domenica 28 settembre 2014

Preghiera alla Santa Famiglia per il Sinodo

1. Gesù, Maria e Giuseppe
in voi contempliamo  
lo splendore dell’amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.

2. Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole del Vangelo
e piccole Chiese domestiche.

3. Santa Famiglia di Nazareth,  
mai più nelle famiglie si faccia esperienza  
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato  
conosca presto consolazione e guarigione.

4. Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi  
possa ridestare in tutti la consapevolezza  
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,  
la sua bellezza nel progetto di Dio.

Tutti :
Gesù, Maria e Giuseppe
ascoltate, esaudite la nostra supplica.
                                   Conferenza Episcopale Italiana
Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia
Prot. 10/2014/UNPF  Roma, 10 settembre 2014
                                         Lettera a chi crede nella famiglia
Carissimi,
stiamo vivendo un vero tempo di Grazia, in attesa del Sinodo su “le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. L’invito di Papa Francesco nella sua lettera alla famiglia ci interpella: “vi chiedo di pregare intensamente lo Spirito Santo,
affinché illumini i Padri Sinodali e li guidi nel loro impegnativo compito”.
Per questo, vi invitiamo con gioia alla serata di preghiera indetta per SABATO 4 ottobre, festa di San Francesco di Assisi, Patrono d’Italia.
La prima modalità di partecipazione sarà convenire a Roma in Piazza San Pietro, per sperimentare dalle ore 18.00 alle ore 19.30, come agli albori del Concilio Vaticano II, con il Santo Padre, quanto “è potente la preghiera” (cfr Gc 5,16).
Una seconda modalità è ciò che abbiamo chiamato “accendi una luce in famiglia”.
Si tratta di creare quella stessa sera sul territorio, in forma domestica nella propria casa, o comunitaria in gruppi parrocchiali o diocesani, un incontro in cui invocare lo Spirito Santo e porre sulla finestra delle proprie abitazioni un lume acceso. A tale scopo,
poco prima dell’evento uno schema di preghiera sarà scaricabile dal sito www.chiesacattolica.it/famiglia.
La protezione della Santa Famiglia di Nazareth ci accompagni tutti.
Con affetto,
Direttore

AVVISO


DOMENICA 

5 OTTOBRE '14  ALLE ORE 16,00 


NELLA NOSTRA PARROCCHIA 

S. DEMETRIO M.  : 

PREGHIERA CON LE  FAMIGLIE   E

       INIZIO DELL'ANNO DI  CATECHESI 


( ACCOGLIENZA DEI RAGAZZI/E 

DELLA 

PRIMA CONFESSIONE).




IL PARROCO

giovedì 25 settembre 2014

26 SETTEMBRE
    Transito del santo e glorioso apostolo e teologo Gio­van­ni evangelista, degno di ogni lode.

GRANDE VESPRO

Tono 1. Esultanza delle schiere celesti.

   Lo spettatore di indicibili manifestazioni * e interprete  dei superni misteri di Dio, * il figlio di Zebedeo, * scri­vendo per noi il vangelo di Cristo, * ci ha insegnato a proclamare la divinità * del Padre e del Figlio e dello Spirito.
     La lira dei canti celesti mossa da Dio, * questo scrittore di misteri, * la bocca da Dio ispirata, * canta soavemente il can­tico dei cantici, * muovendo le labbra come corde, * e usando la lingua come plettro, * e intercede per la nostra salvezza.
     Pronunciando con la tua lingua dalla voce di tuono, * o amato da Dio, * la parola segreta della sapienza di Dio, * aprendo accortamente le labbra, * tu sempre proclami: * In prin­cipio era il Verbo˚: * e luminosamente guidi ogni uomo * alla conoscenza di Dio.
Gloria. Tono 2. Di Germano,
o, secondo altri, di Byzantios.
      Celebriamo come dobbiamo, * o stirpe dei mortali, * il figlio del tuono˚, * il fondamento delle divine parole, * il prin­cipe della teologia, * l’annunciatore primo fra tutti * della vera sapienza dei dogmi di Dio, * l’amato e vergine Giovanni: * egli infatti, avendo incessantemente * in se stesso la Divinità, * disse del Verbo che era nel principio, * poi, che è insepa­rabilmente presso il Padre, * e infine, che è della stessa sostan­za del Padre˚, * mostrandoci per mezzo suo * la retta fede nella santa Triade: * creatore insieme al Padre, * portatore di vita, * luce vera˚, * egli ce lo ha mostrato. *  O estasiante mera­viglia e sapientissima realtà! * Colmo di amore, *  fu ricolmato anche di teologia, * e con gloria, onore e fede * è fondamento della nostra pura fede: * per essa ci sia dato di ottenere i beni eterni * nel giorno del giudizio.
           Ora e sempre. Theotokíon. Stesso tono.
    Si è dileguata l’ombra delle Legge˚ * all’avvento della gra­zia: * sí, come il roveto pur ardendo non si consu­mava˚, * cosí vergine hai partorito * e vergine sei rimasta; * invece della colonna di fuoco˚ * è sorto il sole di giu­stizia˚; * invece di Mo­sè, il Cristo˚, * salvezza delle anime nostre.

Ingresso,  Luce gioiosa,  il prokímenon del giorno e le let­ture.

Lettura della prima epistola cattolica di Giovanni (3,21-4,6).
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio; e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui. Questo è il suo coman­da­mento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesú Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se pro­vengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti so­no comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesú Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce che Gesú Cristo è ve­nuto nella carne, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’an­ti­cristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo.
Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi falsi profeti, perché colui che è in voi è piú grande di colui che è nel mon­do. Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mon­do e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascol­ta noi; chi non è da Dio non ci ascolta.
Lettura della prima epistola cattolica di Giovanni (4,11-16).

Carissimi, se cosí Dio ci ha amati, anche noi dob­bia­mo  amarci gli uni gli altri. Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come Salvatore del mondo. Chiunque riconosce che Gesú è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. Noi abbiamo rico­no­sciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amo­re; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.

Lettura della prima epistola cattolica di Giovanni (4,20-5,5).

   Carissimi, se uno dicesse: Io amo Dio,  e odiasse il suo  fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello. Chiunque crede che Gesú è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. Da questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio e ne osserviamo i comandamenti, perché in questo consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi co­man­damenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi, perché tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vitto­ria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede. Chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesú è il Figlio di Dio?
Allo stico, stichirá prosómia.
Tono 4. Tu che sei stato chiamato dall’Altissimo.

Proclamando la divinità * del Figlio dell’Altissimo, coeter­no e consustanziale al Padre, * immutabile luce da luce, * impronta della sostanza del Genitore˚, * da lui intem­poralmente e impassibilmente rifulso, * Creatore e Signore di tutti i secoli, * tu lo hai annunciato al mondo, * o di­­sce­polo amato˚: * lui che trae dalle tenebre la luce, * il Cristo Dio nostro. *  Supplicalo di salvare e illuminare le anime no­stre.
Stico: Per tutta la terra è uscita la sua voce e sino ai con­fi­ni del mondo le sue parole.
Accolta la luce del Paraclito * e da lui illuminato, *  lo hai pro­clamato Dio che procede dal Padre * e che si ma­nifesta al­l’u­manità tramite il Figlio; * e a tutti lo hai an­nunciato * co­me ugua­le nell’onore, nel trono e nell’es­senza * al Padre senza principio e al Verbo divino, * o discepolo amato˚: * noi dunque con inni ti celebriamo * quale divino fondamento della fede, * che tu custodisci salda * con la tua intercessione presso il Signore.
Stico: I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento an­nuncia l’opera delle sue mani.
Asceso alla piú eccelsa teologia, * sei stato iniziato agli ineffabili misteri di Dio, *  all’unica essenza della Divi­ni­tà, * uni­ca gloria, unico regno * e unica signoria, * che, in­divisibile nella sostanza, * si distingue in tre ipòstasi * e si unisce in di­vina unità senza confusione; * cosí glorificandola tu hai an­nunciato, * o teologo, * la Triade indivisibile, *  che ti chiedia­mo di implorare * perché salvi e illumini le anime nostre.
Gloria. Tono pl. 2. Di Giovanni monaco.
Apostolo di Cristo, * evangelista teologo, * iniziato alle realtà ineffabili, * tu hai tuonato per noi * le dottrine ineffabili della sapienza, * illustrando ai fedeli * la parola ‘In principio era’˚; * ed escludendo il ‘Non era’, * hai respinto i discorsi degli eretici42, * mostrando di essere colui * che ha riposato sul petto di Cristo˚, * l’amico amato, * come Isaia dalla voce sublime *  e Mosè il veg­gente. * Poiché dunque hai famigliarità con Dio, *  sup­plica con insistenza * per le anime nostre.
Ora e sempre. Theotokíon.
Il mio Creatore e Redentore, * il Cristo Signore, * proce­dendo dal tuo grembo, o tutta pura, * rivestendosi di me * ha liberato Adamo dalla maledizione antica˚. * Per questo, o tutta pura, * noi gridiamo senza sosta a te, * veramente Madre-di-Dio e Vergine, * il ‘Gioisci’ dell’an­gelo˚:  Gioisci, Sovrana, * avvocata, protezione e salvezza * delle anime nostre.

Apolytíkion. Tono 2.

     Apostolo amato dal Cristo Dio, * affréttati a liberare il popolo senza difesa: * ti accoglie prostrato ai suoi piedi, * colui che ti ha accolto * quando ti appoggiavi al suo petto˚; * supplicalo, o teologo, *  e disperdi l’insistente turba del­le nazioni, * chiedendo per noi la pace * e la grande misericordia˚.
Gloria. Ora e sempre. Theotokíon.

Trascendono il pensiero tutti i tuoi misteri, * tutti sono piú che gloriosi, * o Madre-di-Dio; * nel sigillo della pu­rezza, * cu­stodita nella verginità, * tu sei stata ricono­sciuta * vera Ma­dre del Dio vero: * supplicalo dun­que * per la salvezza delle ani­me nostre.

domenica 7 settembre 2014

La Nascita della Madre di Dio nella tradizione bizantina 

Ecco la regina
che germoglia da Iesse

di Manuel Nin
Come prima grande festa dell'anno liturgico, l'8 settembre la tradizione bizantina celebra la Nascita della Madre di Dio, con un giorno di prefesta e quattro di ottava (solo quattro per la vicinanza con la seconda delle grandi feste, quella dell'Esaltazione della santa Croce il 14 dello stesso mese). L'icona della festa è molto simile a quelle della nascita di Giovanni Battista e nascita di Cristo: Anna sdraiata al centro della scena iconografica e accudita da tre donne, guarda Gioacchino oppure la neonata, che viene lavata e curata dalle levatrici. A un lato dell'icona troviamo Gioacchino che guarda la moglie e la bimba.
L'amore sponsale dei due anziani è sottolineato dal loro sguardo tenero e sereno. Due donne lavano Maria, avvolta in fasce come Cristo nell'icona di Natale e come l'anima di Maria accolta in cielo da Cristo stesso nell'icona della Dormizione della Madre di Dio. Come se il ciclo liturgico, in questa sua prima grande festa, volesse ricordarci attraverso l'icona l'ultima delle grandi feste, quella appunto della Dormizione: il mistero della nascita della Madre di Dio e quello della sua glorificazione in cielo.
Nell'ufficiatura, tema di sottofondo è la gioia che la nascita di Maria porta a tutto il mondo, per la sua nascita, ma anche perché questa preannuncia quella di colui che da lei si incarna per opera della Spirito Santo: "Con la tua natività, o immacolata, sono sorti sul mondo i raggi spirituali della gioia universale, che a tutti preannunciano il sole della gloria, Cristo Dio perché sei tu che ci procuri la presente letizia, sei tu la causa della gioia futura, tu il gaudio della divina beatitudine".
Riprendendo poi il saluto angelico del vangelo di Luca e sul modello dell'inno Akàthistos, Maria stessa è invitata alla gioia: "Gioisci, ricapitolazione dei mortali; gioisci, tempio del Signore; gioisci, monte santo; gioisci, mensa divina; gioisci, candelabro tutto luminoso; gioisci, vanto dei veri credenti, o venerabile; gioisci, Maria, madre del Cristo Dio; gioisci, tutta immacolata; gioisci, trono di fuoco; gioisci, dimora; gioisci, roveto incombusto; gioisci, speranza di tutti".
La liturgia sottolinea come Anna genera colei che a sua volta genererà la salvezza del genere umano: "Perché ecco, la regina, l'immacolata sposa del Padre, è germogliata dalla radice di Iesse". Dal parto di Anna scaturisce quindi la gioia: "Non partoriranno più figli nel dolore le donne, perché è fiorita la gioia, e la vita degli uomini abita nel mondo. Non saranno più rifiutati i doni di Gioacchino, perché il lamento di Anna si è mutato in gioia ed essa dice: Rallegratevi con me, tutti voi del popolo eletto Israele: poiché ecco, il Signore mi ha donato la reggia vivente della sua divina gloria, per la comune letizia, gioia e salvezza delle anime nostre".
In un tropario sono ben dieci i titoli cristologici dati alla Madre di Dio, conclusi da una professione di fede nel mistero dell'incarnazione del Verbo di Dio: "Venite, fedeli tutti, corriamo verso la Vergine, perché ecco, nasce colei che prima di essere concepita in seno è stata predestinata a essere madre del nostro Dio; il tesoro della verginità, la verga fiorita di Aronne, che spunta dalla radice di Iesse, l'annuncio dei profeti, il germoglio dei giusti Gioacchino e Anna nasce, e il mondo con lei si rinnova. Essa è partorita, e la Chiesa si riveste del proprio decoro. Il tempio santo, il ricettacolo della divinità, lo strumento verginale, il talamo regale nel quale è stato portato a compimento lo straordinario mistero della ineffabile unione delle nature che si congiungono in Cristo: adorando lui, celebriamo l'immacolata nascita della Vergine".
Diversi testi presentano il contrasto tra la sterilità di Anna e il parto verginale e divino di Maria, come quello che segue: "Oggi è il preludio della gioia universale. Oggi cominciano a spirare le aure che preannunciano la salvezza. La sterilità della nostra natura è finita, perché la sterile diventa madre di colei che resta vergine dopo aver partorito il Creatore, di colei dalla quale colui che è Dio per natura assume ciò che gli è estraneo, e, con la carne, per gli sviati opera la salvezza. Oggi la sterile Anna partorisce la Madre di Dio, prescelta fra tutte le generazioni per essere dimora del Re universale e Creatore, il Cristo Dio, a compimento della divina economia".
Un tropario del vespro, infine, mette in luce il mistero del Verbo di Dio incarnato: "Colui che ha consolidati i cieli con sapienza, nel suo amore per gli uomini si è preparato un cielo vivente".


(©L'Osservatore Romano 8 settembre 2012)
8 SETTEMBRE

 E tëteta ditë e Shtatorit

VESPRO

NATIVITÀ DELLA SANTISSIMA SOVRANA NOSTRA

 LA MADRE DI DIO

Të Lerit e Zonjës Poverigjërë Mëri Mëma e t’in’Zoti .

Sot Perëndia çë prëhet mbi throne kjellore përgatit për ‘te në jetë një thron të shejt.Ai çë ndejti kjìelliat me diturì ; sot paj të dashuris s’Tij për njerëzit stisi një kjìell shpirtëror, pse nga rrenja e shterpë një bime gjellëprurëse lulëzoi Mëmën e ‘Tij.0 Perëndì i famasmëvet , shpresa e atireve çë ngë e kanë,o i Madh’in’Zot,paçe lëvdì !

Oggi Dio, che riposa sui troni spirituali,si è apprestato sulla terra un trono santo; colui che ha consolidati i cieli con sapienza, nel suo amore per gli uomini si è preparato un cielo vivente: perché da sterile radice ha fatto germogliare per noi, come pianta portatrice di vita,la Madre sua. O Dio dei prodigi, speranza dei disperati,Signore, gloria a te.

Këjo ë dita e t’in’Zoti, gëzonij, o popuj . Pse shi’ se nga gjiri dolli dhoma e dritës e libri i fialës së gjellës. Dera çë jep nga del dielli pret të hinjë Prifti i mathë .Ajo vetëm bie te jeta Krishtin e Atë vetëm për shpetimin i shpirtravet t’anë.

Questo è il giorno del Signore, esultate, popoli: poiché ecco, il talamo della luce, il libro del Verbo della vita, è uscito dal grembo; la porta che guarda a oriente è stata generata,e attende l’ingresso del sommo sacerdote, lei che introduce nel mondo, sola, il solo Cristo, per la salvezza delle anime nostre.

Në paj të vullimit e t’in’Zoti të famëshme gra lindën ,mbi të gjitha shkëlkjen Mërieja për nder e madhërì ,si i nget t’in’Zoti, pse Ajo me vjershë të famasësëshë leu nga një mëmë e shterpë e Ajo vet lindi në mishë Perëndin e gjithësis . E vetëmia derë e te vetëmit-ler Bir ta Perëndis, çë tue e shkuar të mbëllime .E ruajti si Ai kishë vendosur te dituria e ‘Tij , tue vepëruar kështù shpëtimin i giithë njerëzëvet.

Anche se, per divino volere, famose donne sterili hanno generato, pure, al di sopra di tutti i loro figli,divinamente risplende Maria, poiché, prodigiosamente partorita da madre sterile, ha partorito nella carne il Dio dell’universo, da grembo senza seme, oltre la natura:unica porta dell’Unigenito Figlio di Dio, che attraver¬sandola l’ha custodita chiusa,e tutto disponendo con sapien¬za come egli sa, per tutti gli uomini ha operato la salvezza.

Sot diert të shterpe sbillen e Virgjëra dera e Perëndis , vien jashta . Sot Dhurata e Perëndis zë të Japënjë pemë tue i dëftuar jetës Mëmën e t’in’Zoti, paj të çilës dheu isht bashkuarme kjìelliën për shpëtimin i shpirtravet t’anë.

Oggi le porte sterili si aprono e ne esce la divina porta verginale.Oggi la grazia comincia a dare i suoi frutti, manfestando al mondo la Madre-di-Dio, per la quale le cose terrestri si uniscono a quelle celesti, a salvezza delle anime nostre.

Sot të zënit fill e gëzimit i gjithë jetës. Sot frijën bukura erë çë paralajmërojën shpëtimin. Prishet sot shtërpëria e naturës t’ënë ,pse sot na dëftonet mëmë e Shterpa çë lindi Atë çë Virgjërë edhè pas të lerit nga Ajo vet e Atij çë nga natura isht Krionjësi Perëndì , i çili paj të mishit çë mori nga Ajo , vepron shpëtimin atireve çë i sborën, Krishti njeridashësi e Shpëtonjësi i shpitravet t’anë.

Oggi è il preludio della gioia universale. Oggi cominciano a spirare le aure che preannunciano la salvezza. La sterilità della nostra natura è finita, perché la sterile diventa madre di colei che resta vergine dopo aver partorito il Creatore, di colei dalla quale colui che è Dio per natura assume ciò che gli è estraneo,e, con la carne, per gli sviati opera la sal¬vezza: lui, il Cristo amico degli uomini e Redentore delle anime nostre.

Sot e shterpa Annë lind Shërbëtoren e Perëndis çë nga gjithë jinit kle sgledhur t’ishë ndenja e Krinesit Rrekjë i gjithësìs Krishti Perëndì sa t ‘mbaronj mendimin të hjynushëm paj të çilit natura njerëzore u pertërì e nga prishëria klem shkuar te gjella e pasosme.

Oggi la sterile Anna partorisce la Madre-di-Dio, prescelta fra tutte le generazioni per essere dimora del Re universale e Creatore, il Cristo Dio, a compimento della divina economia: per essa noi, figli della terra, siamo riplasmati e rinnovati, passando dalla corruzione alla vita senza fine.

Gloria. Ora e sempre.

Sot Perëndia çë prëhet mbi throne kjellore përgatit për ‘te në jetë një thron të shejt.Ai çë ndejti kjìelliat me diturì ; sot paj të dashuris s’Tij për njerëzit stisi një kjìell shpirtëror, pse nga rrenja e shterpë një bime gjellëprurëse lulëzoi Mëmën e ‘Tij.0 Perëndì i famasmëvet , shpresa e atireve çë ngë e kanë,o i Madh’in’Zot,paçe lëvdì !

Dio, che riposa sui troni spirituali, si è apprestato sulla terra un trono santo; colui che ha consolidati i cieli con sapienza, nel suo amore per gli uomini si è preparato un cielo vivente: perché da sterile radice ha fatto germogliare per noi, come pianta portatrice di vita, la Madre sua. O Dio dei prodigi, speranza dei dispe¬rati, Signore, gloria a te.

Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.

Profetsit

Piesë nga Libri i të Bërit (XXVIII,10-17)

Dolli jashta Jakobi nga pusi i bes e u nis për Har-ran e si arrù te një vend ,posa dielli kishë perënduir, kjëndroi të flëj atjè.

E mori një gur të vendit e e vuri nën kryes e u kjëllua gjumi e ndërriti se ju duk një shkallë çë nga dheu ngjipej njera te kjiellia e ëngjëjit e t’ in’Zoti hipeshën e sdripeshën mbi atë .In’Zot ju duk mbi atë e i tha : U jam Perandia i t’ it eti e Perëndia i Isaakut , mos u trëmp.Dheun mbi të çilin ti je flë ka të t’e jap tij e farës t’ënde. E fara jote ka t’jet si rëra e dheut e ka t’shumësonet në perëndìm e në lindie,në verì e në jugë e tek ti e te fara jote ka t’jen lëvduar gjithë fiset e dheut.

E U do t’jem me tij ; dua të ruanjë te gjithë; dhromet çë do t’bësh e do t’t’prier te ki dhe .Pse U ngë do t’t’lë kurr njera çë ngë mbaronja gjithë atë çë thash .E si u sgjua Jakobi nga aì gjum mori e tha : te ki vend isht in’Zot e u ngë e dija. E tue u trëmbur tha: Sa i dreruashëm ë ki vend . Ngë mënd’t’jet veç se shpia e t’in’Zoti e këjo dera e Parraisit!

Lettura del libro della Genesi (28,10-17).

Giacobbe partí dal pozzo del giuramento e si

diresse verso Carran; si imbatté in un luogo e là si mise a dormire perché era tramontato il sole. Prese una delle pietre che erano lí, se la pose sotto il capo, si addormentò in quel luogo e sognò: ed ecco, una scala appoggiava sulla terra mentre la sua cima raggiungeva il cielo; gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa, mentre il Signore vi si appoggiava, e gli disse: Io sono il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco, non temere: la terra su cui giaci, la darò a te e alla tua discendenza. E la tua discendenza sarà come la sabbia della terra, e si estenderà verso il mare, verso mezzo¬giorno, verso settentrione e verso oriente, e saranno benedette in te e nella tua discendenza tutte le tribú della terra. Ed ecco, io sono con te per custodirti in tutto il cammino che farai; e ti farò tornare in questa terra, perché non ti abbandonerò sinché io non abbia fatto tutto quello di cui ti ho parlato. Giacobbe si destò dal suo sonno e disse: Il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo! Ebbe timore e disse: Quanto è tremendo que¬sto luogo! Altro non è che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo.

2. Piesë nga profetsia e Ezekjielit ( 43,27-34;44,1-49)

E nga e tetëta ditë profetrat ka t’bëjën mbi theroren olokaustet t’aj për shpëtimin t’ëj e U do t’i pres mirë, thot in’Zot.

Më solli pran nga dera e jashtëme te shejtores çë vërren lindien e këjo ishë e mbëllime .E më tha in’Zot : kjo derë ka t’kjandronja e mbëllime ; nga ka t’jet sbillur e mosnjerì ka t’i shkonjë përçë in’Zot Perëndia i Israelit ka t’hinjë nga ajo e ka t’kjëndronjë e mbëllime. Pse ki kryetar ka t’ujet mbi atë sa t’hanjë bukë përpara t’in’Zoti . Ka t’hinjë nga tremeja e derës të Elamit e andeje ka t’dalnjë.

E më kjelli te trèmeja e derës çë vërren veriun përpara shipis e t’in’Zoti e pash : Shpia e t’in’Zoti ishë plotë me lëvdì.

Lettura della profezia di Ezechiele (43,27-44,4).

A partire dal giorno ottavo, i sacerdoti offriranno sull’altare i vostri olocausti e i vostri sacrifici pacifici, e voi mi sarete accetti, dice il Signore. E mi fece volgere per la via della porta esterna del santuario che guarda ad oriente: essa era chiusa. E il Signore mi disse: Questa porta resterà chiusa, non verrà aperta e nessuno passerà per essa, perché per essa entrerà il Signore Dio d’Israele, e rimarrà chiusa. Poiché il principe, lui siede in essa per prender cibo. Entrerà per la via del portico della porta e per la sua via uscirà. E mi introdusse per la via della porta che guarda a settentrione, di fronte al tempio: e vidi, ed ecco, era piena di gloria la casa del Signore.

3. Piesë nga të Thënat ( 9,1-11) Dieja stisi për të një shpi e ngrëjti shtatë shtyltë ; therti shtazat të majme të’sai ,përgatiti verën e shtroi triesën . Dërgoi shërbëtorat e ‘saj tue ghrisur me zë ta mathë sa të pijën, tue thënë : kush ngë isht i urt le të vinjë tek U . E atireve kuj i duhet ndëlgim i tha: ejani hani bukën t’ime e pini verën çë U përziejta për ju .

Leni lënësit e do t’rroni ; kërkoni urtësin sa të rroni e do t’ndrekjëni mendien me të njohurit . Kush kjërton të likjët do t’jet dhunuar,kush kjërton të palutshmit isht shar . Kjërtimet e të palutshmit janë shplaka atij.

Mos i kjërtë të likjët , mos të të mbajën mbëri ; kjërtò të , urtin e aì ka t’t’det mirë .Mësò të urtin e aì do t’bënet më i urt e aì do të bëhet më i urt ; ip këshill të drejtit e ai do t ‘ shtonjë dituris s’tij . Të zënit fill e Diejës isht trëmbësira e t’in’Zoti . Shejtrat duan ndëlgim . Mendim i mirë ë të njihet Ligja. Me këtë vjershë ka t’rrosh shumë mot e ka t’shtonen tij vietë gjellie .

Lettura del libro dei Proverbi (9,1-11).

La sapienza si è costruita una casa e ha eretto a soste¬gno

sette colonne. Ha sgozzato i suoi animali, ha versato nel calice il suo vino e ha preparato la sua mensa. Ha mandato i suoi servi a invitare al banchetto con alto proclama, dicendo: Chi è stolto si rivolga a me. E a quelli che mancano di senno dice: Venite, mangiate il mio pane e bevete il vino che ho mesciuto per voi. Abbandonate la stoltezza e vivrete, cercate la prudenza per poter aver vita e dirigere l’intelligenza con la conoscenza. Chi rimprovera dei mal¬vagi ne ricaverà per sé disonore e chi correggerà l’empio ne avrà biasimo, perché i rimproveri fatti all’empio sono per lui lividure. Non rimproverare dei malvagi perché non ti prendano in odio: rimprovera il saggio e ti amerà.

Da’ un’opportunità al saggio e diventerà piú saggio, istruisci un giusto e aumenterà la sua istruzione. Principio della sapienza è il timore del Signore, e il consiglio dei santi è intelligenza. Conoscere poi la Legge è cosa di una buona mente. In questo modo, infatti, vivrai a lungo e ti verranno aggiunti anni di vita.

Apostiha

Harè për gjithë jetës na jerdhi neve nga të drejtit Joakim e Anna :e përlëvduashmia Virgjërë. E çila paj të së madhes pastrë bënet faltoria shpirtërore e Perëndìs e vetëmia për të vërtetë ë njohurë si Mëma e t’in’Zoti. Paj të parkalesivet t’saj,o Krisht Perëndì, ipi jetës pakjien e shpirtravet t’anë të madhen lipisì.

Gjekjë ,o bijëzë, e shih e mirr’veshë e harrò gjinden t’ënde e shpin e t’it eti e rregji ka t’dishironjë bukurin t’ënde.

La gioia del mondo intero è sorta per noi dai giusti:

da Gioacchino e Anna, ecco la Vergine degna di ogni canto; essa per la sua purezza somma diviene tempio vivente di Dio e, sola, è con verità riconosciuta Madre-di-Dio. Per le sue suppliche, o Cristo Dio, manda sul mondo la pace, e alle anime nostre,la grande misericordia.

Stico: Ascolta, figlia, guarda e piega il tuo orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.

Si Engjëlli kishe paralajmëruar jerdhe sot,o Virgjërë, nga të drejtit Joakim e Anne , o Vajze e përndershme, kjell e thron i Perëndis, puçer i pastër çë fal harè gjithë jetës,pajtore e gjellës t’ënë çë na ndsore nëmën e na dhe uratën. Andai të ditëlindja jote ,o Vajze nga in’Zot e sgledhurë,lip pakjien të madhen lipisì shpirtravet t’anë .

Të Parët e populli të dheut ka t’nderojën fakjien t’ënde.

Preannunciata da un angelo, oggi sei nata, progenie augustissima,dai giusti Gioacchino e Anna, o Vergine, cielo e trono di Dio,ricettacolo di purezza, annunciatrice di gioia a tutto il mondo, patrona della nostra vita, distruzione della maledizione che tu muti in benedizione. Nel giorno della tua nascita, Vergine eletta da Dio, chiedi dunque la pace,e per le anime nostre,la grande misericordia .

Stico: Imploreranno il tuo volto i ricchi del popolo.

Kësit duart me gëzìm o e shterpa Annë: dheu lambarisëshit ,u gëzofshin rregjërat, priftrat tue bekuar bëfshin harè , te gjithë jeta u bëfshin haidhì , pse shì Mbretëresha e pafajshme, Nusia e Atit lulëzoi nga rrenja e Jeseut . Jo më na lip mëmat ka t’lindian : lulëzoi hareja e gjella ka mbushur jetën . Jo më do t’jen prierrë dhuretìt e Joakimit, pse rëkimi i Annës u shndërrua në harè . Nani Ajo thot : bëni gëzim me Mua , ju të sgledhurit e Israelit, pse in’Zot më dha Mua një palat shpirtërori lëvdìs e hjynushme e ‘Tij për të përsbashkmen harè shëndetë të shpirtravet t’anë .

Sterile, senza prole, Anna batta oggi gioiosa le mani, si rivestano di splendore le cose della terra, esultino i re, si allietino i sacerdoti tra le benedizioni, sia in festa il mondo intero: perché ecco, la regina, l’immacolata sposa del Padre, è germogliata dalla radice di Iesse. Non partoriranno piú figli nel dolore le donne, perché è fiorita la gioia, e la vita degli uomini abita nel mondo. Non saranno piú rifiutati i doni di Gioacchino, perché il lamento di Anna si è mutato in gioia ed essa dice: Rallegratevi con me, tutti voi del po¬polo eletto Israele: poiché ecco, il Signore mi ha donato la reggia vivente della sua divina gloria, per la comune letizia, gioia e salvezza delle anime nostre.

Lëvdi…nani…

Ejani,o gjithë të besëmë ; rriedhiëm te Virgjëresha. Shi’se isht e lehet Ajoò çë më para se të zëj në gji, kle e shenjuarë për Mëmë e Perëndis t’ënë.Vistari i virgjërìs,shkopi i lulëzuar i Aaronit nga rrenja e Jeseut ,eligjëruamia e Profetravet lulëja e të drejtëvet Joakim e Anna lehet sot e me atë jeta sot përtërihet . Ajò lehet e Klisha pr’anë t’Saj stoliset me madhërì . Ajò isht faltorëja e shejte , Ajò puçeri i Hjynìs e organi i virgjërìs. Ajò talami mbretëror ku u mbarua bashkimi i pathënëshëm i dy naturëvet të Krishtit. Misteri të çilin tue proskjinisur, na lëvdojëm të Lerit e gjithëdëlirës Virgjërë.

Gloria… Ora e sempre.

Venite, fedeli tutti,corriamo verso la Vergine, perché ecco, nasce colei che prima di essere concepita in seno è stata predestinata ad essere Madre del nostro Dio;il tesoro della verginità, la verga fiorita di Aronne, che spunta dalla radice di Iesse, l’annuncio dei profeti, il germoglio dei giusti Gioacchino e Anna nasce, e il mondo con lei si rinnova. Essa è partorita, e la Chiesa si riveste del proprio decoro. Il tempio santo, il ricettacolo della Divinità, lo stru¬mento verginale, il talamo regale nel quale è stato portato a compimento lo straordinario mistero della ineffabile unione delle nature che si congiungono in Cristo : adorando lui, celebriamo l’immacolata nascita della Vergine.

Apolitikji

Të Leri t’atë, o Mëma e Perëndìs, gëzim përhap në tërë jetën, pse ngah ti shkrepi dielli i drejtësìs Krishti Perëndia jinë e tue sglidhu nëmën , dha bekimin e tue prishur vdekjien, na dhori gjellën të pasosme.

La tua nascita, o Madre-di-Dio,ha rivelato la gioia a

tutta la terra, perché da te è sorto il sole di giustizia, Cristo Dio nostro: egli, ponendo fine alla maledizione ci ha dato la benedizione, e distrutta la morte, ci ha donato la vita eterna.( 3 volte)

venerdì 5 settembre 2014

AVVISO

DOMANI 6 SETTEMBRE 
Memoria del miracolo avvenuto a Colossi, o Chones, per opera dell’arcangelo Michele:

ALLE ORE 9,30 NELLA CAPPELLA DI 
VIA S. MICHELE 
 SI CELEBRA
 LA DIVINA LITURGIA 
IN ONORE 
DELL'ARCANGELO S.MICHELE .

                                          5 SETTEMBRE 2014
                                                  Sinassario
            Il 5 di questo stesso mese, memoria di Zaccaria profeta, padre del precursore.                                  
                                
Per la sua santa intercessione, o Dio, abbi pietà di noi.
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Portando su di te l’unzione e la tunica divina, * o Zaccaria ben degno di essere celebrato, * hai esercitato il sacerdozio come un angelo di Dio, * ponendoti quale mediatore * tra il Creatore e la creatura, * o beato, * e limpidamente accogliendo in te * le manifestazioni dello Spirito divino: * per questo ti diciamo beato, * e celebrando oggi la tua santa festività, * diamo gloria al Salvatore.
Hai visto bambino, partorito dalla fanciulla, * o Zaccaria ispirato da Dio, * colui che è coeterno al Padre, * e davanti a tutti lo preannunci al tuo bambino: * Sarai veramente profeta, * per preparare i suoi sentieri˚. * Con lui noi ti diciamo beato, * e santamente celebriamo * la tua veneranda festività, * o teòforo felicissimo.
Eri tempio vivente e animato del divino Spirito, * e in mezzo al tempio, o glorioso, * mentre stavi insieme a Dio con cuore puro, * fosti ingiustamente sgozzato, * compiendo col martirio la tua corsa divina, * o degno di ammirazione: * sei perciò salito al tempio celeste, * e col tuo proprio sangue chie¬di perdono * per quelli che ti onorano.
Gloria. Tono pl. 4. Di Giovanni monaco.
Rivestito della tunica del sacerdozio secondo la Legge, * hai compiuto il tuo servizio * conforme all’ordine di Aronne, * e stando nel tempio * hai chiaramente contemplato una forma angelica˚, * o beatissimo. * Per questo noi tutti, * cantan¬do come dobbiamo la tua dipartita, * o Zaccaria, * con inni celebriamo te * che dopo essere invecchiato * hai prodotto il glorioso Giovanni. * Intercedi per la nostra salvezza * presso il Dio misericordioso.
Ora e sempre.
Theotokíon. Signore, anche comparendo al tribunale.
Signore, custodisci tu, * per intercessione della Madre tua, * il gregge che nella tua compassione * hai riscattato col tuo sangue prezioso˚, * e conservalo illeso dall’insolenza dei nemici, * affinché inneggiando glorifichiamo * la tua divina condiscendenza.
Tono pl. 4. O straordinario prodigio!
O straordinario prodigio! * L’arcangelo che nell’alto dei cieli * si tiene davanti a Dio, * porta a Zaccaria, liturgo dal divino sentire, * il buon annuncio della concezione del precursore˚, * nonostante l’età e la sterilità˚. * Oh, la tua ineffabile provvidenza, Sovrano! * Per essa, o Cristo, * salva le anime nostre, * perché solo sei compassionevole.
Stico: Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo.
O straordinario prodigio! * L’ammutolire di Zaccaria con tutta chiarezza profetizza * il silenzio dell’antico patto * e la manifestazione del nuovo˚: * poiché tacendo il com¬pimento della Legge * ha mostrato la luce della gra¬zia. * Oh, la tua sapiente provvidenza, * amico degli uomini! * Per essa custo¬discici tutti * nella tua onnipotenza.
Stico: E tu bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo.
O straordinario prodigio! * Fedele tra i sacerdoti, * nobile tra i martiri * e profeta glorioso che preannuncia il fu¬turo, * Zaccaria si mostra, o Sovrano, * adorno di una tri¬plice corona. * Oh, i tuoi ricchi doni, amico degli uo¬mini! * Per essi, o Cristo, * facci tutti degni del tuo regno.
Gloria. Tono 2. Di Anatolio.
Come sacerdote puro * sei entrato nel santo dei santi; * e, rivestita la sacra tunica, * hai irreprensibilmente servito Dio, * stabilendo leggi come Aronne, * e guidando come Mosè le tri¬bú d’Israele, * con il limpido suono dei campanelli˚: * per questo sei stato ucciso, * ma il tuo sangue giusto è divenuto per noi * guarigione salutare, * e come unguento di soave o¬do¬re * apre le nostre orecchie * perché conseguiamo la vita eter¬na. * Zaccaria tre volte beato, * genitore di Giovanni bat¬tista, * e coniuge di Elisabetta, * intercedi con fervore per le anime nostre.
Ora e sempre. Theotokíon. Quando dal legno.
Davvero ha superato il mio capo, * o pura, * la molti¬tudine delle mie iniquità, * si sono moltiplicate le mie iniquità, * e io, infelice e incorreggibile, * porto un peso im¬portabile, smi¬su¬rato˚, * o Vergine. * Tu dunque previe¬nimi * con la tua fervida intercessione, * e salvami, * o sola correzione dei peccatori.
Oppure stavrotheotokíon, stessa melodia.
Hai sostenuto molte pene, o immacolata, * alla crocifissione del tuo Figlio e Dio, * e tra le lacrime gemevi * alzando grida amare: * Ahimè, Figlio dolcissimo, * tu ingiustamente pa¬tisci * perché vuoi riscattare i figli della terra nati da Ada¬mo! * Noi dunque, Vergine tutta santa, * ti supplichiamo con fede: * rendici propizio il Figlio tuo.
Apolytíkion. Tono 4. Restò attonito Giuseppe.
Avvolto nell’abito sacerdotale, o sapiente, * hai santamente offerto secondo la legge di Dio * olocausti accetti, o Zaccaria, * e sei divenuto un luminare, * un veggente di mistiche realtà, * recando manifestamente in te i segni della grazia, * o sapientissimo: * ucciso di spada nel tempio di Dio, * o profeta di Cristo, * insieme al precursore intercedi * per la salvezza delle anime nostre.
Oggi Zaccaria, * profeta e sacerdote dell’Altissimo, *genitore del precursore, * ha imbandito la mensa, * nutrendo i fedeli col suo ricordo * e mescendo per loro la bevanda della giustizia. * Celebriamolo dunque * come divino iniziato della grazia di Dio.
Ikos.
Il sacerdote ha accolto il silenzio della Legge, * accogliendo per le parole dell’angelo, * insieme a Elisabetta, sterile e casta, * il precursore, profeta e iniziato all’avvento di Cristo˚: * con la sua nascita, * si sono inaugurate la grazia e la redenzione * e la nostra universale riconciliazione, * perché egli, divino iniziato alla grazia di Dio, * annuncia l’agnello e Creatore, * colui che rinnova la creazione, * colui che dalla sterile provvede il frutto, * e che si è manifestato come Figlio della Vergine.
Sinassario.
Il 5 di questo stesso mese, memoria di Zaccaria profeta, padre del precursore.
Per la sua santa intercessione, o Dio, abbi pietà di noi. Amen.
Exapostilárion. Udite, donne.
Hai irreprensibilmente esercitato il sacerdozio * davanti al Dio onnipotente, * secondo le disposizioni della Legge, * o Zaccaria profeta: * per questo mentre offrivi l’incenso * ti apparve l’angelo dicendo˚: * Genererai il precursore di Cristo, * mediatore tra la Legge e la grazia divina.
Theotokíon, stessa melodia.
Sono passate, o Vergine Madre, * le cose che un tempo si compivano * nell’ombra della Legge e della figura˚: * poiché tu senza seme hai generato * il Dio datore della Legge, * per la redenzione dei mortali. * An¬che me dunque, vinto dalla legge del peccato˚, * conferma con la legge divina.
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