sabato 30 marzo 2013


AUGURI PER UNA SANTA PASQUA 
2013 
NELL'AMORE DEL CRISTO RISORTO 
CHE 

VIVA SEMPRE NEI NOSTRI CUORI 

VI SALUTO
CON IL SALUTO LITURGICO  

Cristo è risorto dai morti, con la morte ha calpestato la morte e a quanti giacevano nei sepolcri ha donato la vita.

Krisht U ngjall !Ai tue vdekur , ndridhivdekjen e shkrete e te vdekurevet te varret i dha Gjellen e Vertete.

Cristòs anèsti ek nekròn, thanàto thànaton patìsas, ketis en tis mnìmasin zoìn charisà menos.



Parroco

OGGI 30 MARZO 2013  ALLE  ORE 24,00 

NELLA CATTEDRALE DI S.DEMETRIO M.


 ALLA PRESENZA DI S. ECC.ZA REV.MA 

MONS. SOTIR  FERRARA

SI CELEBRA  

IL   RITO DELLA RISURREZIONE





Oggi si festeggia la vivificante risurrezione del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesú Cristo.

Circa all’ora dell’órthros, suonano tutte le campane e vengono distribuiti a tutti i ceri.
Il Vescovo che presiede,, esce dalla porta bella tenendo in mano un cero, acceso alla lampada perenne della santa mensa, e invita il popolo ad accendere ciascuno il proprio cero, cantando:

Tono pl. 1.
Venite, prendete la luce dalla luce che non tramonta, e glorificate il Cristo risorto dai morti!
Poi il sacerdote prende il santo vangelo e il diacono l’incensiere, e tutti, con le lampade accese, si portano nel nartece cantando:
Tono pl. 2.

Cantano in cielo gli angeli * la tua risurrezione, * o Cristo Salvatore: * rendi degni anche noi sulla terra * di glorificarti con cuore puro.
Il canto viene ripreso dai cori finché non si è giunti davanti al portone esterno
 Quindi il diacono dice ad alta voce:
Perché siamo fatti degni di ascoltare il santo vangelo,  supplichiamo il Signore, Dio nostro.
Coro: Signore, pietà. 3 volte.
Diacono: Sapienza! In piedi ascoltiamo il santo vangelo.
Vesc.: Pace a tutti.
Coro: E al tuo spirito.
Vesc.: Lettura del santo vangelo secondo Matteo.
Coro: Gloria a te, Signore, gloria a te.
Diacono: Stiamo attenti.
Il Vescovo legge la seguente pericope evangelica: Lettura del santo vangelo secondo Matteo (Mt 28,1-10). Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che ci fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie rimasero come morte. Ma l’angelo disse alle donne: Non abbiate paura, voi. So che cercate Gesú, il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto: venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto. Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesú venne loro incontro dicendo: Gioite! Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesú disse loro: Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno.
Coro: Gloria a te, Signore, gloria a te.
A questo punto il Vesc. prende l’incensiere e incensa tre volte il santo vangelo, dicendo ad alta voce:
Gloria alla santa, consustanziale, vivificante e indivisibile Triade in ogni tempo, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Mentre tutti rispondono Amen, il sacerdote intona a gran voce il seguente tropario:
Cristo è risorto dai morti, * con la morte ha calpestato la morte, * ed ai morti nei sepolcri * ha elargito la vita˚. 
Il tropario viene cantato 3 volte dal sacerdote e dai cori, senza stico, poi il sacerdote dice gli stichi seguenti, e a ciascun stico i cori cantano lo stesso tropario:
Stico 1.: Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici, e fuggano quelli che lo odiano dal suo volto. 
Stico 2.: Come svanisce il fumo, svaniscano; come si scioglie la cera al fuoco. 
Stico 3.: Cosí scompariranno i peccatori dal volto di Dio, e i giusti si rallegrino. 
Stico 4.: Questo è il giorno che ha fatto il Signore, esultiamo e rallegriamoci in esso. 
Vesc.: Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito.
Coro: Cristo è risorto...
Vesc. Ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Coro: Cristo è risorto...Cristo è risorto dai morti, * con la morte ha calpestato la morte,
Poi il diacono dice la grande colletta, mentre i cori si alternano, rispondendo ad ogni invocazione: Signore, pietà:
In pace preghiamo il Signore.
Per la pace dall’alto e la salvezza delle anime nostre, preghiamo il Signore.
Per la pace del mondo intero, per la saldezza delle sante Chiese di Dio e l’unione di tutti, preghiamo il Signore.
Per questa santa casa e per quelli che vi entrano con fede, pietà e timore di Dio, preghiamo il Signore.
Per il nostro vescovo Sotir amato da Dio, per il venerabile presbiterio, per la diaconia in Cristo, per tutto il clero e il popolo, preghiamo il Signore.
Per i nostri governanti, e per tutte le autorità, preghiamo il Signore.
Per questo paese e per i fedeli che vi abitano, preghiamo il Signore.
Per la mitezza del clima, per l’abbondanza dei frutti della terra, perché ci siano dati tempi di pace, preghiamo il Signore.
Per i naviganti, per quelli che sono in viaggio, per i malati, i sofferenti, i prigionieri e la loro salvezza, preghiamo il Signore.
Perché siamo liberati da ogni tribolazione, ira, pericolo e angustia, preghiamo il Signore.
Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.
Facendo memoria della tutta santa, immacolata, piú che benedetta, gloriosa Sovrana nostra, la Madre-di-Dio e sempre Vergine Maria, insieme a tutti i santi, affidiamo noi stessi, gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.
Coro: A te, Signore.
Ekfónisis delVescovo: Poiché a te si addice ogni gloria, onore e adorazione˚: al Padre, al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. 
Coro: Amen.
E subito va alle porte chiuse della chiesa, bussa con la croce che tiene in mano, dicendo gli stichi seguenti:
Vescovo :Alzate, principi, le vostre porte; fatevi alzare, porte  eterne, ed entrerà il Re della gloria. 
Dall’interno l’incaricato dell’accensione dei lumi risponde: Chi è questo Re della gloria? 
E il Vesc. :: Il Signore forte e potente, il Signore potente in guerra. Alzate, príncipi, le vostre porte, fatevi alzare, porte eterne, ed entrerà il Re della gloria. 
E di nuovo dall’interno: Chi è questo Re della gloria?
E chi presiede: Il Signore forte e potente, il Signore potente in guerra. Alzate, principi, le vostre porte, fatevi alzare, porte eterne, ed entrerà il Re della gloria.
Dall’interno: Chi è questo Re della gloria?
Chi presiede: Il Signore delle schiere, è lui questo Re della gloria. 
Le porte vengono aperte ed entrano i sacerdoti, i diaconi e tutto il popolo.cantando Cristo è Risorto e continuo l'Orthoros

SANTO E GRANDE SABATO



 Apostolo.
Prokímenon. Tono pl. 1.
Tutta la terra ti adori e salmeggi a te.
Stico: Acclamate a Dio da tutta la terra.          
Lettura dell’epistola di Paolo ai Romani (6,3-11).

Fratelli, quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesú, 
           siamo stati battezzati nella sua morte. Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, cosí anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo piú schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore piú; la morte non ha piú potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, egli morí al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. Cosí anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesú, Signore nostro.



Non si canta l’Alleluia, ma il Vescovo o celebrante canta subito il seguente stico, e intanto sparge alloro lungo la chiesa.
Tono grave.


Sorgi, o Dio, giudica la terra, perché tu avrai eredità in
          tutte le genti.
Lo stesso versetto viene cantato ad ognuno dei seguenti stichi del salmo 81, che vengono proclamati dal lettore:
Stico: Dio sta nell’assemblea degli dèi, e in mezzo ad essa giudicherà gli dèi.
Sorgi, o Dio, giudica la terra, ecc.
Stico: Fino a quando giudicherete con ingiustizia e avrete riguardo dei peccatori?
Sorgi, o Dio, giudica la terra, ecc.
Stico: Fate giustizia all’orfano e al povero, l’umile e il misero dichiarate giusti.
Sorgi, o Dio, giudica la terra, ecc.
Stico: Liberate il misero e il povero, strappatelo dalla mano del peccatore.
Sorgi, o Dio, giudica la terra, ecc.
Stico: Non hanno conosciuto né compreso, si aggirano nelle tenebre; si scuotano tutte le fondamenta della terra!
Sorgi, o Dio, giudica la terra, ecc.
Stico: Io ho detto: Siete dèi e figli dell’Altissimo tutti; ma voi come uomini morite, e come uno dei príncipi cadete.
Sorgi, o Dio, giudica la terra, ecc.


Quindi si legge il santo vangelo.
Lettura del santo vangelo secondo Matteo (28,1-20).

         Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l’angelo disse alle donne: Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesú il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto. Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesú venne loro incontro dicendo: Gioite! Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesú disse loro: Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno.
    Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all’orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia. Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Cosí questa diceria si è divulgata fra i giudei fino ad oggi. Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesú aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesú, avvicinatosi, disse loro: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Amen.
Segue la Liturgia del grande Basilio.
Al posto del cheruvikón, si canta il seguente tropario.
Tono pl. 1.
T

Faccia ogni carne mortale * e se ne stia con timore e tremore. * Non abbia in sé alcun pensiero terrestre: * poiché il Re dei regnanti e Signore dei signori˚ * si avanza per essere immolato e dato in cibo ai credenti. * Lo precedono i cori degli angeli, * con ogni principato e potestà, * i cherubini dai molti occhi˚ * e i serafini dalle sei ali che si velano il volto˚ * e cantano l’inno: * Alleluia, allelui A alleluia A

venerdì 29 marzo 2013

SANTO E GRANDE   VENERDI




                                     Σήμερον κρεμᾶται ἐπὶ ξύλου, ὁ ἐν ὕδασι τὴν γῆν κρεμάσας. (ἐκ γ' ).



Στέφανον ἐξ ἀκανθῶν περιτίθεται, ὁ τῶν Ἀγγέλων Βασιλεύς.
Ψευδὴ πορφύραν περιβάλλεται, ὁ περιβάλλων τὸν οὐρανὸν ἐν νεφέλαις.
Ῥάπισμα κατεδέξατο, ὁ ἐν Ἰορδάνῃ ἐλευθερώσας τὸν Ἀδάμ.

Ἥλοις προσηλώθη ὁ Νυμφίος τῆς Ἐκκλησίας. Λόγχῃ ἐκεντήθη, ὁ Υἱὸς τῆς Παρθένου.
 Προσκυνοῦμέν σου τὰ Πάθη Χριστέ. (ἐκ γ).
 Δεῖξον ἡμῖν καὶ τὴν ἔνδοξόν σου Ἀνάστασιν.

Viret sot mbi një dru








Ai çë ndë ujëra dheun vori ( 3 herë)
Kurorë glëmbash i vun rreth kreit
Mbretit t’ëngjëjvet.
Një tsopë t’kukjie për të kjeshur
i vun mbi krahët Atij çë vesh kjiellin me mjekulla.
Shplaka duroi të kishë
Ai çë liroi Adhami në Jordhan.
Me gozhda kle vierrë
Dhëndërri i Klishës.
Me shtizën kle i lavosur
I Biri i Virgjëreshës. 
Na i falemi pesimevet t’ate,o Krisht. ( 3 herë)
Dëftona të ngjallurit t’atë të lëvdoshmit.

mercoledì 27 marzo 2013


SANTO E GRANDE GIOVEDÍ
ORTHROS - MATTUTINO

Dopo il Benedetto, l’ufficiatura dell’órthros .
Dopo l’ekfónisis, si canta il grande alleluia, 2 volte.
Alleluia, Alleluia, Alleluia.
Poi il piccolo con gli stichi che si cantano in forma semplice, ma con il tono del grande alleluia:
Stico 1.: Dal primo albeggiare a te si volge il mio spirito, o Dio, perché sono luce i tuoi precetti sulla terra.           
 Alleluia, Alleluia, Alleluia.
Stico 2.: Imparate la giustizia, voi che abitate la terra.
Alleluia, Alleluia, Alleluia.
Stico 3.: La gelosia afferrerà un popolo privo di istruzione, perciò il fuoco divorerà gli avversari.
Alleluia, Alleluia, Alleluia.
Stico 4.: Aggiungi loro mali, Signore, aggiungi mali ai gloriosi della terra.
Alleluia, Alleluia, Alleluia.
Quindi il seguente tropario. Tono pl. 4.
Mentre i gloriosi discepoli venivano illuminati con  la lavanda della cena, ecco che l’empio Giuda, malato di avarizia, si ottenebrava e consegnava a giudici iniqui te, il giusto Giudice. Vedi come l’amante del denaro proprio per questo finisce impiccato? Fuggi l’anima insaziabile * che tanto ha osato contro il Maestro.O tu, buono con tutti, Signore, * gloria a te. 3 volte.
Subito dopo il sacerdote dice:
Perché siamo fatti degni di ascoltare il santo vangelo, supplichiamo il Signore, Dio nostro.
Coro: Signore, pietà. 3 volte.
Sacerdote: Sapienza! In piedi ascoltiamo il santo vange­lo. Pace a tutti.
Coro: E al tuo spirito.
Sacerdote: Lettura del santo vangelo secondo Luca (22,1-39).
Coro: Gloria a te, Signore, gloria a te.
Sacerdote: Stiamo attenti. Quindi legge il vangelo.     In quel tempo si avvicinava la festa degli azzimi, chiamata pasqua, e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano come togliere di mezzo Gesú, poiché temevano il popolo. Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei dodici. Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani. Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro. Egli fu d’accordo e cercava l’occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla.
Venne il giorno degli azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di pasqua. Gesú mandò Pietro e Giovanni dicendo: Andate a preparare per noi la pasqua, perché possiamo mangiare. Gli chiesero: Dove vuoi che la prepariamo? Ed egli rispose: Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov’è la stanza in cui posso mangiare la pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate. Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la pasqua.
Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: Ho desiderato ardentemente di mangiare questa pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò piú, finché essa non si compia nel regno di Dio. E preso un calice, rese grazie e disse: Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò piú del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio. Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi. Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell’uomo dal quale è tradito. Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò.
Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il piú grande. Egli disse: I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia cosí; ma chi è il piú grande tra voi diventi come il piú piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è piú grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l’ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribú di Israele.
E disse il Signore: Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli. E Pietro gli disse: Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte. Gli rispose: Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi. Poi disse: Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa? Risposero: Nulla. Ed egli soggiunse: Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e cosí una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine. Ed essi dissero: Signore, ecco qui due spade. Ma egli rispose: Basta! Uscito se ne andò, come al solito, al Monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono.
Coro: Gloria a te, Signore, gloria a te.
Poi il salmo 50 e il canone con l’acrostico: Per il grande giovedí, canto un grande inno.
Si canta senza stichi, con la katavasía al termine di ciascuna ode.
Poema di Cosma monaco. Tono pl. 2.
Ode 1.: Cantico di Mosè. Irmós.
E' diviso da una verga tagliata il Mar Rosso,è disseccato l’abisso fecondo di flutti e diviene a un tempo via transitabile per gli inermi e tomba per i guerrieri ben armati,mentre si eleva un cantico a Dio gradito:  Gloriosamente si è reso glorioso il Cristo Dio nostro˚.          
Tropari.
L’infinita Sapienza di Dio, causa universale ed elargitrice di vita, si è costruita la casa da Madre pura ignara d’uomo:rivestito infatti del tempio del suo corpo, gloriosamente si è reso glorioso il Cristo Dio nostro˚.          
Iniziando i suoi amici ai misteri, la vera Sapienza di Dio prepara la mensa che nutre le anime e mesce per i fedeli il calicedell’ambrosia. Accostiamoci piamente e acclamiamo:  Gloriosamente si è reso glorioso il Cristo Dio nostro˚.   
O fedeli, ascoltiamo tutti la Sapienza di Dio,increata e della sua stessa natura, che ci convoca con alto proclama;essa infatti grida: Gustate!,e comprendendo che io sono il Cristo,gridate: Gloriosa-mente si è reso glorioso il Cristo Dio nostro˚.
Katavasía. È diviso da una verga tagliata.
Ode 3.: Cantico di Anna. Irmós.
Signore di tutto e Dio Creatore, l’impassibile si è fatto poveroe ha unito a sé la creatura:e poiché è egli stesso la pasqua,ha offerto se stesso a quelli per i quali stava per morire, esclamando: Mangiate il mio corpo * e sarete confermati nella fede˚. 2 volte.
Tropari.
Riempiendolo di letizia, o buono,hai fatto bere ai tuoi discepoli il tuo calice, il calice che salva tutto il genere umano: sei tu infatti che offri il sacrificio di te stesso, esclamando: Bevete il mio sangue,e sarete confermati nella fede˚.
Ai tuoi discepoli predicevi, o paziente: L’uomo stolto, il traditore che è in mezzo a voi, non conoscerà questi misteri;poiché è insensato, non comprendere;ma voi rimanete in me˚,e sarete confermati nella fede˚. 
Katavasía. Signore di tutto.
Piccola colletta e ekfónisis: Poiché tu sei Dio...
Káthisma. Tono 1. I soldati a guardia della tua tomba.
Colui che ha fatto laghi, sorgenti e mari, volendo insegnarci l’eccel-lenza dell’umiltà, si cinge di un asciugatoio e lava i piedi ai suoi discepoli˚, umiliandosi nell’eccesso della sua amorosa compassione, per sollevare noi dai baratri del male: lui, il solo amico degli uomini.
Un altro. Tono 3. La confessione della fede divina.
Umilandoti nella tua compassione, hai lavato i piedi dei tuoi disce-poli, e li hai preparati per la corsa divina.Pietro rifiutava di essere lavato˚, ma cedendo poi al tuo divino comando si lascia lavare e ti prega con ardore di donarci la grande misericordia˚.          
Un altro. Tono 4. Ti sei manifestato oggi.
mensa con i tuoi discepoli, o Sovrano,misticamente manifestasti la tua santissima immolazione,per la quale siamo stati riscattati dalla corruzione˚, * noi che onoriamo i tuoi augusti patimenti.          
Ode 4.: Cantico di Abacuc. Irmós.
Da lungi contemplando il tuo ineffabile mistero, il profeta, o Cristo, ha proclamato: Hai manifestato forte e potente amore, o Padre pietoso, perché tu hai inviato nel mondo come sacrificio espiatorio il tuo Figlio Unigenito, o buono˚.            
Tropari.
Andando verso la passione che fa sgorgare impassibilità per tutti i nati da Adamo, dicesti, o Cristo, ai tuoi amici: Ardentemente ho desiderato partecipare con voi a questa pasqua; poiché il Padre ha mandato nel mondo me, l’Unigenito, come sacrificio espiatorio˚.          
Assumendo il calice, gridavi ai tuoi discepoli, o immortale: Non berrò ormai piú del frutto della vite, vivendo qui con voi, poiché il Padre ha mandato nel mondo me, l’Unigenito, come sacrificio espiatorio˚.          
Cosí dicevi, o Cristo, agli amici: Io vi dico che berrò nel mio regno una bevanda nuova che supera ogni pensiero, poiché con voi sarò come Dio in mezzo a dèi˚.Poiché il Padre ha mandato nel mondo me, l’Unigenito,come sacrificio espiatorio.  
Katavasía. Da lungi contemplando.
Ode 5.: Cantico di Isaia. Irmós.
Stretti dal vincolo della carità˚, consacràti al Cristo,Sovrano dell’universo˚, gli apostoli ricevettero la lavanda dei piedi,i piedi belli di quelli che a tutti evangelizzano la pace˚. 2 volte.
Tropari.
La Sapienza di Dio che regge nell'etere le travolgenti acque superio-ri˚,che tiene con le redini gli abissi e trattiene i mari,versa acqua in un catino:il Sovrano lava i piedi dei servi.
Il Sovrano mostra ai discepoli un esempio di umiltà;colui che avvolge il cielo di nubi,si cinge di un asciugatoio e piega il ginoc-chio per lavare i piedi dei servi:lui che ha in sua mano il respiro di tutti i viventi.          
Katavasía. Stretti dal vincolo della carità.
Ode 6.: Cantico di Giona. Irmós. Mi ha circondato l’abisso senza fondo dei peccati˚, e non potendone piú sopportare i marosi, come Giona grido a te, Sovrano: * Dalla corruzione risollevami!˚ 2 volte.
Tropari.
O discepoli, voi mi chiamate Signore e Maestro, e infatti lo sono, esclamavi, o Salvatore;imitate dunque il modello, cosí come l’avete veduto in me.      
Chi non ha sporcizia, non ha bisogno che di lavarsi i piedi:e voi siete mondi, o discepoli, ma non tutti:tra di voi precipita senza freno  la folle decisione di uno.      
Katavasía. Mi ha circondato l’abisso.
Piccola colletta e ekfónisis: Poiché tu sei il Re...
Kondákion. Tono 2. Cercando le cose dell’alto.
Preso il pane tra le mani, il traditore in segreto le tende per ricevere il prezzo di colui che con le proprie mani ha plasmato l’uomo: e non si risolleva dal suo male Giuda, servo e l’ingannatore.
Ikos. Rendi chiara la mia lingua.
Accostandoci tutti con timore alla mistica mensa riceviamo il pane con anime pure,restando vicino al Maestro per vedere come egli lavi i piedi ai discepoli, e facciamo secondo quanto abbiamo visto, sottomettendoci gli uni agli altri,e lavandoci i piedi a vicenda, perché cosí il Cristo ha detto ai discepoli.Ma non ha ascoltato Giuda, servo e l’ingannatore.
Sinassario del minéo, poi la seguente memoria:
I padri divini, che tutto hanno ottimamente disposto, avendo essi stessi ricevuto questa tradizione dai divini apostoli e dai sacri vangeli, ci hanno tramandato per il santo e grande giovedí la celebrazione di quattro misteri: la sacra lavanda, la mistica cena (cioè la consegna dei nostri tremendi misteri), la divina preghiera di Gesú, e il tradimento.
Stichi per la santa lavanda:
La sera, lava Dio i piedi dei discepoli,
lui il cui piede un tempo calcava l’Eden a sera.
Per la mistica cena:
Duplice è questa cena, perché è la pasqua della Legge
e insieme la nuova pasqua: il sangue e il corpo del Sovrano.
Per la divina preghiera:
Nella preghiera terrori, stille di sangue,
o Cristo, sul tuo volto!
Tu realmente preghi che sia allontanata da te la morte,
e con questo inganni il nemico.
Per il tradimento:
A che servono mai spade e bastoni,
o ingannatori del popolo,
per colui che è pronto a morire a riscatto del mondo?
Nel tuo inesprimibile amore compassionevole, o Cristo Dio nostro, abbi pietà di noi. Amen.
Ode 7.: Cantico dei tre fanciulli. Irmós.
fanciulli a Babilonia non temettero il fuoco della fornace, ma tra le fiamme in cui erano stati gettati,salmeggiavano, irrorati da rugiada: Benedetto tu sei, Signore, * Dio dei padri nostri˚.     
Tropari.
Scuotendo la testa, pensando al male da compiere,Giuda si mette in moto per cercare l’occasione di consegnare alla condanna il Giudice , che è il Signore di tutti e il Dio dei padri nostri˚.
Agli amici gridava il Cristo:Uno di voi mi tradirà.Ed essi, dimentichi della festa, stretti da angoscia e timore, dicevano:Chi è costui? Diccelo, o Dio dei padri nostri˚.
È colui che osa mettere con me la mano nel piatto:meglio sarebbe stato per costui  non varcare mai le porte della vita˚. Cosí parlando svelava il traditore, il Dio dei padri nostri˚.
Katavasía. I fanciulli a Babilonia.
Ode 8.: Cantico delle creature. Irmós. Esponendosi al pericolo per le leggi dei padri˚, i beatissimi giovani, a Babilonia, disprezzarono l’ordine insensato del re, e tutti avvolti dal fuoco che non li consumava, intonavano l’inno degno del Dominatore: Celebrate, opere il Signore, e sovresaltatelo nei secoli˚.
Tropari.
Beatissimi commensali in Sion,tenendosi costanti presso il Verbo, gli apostoli seguivano il Pastore come agnelli,e uniti al Cristo, dal quale non si erano mai separati,nutriti dalla divina parola acclamavano grati: Celebrate, opere il Signore, e sovresaltatelo nei secoli.          
Benediciamo il Signore, Padre, Figlio e Spirito santo.
Volontariamente dimentico della legge dell’amicizia, il detestabile Iscariota preparava al tradimento * i suoi piedi appena lavati;e mangiando il tuo pane, il tuo corpo divino, contro di te, o Cristo, ha levato il calcagno,e non ha imparato ad acclamare:Celebrate, opere, il Signore, e sovresaltatelo nei secoli˚. 
Ora e sempre.
Quell’uomo senza coscienza riceveva il corpo che redime dal peccato, e il sangue divino versato per il mondo,ma non arrossiva bevendo ciò che aveva venduto per denaro.Non ha avuto orrore della propria perfidia, e non ha saputo acclamare: Celebrate, opere il Signore, e sovresaltatelo nei secoli˚.
Lodiamo, benediciamo e adoriamo il Signore.
Katavasía. Esponendosi al pericolo.
Quindi: Magnifichiamo la Madre-di-Dio e Madre della luce, onoran­dola con inni.
Ode 9.: Cantico della Madre-di-Dio e di Zaccaria. Irmós. Venite, o fedeli, con sensi elevati godiamo, nella sala alta,dell’ospitali­tà del Signore e della sua mensa immortale, apprendendo dal Verbo, che noi magnifichiamo˚, piú alte parole
Tropari.
Andate, disse ai discepoli il Verbo, preparate la pasqua in una sala elevata˚, dove si elevi l’intelletto in virtú dei misteri a cui vi inizierò con la parola azzima della verità;e magnificate la saldezza della grazia.          
Prima dei secoli mi genera il Padre come Sapienza creatrice;mi ha creata in principio delle sue vie per le opere che ora si compiono misticamente:Parola increata per natura,faccio mie le voci  dell’uo-mo che ho ora assunto˚.
Sono uomo per natura, non in apparenza,e cosí, per lo scambio delle proprietà, è Dio la natura che a me è stata unita: * riconoscetemi dunque come un unico Cristo * che serba integre le proprietà delle due nature, dalle quali, nelle quali la mia persona è costituita ed è .   
Katavasía. Venite, o fedeli.
Piccola colletta e ekfónisis: Poiché te lodano...
Exapostilárion, 3 volte. Tono 3.Vedo, o mio Salvatore, il tuo talamo adorno,e non  ho la veste per entrarvi:fa’ risplendere la veste dell’anima mia, o datore di luce, * e salvami.
Lodi. Tutto ciò che respira lodi il Signore. 1. Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nel piú alto dei cieli. A te si addice l’inno, o Dio.
2. Lodatelo voi tutti, angeli suoi, lodatelo voi tutte sue schiere. A te si addice l’inno, o Dio.
Alle lodi, 4 stichi con i seguenti stichirá idiómela.
Stico 1.: Lodatelo per le sue opere potenti, lodatelo secondo l’immensità della sua grandezza.  
Tono 2.Si raduna ormai il sinedrio dei giudei, per consegnare a Pilato il Demiurgo e Creatore di tutte le cose.Oh, empi e increduli!
Si dispongono a giudicare colui che verrà a giudicare vivi e morti  e preparano la passione  per colui che guarisce le passioni!O magna-nimo Signore, grande è la tua misericordia: gloria a te.           
Stico 2.: Lodatelo al suono della tromba, lodatelo con l’arpa e la cetra.
L’iniquo Giuda, o Signore,che alla cena aveva intinto la mano nel piatto insieme a te,ha teso le mani agli iniqui per prendere il denaro. Colui che aveva calcolato il prezzo dell’unguento profumato,non ebbe orrore di vendere te,che non hai prezzo; colui che aveva steso i piedi perché il Sovrano li lavasse,lo ha poi baciato con frode per consegnarlo agli iniqui: ma, escluso dal coro degli apostoli,e dopo aver gettato via i trenta denari,non ha visto la tua risurrezione il terzo giorno˚. * Per essa, abbi pietà di noi.
Stico 3.: Lodatelo col timpano e con la danza, lodatelo sulle corde e sul flauto.
Giuda il traditore, essendo falso, con un falso bacio tradí il Signore Salvatore; vendette come uno schiavo ai giudei il Sovrano di tutte le cose: come pecora condotta all’uccisione˚, cosí lo seguiva l’agnello di Dio˚, il Figlio del Padre,  il solo misericordiosissimo.       
Stico 4.: Lodatelo con cembali armoniosi, lodatelo con cembali acclamanti. Tutto ciò che respira lodi il Signore.
Giuda, servo e ingannatore, * discepolo e insidiatore, amico e diavolo, * si rivela nelle opere. * Seguiva infatti il Maestro * e meditava tra sé il tradimento. * Diceva dentro di sé: * Lo consegnerò e guadagnerò il denaro raccolto. * Voleva che fosse venduto l’unguento profumato˚ * e che Gesú fosse preso con l’inganno: * diede il saluto e consegnò il Cristo. * Ma come pecora condotta all’uccisione˚, * cosí lo seguiva il solo pietoso e amico degli uomini. 
Gloria. Ora e sempre. Stesso tono.
L’agnello che Isaia ha annunciato˚ * viene per l’immolazione volontaria, * dà le spalle ai flagelli, * le guance agli schiaffi; * non ha distolto il volto dalla vergogna degli sputi˚, * ed è stato condannato a morte ignominiosa˚. * Colui che è senza peccato˚ * tutto volontariamente accetta * per donare a tutti la risurrezione dai morti˚.     
Chi presiede: A te si addice la gloria, Signore Dio nostro, e a te rendi­a­mo gloria: al Padre, al Figlio e al santo Spirito ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Il lettore dice la dossologia: Gloria a Dio nel piú alto dei cieli ecc. p. 85.
Ektenía del diacono o del sacerdote: Completiamo la nostra preghiera mattutina, p. 70.
Agli apósticha, i seguenti stichirá idiómela con i loro stichi.
Tono pl. 4.
Oggi si è riunito contro il Cristo il malvagio sinedrio
             * e ha meditato contro di lui vani disegni˚ * per consegnare l’innocente a Pilato e farlo morire. * Oggi Giuda si stringe intorno il laccio del denaro, * privandosi a un tempo della vita terrena e di quella divina. * Oggi Caifa involontariamente profetizza, dicendo: * Conviene che uno solo muoia per il popolo˚. * E davvero egli è venuto a patire per i nostri peccati, * per liberarci dalla schiavitú del nemico, * nella sua bontà e nel suo amore per gli uomini.          
Stico 1: Colui che mangiava i miei pani, ha levato contro di me il calcagno.
Oggi Giuda mette da parte la maschera * dell’amore
             per i poveri˚ * e scopre il volto dell’avarizia. * Non si preoccupa piú dei poveri, * non pensa piú a vendere l’unguento profumato, * quello della peccatrice˚, * ma piuttosto il celeste unguento˚, * e si appropria del denaro ricavato. * Corre dai giudei e grida agli iniqui: * Che volete darmi perché io ve lo consegni? * Oh, cupidigia del traditore! * Vende a buon mercato, * conclude l’affare del venduto secondo la volontà dei compratori, * non discute sul prezzo, * ma lo vende come uno schiavo fuggiasco˚. * È infatti costume dei ladri gettare le cose preziose, * ed ora il discepolo getta le cose sante ai cani˚. * La febbre della cupidigia lo ha reso folle * contro il proprio sovrano. * Fuggiamo dunque tale esperienza, acclamando: * O magnanimo Signore, gloria a te.
Stico 2: Usciva e parlava allo stesso modo; contro di me bisbigliavano tutti i miei nemici, contro di me tramavano mali.       
Piena di falsità è la tua condotta, iniquo Giuda: * ma-
           lato di cupidigia, con questa ti sei guadagnato * l’odio per l’uomo. * E perché, se amavi la ricchezza, * seguivi chi insegnava la povertà? * E se poi lo amavi, * perché hai venduto colui che non ha prezzo, * consegnandolo alla follia omicida? * Fremi, o sole! * Gemi, o terra, e scuotendoti grida˚: * O paziente Signore, gloria a te.     
Stico 3: Un’accusa iniqua hanno deposto contro di me: Forse chi dorme potrà risorgere?
Nessuno, o fedeli, * nessuno che non sia stato inizia-
             to alla cena del Signore, * assolutamente nessuno si accosti con frode alla mensa come Giuda: * costui infatti, preso il boccone si scagliò contro il Pane, * discepolo in apparenza, * ma in realtà assassino; * si rallegrava con i giudei, * e abitava con gli apostoli; * odiando baciava, * e baciando vendeva colui che ci ha riscattati dalla maledizione˚, * il Dio e Salvatore delle anime nostre.  
Gloria. Tono pl. 4.
Piena di falsità è la tua condotta (come sopra).
Ora e sempre. Tono pl. 1.
Iniziando i tuoi discepoli ai misteri, o Signore, * li am-
         maestravi dicendo: * Badate, amici, che nessun timore vi separi da me˚, * perché se io patisco, è per il mondo. * Non scandalizzatevi dunque di me˚, * perché non sono venuto per essere servito, * ma per servire e dare la vita * in riscatto per il mondo˚. * Se dunque siete miei amici, imitatemi: * chi vuole essere primo, sia l’ultimo * e il padrone sia come il servo˚. * Rimanete in me, * per portare grappoli: * io sono infatti la vite della vita˚. 
Sacerdote:
È bene confessare il Signore e salmeggiare al tuo nome, Altissimo, per annunciare al mattino la tua misericordia e la tua verità lungo la notte.
Quindi, il lettore: Trisagio. Santissima Triade. Padre nostro. Sacerdote: Poiché tuoi sono, p. 15.
Segue subito tropario della profezia. Tono 3.
Tu che per il genere umano sei stato schiaffeggiato˚, *
 e non ti sei adirato, * libera dalla corruzione la nostra vita, Signore, * e salvaci.       

Ektenía: Pietà di noi, o Dio, e l’ekfónisis: Poiché tu sei Dio misericordioso. Quindi, Sapienza. Lui che è benedetto. Conferma, o Cristo Dio, e il congedo nel modo seguente:
Colui che per eccesso di bontà ha indicato l’umiltà quale via eccellente, lavando i piedi dei discepoli, e che si è abbassato per noi sino alla croce e al sepolcro, Cristo, vero Dio nostro...

martedì 26 marzo 2013


27 MARZO 2013
SANTO E GRANDE MARTEDÍ  
APODIPNON - COMPIETA

La consueta ufficiatura della grande compieta
Dopo il Gloria a Dio...
Triódion di Andrea di Creta. Tono 2.
Ode 3.: Cantico di Anna. Irmós.
Rendi fertile di virtú  il mio intelletto insterilito, o coltivatore di bene, * giardiniere di bontà, * nel tuo compassionevole amore.
Tropari.
È il tempo della fine: convertiamoci dunque, come Cristo insegna; perché verrà in un baleno,verrà e non tarderà, per giudicare il suo mondo.
Per indicare la repentinità della sua venuta,  il Cristo ha ricordato la distruzione piombata improvvisa sulla terra al tempo di Noè.
Aperto è il talamo, e con esso sono pronte le nozze divine;vicino è lo Sposo e ci invita: * su dunque, prepariamoci!
La casa di Simone accoglie te  che nulla può contenere, o Gesú Re, e una donna peccatrice ti unge di unguento profumato˚.
Riempiendosi di mistico profumo,la donna è stata liberata, o Salvatore, dal fetore dei suoi molti peccati: tu effondi infatti profumato unguento di vita˚.
Tu che sei cibo celeste e vita degli affamati˚,o Cristo,mangi con gli uomini˚, * mostrando la tua condiscendenza.
Il discepolo ingrato, divenuto traditore, ti ha rinnegato, o Cristo,e veniva contro di te con tutta la coorte delle inique turbe˚.
Gloria.
Con il Padre, adoro e celebro te, il Figlio, e lo Spirito retto, natura unica, distinguendo le persone * e unendo l’essenza.
Ora e sempre. Theotokíon.
L’agnella che ti ha partorito, agnello e pastore, sempre intercede, o Gesú Dio, per tutti i figli della terra che credono in te.
Káthisma. Tono 1. I soldati a guardia della tua tomba.
Ecco, si è riunito, pieno di ostilità, il tribunale veramente malvagio,  per condannare come un reo  il Signore assiso in alto quale Giudice di tutti:ora si radunano con Pilato Erode,Anna e Caifa,per interrogare il solo longanime˚.
Ode 8.: Cantico delle creature. Irmós.
Celebrate, benedite e sovresaltate per tutti i secolicolui che nel roveto del monte Sinai ha prefigurato per Mosè il prodigio della Vergine. 2 volte.
Tropari.
Pur non ignorando il tempo della nostra fine,tu che reggi i secoli, dicesti di non conoscere quel giorno,ma questo hai fatto per dare a tutti * regole di modestia.
O Salvatore, quando ti assiderai Giudice per separare i capri dalle pecore, come tu hai detto, o pastore,non privarci di quel posto alla tua divina destra.
Tu sei la nostra pasqua,per tutti immolato come agnello e sacrificio e propiziazione per le colpe:e noi sovresaltiamo, o Cristo, per tutti i secoli,i tuoi divini patimenti.
 Tutta la vita è per te,anima mia,come la mola, il campo e la casa:  fatti dunque un cuore pronto per Dio, per non lasciare nulla alla corruzione della carne.
Non dai farisei, o Salvatore,né da Simone soltanto, ti sei degnato di andare a convito,ma anche i pubblicani insieme alle meretrici attingono al tuo compassionevole amore.
Attaccato alla passione per il denaro, Giuda il traditore, appena fu versato l’unguento profumato,cominciò a meditare la vendita del Sovrano, e, andato dagli iniqui,si accordò sul prezzo˚.
O beate mani, o capelli e labbra della meretrice casta!Perché queste mani versarono l’unguento profumatosui tuoi piedi, o Salvatore,che poi essa asciugò con i suoi capelli,coprendoli di baci˚.
Mentre stavi a mensa, o Verbo,ti si avvicinò la donna,e piangendo ai tuoi piedi,versava sul tuo capo, o Salvatore,tutto l’alabastro dell’unguento profumato, o immortale unguento profumato!
Benediciamo il Signore, Padre, Figlio e Spirito santo.
Insieme al Padre * diamo gloria al Figlio e allo Spirito santo, * Triade santa in Deità una, * e acclamiamo: * Santo, santo, santo tu sei per i secoli.
Ora e sempre Theotokíon.
Per le preghiere, o Salvatore, della tua Madre immacolata e dei tuoi apostoli, manda copiosamente su di noi le tue misericordie, e concedi al tuo popolo la tua pace.
Ode 9.: Cantico della Madre-di-Dio e di Zaccaria.
Con inni incessanti,  magnifichiamo, o fedeli,colei che oltre la natura, ha concepito in seno, secondo la carne, il Verbo che dal Padre eternamente rifulge. 2 volte.
Tropari.
È tempo di lavorare, lo scopo è la salvezza: ricevuto il talento dell’immagine antica˚, procúrati, anima mia, l’eterna vita.
Tenendo le nostre anime come lampade accese,insieme allo Sposo che viene per le nozze senza corruzione, entriamo raggianti, prima che venga chiusa la porta˚.
 Volendo mostrare a tutti, o Gesú, la tua soprannaturale umiltà,  sei entrato come ospite al convito di Simone˚, * tu, nutrimento degli affamati˚.
Tu, pane che dà la vita, o Gesú, mangi alla tavola di Simone il fariseo *perché una meretrice, versando l’unguento profumato, guadagni la tua grazia che non si può comprare.
Immonde sono le mie mani, labbra di meretrice sono le mie,impura è la mia vita, corrotte le mie membra, ma tu perdonami e dammi la remissione! *Cosí gridava la meretrice al Cristo.
Stando ai tuoi piedi, o Salvatore, * la donna versava l’unguento, * riempiendo tutto di profumo, * e riempiendo se stessa di profumo,  il profumo del perdono concesso alle sue azioni. 
Dispongo di molti profumi, ma sono priva di virtú: ti offro ciò che ho, e tu dammi ciò che hai,  perdonami, dammi la remissione! Cosí gridava la meretrice al Cristo.
Il mio è unguento corruttibile,ma presso di te è il profumo della vita˚:il tuo nome è infatti unguento effuso su quanti sono degni. Tu dunque perdonami, donami la remissione!Cosí gridava la meretrice al Cristo.
 Gloria.
Senza principio tu sei, o Padre, increato tu sei, o Figlio, sullo stesso trono tu siedi,o Spirito:uno sono i tre per natura,e tre per le persone, unico vero Dio.
Ora e sempre. Theotokíon.
O Madre-di-Dio,speranza di quanti sempre ti onorano, non cessare di supplicare colui che da te è nato, * perché mi liberi dai pericoli * e da ogni sorta di tentazioni.
E il resto del grande apódipnon, 
 Al perdono si canta Vedendo, o Cristo, la tua ingiusta immolazione,  Quindi il congedo nel modo seguente:
Il Signore che viene alla passione volontaria per la nostra salvezza, Cristo, vero Dio nostro...