giovedì 25 aprile 2013

Il mercoledì di Mezza Pentecoste nella tradizione bizantina

Disseta la nostra sete  con le onde della pietà

di Manuel Nin

"Nel mezzo della festa, disseta con le onde della pietà, o Salvatore, l'anima mia assetata. Poiché tu stesso hai detto a tutti: Chi ha sete venga a me e beva. Tu sei la fonte della vita, o Cristo, gloria a te". La liturgia del periodo pasquale è carica di temi importanti per la vita cristiana: per tre domeniche, Pasqua, domenica di Tommaso e domenica delle Mirofore, la liturgia ci confronta con la realtà e la verità del risorto; per altre tre domeniche, quella del Paralitico, quella della Samaritana e quella del Cieco nato, ci mette di fronte alla centralità del battesimale nella vita cristiana; infine seguono l'Ascensione, la domenica dei Padri di Nicea, e la Pentecoste.
Inoltre, nel mercoledì della quarta settimana si trova la festa detta di mezza Pentecoste. È una celebrazione che non ha un collegamento né con una apparizione del Risorto, né con il battesimo, né con un altro fatto storico concreto; l'unico testo evangelico a cui si può collegare, letto nella festa, è quello di Giovanni (7, 14): "Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e vi insegnava". La mezza Pentecoste è già testimoniata da Anfilochio di Iconio, vescovo nel IV secolo, che ne fa una festa ponte tra la Risurrezione, l'Ascensione e la Pentecoste; in qualche modo rimette al centro del periodo di Pasqua e della vita di ogni cristiano, la presenza, la vita di Cristo.
Il vespro e il mattutino della festa sono di san Giovanni Damasceno e di sant'Andrea di Creta, due dei grandi innografi bizantini, e sottolineano il collegamento che questa celebrazione stabilisce tra la Pasqua e la Pentecoste: "Eccoci giunti alla metà dei giorni che iniziano con la salvifica risurrezione e ricevono il loro sigillo con la divina Pentecoste. Questo giorno risplende dei fulgori che riceve da entrambe, congiunge le due feste ed è venerabile perché annuncia la gloria dell'Ascensione del Signore. Si avvicina la ricca effusione su tutti dello Spirito divino, come sta scritto: la annuncia il giorno presente, che si pone a metà tra la verace promessa di Cristo ai discepoli, fatta dopo la sua morte, sepoltura e risurrezione, e la manifestazione dello Spirito che essa annunciava".
Il tropario della festa citato all'inizio ne offre la chiave di lettura. Come tutti i testi della liturgia, il tropario ha un retroterra biblico. In primo luogo il testo di Giovanni già citato ("Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e vi insegnava") inquadra la festa e ne diventa il retroterra. Allo stesso modo che Gesù sale a Gerusalemme non per l'inizio o la fine della festa, ma a metà, anche qui lui si presenta nella vita della Chiesa a metà del suo cammino pasquale.
Il testo del tropario prosegue con la frase: "Disseta con le onde della pietà, o Salvatore, l'anima mia assetata", che è un riferimento al testo evangelico di Giovanni (7, 37) poi citato: "Se qualcuno ha sete, venga a me e beva". Il retroterra è quello di alcuni testi veterotestamentari, specialmente dei salmi, in modo particolare quelli in cui il desiderio dell'uomo verso Dio viene presentato con l'immagine della sete: "L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente" (41, 2); "Dio, Dio mio, te cerco fin dall'aurora; di te ha sete l'anima mia; verso di te anela la mia carne, come una terra deserta, arida, senz'acqua" (62, 2). Il tropario, di seguito, cita il testo giovanneo ("Se qualcuno ha sete, venga a me e beva") e si conclude con la ripresa di un tema che ricorre nell'Antico e nel Nuovo Testamento, quello del Signore come fonte della vita: "Tu sei la fonte della vita, o Cristo, gloria a te".
Il tropario ci mette poi di fronte ad alcuni aspetti importanti della vita cristiana. Il Signore infatti si fa presente nella vita della Chiesa e nella vita di ognuno di noi nel mezzo, cioè come qualcuno che ne assume la centralità e l'importanza. La mezza Pentecoste ricorda questa centralità di Gesù nella vita di ogni cristiano: nel battesimo siamo stati immersi nella vita di Cristo, nella sua morte e nella sua risurrezione, e siamo anche immersi nella vita in Cristo, cioè in una vita in cui il nostro rapporto con Dio, con gli altri e con noi stessi ci viene dato da Cristo, dal suo Vangelo.
"Disseta con le onde della pietà, o Salvatore, l'anima mia assetata" canta ancora il tropario. Il testo liturgico richiama alla nostra situazione di uomini assetati; assetati di vita, di verità, di Dio. La nostra sete viene dunque dissetata dalle "onde della pietà" (eusebèìas nàmata) dice letteralmente il testo, utilizzando un termine greco che può essere tradotta come "pietà", "devozione", "rispetto", "amore verso". L'uso che i Padri, soprattutto i Padri Apostolici, fanno di questa parola è appunto nel senso della "pietà", "devozione", "amore" di Cristo verso il Padre, sottolineando proprio la eusèbeia di Cristo verso il Padre. Il tropario si conclude con una dossologia ("Tu sei la fonte della vita, o Cristo, gloria a te") che riporta alla centralità di Cristo: è lui infatti che si fa presente nel mezzo della nostra vita. È vero che noi andiamo incontro a lui, ma è soprattutto vero che lui viene verso di noi. La liturgia pasquale, il Pentecostarion, e la nostra vita hanno un loro ritmo, ma Cristo lo spezza e si fa presente nel mezzo di questo cammino. Lui che "disseta con le onde della pietà l'anima nostra assetata, lui che è "la fonte della vita".


(©L'Osservatore Romano 24-25 aprile 2013)

mercoledì 24 aprile 2013

                        25 MARZO 2013 
    MEMORIA DI S. MARCO EVANGELISTA  


        O Shejti Apostull e Vangjejtar Mark,lutu lipisiarit Perëndì sa të na falënjë shpirtravet t’anë ndëjèsën e mëkatëvet. Tue marrë prej s’larti Hirin e Shpirtit Shejt, kleve sglidhur të dredhurat e Retorëvet , o Apostull,e ke marrë në rrietë gjithë popujitë,o i lëvduashëm Marku, e ja fale t’in Zoti, tue ligjëruar Vangjein të hjynushëm.

                                                                  VITA    
                                 San Marco Evangelista sec. I
 
     Ebreo di origine, nacque probabilmente fuori della Palestina, da famiglia benestante. San Pietro, che lo chiama «figlio mio», lo ebbe certamente con sè nei viaggi missionari in Oriente e a Roma, dove avrebbe scritto il Vangelo. Oltre alla familiarità con san Pietro, Marco può vantare una lunga comunità di vita con l'apostolo Paolo, che incontrò nel 44, quando Paolo e Barnaba portarono a Gerusalemme la colletta della comunità di Antiochia. 
     Al ritorno, Barnaba portò con sè il giovane nipote Marco, che più tardi si troverà al fianco di san Paolo a Roma. Nel 66 san Paolo ci dà l'ultima informazione su Marco, scrivendo dalla prigione romana a Timoteo: «Porta con te Marco. 
   Posso bene aver bisogno dei suoi servizi». L'evangelista probabilmente morì nel 68, di morte naturale, secondo una relazione, o secondo un'altra come martire, ad Alessandria d'Egitto.   
     Gli Atti di Marco (IV secolo) riferiscono che il 24 aprile venne trascinato dai pagani per le vie di Alessandria legato con funi al collo. Gettato in carcere, il giorno dopo subì lo stesso atroce tormento e soccombette. 
      Il suo corpo, dato alle fiamme, venne sottratto alla distruzione dai fedeli. Secondo una leggenda due mercanti veneziani avrebbero portato il corpo nell'828 nella città della Venezia. (Avvenire)
Mercoledì 24 Aprile 2013  Mercoledì di Mezzapentecoste    
                                     Oggi ricorre anche:
  Santa Elisabetta taumaturga,    San Saba Stratilate, martire
                        Mercoledì di Mezzapentecoste 
 Sinassario 

Il senso di questa ricorrenza si trova nella innologia dei vespri odierni, che al primo dei tre prosòmia recita: «Eccoci giunti alla metà dei giorni che iniziano con la salvifica risurrezione e ricevono il loro sigillo con la divina pentecoste. Questo giorno risplende dei fulgori che riceve da entrambe, congiunge le due feste ed è venerabile perché annuncia la gloria del Signore».
  
 APOLITIKION Μεσούσης τῆς ἑορτῆς, διψῶσάν μου τὴν ψυχήν, εὐσεβείας πότισον νάματα ὅτι πᾶσι Σωτὴρ ἐβόησας· ὁ διψῶν, ἐρχέσθω πρός με καὶ πινέτω· Ἡ πηγὴ τῆς ζωῆς, Χριστὲ ὁ Θεὸς δόξα σοι.
Mesoúsis tis heortis, dipsosán mu tin psychìn, eusevías pótison námata hóti pâsi Sōtir ebóisas: Ho dipsō̂n, erchésthō prós me kié pinétō: i pighi tēis zōìs, Christè ho Theòs dóxa si.
A metà della festa, disseta la mia anima assetata ai rivi della pietà. A tutti infatti, o Salvatore hai gridato: chi ha sete venga a me e beva. O fonte della vita, o Cristo Dio, gloria a te.
  
 Atti 14, 6-18  essi se ne accorsero e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe e nei dintorni, e là continuavano a predicare il vangelo.
C'era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava il discorso di Paolo e questi, fissandolo con lo sguardo e notando che aveva fede di esser risanato, disse a gran voce: «Alzati diritto in piedi!». Egli fece un balzo e si mise a camminare. La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, esclamò in dialetto licaonio e disse: «Gli dèi sono scesi tra di noi in figura umana!». E chiamavano Barnaba Zeus e Paolo Hermes, perché era lui il più eloquente.
Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all'ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. Sentendo ciò, gli apostoli Barnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: «Cittadini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi predichiamo di convertirvi da queste vanità al Dio vivente che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che ogni popolo seguisse la sua strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi il cibo e riempiendo di letizia i vostri cuori». E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall'offrire loro un sacrificio.   
Giovanni 7, 14-30
Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e vi insegnava. I Giudei ne erano stupiti e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?». Gesù rispose: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Chi vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l'ha mandato è veritiero, e in lui non c'è ingiustizia. Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?». Rispose la folla: «Tu hai un demonio! Chi cerca di ucciderti?». Rispose Gesù: «Un'opera sola ho compiuto, e tutti ne siete stupiti. Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Ora se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato? Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio!».
Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.
   

Calendariobizantino.it  -  Calendario liturgico della tradizione bizanti

martedì 23 aprile 2013


AVVISO 


 TUTTI I FEDELI 
CHE
 DESIDERANO PARTECIPARE 

ALLA BEATIFICAZIONE 
DEL 
SERVO DI DIO DON GIUSEPPE PUGLISI  

IL 25 MAGGIO 2013 ALLE ORE  10,30 
NELLO STADIO "RENZO BARBERA" 
CHE 
PRESIEDE
 IL NOSTRO AMMINISTRATORE APOSTOLICO CARD. PAOLO ROMEO

SONO INVITATI  A  CONTRATTARE 

IL PARROCO IL PIU' PRESTO.

 GRAZIE 

lunedì 22 aprile 2013


23 APRILE 2013

Memoria del santo e glorioso 


megalomartire Giorgio, il trionfatore.



VESPRO 

stichirá prosómia del santo.

Tono 4. Aftómelon.

    Come generoso fra i martiri, noi oggi riuniti ti acclamiamo, 

Giorgio vittorioso: perché hai compiuto la corsa, hai 

conservato la fede,e hai ricevuto da Dio la corona della 

vittoria: pregalo di liberare dalla corruzione e dai pericoli 

quanti celebrano con fede * la tua memoria sempre 

venerabile. 

   Con animo coraggioso, ti sei fiduciosamente gettato nella lotta,come un leone, o glorioso, trascurando il corpo che dovrà corrompersi, dandoti piuttosto sapiente cura dell’anima incorruttibile. Da molte speci di pene sei stato provato, o Giorgio, come oro purificato sette volte.
 Hai patito col Salvatore,e con la morte, o glorioso,volontariamente ne hai imitato la morte:per questo con lui regni sfolgorante, avendo rivestito la splendente porpora del tuo sangue, adorno dello scettro delle tue lotte e insigne per la corona della vittoria, per i secoli senza fine, o megalomartire Giorgio.
   Stringendoti alla corazza della fede,allo scudo della grazia e alla lancia della croce, sei divenuto, Giorgio,imprendibile per gli avversari, e come principe divino, messe in rotta le falangi dei demoni,fai coro insieme agli angeli;e ricolmando i fedeli di cure, li santifichi e li salvi * quando vieni invocato. 
    Ti riconosciamo astro dalla luce copiosa,splendente nel firmamento come sole, ti acclamiamo perla preziosissima, pietra rilucente, figlio del giorno,generoso fra i martiri, difensore dei fedeli nei pericoli: e celebriamo la tua memoria, o Giorgio trionfatore. 
  Quando navigo nel mare,quando cammino per la via,quando dormo nella notte, custodiscimi; quando sono desto, salvami,beatissimo Giorgio,e guidami a fare la volontà del Signore,affinché nel giorno del giudizio io,che mi rifugio sotto la tua protezione, trovi il perdono per quanto avrò commesso in vita.
Gloria. Tono pl. 2.
  Hai vissuto in modo degno del tuo nome,soldato Giorgio;infatti, prendendo sulle spalle la croce di Cristo,hai lavorato con arte la terra resa desolata dall’inganno diabolico, e, sradicato il culto degli idoli pieno di spine, hai piantato il tralcio della fede ortodossa. Perciò tu fai sgorgare guarigioni per i fedeli di tutta la terra,e sei divenuto giusto agricoltore della Triade.Intercedi, ti preghiamo, per la pace del mondo e la salvezza delle anime nostre.

Ora e sempre. Della festa corrente.

Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.

Lettura della profezia di Isaia (43,9-14).
Cosí dice il Signore: Tutte le genti si sono riunite insieme, e si riuniranno dei capi di mezzo a loro. Chi proclamerà fra loro queste cose, o chi vi farà udire ciò che è sin dal principio? Producano i loro testimoni, si giustifichino e dicano il vero. Siate miei testimoni: e anch’io, il Signore Dio, sono testimone, insieme al servo che mi sono scelto, affinché conosciate, crediate in me, e comprendiate che Io Sono. Prima di me non ci fu altro Dio, né ci sarà dopo. Io sono Dio, e non c’è salvatore all’infuori di me. Io ho proclamato e ho salvato; io ho rimproverato, e non c’era fra voi dio straniero: voi siete miei testimoni, e io sono il Signore Dio. Dal principio io sono, e non c’è chi sfugga dalle mie mani; io agirò, e chi lo impedirà? Cosí dice il Signore Dio, colui che vi redime, il santo d’Israele.

Lettura del libro della Sapienza di Salomone (3,1-9).

Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, e nessun tormento può toccarle. Parve agli occhi degli stolti che morissero, e fu considerato un danno il loro esodo, e una rovina la loro dipartita:ma essi sono nella pace. Infatti, anche se agli occhi degli uomini vengono castigati,la loro speranza è piena di immortalità. Un poco corretti, riceveran-no grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé. 
Come oro nel crogiuolo li ha saggiati, e come olocausto li ha accettati. Nel tempo in cui saranno visitati risplenderanno, e correranno qua e là come scintille nella stoppia. Giudicheranno genti e domineranno popoli, e regnerà su di loro il Signore per sempre. Quelli che confidano in lui comprenderanno la verità, e coloro che sono fedeli nell’amore dimoreranno presso di lui: perché grazia e misericordia sono per i suoi santi, ed egli visita i suoi eletti.

Lettura del libro della Sapienza di Salomone (5,15-6,3).

I giusti vivono in eterno, la loro mercede è nel Signore e l’Altissimo si prende cura di loro. Per questo riceveranno il nobile regno e lo splendido diadema dalla mano del Signore, poiché egli con la sua destra li copre e col suo braccio li protegge. Prenderà come armatura la sua gelosia e armerà la creazione per far vendetta dei nemici. Rivestirà la corazza della giustizia e cingerà come elmo un giudizio verace. Prenderà come scudo invincibile la santità; aguzzerà come spada la sua collera severa: il mondo combatterà insieme con lui contro gli insensati.
Scoccheranno gli infallibili dardi dei fulmini, e come da un arco ben teso, dalle nubi voleranno al bersaglio, e dalla fionda saranno scagliati chicchi di grandine pieni di furore. Infurierà contro di loro l’acqua del mare, i fiumi li sommergeranno senza pietà. Si leverà contro di loro un vento impetuoso e li disperderà come un uragano. L’iniquità renderà deserta tutta la terra e le cattive azioni rovesceranno il trono dei potenti. Ascoltate dunque, o re, e comprendete; imparate, giudici dei confini della terra; porgete l’orecchio, voi che dominate le moltitudini e che vi gloriate del gran numero dei vostri popoli: il vostro potere vi è stato dato dal Signore, e la vostra sovranità dall’Altissimo. 

Allo stico, stichirá prosómia del santo.

Tono 4. Tu che sei stato chiamato dall’Altissimo.

    Celebrano i popoli con canti e inni la tua memoria ovunque celebrata, o Giorgio:nobile e luminosa ha infatti brillato, adorna di gloria e grazia multiformi; per questo anche le angeliche schiere tripudiano. Applaudono i martiri insieme agli apostoli per i trofei delle tue lotte, o martire,e celebrano il Salvatore,Cristo Dio nostro, che ti ha glorifica-to: e tu pregalo di salvare e illuminare le anime nostre.
Stico: Il giusto fiorirà come palma, si moltiplicherà come cedro del Libano. 

      Rivestito dell’armatura di Cristo, o Giorgio,sei stato trovato da quanti non ti cercavano, acceso di zelo per Cristo;e coprendo di scherno la seduzione distruttrice degli dèi vani, gridavi agli empi: Io milito per il Cristo mio Re, per questo né belve, né ruote, né fuoco, né spada * possono separarmi dall’amore del Cristo Dio nostro. Pregalo dunque di salvare e illuminare le anime nostre. 
Stico: Per i santi che sono nella sua terra, il Signore ha reso mirabili, in loro, tutte le sue volontà. 

        Disprezzando i molteplici strumenti di tortura, gli svariati tormenti e la terribile catapulta,o Giorgio coronato, hai compiuto come martire la corsa della vita pia. Perciò noi intrecciamo per la tua fulgidissima memoria * ghirlande fiorite di canti, e baciamo con fede le tue venerabili reliquie. Tu che, tutto luminoso, stai davanti al trono del Cristo Dio nostro, supplicalo di salvare e illuminare le anime nostre.

Gloria. Tono 4. Dello Studita.
 
      Acclamiamo spiritualmente,fratelli, l’acciaio spirituale della costanza,il celebrato martire Giorgio, che i pericoli hanno foggiato, ardente per Cristo, e i tormenti hanno temprato,mentre pene multiformi ne hanno consumato il corpo,per natura corruttibile: l’amore vinceva infatti la natura, persuadendo l’amante a passare, tramite la morte, all’amato Cristo Dio, Salvatore delle anime nostre.

Ora e sempre. Della festa. Apolytíkion. Tono 4.

Come liberatore dei prigionieri,protettore dei poveri,medico degli infermi, difensore dei re,o megalomartire Giorgio trionfatore,intercedi presso il Cristo Dio per la salvezza delle anime nostre.

mercoledì 17 aprile 2013

OGGI ALLE ORE 18,30  
                INCONTRO  17 APRILE 2013
                                                           Parrocchia S. DEMETRIO    M.  

Si è fatto  il momento di preghiera tra i genitori e ragazzi del Catechismo 
  
Prifti Në  embër të Atit të Birit e të Shpirtit Shejt. Amin.  
Krisht U ngjall ! Ai tue vdekur , ndridhi vdekjen e shkrete e te vdekurevet te varret i dha Gjellen e Vertete
Cristo è risorto dai morti, con la morte ha calpestato la morte e a quanti giacevano nei sepolcri ha donato la vita.
Cristòs anèsti ek nekròn, thanàto thànaton patìsas, ketis en tis mnìmasin zoìn charisà menos. 
Lëvdi pastë Ati ynë, çë je në qiell, shejtëruar kloftë emri yt, arthshit rregjëria  jote u bëftë vullimi yt, si në qiell ashtù në dhe. Bukën tënë të përditshme ëna neve sot, ndjena dëtyrët tona, ashtu si na ia ndjejëm dëtyruamvet tanë, e mos na le të biem në ngarje, po lirona nga i ligu.
Prifti Pse jotia isht rregjëria e pushtetja e lëvdia e t’Jatit, e të Birit e të Shpirtit Shejt, nanì e gjithëmonë e për jetë të jetëvet. Amìn.
Apolytíkion. Tono 2.
Quando discendesti nella morte, o vita immortale, allora mettesti a morte l’ade con la folgore della tua divinità; e quando risuscitasti i morti dalle regioni sotterranee, tutte le schiere delle regioni celesti gridavano: O Cristo datore di vita, Dio nostro, * gloria a te.
Gloria. Aftómelon.
Il nobile Giuseppe, calato dal legno il tuo corpo immacolato,lo avvolse in una sindone pura con aromi,e prestandoti le ultime cure,lo depose in un sepolcro nuovo.Ma tu il terzo giorno sei risorto, Signore,per donare al mondo la grande misericordia.    
Ora e sempre.
Stando presso il sepolcro, l’angelo gridava alle donne miròfore:  Gli unguenti profumati son per i morti,ma il Cristo si è mostrato estraneo alla corruzione.E voi gridate dunque:È risorto il Signore, per donare al mondo la grande misericordia

..Ragazzo/a :ASCOLTIAMO : San Paolo scrive ai cristiani di Corinto: «A voi… ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto; cioè che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture, e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici» (1Cor 15,3-5).
Ragazza/o    Nel Credo ripetiamo questa espressione: «Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture». E' proprio l'evento che stiamo celebrando: la Risurrezione di Gesù, centro del messaggio cristiano, risuonato fin dagli inizi e trasmesso perché giunga fino a noi.
Ragazzo   Questa breve confessione di fede annuncia proprio il Mistero Pasquale, con le prime apparizioni del Risorto a Pietro e ai Dodici: la Morte e la Risurrezione di Gesù sono proprio il cuore della nostra speranza. Senza questa fede nella morte e nella risurrezione di Gesù la nostra speranza sarà debole, ma non sarà neppure speranza, e proprio la morte e la risurrezione di Gesù sono il cuore della nostra speranza.
Ragazzo  L'Apostolo afferma: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati» (v. 17).
Ragazza/o  Purtroppo, spesso si è cercato di oscurare la fede nella Risurrezione di Gesù, e anche fra gli stessi credenti si sono insinuati dubbi. Un po' quella fede "all'acqua di rose", come diciamo noi; non è la fede forte. E questo per superficialità, a volte per indifferenza, occupati da mille cose che si ritengono più importanti della fede, oppure per una visione solo orizzontale della vita.
 Sacerdote : Ma è proprio la Risurrezione che ci apre alla speranza più grande, perché apre la nostra vita e la vita del mondo al futuro eterno di Dio, alla felicità piena, alla certezza che il male, il peccato, la morte possono essere vinti. E questo porta a vivere con più fiducia le realtà quotidiane, affrontarle con coraggio e con impegno. La Risurrezione di Cristo illumina con una luce nuova queste realtà quotidiane. La Risurrezione di Cristo è la nostra forza!
Ma come ci è stata trasmessa la verità di fede della Risurrezione di Cristo? Ci sono due tipi di testimonianze nel Nuovo Testamento: alcune sono nella forma di professione di fede, cioè di formule sintetiche che indicano il centro della fede; altre invece sono nella forma di racconto dell'evento della Risurrezione e dei fatti legati ad esso. La prima: la forma della professione di fede, ad esempio, è quella che abbiamo appena ascoltato, oppure quella della Lettera ai Romani in cui san Paolo scrive: «Se con la tua bocca proclamerai: "Gesù è il Signore!", e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo» (10,9). Fin dai primi passi della Chiesa è ben salda e chiara la fede nel Mistero di Morte e Risurrezione di Gesù.
Oggi, però, vorrei soffermarmi sulla seconda, sulle testimonianze nella forma di racconto, che troviamo nei Vangeli. Anzitutto notiamo che le prime testimoni di questo evento furono le donne. All'alba, esse si recano al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, e trovano il primo segno: la tomba vuota (cfr Mc 16,1). Segue poi l'incontro con un Messaggero di Dio che annuncia: Gesù di Nazaret, il Crocifisso, non è qui, è risorto (cfr vv. 5-6). Le donne sono spinte dall'amore e sanno accogliere questo annuncio con fede: credono, e subito lo trasmettono, non lo tengono per sé, lo trasmettono. La gioia di sapere che Gesù è vivo, la speranza che riempie il cuore, non si possono contenere.
Questo dovrebbe avvenire anche nella nostra vita. Sentiamo la gioia di essere cristiani!
Noi crediamo in un Risorto che ha vinto il male e la morte! Abbiamo il coraggio di "uscire" per portare questa gioia e questa luce in tutti i luoghi della nostra vita! La Risurrezione di Cristo è la nostra più grande certezza; è il tesoro più prezioso! Come non condividere con gli altri questo tesoro, questa certezza? Non è soltanto per noi, è per trasmetterla, per darla agli altri, condividerla con gli altri. E' proprio la nostra testimonianza.
Un altro elemento. Nelle professioni di fede del Nuovo Testamento, come testimoni della Risurrezione vengono ricordati solamente uomini, gli Apostoli, ma non le donne. Questo perché, secondo la Legge giudaica di quel tempo, le donne e i bambini non potevano rendere una testimonianza affidabile, credibile. Nei Vangeli, invece, le donne hanno un ruolo primario, fondamentale. Qui possiamo cogliere un elemento a favore della storicità della Risurrezione: se fosse un fatto inventato, nel contesto di quel tempo non sarebbe stato legato alla testimonianza delle donne. Gli evangelisti invece narrano semplicemente ciò che è avvenuto: sono le donne le prime testimoni. Questo dice che Dio non sceglie secondo i criteri umani: i primi testimoni della nascita di Gesù sono i pastori, gente semplice e umile; le prime testimoni della Risurrezione sono le donne. E questo è bello. E questo è un po' la missione delle donne: delle mamme, delle donne! Dare testimonianza ai figli, ai nipotini, che Gesù è vivo, è il vivente, è risorto. Mamme e donne, avanti con questa testimonianza! Per Dio conta il cuore, quanto siamo aperti a Lui, se siamo come i bambini che si fidano. Ma questo ci fa riflettere anche su come le donne, nella Chiesa e nel cammino di fede, abbiano avuto e abbiano anche oggi un ruolo particolare nell'aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo Volto, perché lo sguardo di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo dell'amore. Gli Apostoli e i discepoli fanno più fatica a credere. Le donne no. Pietro corre al sepolcro, ma si ferma alla tomba vuota (Omelia del Papa Francesco):
L'angelo  “Andate a dire!”
Ragazza/o Ogni volta, l'annuncio della risurrezione termina con le parole pressanti dell'angelo: “Andate a dire!”
Come potrebbero i discepoli tenere per sé l'annuncio della splendida vittoria sulla morte?Lievito nella pasta l'annuncio è destinato a far lievitare la gioia nelle pieghe più cupe di ogni essere umano. Gioiosa notizia, destinata a dispiegare il suo canto tenace fin nel profondo dei fallimenti più vergognosi e più disperati dell'umanità.. Eccovi dunque, discepoli del risorto, convocati oggi a tutti gli appuntamenti in cui l'essere umano è nella passione e in pericolo di morte per portarvi lo sconvolgente annuncio della sua splendida vittoria sulla morte!
Andrete?
Ragazza/o Andrete incontro a coloro che sono crocifissi nella sofferenza, in casa loro o in un letto di ospedale? Incontro a coloro che sono inchiodati nel loro lutto per la scomparsa della persona amata? Incontro a coloro che sono straziati nell'abbandono? Incontro a coloro che, vecchi o giovani, sono spezzati dalla solitudine perché non conoscono nessuno che li ascolti?
Ragazza/o Andrete a consolarli, sostenerli, considerarli come esseri degni di rispetto, offrendo loro un aiuto sulla strada dell'esistenza?
Ragazza/o Andrete incontro a coloro che sono spezzati dall’angoscia di fronte al futuro? Incontro a coloro che sono sotterrati sotto le pesanti pietre dell'esclusione?
Ragazza/o Andrete a dire loro che Cristo risorto ha conosciuto la loro intollerabile condizione e che sta, sempre, vicino a loro?
Ragazza/o Andrete a dire loro di aggrapparsi a lui con completa fiducia?
Andrete a dire che insieme a loro egli supera il buio delle tenebre per portarli, con tenerezza, fino sull'altra riva dove trionfa la vita?
Ragazza/oAndrete? Aiutami, Signore, ad andare per le strade del mondo,
nella famiglia, nella scuola, nell’ufficio, nei tanti ambiti del tempo libero,
per assolvere alla grande consegna.Amin
LETTORE1 Aumenta la nostra fede Signore, perché possiamo accogliere il Vangelo dell‘Amore e viverlo con gioia anche quando
si rivela esigente e impegnativo
LETTORE 2 Aumenta la fede Signore di chi è tiepido nell’accogliere o annunciare la Tua Parola perché fatica a credere che Essa è sempre attuale e può portare frutto vivo nel nostro tempo
LETTORE 3 Aumenta la nostra fede Signore,perché in questo tempo di crisi,
possiamo aiutare chi vive le difficoltà della vita impegnandoci ad essere costruttori di speranza per vivere in pienezza la missione che tu ci hai affidato
LETTORE 4 Aumenta la fede Signore, in chi si sente schiacciato dalle difficoltà della vita, e vuole rinunciare a lottare, di chi soffre nel corpo e nell’anima e si sente abbandonato anche da Te,
Dio fedele e ricco di misericordia
Sacerdote Il Signore sia nel nostro cuore perché possiamo avventurarci nell’anno della fede assieme a Lui con gioia piena e nutrendo simpatia nei Suoi confronti e fra di noi.
      Benedizione finale e apolisis

Χριστός ανέστη !Αληθώς ανέστη !
 Cristo è risorto!E’ veramente risorto!
Krishti u ngjallё !Vёrteta u ngjallё!
Rron e rregjёron pёrgjithёmonё, ashtù kloft.      
Canto Krishti  u ngjalle.....




martedì 9 aprile 2013


Dalla SALA STAMPA  8 APRILE 2013 :




Il Santo Padre Francesco ha accolto la rinuncia al governo pastorale dell’Eparchia di Piana degli Albanesi di Sicilia (Italia) presentata da S.E. Mons. Sotìr Ferrara a norma del CCEO can 210 § 1 e ha nominato Amministratore Apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis della medesima Eparchia l’Arcivescovo Metropolita di Palermo, Em.mo Card. Paolo Romeo.


A S. Em.za Card.Paolo Romeo assicuriamo la preghiera  della nostra comunità parrocchiale per il suo nuovo mandato , affinchè il Cristo Risorto Lo sostiene nella guida della nostra Eparchia.


A S. Ecc.za Mons. Sotir Ferrara ,Vescovo Emerito diciamo il nostro  grazie ed assicuriamo la  preghiera della nostra comunità parrocchiale affinchè il Signore conceda ogni bene e salute.


                                                         Il Parroco

 

sabato 6 aprile 2013

                              7 APRILE 2013
                             SABATO -VESPRO- 
                  DOMENICA DI S. TOMMASO
 
Dopo che il sacerdote ha benedetto, Cristo è risorto, 3 volte, il salmo introduttivo e il primo káthisma del salterio.
Al Signore, ho gridato, 6 stichi e 6 stichirá idiómela.
Tono 1. Poema di Giovanni monaco.
A porte chiuse, mentre i discepoli erano riuniti, entrasti all’improvviso, * o Gesú onnipotente, nostro Dio. * Stando in mezzo a loro, * dando la pace li ricolmasti di Spirito santo˚,e comandasti loro di rimanere a Gerusalemme senza allontanarsene, finché non fossero rivestiti di potenza dall’alto.Noi dunque a te acclamiamo: O luce, o risurrezione e pace nostra, * gloria a te.   
Otto giorni dopo la tua risurrezione, Signore, sei apparso ai tuoi discepoli,nel luogo dove erano riuniti, e rivolto a loro hai detto: Pace a voi,mentre al discepolo incredulo hai mostrato le mani * e il petto immacolato; ed egli, convinto, a te gridava:O mio Signore e mio Dio, gloria a te.
Tommaso detto Didimo non era con loro quando tu entrasti,o Cristo, a porte chiuse: egli perciò non credeva a ciò che gli veniva detto, perché la sua incredulità servisse a consolidare la nostra fede˚.E tu non sdegnasti, o buono,di mostrargli il tuo petto immacolato e le piaghe delle mani e dei piedi.Egli toccò e vide e confessòche tu non sei Dio soltanto, né solo semplice uomo,ma esclamava:O mio Signore e mio Dio, gloria a te.   
Mentre i discepoli erano nel dubbio, l’ottavo giorno ti mostrasti, o Sovrano, nel luogo dove erano riuniti. E data la pace dicesti a Tommaso: Vieni, apostolo,tocca le mani nelle quali furono confitti i chiodi. O felice incredulità di Tommaso!Egli ha guidato il cuore dei credenti alla conoscenza, e con timore ha esclamato:O mio Signore e mio Dio, gloria a te.
Tono 2.
Dopo la tua risurrezione, o Signore, * mentre i tuoi discepoli erano riuniti * e le porte erano chiuse, * ti presentasti in mezzo a loro, * donando la pace. * Anche Tommaso, * convinto alla vista delle tue mani e del tuo costato, * ti confessò Signore e Dio * che salvi quanti sperano in te, o amico degli uomini.
A porte chiuse, * si presentò Gesú ai discepoli, * togliendo il timore e dando pace. * Poi disse a Tommaso: * Perché non mi credi risorto dai morti? * Stendi la tua mano, mettila nel mio costato e guarda: per la tua incredulità infatti * tutti hanno conosciuto la mia passione * e la mia risurrezione, * per gridare insieme a te: * O mio Signore e mio Dio, gloria a te.
Gloria. Ora e sempre. Tono pl. 2. Di Giovanni monaco.
A porte chiuse ti sei presentato, o Cristo, ai discepoli. * Allora Tommaso, servendo alla tua economia, * non si trovava con loro, * perciò diceva: * Non crederò se non vedo anch’io il Sovrano: * che io veda il fianco da cui uscirono sangue ed acqua˚, * il battesimo; * che io veda la piaga * dalla quale è stata risanata * la grande ferita dell’uomo; * che io veda che egli non è uno spirito, ma ha carne ed ossa˚. * O tu che hai calpestato la morte * e a Tommaso hai infuso piena certezza, * o Signore, * gloria a te.   
Ingresso. Luce gioiosa.
Prokímenon. Il Signore ha instaurato il suo regno.
Allo stico, 3 stichirá idiómela. Tono 4.
O straordinario prodigio! * L’incredulità ha generato ferma fede. * Tommaso infatti che aveva detto: * Se non vedo, non credo; * dopo aver palpato il costato,
proclamava la divinità di colui che si era incarnato, * il Figlio stesso di Dio. * Ha fatto conoscere colui che nella carne ha patito: * ha annunciato il Dio che è risorto, * e a chiara voce ha gridato: * O mio Signore e mio Dio, gloria a te.
Stico: Loda, Gerusalemme, il Signore, loda il tuo Dio, Sion.   
  1. O straordinario prodigio! * Il fieno ha toccato il fuoco * ed è rimasto indenne. * Tommaso ha infatti messo la mano * nel costato igneo di Gesú Cristo Dio, * e non è stato bruciato da questo contatto; * con ardore ha infatti mutato in bella fede * l’incertezza dell’anima, * e dal profondo dell’anima ha gridato: * Tu sei il mio Sovrano e Dio, * risorto dai morti. * Gloria a te.
Stico: Perché ha rafforzato le sbarre delle tue porte, ha benedetto i tuoi figli dentro di te.   
O straordinario prodigio! * Giovanni ha riposato sul petto del Verbo˚, * Tommaso ha ottenuto di toccare il suo costato: * e l’uno ne ha tremendamente tratto l’abisso della teologia, * mentre l’altro è stato reso degno * di iniziarci all’economia, * perché chiaramente ci presenta le prove della sua risurrezione, * esclamando: * O mio Signore e mio Dio, gloria a te.
Gloria. Ora e sempre. Tono pl. 1.
O amico degli uomini, * grande e incomparabile * è la moltitudine delle tue compassioni!˚ * Tu hai tollerato di essere schiaffeggiato dai giudei, * di essere palpato da un apostolo * e di essere sottoposto a indagini dagli increduli. * Come ti sei incarnato? * Come sei stato crocifisso, * o senza peccato?˚ * Insegnaci dunque a gridare a te come Tommaso: * O mio Signore e mio Dio, gloria a te.   
Apolytíkion. Tono grave.
Col sepolcro sigillato˚,o vita,sei sorto dalla tomba, o Cristo Dio, e a porte chiuse ti sei presentato ai discepoli,o risurrezione di tutti,per rinnovare in noi,grazie a loro, uno spirito retto,secondo la tua grande misericordia˚.
Quindi il resto come di consueto e il congedo nel modo seguente:
Colui che ha calpestato la morte, e a Tommaso ha dato
piena certezza, Cristo, vero Dio nostro...

giovedì 4 aprile 2013


5 APRILE 2013


 GIOVEDÍ DEL RINNOVAMENTO


Si festeggia la dedicazione della chiesa della 


santissima Sovrana nostra la Madre-di-Dio, 


Sorgente di vita.



VESPRO

Tono pl. 2. 
Possedendo, o Cristo, la vittoria sull’ade, sei salito sulla croce 

per risuscitare insieme a te quelli che siedono nella tenebra 

della morte,o libero tra i morti˚, o tu che dalla tua propria 

luce fai zampillare vita˚.Onnipotente Salvatore, abbi pietà di 

noi. 
Oggi Cristo, calpestata la morte,è risorto come ha detto,e al 

mondo ha donato l’esultanza,affinché tutti acclamando cosí 

inneggiamo:Fonte della vita,luce inaccessibile˚,onnipotente 

Salvatore,abbi pietà di noi. 

Dove, noi peccatori, fuggiremo da te, Signore,che sei in tutta 

la creazione?In cielo? Là tu dimori. Nell’ade?

Tu hai calpestato 

la morte.Nelle profondità del mare?Là è la tua mano, 

Sovrano.In te ci rifugiamo,ai tuoi piedi ci gettiamo,te 

supplichiamo: O risorto dai morti, abbi pietà di noi. 


Altri stichirá anastásima, anatoliká.

Nella tua croce, o Cristo, ci gloriamo,e la tua risurrezione celebriamo e glorifichiamo: perché tu sei il nostro Dio, fuori di te altro dio non conosciamo. 

Gloria alla tua potenza,Signore,perché hai distrutto colui che ha il potere della morte˚ e ci hai rinnovati con la tua croce,donandoci vita e immortalità˚. 

Benedicendo in ogni tempo il Signore, celebriamo la sua risurrezione:perché egli si è sottoposto alla croce˚, e con la morte ha distrutto la morte.˚ 

E 3 della Sorgente di vita, ripetendo il primo.
Stesso tono. Riposta nei cieli.

Cose singolari e straordinarie ha compiuto per te il Sovrano dei cieli sin dal principio, o tutta immacolata:dall’alto,infatti,chiaramente è stillatocome pioggia nel tuo grembo, o sposa di Dio,e ti ha resa fonte da cui sgorga ogni bene,inondazione che liberalmente riversa il beneficio delle guarigioni su quanti hanno bisogno di vigore per l’anima e di salute per il corpo in virtú dell’acqua della grazia. 

O Vergine, ben giustamente io ti chiamo manna celestee divina fonte del paradiso, o Sovrana: il torrente e la grazia della tua fonte, infatti, hanno percorso la terra,
coprendo ciascuna delle sue quattro parti di singolari prodigi, e per ciascuno quest’acqua, bevuta, diviene ciò che si chiede.

Con gioia dunque, noi che da Cristo prendiamo il nome, accorriamo con fede attingendone sempre la santificazione che dolce ne fluisce. 

O Vergine, tu fai sgorgare rivi di guarigioni per quanti vengono di continuo con fede alla tua fonte, o sposa di Dio: gratuitamente infatti, con generosa profusione, fai scorrere per i malati le guarigioni. 

Tu rendi la vista ai ciechi che si rivolgono a te con efficacia; hai drizzato molti storpie reso il vigore ai paralitici;con una triplice abluzione, hai ridato la vita a un morto; hai sanato il male di idropici e asmatici.

Gloria. Tono pl. 4



Chi dirà le tue virtú, o sorgente? Traboccante di inesauribili prodigi, con le guarigioni tu operi molte cose oltre natura. 
Oh, le meraviglie che da te fluiscono per tutti!Non solo hai scacciato tremendi mali da quanti si accostano con amore,ma lavi anche le anime dalle passioni,purificatrice e tutta monda,a tutti provvedendo la grande misericordia˚. 

Ora e sempre. Theotokíon. Tono pl. 2.

Chi non ti dirà beata, o Vergine tutta santa?Chi non celebrerà il tuo parto verginale? Perché l’Unigenito Figlio che intemporalmente dal Padre è rifulso, egli stesso, ineffabilmente incarnato,è uscito da te, la pura: Dio per natura e per noi fatto uomo per natura,non diviso in dualità di persone, ma da riconoscersi in dualità di nature, senza confusione.Imploralo, augusta beatissima, perché sia fatta misericordia alle anime nostre. 

Ingresso. Luce gioiosa. 

Prokímenon. Tono grave.

Ti amerò, Signore, mia forza; Signore, mio appoggio,mio rifugio e mio liberatore.

Stico: Il mio Dio è il mio aiuto, spererò in lui.

Stico: Con lodi invocherò il Signore.

Stico: Ascoltò dal suo tempio santo la mia voce. 

Allo stico, l’anastásimon stichirón dell’októichos. Tono pl. 2. 

Gli angeli nei cieli cantano la tua risurrezione, Cristo Salvatore: rendi degni anche noi sulla terra di darti gloria in purità di cuore.

Quindi i seguenti stichirá della Madre-di-Dio.

Tono pl. 1. Gioisci, tu che sei veramente.
Gioisci, sorgente di vita, che dilaghi in mari di prodigi per tutta la terra,oceano spirituale, tu superi i corsi del Nilo con l’inondazione della grazia; tu sei un’altra, una seconda piscina di Siloe,che fa scaturire acqua prodigiosa dalla roccia;tu ricevi energia del Giordano; davvero ricca e generosa, tu diventi efficace manna di salvezza per il bisogno di chi chiede.

O Vergine Madre di Cristo, che riversi sul mondo la grande misericordia˚!

Stico: Ha santificato la sua dimora, l’Altissimo. 

Cantiamo, o fedeli, con inni insoliti la celeste nube che senza mutamento ha fatto piovere sulla terra la stilla del cielo,il Cristo datore di vita, l’acqua divina che zampilla e scorre immortale,l’ambrosia del nettare che non svanisce una volta bevuto, ma allontana la sete che consuma le anime: chi lo beve sapientemente, dal seno del suo intelletto effonderà i rivi divini,che fanno piovere per tutti la grazia generosa. 

Stico: Gli impeti del fiume rallegrano la città di Dio.

Gioisci, sorgente di vita, che eternamente fai sgorgare grazie, scaturigine di guarigioni, tu che dimostri debole e vile tutta la forza delle malattie; vista dei ciechi e divina purificazione dei lebbrosi; da te scaturisce ogni farmaco per curare i mali di chiunque si accosta con fede al tuo santuario;grande e universale luogo di cura, vera-mente gratuito e pronto, o Madre del Cristo Verbo che fa scaturire per il mondo la grande misericordia˚. 

Gloria. Tono pl. 1.

Suoniamo le trombe tra i canti,o amici della festa,balziamo nelle acque e lieti danziamo in coro, per l’eterno traboccare della fonte di vita. Re e príncipi accorrano insieme e facciano scorrere copiosa la grazia della sorgente, poiché essa ha salvato dei re e ha fatto rialzare al solo toccarla chi era costretto al letto.

Pastori e tutti insieme, raduniamoci per attingere alla nube carica di pioggia, all’acqua salutare: chi è malato, la guarigione;chi è nei pericoli, il vigore;chi ha sete, il ristoro; i ciechi, la vista; i sordi, un buon udito; gli infermi, la cura; chi è nella morte, ciò che dà vita; tutti applaudendo a colei che ovunque riversa per i fedeli le acque salutari, cosí acclamiamo:O Vergine pura,che dalla fonte fai scorrere flutti perenni,non cessare di intercedere sempre per i tuoi servi.
Ora e sempre. Stesso tono.

Giorno della risurrezione! * Irradiamo..