine senza nozze, * che hai ineffabilmente con­cepito Dio nella carne, * Madre del Dio altissimo, * ricevi le in­vo­ca­zioni dei tuoi servi, * o tutta immacolata: * tu che a tutti pro­curi la purificazione delle colpe, * implora per la salvezza di noi tutti, * accettando ora le nostre suppliche.

Apolytíkion. Tono 4.
      Imitando con i tuoi costumi * lo zelo di Elia˚, * seguendo il battista su retti sentieri˚, * o padre Antonio, * sei divenuto colonizzatore del deserto, * e hai rafforzato tutta la terra * con le tue preghiere. * Intercedi dunque presso il Cristo Dio * per la salvezza delle anime nostre.
Theotokíon.

Il mistero nascosto dall’eternità * e ignoto agli angeli, * è stato rivelato grazie a te˚, * Madre-di-Dio, * agli abitanti della terra: * Dio incarnato, in unione senza confusione, * Dio che per noi * ha volontariamente accettato la croce˚, * e risu­sci­tando con essa il primo uomo creato, * ha salvato dalla morte le anime nostre.
 NOVENA E PREGHIERE E CANTO A S. ANTONIO IL GRANDE






NOVENA E SHËN GJONIT



I 0 i lëvdoshmi Shën Gjon i Math , çë tue gjegjur te Mesha Shejte ,fialën e Vangjejit : “ në do të jesh i përsosur , eja e jizë prapa meje “, ju ke përgjegjur thritëjes të hyjnushme, tue lënë shpinë t’ënde, At-dheun t’ënt, sa të rroje një gjellë llargu ksaj jetie .
Parkalesë t’ën’Zone të na japënjë Hirin të gjegjemi këshillet e perëndishme e të ndahemi nga shërbiset të kota të ksaj jetie , pa i klar, për të mirën e shpirtit tënë.
Ati i jinë ...Falem Mëri….. Lëvdi past…
II 0 i lëvdoshmi Shën Gjon i Math , çë tue harruar rredhën bujare nga e çila zbrisje e tue harruar pasurit çë kishe , sglodhe gjellën në vetmësì e në shkretirë ,në argjërime e në parkalesì , tue dhënë pasurinë t’ënde të vapkjëvet , parkalesë t’ën’Zonë të na japënjë Hiret të ti sgledhiëm edhe na vapkësin e jo pasurin , përunjësin e jo krielartësin , parkalesin e jo lodrat e jetës.
III 0 i lëvduashmi Shën Gjon i Math , çë me virtutet t’ote të larta ke klënë shembull i çelur zënësvet t’atë çë i kjelle me këshillet t’atë të mirë te dhromi i besës e të shejtërimit, parkalesë t’ënë Zonë të na japënjë Hirin të vemi prapa këshillevet të më të mbëdhenjëvet e të jemi shembull për ata çë janë më të vegjij .
IV 0 i lëvduashmi Shën Gjon i Math , çë tue dishiruar virtutet e Profetit Elì e të t’jerë njerëzë shejtra , deshe të rroje në shkretirë , brënda njëi shpellie , parkalesë t’ën’Zonë të na japënjë Hirin të llargariëm çdo ngarie e të jipemi gjithësisht te parkalesia e zëmbrës edhe e mendies , tue marrë shembull nga të krështerët të vërtetë.
V 0 i lëvdoshmi Shën Gjon i Math , çë ngë kleve kurr i tërë hekjur nga pasurit e nga nderimet e rregjëravet e kotësira njerëzore kurr mori vent te zëmbra jote , parkalesë t’ën’Zonë të na japënjë Hirin të mos duam nderime e pasurì e të rrojëm në parkalesì e në të dashurit e Perëndis .
VI 0 i lëvdoshmi Shën Gjon i Math , çë ëngjëlli i Perëndis të kjelli në shkretirën e asaj shpellie, te ku pate fatin të shihie Perëndin , parkalesë t’ën’Zonë të na japënjë Hirin të e kemi si ngushullimtar me ndihmën e ‘tij te punët t’ona të perëndishme .
VII O i lëvdoshmi Shën Gjon i Math , çë në shkreirën e shpellës deshe të ishe gjakosur te kurmi i jit prej thuprës se diallit sa të mos bije në ngariet e të ligut , parkalesë t’ën’Zonë të na japënje Hirin të llargariënj neve nga ngariet e armikjëvet të Perëndis e të e duam mirë e me zëmbër
të dëlirë për mbi çëdo gjë .
VIII 0 i lëvdoshmi Shën Gjon i Madh , çë i Madh’in’Zot ,si bëri me shën Palin anakoret , me anët e njëi korbi të dërgoi një bukë sa të nzirie urin , ngë deshe të kishe nderin të e haje i Pari , parkalesë t’ën’Zonë të na japënjë Hirin të mos na.lipset kurr ndihma e të Madhit Perëndi e të marriëm dhuratën e hyjnushme me përunjësì e me mirë njohje .
IX O i lëvdoshmi Shën Gjon i Math çë me giithë se ishe i mathë vieçish , le shkretirën sa t’i mësoje gjindëvet diturìn të vërtetë mbi gjitë një klënie Fialës, tue mallkuar Ariin e bestarët e tij,parkalesë tën’Zonë të na japënjë Hirin të kemi gjithëmonë fukjinë e trimërinë të luftojëmë, kuntra eretikëvet e kuntra gjithë armikjëvet të Perëndis , sa të munjë feja katolike e lëvdia përjetëshme e parraisit .

PARKALESI0 i Lëvdoshmi Shën Gjon i Math , çë nga dialëria ke mbajtur virtutë të krështere e , tue gjegjur zërin e Vangjejit , le pasurit e nderimet e ju mbjodhe në shkretirë : o ëngjëll i dheut, ndëjekës i Elis e i Shën Janit Pagëzor , çë me parkalesitë e me argjërimetë t’atë përzure ngarietë e mishit e shtijte shigjetat të zëiarta të diallit , tue sbuluar të ligën e gënjeshtrat e ‘tire.
0 i pari banues i shkretirës , o jatrua i pa-gabueshëm i gjithë sëmundievet , ndrit mendiet t’ona, bëj të forta zëmbrat t’ona e parkalesë t’ën’Zonë të shpëtonjë shpirtrat t’anë.
Gjella jote, o i Shën Gjon i Math , plot me dashurin e Perëndis, ka klënë te jeta si një shkallë e hyjnushme çë kjell te kjiellia , përs me argjërimet t’atë të shumtë , shuanë ziarrin e mishit të atire çë thresiën mbrojtien t’ënd tue thënë:
U të falem, o ill i ndritçëm shejtërimi.
U të falem, o shtyllë e fortë e Klishës.
U të falem, o lule e erëshme e shkretirës.
U të falem,o udhëhekjës i besëm i të abierrëvet.
U të falem,o nder,o lëvdì,o gëzim i gjithë jetës.
Ton zilotin Ilian tis tròpis mimùmenos, to Vaptisti evthies tes trivis epomenos pàter Antònie, tis erimus ghègonas ikistis, ke tin ikumènin estirixas evchès su Dhiò prèsveve Chritò to Theò sothine tas psichàs imòn.

lunedì 6 gennaio 2014

7 GENNAIO 2014
Metheórtia delle Luci, e sinassi del venerabile, glorioso profeta, precursore e battista Giovanni.

VESPRO
Al Signore, ho gridato, 6 stichi e 3 stichirá idiómela della festa. Tono 2.
    Vedendo il precursore la nostra luce, colui che illumina ogni uomo, venuto per essere battezzato, gioisce con l’anima e trema con la mano; lo indica e dice ai popoli:  Ecco colui che redime Israele, * colui che ci libera dalla corruzione. * O Cristo senza peccato, Dio nostro˚, gloria a te.
    Gli eserciti degli angeli fremettero, * al vedere il nostro Redentore battezzato da un servo, * mentre riceveva testimonianza * per la presenza dello Spirito. * E venne dal cielo la voce del Padre: Costui a cui il precursore impone le mani * è il mio Figlio diletto,  nel quale mi sono compiaciuto˚. * O Cristo, Dio nostro, * gloria a te.
    I flutti del Giordano * hanno accolto te, la sorgente, * e il Paraclito è sceso in forma di colomba; china il capo colui che ha inclinato i cieli˚; grida l’argilla a chi l’ha plasmato, * ed esclama: * Perché mi comandi ciò che mi oltrepassa? * Sono io ad aver bisogno del tuo battesimo. * O Cristo senza peccato, Dio nostro˚, gloria a te.
Altri stichirá prosómia, del precursore.
Tono 1. Martiri degni di ogni lode.
     Precursore di Cristo degno di ogni lode, battista da Dio ispirato, * piamente proclamandoti beato,  noi glorifichiamo Cristo che al Giordano, davanti a te  ha chinato la testa, e ha santificato la natura dei mortali. Presso di lui dunque intercedi perché doni alle anime nostre la pace e la grande misericordia˚.
Tu hai visto davanti a te nell’acqua, o sapiente Giovanni precursore, il Figlio che viene dall’alto, l’ineffabile gloria del Padre;  e hai visto lo Spirito scendere come colomba * per purificare e illuminare i confini della terra. * Cantandoti dunque come sacerdote della Triade, noi onoriamo la tua festa divina.
Corroborato dalla divina grazia di Cristo, o battista e precursore, tu ci hai indicato  l’agnello di Dio che toglie tutti i peccati del mondo; e a lui oggi hai unito con gioia una coppia di discepoli˚. Supplicalo di dare alle anime nostre le pace e la grande misericordia˚.

     Gloria. Del precursore. Tono pl. 2.
   
    Lampada di carne˚,precursore del Salvatore, rampollo della sterile, amico del Figlio della Vergine˚,che in anticipo hai adorato, * balzando nel grembo materno e che hai battezzato nei flutti del Giordano: intercedi presso di lui, o profeta, te ne preghiamo, perché possiamo sfuggire ai marosi che dovranno infuriare.

   Ora e sempre. Della festa. Stesso tono.
   Il Dio Verbo si è manifestato nella carne al genere umano. Se ne stava presso il Giordano  per esservi battezzato, e il precursore gli diceva: Come posso stendere la mano e toccare il capo  che governa l’universo? Anche se sei prole di Maria, io ti so Dio che è prima del tempo; cammini sulla terra,  tu che sei cantato dai serafini: ed io, un servo, non so come battezzare il Sovrano. * Incomprensibile Signore, gloria a te.

Ingresso, Luce gioiosa. 

Prokímenon. Tono grave.

Il nostro Dio è nel cielo e sulla terra: tutto ciò che ha voluto il Signore l’ha fatto.
Stico: Nell’esodo di Israele dall’Egitto, della casa di Gia¬cobbe da un popolo barbaro,
Stico: Il mare vide e fuggí, il Giordano si volse indietro.
Stico: Che hai, o mare, che sei fuggito, e tu Giordano, che ti sei volto indietro?
Allo stico, stichirá prosómia, con questo acrostico: 
Ode di Giuseppe. Tono 4. Hai dato come segno.
        
       Quando il precursore Giovanni  ti vide venire a lui, o Sovrano, pieno di stupore ti gridava, come servo buono: Che cos’è questa umiliazione, o Salvatore? Che cos’è questa povertà di cui ti sei avvolto? Tu, per la ricchezza della tua bontà, hai risollevato l’uomo caduto in basso,  perché sei compassionevole e di lui ti sei rivestito!

Stico: Il mare vide e fuggí, il Giordano si volse indietro.
       
       Vieni, rispondeva al precursore * il Salvatore di tutti; * prestami oggi pur fremendo il tuo servizio, perché porto a compimento un mistero, non avere paura; infatti per rinnovare Adamo distrutto dal peccato, ricevo come uomo il battesimo nelle acque del Giordano, dove tu ora mi vedi, pur essendo io per natura senza macchia.
Stico: Che hai, o mare, che sei fuggito, e tu Giordano, che ti sei volto indietro?
        Quale figlio della terra * ha mai visto il sole purificarsi? * rispose Giovanni; * e chi ha visto tutto nudo colui che riveste il cielo di nubi˚?E discendere nell’acqua  colui che ha creato le sorgenti e i fiumi? Sono attonito, o Sovrano, di fronte alla tua ineffabile economia!Non gravare il tuo servo  con ordini tremendi.

         Gloria. Del precursore. Tono 4. Di Byzas.
  
   Quale amante dello Spirito, e rondine della grazia che annuncia cose divine, chiaramente hai indicato al genere umano  l’economia del Re luminosamente sorto dalla pura per richiamare gli uomini, o precursore, opponendoti al limite raggiunto dai tristi costumi, e guidando verso il possesso della vita eterna i cuori di quanti, pentiti, venivano battezzati, o beato, ispirato da Dio.

Ora e sempre. Della festa. Stesso tono.

     Venite, imitiamo le vergini prudenti, venite, andiamo incontro al Sovrano˚ che si è manifestato:è venuto come sposo da Giovanni.  Vedendoti, il Giordano, preso da stupore, si è arrestato, e Giovanni gridava: Non oso prendere tra le mie mani il tuo capo immortale. Lo Spirito scendeva in forma di colomba per santificare le acque, e la voce dal cielo diceva: Questi è il Figlio mio˚, venuto nel mondo per salvare il genere umano.  Signore, gloria a te.

Apolytíkion della festa. Tono 2.
    Al tuo battesimo nel Giordano, Signore, si è manifestata l’adorazione della Triade: la voce del Padre ti rendeva infatti testimonianza, chiamandoti ‘Figlio diletto’, e lo Spirito in forma di colomba confermava la sicura verità  di questa parola˚. O Cristo Dio che ti sei manifestato˚ e hai illuminato il mondo, * gloria a te.
Del santo. Tono 2.
      
     Del giusto si fa memoria tra le lodi˚: * ma a te, o precursore, basta la testimonianza del Signore. Sí, piú venerabile dei profeti sei stato dichiarato˚, * perché sei stato reso degno di battezzare tra i flutti * colui che annunciavi˚. * Perciò, dopo aver combattuto per la verità˚, * con gioia hai annunciato anche nell’ade * Dio manifestato nella carne˚, * lui che toglie il peccato del mondo e a noi elargisce la grande misericordia˚.
Gloria. Ora e sempre.