mercoledì 31 luglio 2013

 AVVISO


DOMANI 1° AGOSTO 2013 
INIZIO DELLA QUINDICINA 
IN 
PREPARAZIONE DELLA 
FESTA DELLA   MADRE DI DIO 
-KOIMISIS-(DORMITIO) DEL 15 AGOSTO :

NELLA CHIESA DELL'ODIGITRIA TE MALI :
DIVINA LITURGIA ALLE ORE 06,00.

NELLA CHIESA DELL'ODIGITRIA IN P.ZZA V.EMMANULE :  
CANTO DELL'UFFICIO DELLA PARAKLISI 
IN ONORE DELLA MADRE DI DIO.


Santissima Madre di Dio, salvaci.

Iperaghìa Theotòke, sòson imàs.

Gjithëshejtja Mëm’e t’yn’Zoti, shpëtona ti.

venerdì 19 luglio 2013


Sabato 20 Luglio 2013 

Sant'Elia profeta (X sec. a.C.)


Sinassario 

Elia, il cui nome significa «il mio Dio è Jahvè»,

 nacque verso la fine del X sec. a.C. a Tebe, o 
Tisibe, una città della Transgiordania, sotto il 

regno di Acab (869-850), re dell’Israele del 

Nord. Secondo la tradizione ebraica Elia era 

un uomo di solitudine e di austerità, 

discendente da una famiglia sacerdotale, che 

vestiva di una tunica di pelle di pecora e una 

cintura di pelle attorno ai fianchi. Profetizzò 

contro il re Acab che aveva imposto il culto 

cananeo del dio Baal, annunciargli come 

castigo tre anni di siccità. Abbattutosi il 

flagello, Elia ritornò dal re e per dimostrare 

la falsità degli idoli cananei lanciò 

un'imponente sfida sul monte Carmelo 

contro 400 profeti di Baal, uscendone 

vittorioso.

Alla fine dei suoi giorni, mentre stava 

conversando con il suo discepolo Eliseo, Elia 

fu rapito su un carro di fuoco e portato in 

cielo. Secondo il profeta Malachia (Malachia 

3:23-24), Dio lo manderà «[...] prima che 

giunga il giorno grande e terribile del 

Signore, perché converta il cuore dei padri 

verso i figli e il cuore dei figli verso i padri;

[...]», cioè, prima della seconda venuta del 

nostro Salvatore Gesù Cristo.
20 LUGLIO 2013
 Memoria del santo e glorioso profeta Elia il tisbita (circa 870 a.C.).

                                                               

VESPRO
Dopo la consueta sticología, al Signore, ho gridato, 6 stichi e stichirá prosómia.
Tono 1. Esultanza delle schiere celesti.
Tu che, su di un carro di fuoco, * hai tolto dalla terra Elia il tisbita,  o Verbo compassionevole, * salva per le sue suppliche * noi che con fede ti glorifichiamo * e gioiosamente celebriamo * la sua divina e venerabile memoria.
Non nel terremoto, * ma in un’aura leggera hai contemplato, * o Elia in Dio beato, * la divina presenza che ti ha un giorno illuminato˚; * trasportato poi da un carro, * a quattro cavalli hai straordinariamente attraversato il cielo, * guardato con stupore, o divino ispirato˚.
Col ferro hai sgozzato * i sacerdoti della vergogna˚; * con la lingua hai trattenuto il cielo * dal mandar pioggia sulla terra˚, * acceso di zelo divino˚; * col dono del tuo mantello, * hai colmato Eliseo, * o sapiente Elia, * di duplice grazia divina˚.
Altri 3, idiómela. Tono 2.
Due astri luminosi sono sorti sulla terra, * Elia ed Eliseo. * L’uno, con la sua parola, * ha trattenuto le gocce di pioggia dal cielo, * ha rimproverato dei re˚ * e, su di un carro di fuoco, * è asceso ai cieli. * L’altro ha sanato le acque che rendevano sterili˚, * e avendo ricevuto duplice grazia, * ha imbrigliato i flutti del Giordano˚. * E ora, in coro con gli angeli, * essi intercedono a nostro favore, * per la salvezza delle anime nostre.
Stesso tono.
Rifulge oggi la divina visita dei profeti, * mistica¬mente convocando * le anime che amano la loro festa. * O tu che sei salito sul carro che correva il cielo, * stella d’oriente senza tramonto, * distendi, insieme al mirabile Eliseo, * i flutti del nuovo Giordano * e rendi chiaro l’annuncio della pietà, * poiché visibilmente voi rinnovate con questa duplice immagine * la gloria concorde del-’antica e della nuova alleanza, * raddoppiando la benedizione * per quanti ne celebrano con fede * la solennissima memoria.
Stesso tono.
Astro senza sera delle Chiese, * acceso di zelo divino, * o profeta Elia, * tu hai trattenuto le gocce di pioggia dal cielo * e da un corvo hai avuto il nutrimento˚; * hai accusato re e messo a morte sacerdoti; * hai fatto scendere il fuoco dal cielo * e hai messo a morte due capi di cinquantine˚; * hai nutrito una vedova con olio e farina * tratti da piccoli resti, * e con la preghiera ne hai risuscitato il figlio˚; * hai acceso un fuoco con acqua˚, * hai imbrigliato i flutti del Giordano, * sei stato portato verso i cieli su carro di fuoco, * hai accordato a Eliseo la duplice grazia, * e incessantemente intercedi presso Dio * per la salvezza delle anime nostre.
Gloria. Tono pl. 2. Di Byzantios.
Venite, assemblee ortodosse, * radunàti oggi nel tempio augustissimo * dei profeti dalle divine parole, * cantiamo con salmi un canto armonioso * al Cristo Dio nostro * che li ha glorificati, * e con gioia ed esultanza acclamiamo: * Gioisci, angelo terrestre * e uomo celeste, Elia glorioso. * Gioisci, tu che da Dio * hai ricevuto duplice la grazia, * Eliseo venerabilissimo. * Gioite, fervidi soccorritori, patroni, * e medici dell’anima e del corpo * per il popolo amante di Cristo. * Intercedete perché da ogni attacco avverso, * da sventura e da ogni sorta di pericoli * siano liberati quanti celebrano con fede * la vostra solennissima memoria.
Ora e sempre. Theotokíon.
Chi non ti dirà beata, o Vergine tutta santa?˚ * Chi non celebrerà il tuo parto verginale? * Perché l’Unigenito Figlio che intemporalmente dal Padre è rifulso, * egli stesso, ineffabilmente incarnato, * è uscito da te, la pura: * Dio per natura e per noi fatto uomo per natura˚, * non diviso in dualità di persone, * ma da riconoscersi * in dualità di nature, senza confusione . * Imploralo, augusta beatissima, * perché sia fatta misericordia alle anime nostre.
Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.
Lettura del terzo libro dei Re (3[1] Re 17).
La parola del Signore fu rivolta a Elia profeta ed egli disse a Acab: Per la vita del Signore, Dio delle schiere, Dio d’Israele, davanti al quale io oggi sto: non ci sarà né rugiada né pioggia in questi anni, se non per mio comando. E la parola del Signore fu rivolta a Elia: Vattene di qui verso oriente e nasconditi presso il torrente Chorrath, che è di fronte al Giordano. Berrai l’acqua del torrente, e io comanderò ai corvi di portarti da mangiare lí. Elia partí e andò a sedersi presso il torrente Chorrath, che è di fronte al Giordano, e i corvi gli portavano pane al mattino e carne la sera, e beveva l’acqua dal torrente. Ma dopo un certo numero di giorni il torrente seccò, perché non pioveva sulla terra. E la parola del Signore fu rivolta a Elia: Alzati e va’ a Sarepta di Sidone e risiedi là. Ecco, io comanderò a una vedova di darti da mangiare. Elia si alzò, partí per Sarepta e giunse alla porta della città.
Ed ecco c’era là una vedova che raccoglieva legna; Elia le gridò dietro: Prendimi un po’ d’acqua in un vaso perché io beva. Essa andò a prenderla ed Elia le gridò dietro: Prendimi anche con le tue mani un pezzo di pane. Ma la donna rispose: Per la vita del Signore tuo Dio, non ho neppure una focaccia, ma solo una manciata di farina nella giara e un po’ d’olio nell’or¬cio, ed ecco, raccolgo due pezzi di legna, vado a preparar¬la per me e per i miei figli: mangeremo e poi mori¬remo. Elia le disse: Coraggio, entra e fa’ come hai detto, ma prima fai per me con quello che hai una focaccia e portamela; per te e per i tuoi figli la farai dopo, perché cosí dice il Signore Dio d’Israele: La farina nella giara non verrà meno e l’olio nell’orcio non diminui¬rà, fino al giorno in cui il Signore Dio manderà la pioggia sulla faccia di tutta la terra. La donna andò e fece secondo la parola di Elia: e mangiarono lui, lei e i figli di lei. Da quel giorno la farina nella giara non venne meno e l’olio nell’orcio non diminuí, secondo la parola del Signore, detta per mezzo di Elia.
Accadde poi dopo questi fatti che il figlio della donna, la padrona della casa, si ammalò e la sua malattia era molto grave, tanto che non rimase piú in lui respiro. E la donna disse ad Elia: Che c’è tra me e te, uomo di Dio? Sei venuto da me per far ricordare i miei peccati e far morire mio figlio? Elia le disse: Dammi tuo figlio. Lo prese dal grembo di lei, lo portò nella stanza al piano superiore dove stava lui e lo depose sul proprio letto. Elia gridò: Ahimè, Signore, testimone della vedova presso la quale abito! Le hai fatto del male facendo morire suo fi¬glio. Poi alitò tre volte sul ragazzo, invocò il Signore e disse: Signore mio Dio, ritorni l’anima di questo ragazzo in lui. Cosí avvenne e il ragazzo emise un grido: il Signo¬re aveva ascoltato la voce di Elia, l’anima del ragaz-zo era tornata dentro di lui ed egli era tornato in vita. Elia prese il ragazzo e lo condusse giú dal piano superiore, in casa, e lo diede a sua madre, dicendo: Guarda, tuo figlio vive. E la donna rispose ad Elia: Ecco, ora so che sei un uomo di Dio e che verace è la parola del Signore nella tua bocca.
Lettura del terzo libro dei Re (3[1] Re 18,1.17-19,16).
La parola del Signore fu rivolta a Elia tisbita, nell’anno terzo: Va’ e mostrati ad Acab: io manderò la pioggia sulla faccia della terra. Ma quando Acab vide Elia gli disse: Sei tu che sconvolgi Israele? Ma Elia disse: Non io sconvolgo Israele, ma piuttosto tu e la casa di tuo padre, perché avete abbandonato il Signore nostro Dio e siete andati dietro a Baal. E ora comanda che tutto Israele si raduni presso di me al monte Carmelo, insieme ai quattrocentocinquanta profeti di Baal e ai quattrocento profeti dei santuari, che mangiano alla tavola di Gezabele.
Acab mandò a chiamare tutto Israele e radunò tutti i profeti sul monte Carmelo. Elia disse loro: Fino a quando sarete zoppi da entrambi i piedi? Se è il Signore che è Dio, seguite lui; se invece lo è Baal, andate dietro a lui. E disse Elia al popolo: Io sono rimasto proprio l’unico profeta del Signore, mentre i profeti dei santuari sono tantissimi. Ci vengano dunque dati due buoi: ne scelgano uno per sé, lo dividano in pezzi e pongano i pezzi sulla legna, senza accendere il fuoco. Io preparerò l’altro bue, ma non accenderò il fuoco. Poi gridate il nome del vostro dio, e io invocherò il nome del Signore mio Dio. Il dio che ascol¬terà e manderà il fuoco, questi è Dio. Tutto il popolo rispose: Il discorso che ci hai fatto oggi è buono. Ed Elia disse ai profeti della vergogna: Sceglietevi il vitello, preparatelo per primi e invocate il nome del vostro dio, senza accendere il fuoco. Quelli presero il vitello, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dalla mattina fino a mezzogiorno dicendo: Esaudiscici, Baal, esaudiscici. Ma non ci fu né una voce né un segno di ascolto, ed essi correvano intorno all’altare che avevano fatto. Giunse mezzogiorno ed Elia tisbita cominciò a prendersi gioco di loro dicendo: Gridate piú forte, perché il vostro dio è occupato.
Ma quando fu tempo di offrire il sacrificio, e non si udiva niente, Elia tisbita disse ai profeti degli abomini: Toglietevi ora, e farò io il mio olocausto. Ed Elia disse al popolo: Accostatevi. Tutto il popolo gli si avvicinò. Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle dodici tribú di Israele, conforme alla parola del Signore che gli aveva detto: Israele sarà il tuo nome. Eresse le pietre e riparò l’altare del Signore che era stato abbattuto e fece intorno all’altare un canale capace di contenere due misure di seme. Pose sull’altare che aveva fatto la legna tagliata, divise in pezzi l’olocausto, mise i pezzi sulla legna e dispose il tutto sull’altare. Poi Elia disse: Prendetemi due anfore d’acqua e si versino sull’altare, sull’olocausto e sulla legna. Poi disse: Fatelo una seconda volta. E lo fecero una seconda volta. Fatelo una terza volta! E lo fecero una terza volta. L’acqua scorreva intorno all’altare e riempí il canale. Elia gridò verso il cielo e disse: Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, esudiscimi oggi dando il fuoco. E sappia questo popolo che tu sei il solo Signore, il Dio d’Israele e che io sono tuo servo e a causa tua ho fatto tutto questo, e tu hai convertito il cuore di questo popolo perché ti segua. E cadde fuoco dal cielo da parte del Signore, e consumò gli olocausti, la legna, l’acqua nel canale; anche le pietre e la polvere furono divorate dal fuoco. Tutto il popolo cadde faccia a terra e disse: Vera¬mente il Signore è Dio, è lui che è Dio! Ed Elia disse al popolo: Prendete i profeti di Baal, non ne scampi nessuno. Li presero ed Elia li condusse al torrente Kison, dove li uccise.
Poi Elia disse ad Acab: Si ode l’avvicinarsi della pioggia. Attacca il carro e scendi perché non ti sorprenda la pioggia. Elia salí al Carmelo, si chinò a terra, pose il volto tra le ginocchia e cominciò a pregare il Signore. Il cielo divenne scuro per le nubi e il vento, e scrosciò una grande pioggia. Acab andò a Izreél. Raccontò a Gezabele sua moglie tutto ciò che aveva fatto Elia. Gezabele mandò a dire ad Elia: Domani farò della tua vita come della loro. Udito questo, Elia ebbe paura. Si alzò e partí per mettersi in salvo, giunse a Bersabea terra di Giuda e là lasciò il suo ragazzo. Quanto a lui, fece una giornata di cammino nel deserto, arrivò presso un ginepro, si sedette là sotto, poi si sdraiò e si addormentò sotto la pianta. Ma ecco, qual¬cuno lo toccò e gli disse: Alzati, mangia e bevi, perché hai ancora molta strada da fare. Elia guardò ed ecco vicino al suo capo delle focacce di spelta e una brocca d’acqua. Si alzò, mangiò e bevve e tornò a sdraiarsi. Ma l’angelo del Signore venne una seconda volta, lo toccò e gli disse: Alzati, mangia e bevi, perché hai ancora molta strada da fare. Egli si alzò, mangiò e bevve e, per la forza di quel cibo, camminò quaranta giorni e quaranta notti, fino al monte Oreb: là entrò in una grotta dove si fermò.
Ed ecco, gli fu rivolta la parola del Signore: Che fai qui? Ed Elia rispose: Sono pieno di zelo per il Signore onnipotente, perché i figli d’Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno abbattuto i tuoi altari e hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto io solo, e cercano di togliermi la vita. Il Signore gli disse: Va’, ritorna sui tuoi passi, prendi la strada del deserto di Damasco e ungi Eliseo figlio di Safat come profeta, al posto tuo.
Lettura del terzo e quarto libro dei Re (3[1] Re 19,19-21 e 4[2] Re 2,1.6-14).
Un giorno, Elia trovò Eliseo figlio di Safat: stava arando con i buoi. Elia andò verso di lui e gli gettò addosso il mantello. Eliseo lasciò i buoi, corse dietro a Elia e si mise al suo servizio.
Accadde poi che, volendo il Signore far salire Elia in un turbine come per ascendere al cielo, Elia partí con Eliseo da Galgala. Elia disse ad Eliseo: Rimani qui, perché il Signore mi manda al Gior¬dano. Disse Eliseo: Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti abbandonerò! E se ne andarono insieme. Vennero cinquanta uomini dei figli dei profeti e si arrestarono a distanza, di fronte a loro; essi poi si fermarono presso il Giordano. Elia prese il suo mantello, lo arrotolò e con esso colpí le acque che si divisero in due, ed essi passarono sull’asciutto. Quando furono passati, Elia disse ad Eliseo: Chiedimi ciò che vuoi che io faccia per te, prima che io ti sia tolto. Eliseo disse: Lo spiri¬to che è su di te venga in doppia misura su di me. Rispose Elia: Hai chiesto una cosa difficile. Tuttavia, se mi vedrai mentre ti sarò tolto, ti sarà conces¬so, ma se non mi vedrai, non ti sarà concesso.
Ed ecco che, mentre camminavano e parlavano, un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra di loro ed Elia fu preso in un turbine, come ascendendo al cielo. Eliseo vedeva e gridava: Padre, padre, carro di Israele e sua cavalleria! Poi non lo vide piú. Allora Eliseo prese la sua veste e la lacerò in due, poi raccolse il mantello che era caduto ad Elia, si volse e si fermò sulla riva del Giordano. Eliseo prese il mantello che era caduto ad Elia e colpí le acque che però non si divisero. Allora Eliseo disse: Dov’è dunque il Dio di Elia? E di nuovo colpí le acque che si divisero, ed egli passò sull’asciutto.
Allo stico, stichirá prosómia. 
Tono 4. Tu che sei stato chiamato dall’Altissimo.
Colui che prima di essere concepito * è stato santificato, * l’angelo in carne, * l’intelletto igneo, * l’uomo celeste, * il divino precursore del secondo avven¬to di Cristo, * il glorioso Elia, * fondamento dei profeti, * ha misticamente convocato gli amici della festa * per celebrare solennemente * la sua divina memoria. * Per la sua intercessione, * custodisci indisturbato il tuo popolo, * o Cristo Dio nostro, * da ogni sorta di danno dell’ingannatore.
Stico: Non toccate i miei consacrati, e ai miei profeti non fate del male.
Il profeta Elia dal celeste sentire, * vedendo che tutto Israele aveva fornicato, * allontandosi dal Signore Dio, * e aveva aderito agli idoli, * acceso di zelo, * trattenne le nubi, fece inaridire la terra * e con la sua parola chiuse i cieli dicendo: * Non ci sarà una goccia d’acqua sulla terra * se non lo dirò io. * È lui che ora ci invita al banchetto, * quasi elargendo liberalmente indicibile grazia * a noi che con fede lo onoriamo.
Stico: Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedek.
Tu che hai contemplato ineffabili misteri˚, * hai squarciato i flutti del Giordano; * tu hai ridotto in cenere l’inganno degli idoli * con la folgore delle tue divine parole; * tu hai rimproverato il principe che aveva agito da iniquo˚, * hai messo a morte i sacerdoti dell’iniquità, * e con la preghiera hai bruciato il sacrificio. * Con il fuoco della tua intercessione, Elia, * estingui ora nel tuo popolo * i carboni ardenti delle passioni e delle tribolazioni.
Gloria. Tono pl. 2.
Profeta annunciatore di Cristo, * mai ti separi dal trono della maestà˚, * e sempre sei presente * presso ognuno che sia privo di forze; * prestando sacro servizio nel piú alto dei cieli, * benedici tutta la terra, * e sei ovunque glorificato. * Chiedi il perdono per le nostre anime.
Ora e sempre. Theotokíon.
O Madre-di-Dio, tu sei la vera vite che ha prodotto il frutto della vita˚. * Noi ti imploriamo: * intercedi, o Sovrana, * insieme con il profeta e tutti i santi, * perché sia fatta misericordia * alle anime nostre.
Apolytíkion. Tono 4. Presto intervieni.
L’angelo in carne, * il fondamento dei profeti, * il secondo precursore * dell’avvento del Cristo, * il glorioso Elia, * inviata dall’alto la grazia ad Eliseo, * scaccia le malattie * e purifica i lebbrosi: * anche per quanti l’onorano * fa dunque scaturire guarigioni.
Gloria. Ora e sempre. Theotokíon.
Il mistero nascosto dall’eternità * e ignoto agli angeli, * è stato rivelato grazie a te˚, * Madre-di-Dio, * agli abitanti della terra: * Dio incarnato, in unione senza confusione58, * Dio che per noi * ha volon¬tariamente accettato la croce˚, * e risuscitando con essa il primo uomo crea¬to, * ha salvato dalla morte le anime nostre.

mercoledì 17 luglio 2013


AVVISO

DOMANI 18 LUGLIO '13 


INIZIA NOVENA DI S. PANTELEIMON


NELLA CHIESA M.ODIGITRIA 


IN P.ZZA V.EMANUELE 


ALLE ORE 07,15 DIVINA LITURGIA 


NOVENA 

E 

UNZIONE DEI FEDELI CON L'OLIO 

DELLA 


LAMPADA VOTIVA ACCESA 


NELL'ALTARE DEL SANTO MEDICO

Novena e shën Panteleimonit 


 O Shën Panteleimon, deshmor e jatrua, parkales tën' Zot për ne, edhe lipi Atij ndjesën e mëkatëvet tona. Ti çë me gjithë zëmbërë kërkove të veje pas gjurmavet e Lipisjarit të Madhit Zot, edhe pate nga Ai dhuratën e shërimevet, o dëshmor i math i Krishtit Perëndi, shëndoshë me parkalesit t’ote, jo vetëm sëmundat e kurmit tënë po edhe ato të shpirtit. E llargo prej nesh ngarjet e armikut si na pa u lodhur të thrresjëm me besë e me shpresë. Shpëtona o i Madh' in' Zot. 

0 Panteleimon, Shejti jatrua, lipi t’in ‘Zoti shëndetën për mua. 

O San Panteleimon., martire e medico ,prega il Signore per noi,chiedi al Signore la remissione dei nostri peccati, tu con ardore hai cercato di seguire le orme del misericordioso Signore, e hai avuto da lui il dono delle guargioni ,o grande martire di Cristo Dio,guarisci con le tue preghiere non solo le malatie del nostro corpo ma anche quelle dello spirito . Allontana da noi le tentazioni del nemico come noi instancabilmente ti invochiamo con fede e speranza. Salvaci o Signore

O Panteleimon,santo medico,intercedi presso il Signore per la mia salvezza

0 shejt thavmasor, shën Panteleimon, o jatrua gjithë lipisi, i çë do lloje të sëmurësh, çë jo vetëm me jatrin t’ënde, po edhe me fialën e t’in ‘ Zoti i dhe shëndetë atire çë me besë të madhe Tij të truhen, kujdesou o Lipisjar, për sëmundjet të shpirtit edhe të kurmit t’ënë çë na mbajën akjë kekjë. E si një ditë, kur ishe te jeta ngë i prore krahët mosnjeriu, po i dhe hir atire çë të klaheshin e të kuturiseshin më shumë, nani çë je i përveshur te kjellja me akjë lëvdi e i kjosmë me pushtetjen të perëndishme, shëndoshë zëmbrat t’ona nga lavomët të frikëshëmë të mëkatës, ndihna edhe te mzonjët t’ona

0 Panteleimon, Shejti jatrua, lipi t’in ‘Zoti shëndetien për mua.

0 Glorioso Martire e Santo Medico Panteleimon, che fosti sempre pieno di misericordia verso ogni sorta di infermità, guarendole non solo con la tua arte medica coloro che con grande fede ti invocano ma con la Parola del Signore, prendi cura,o misericordioso, dell'infermità delle nostre anime e dei nostri corpi che ci affliggono . E poiché un giorno, vivente qui in terra, non negasti a coloro che a te si rivolgono la grazia della guarigione, molto più ora, che sei rivestito di splendore e di gloria in cielo e ricco di forza divina , guarisci le anime nostre dalla piaga del peccato e vieni in aiuto nelle nostre necessità.

0 Shejti Panteleimon përbuze të mirat e jetës, tue dhuruar kjosmët t’ote të vapkjëvet e u bëre i vapk për dashurin e t’in’ Zoti, prir sit t’atë te vapkësit t’ona e nga çë do anë na mbajën të tmeruamë. Bëj, o Shejti Lipisjar mos na u lipëshit gjë për gjellën e kurmit, po më shumë sbukurona zëmbrat t’ona me virtutët të krështerë. Bëj se na mos kjëndrojëm të lidhur te pethku të ksaj jetje po si Ti të dishirojëm vetëm të mirat e kjielljës çë ngë sosjën kurr.

0 Panteleimon, Shejti jatrua, lipi t’in ‘Zoti shëndetien për mua. 0 Santo Panteleimon,disprezzando i beni del mondo , hai distribuito ai poveri tutte le tue ricchezze, e ti facesti povero per amore di Cristo, guarda le nostre miserie che da ogni parte ci affliggono. Fa,o Santo Misericordioso che non ci manchino i mezzi necessari per vivere, ma molto di più, intercedi affinché l'anima nostra si arricchisca delle virtù cristiane.Infondi in noi il distacco dai beni di questo mondo, affinché come te, possiamo aspirare unicamente ai beni duraturi del cielo.

O Panteleimon,santo medico,intercedi presso il Signore per la mia salvezza

0 trim i trimavet i pamundur i besës shejte, shën Panteleimon, çë sa të ruaje të besë durove mbi kurmin t’endë e plumbin çë ziej e rrotat me gozhda e flakat e brishkjet çë i ziu armik pa lipisi të pravoi sa zbierje shejten besë. Fortësona neve këtë besë sa na të bëjëm vepra të mira e mos bëjëm se të likjët të kjeshjën mbi ne. Bëj, o Shejti jatrua, të priren të pa-besmit të gjithë te vatha shejte e t’in’Zoti sa gjithë të shpërblierit nga gjaku i t’in’ Zoti të bëjën një vathë te kjo jetë, sa një tuke zëresh të këndojëm giithë bashkë te jetra jetë lipisit e t’in’Zoti. Ashtu kloft.

Eroe fra gli invicibili eroi della santa fede, San Panteleimon, che per difendere la fede hai sopportato sul tuo corpo il bollente piombo e la ruota chiodata, le infuocate lingue affilate,che il terribile nemico privo di misericordia ti sottopose per provarti nella santa Fede. Rafforzaci in questa tua fede per praticarla nelle buone opere,affinché i nemici non ridono di noi. Ottieni,o Santo medico, che gli infedeli ritornare nel santo ovile del Signore poiché tutti sono stati redenti dal Sangue del Signore e affinché tutti insieme formiamo in questo mondo un solo ovile e nell’altro mondo in unità di voci cantiamo la misericordia del Signore . Amin

martedì 16 luglio 2013

17 LUGLIO
       Memoria della santa megalomartire Marina (sotto Diocleziano, 284-305).
VESPRO
Al Signore, ho gridato, 6 stichi e stichirá prosómia.
Tono pl. 4. O straordinario prodigio!
O straordinario prodigio! * Una delicata fanciulla tutta   immacolata * ha abbassato sino a terra la boria altera * di colui che si diceva capace di eliminare terra e mare, * vin­cendo le sue astuzie. * O potenza della croce e della grazia! * Vero sostegno di ogni nostra debo­lezza! 2 volte.
Gloriosissima martire Marina, * ora che giustamente hai preso posto * nelle celesti dimore * insieme alle schiere delle vergini * e agli eserciti dei martiri, * salva con la tua intercessione * quanti celebrano con fede la tua memoria * e accorrono fiduciosi sotto la tua prote­zione; * e chiedi a Dio il perdono delle colpe, la reden­zione * e la grande misericordia˚. 2 volte.
Martire Marina degna di ogni lode, * né fuoco di tormenti, * né godimento di mollezze, * né le grazie del mondo, * né il piacere della giovinezza * ti hanno separata dall’amore per Cristo˚, * perché miravi a ottene­re la bellezza del tuo augusto sposo * che oltrepassa ogni pensiero: * e di essa sei stata fatta degna, * o beata in Dio. 2 volte.
Gloria. Tono 2.
Con voce di esultanza˚ * e salmi di acclamazione˚ * celebriamo la martire Marina, * perché ha buttato a terra l’inganno degli idoli * e ha coraggiosamente calpestato sotto i piedi * l’ostile nemico. * Giunta cosí a perfe­zione, * è volata al cielo, * con la testa coronata e gridando: * Te, mio sposo, desidero, * e presa dal fasci­no del tuo amore, * per te ho dato al fuoco le mie carni: * abiterò dunque nelle tue eterne sedi˚, * là dove è la dimora di quanti sono nella gioia˚.           
Ora e sempre. Theotokíon.
In te ripongo ogni mia speranza, * Madre della vita: * custodiscimi sotto la tua protezione.
Allo stico, stichirá prosómia.
Tono 2. Quando dal legno.
Venite, amici dei martiri, * onoriamo con fede la marti­re che ha lottato con forza * per il Sovrano dell’uni-ver­so, * Marina, sposa di Cristo: * avendo il corpo già adorno * della tunica della verginità, * ad essa ha infatti ag­giunto, quasi tessuto dorato, * il sangue del sacro marti­rio, * si è cinta di duplice corona * e sta ora accanto al datore delle corone.
Stico: Mirabile è Dio nei suoi santi, il Dio di Israe­le. 
Grande è stata la tua impresa, * davvero grande e in tutto eccellente la tua vittoria: * natura facile a spa­ven­tar­si e ad abbatter­si, * tu, Marina, hai realmente ridotto in tuo potere * come un passe­ro, con faci­li­tà, * il drago invisibile, il grande monte, * l’insidio­sis­si­mo intellet­to, * e dopo averlo calpe­stato, * stai ora nel coro degli ange­li, * o degna di ammirazione.
Stico: Ho atteso, tanto atteso il Signore, e ha esaudi­to la mia supplica.
Sei divenuta, Marina, * eletta sposa del Verbo appar­so sulla terra, * tu che davvero rifulgi per la bellezza * delle opere divine * e fai appassire con la grazia * le piante dell’ateismo: * noi dunque celebriamo con amore * la tua sacra-tissima memoria * e diamo onore all’urna delle tue reliquie, * ricevendone grazie di guarigioni.
Gloria. Tono pl. 2.
Alla destra del Salvatore sta la vergine, * la vitto­rio­sa, la martire, * insuperabilmente avvolta nelle virtú, * adorna dell’olio della purez­za˚, * e del sangue della lotta; * a lui essa grida con esultanza tenendo la lampa­da˚: * Alla fragranza del tuo profumo ho corso, Cristo Dio˚, * perché ferita dal tuo amo­re io sono˚; * non allon­tanarmi da te, celeste sposo. * Per le sue suppli­che, manda su di noi, * Salvatore onnipoten­te, * le tue misericor­die.
Ora e sempre. Theotokíon.
O Madre-di-Dio, tu sei la vera vite * che ha prodotto il frutto della vita˚. * Noi ti imploriamo: * intercedi, o Sovrana, * insieme con la vittoriosa e con tutti i santi, * per­ché sia fatta misericordia * alle anime no­stre.          
Apolytíkion. Tono 4.
La tua agnella, o Gesú, * grida a gran voce: * Te, mio  sposo, io desidero, * e per cercare te combatto, * sono con te crocifissa˚ * e con te sepolta nel tuo battesimo˚; * soffro con te, * per poter regnare con te˚, * e muoio per te, * per vivere in te˚: * accogli dunque come sacri­ficio senza macchia * colei che, piena di desiderio, * è stata immolata per te. * Per la sua intercessione, * tu che sei misericordioso, * salva le anime nostre.      
Altro apolytíkion. Tono pl. 1. Cantiamo, fedeli.

Promessa sposa al Verbo, * o Marina gloriosa, * hai abbandonato ogni legame con le cose terrene * e hai splen­didamente lottato, tu che sei vergine bella: * hai infatti calpe­stato con forza il nemico invisibile * che ti era apparso, o vittoriosa. * Ed ora fai zampillare per il mondo * i doni delle guarigioni.

sabato 13 luglio 2013

14 LUGLIO 2013


DOMENICA DEI PADRI
                                                                                  VESPRO


Tono pl. 2. Riposta nei cieli.

La venerabile assemblea dei padri sapienti, * o amico degli uomini, * ha proclamato te, * Verbo incircoscrivibile e incomprensibile * fatto carne per noi, * perfetto Dio e uomo, * duplice nelle nature e nelle operazioni, * duplice anche nelle volontà, * e uno nell’ipòstasi. * Riconoscendoti dunque Dio * insieme al Padre e allo Spirito, * con fede adoriamo te, uno, * proclamando beati i padri. 
Conconcordemente i teòfori * hanno proclamato increate * la divina energia e la divina volontà * di colui che ha assunto la povertà della mia umanità, * assegnando alla carne * energia e volontà create, * evitando saggiamente, quei beati, * la confusione delle nature * e la divisione dell’ipòstasi. * Onorandoli nelle loro feste annuali, * noi fedeli glorifichiamo concordi Cristo * che li ha glorificati.
Oggi i padri divini * hanno proclamato concordi la Triade increata * unico Dio Signore * dimostrando a tutti * la reciproca semplicità dell’unica natura, * facendola conoscere senza principio * nella comune volontà * e nella semplicità dell’operazione, * in tutto senza fine. * Noi dunque li celebriamo come imitatori degli apostoli * dei quali a tutti hanno insegnato il vangelo.
Gloria. Dei padri. Tono pl. 2.
Celebriamo oggi * le mistiche trombe dello Spirito, * i padri teòfori, * coloro che hanno cantato in mezzo alla Chiesa * l’armoniosa melodia della teologia, * la Triade una, * essenza e divinità immutabile; * celebriamo i distruttori dell’errore * e difensori degli ortodossi, * coloro che sempre intercedono presso il Signore * perché sia fatta misericordia * alle anime nostre.
Ora e sempre. Theotokíon. Il primo del tono.
Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.
Lettura del libro della Genesi (14,14-20).
Quando Abram seppe che Lot suo nipote era stato fatto prigioniero, fece il conto dei servi che gli erano nati in casa, trecentodiciotto, e si diede all’inseguimento sino a Dan. Piombò su di loro di notte, lui e i servi che erano con lui, li battè e li inseguí sino a Coba, che è a sinistra di Damasco. Ricuperò cosí tutta la cavalleria di Sodoma, ricuperò Lot suo nipote, tutte le sue cose, le donne e il popolo.
Quando Abram fu di ritorno, dopo la disfatta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sodoma uscí incontro ad Abram nella Valle di Save, cioè la Valle dei re. E Melchisedek, re di Salem, portò pane e vino; egli era sacerdote del Dio altissimo, e benedisse Abram e disse: Benedetto Abram dal Dio altissimo che ha fatto il cielo e la terra. E benedetto il Dio altissimo che ti ha dato in mano i tuoi nemici.
Lettura del libro del Deuteronomio (1,8-11.15-17).
Disse Mosè ai figli d’Israele: Ecco, vi ho messo davanti la terra: entrate ed ereditate la terra che il Signore ha giurato ai vostri padri, ad Abramo, Isacco e Giacobbe, di dare a loro e alla loro discendenza dopo di loro. In quel tempo io vi ho parlato e ho detto: Non posso portarvi da solo; il Signore nostro Dio vi ha moltiplicati, ed ecco siete oggi numerosi come le stelle del cielo. Il Signore Dio dei nostri padri vi accresca mille volte piú di quanto siete, e vi benedica come vi ha detto.
Allora presi da voi uomini sapienti, capaci e intelligenti e li posi alla vostra testa: capi di migliaia, di centinaia, di cinquantine, di decine e scribi per i vostri giudici. E diedi quest’ordine ai vostri giudici in quel tempo: Ascoltate le cause dei vostri fratelli e giudicate con giustizia tra ciascuno e il proprio fratello o lo straniero che sta presso di lui. Non farai eccezione di persone in giudizio: giudicherai tanto il piccolo che il grande. Non ti ritrarrai davanti a nessuno, perché il giudizio è di Dio.
Lettura del libro del Deuteronomio (10,14-21).
Disse Mosè ai figli d’Israele: Ecco, del Signore tuo Dio è il cielo, e il cielo del cielo, la terra e tutto ciò che è in essa. Eppure il Signore ha scelto i vostri padri per amarli, e ha eletto la loro discendenza dopo di loro, proprio voi, al di sopra di tutte le nazioni, come è quest’oggi. Circoncidete dunque il vostro cuore duro, e non continuate a indurire il vostro collo.
Il vostro Dio, infatti, è il Dio degli dèi e Signore dei signori: Dio grande, forte e tremendo che non fa eccezione di persone e non accetta regali, ma fa giustizia al forestiero, all’orfano e alla vedova, e ama il forestiero e gli dà pane e vestito. E voi amerete il forestiero, perché siete stati forestieri in terra d’Egitto. Temerai il Signore tuo Dio e a lui solo renderai culto, a lui aderirai e nel suo nome giurerai. Egli è il tuo vanto, egli è il tuo Dio che ha fatto per te queste cose grandi e gloriose che i tuoi occhi hanno visto.
Allo stico, stichirá anastásima.
Gloria. Dei padri. Tono 3.
Siete stati rigorosi custodi * delle tradizioni apostoliche, * o santi padri: * stabilendo infatti la retta dottrina * della consustanzialità della Santa Triade, * avete conciliarmente distrutto * la bestemmia di Ario. * Dopo di lui avete confutato anche Macedonio, * avversario dello Spiri¬to, * avete condannato Nestorio, Eutiche e Dioscoro, * Sabellio, e Severo l’acefalo. Chiedete, ve ne preghiamo, * che noi, liberati dal loro errore, * custodiamo senza macchia, nella fede, * la nostra vita.
Ora e sempre. Theotokíon.
Senza seme, * dallo Spirito divino, * per volere del Padre, * hai concepito il Figlio di Dio, * che è dal Padre prima dei secoli, senza madre, * e che per noi da te è nato, senza padre: * tu lo hai generato nella carne * e come bambino lo hai allattato. * Non cessare dunque di intercedere, * perché siano liberate dai pericoli * le anime nostre.
Apolytíkion anástasimon.
Gloria. Dei padri. Tono pl. 4.
Tu sei piú che glorioso, o Cristo Dio nostro, tu che hai stabilito come astri sulla terra˚ i padri nostri, * e per mezzo loro ci hai guidati tutti * alla vera fede: * o tu che sei pieno di ogni compassione, * gloria a te. 
Ora e sempre. Theotokíon.
Tu che per noi sei nato dalla Vergine * e ti sei sottoposto alla crocifissione˚, * o buono, * tu che con la morte hai spogliato la morte, * e come Dio hai manifestato la risurrezione, * non trascurare coloro che con la tua mano hai plasmato˚, * mostra, o misericordioso, il tuo amore per gli uomini: * accogli, mentre intercede per noi, * la Madre-di-Dio che ti ha partorito, * e salva, o Salva¬tore nostro, * il popolo che non ha piú speranza.
Conconcordemente i teòfori * hanno proclamato increate * la divina energia e la divina volontà * di colui che ha assunto la povertà della mia umanità, * assegnando alla carne * energia e volontà create, * evitando saggiamente, quei beati, * la confusione delle nature * e la divisione dell’ipòstasi. * Onorandoli nelle loro feste annuali, * noi fedeli glorifichiamo concordi Cristo * che li ha glorificati.
Oggi i padri divini * hanno proclamato concordi la Triade increata * unico Dio Signore * dimostrando a tutti * la reciproca semplicità dell’unica natura, * facendola conoscere senza principio * nella comune volontà * e nella semplicità dell’operazione, * in tutto senza fine. * Noi dunque li celebriamo come imitatori degli apostoli * dei quali a tutti hanno insegnato il vangelo.
Gloria. Dei padri. Tono pl. 2.
Celebriamo oggi * le mistiche trombe dello Spirito, * i padri teòfori, * coloro che hanno cantato in mezzo alla Chiesa * l’armoniosa melodia della teologia, * la Triade una, * essenza e divinità immutabile; * celebriamo i distruttori dell’errore * e difensori degli ortodossi, * coloro che sempre intercedono presso il Signore * perché sia fatta misericordia * alle anime nostre.
Ora e sempre. Theotokíon. Il primo del tono.
Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.
Lettura del libro della Genesi (14,14-20).
Quando Abram seppe che Lot suo nipote era stato fatto prigioniero, fece il conto dei servi che gli erano nati in casa, trecentodiciotto, e si diede all’inseguimento sino a Dan. Piombò su di loro di notte, lui e i servi che erano con lui, li battè e li inseguí sino a Coba, che è a sinistra di Damasco. Ricuperò cosí tutta la cavalleria di Sodoma, ricuperò Lot suo nipote, tutte le sue cose, le donne e il popolo.
Quando Abram fu di ritorno, dopo la disfatta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sodoma uscí incontro ad Abram nella Valle di Save, cioè la Valle dei re. E Melchisedek, re di Salem, portò pane e vino; egli era sacerdote del Dio altissimo, e benedisse Abram e disse: Benedetto Abram dal Dio altissimo che ha fatto il cielo e la terra. E benedetto il Dio altissimo che ti ha dato in mano i tuoi nemici.
Lettura del libro del Deuteronomio (1,8-11.15-17).
Disse Mosè ai figli d’Israele: Ecco, vi ho messo davanti la terra: entrate ed ereditate la terra che il Signore ha giurato ai vostri padri, ad Abramo, Isacco e Giacobbe, di dare a loro e alla loro discendenza dopo di loro. In quel tempo io vi ho parlato e ho detto: Non posso portarvi da solo; il Signore nostro Dio vi ha moltiplicati, ed ecco siete oggi numerosi come le stelle del cielo. Il Signore Dio dei nostri padri vi accresca mille volte piú di quanto siete, e vi benedica come vi ha detto.
Allora presi da voi uomini sapienti, capaci e intelligenti e li posi alla vostra testa: capi di migliaia, di centinaia, di cinquantine, di decine e scribi per i vostri giudici. E diedi quest’ordine ai vostri giudici in quel tempo: Ascoltate le cause dei vostri fratelli e giudicate con giustizia tra ciascuno e il proprio fratello o lo straniero che sta presso di lui. Non farai eccezione di persone in giudizio: giudicherai tanto il piccolo che il grande. Non ti ritrarrai davanti a nessuno, perché il giudizio è di Dio.
Lettura del libro del Deuteronomio (10,14-21).
Disse Mosè ai figli d’Israele: Ecco, del Signore tuo Dio è il cielo, e il cielo del cielo, la terra e tutto ciò che è in essa. Eppure il Signore ha scelto i vostri padri per amarli, e ha eletto la loro discendenza dopo di loro, proprio voi, al di sopra di tutte le nazioni, come è quest’oggi. Circoncidete dunque il vostro cuore duro, e non continuate a indurire il vostro collo.
Il vostro Dio, infatti, è il Dio degli dèi e Signore dei signori: Dio grande, forte e tremendo che non fa eccezione di persone e non accetta regali, ma fa giustizia al forestiero, all’orfano e alla vedova, e ama il forestiero e gli dà pane e vestito. E voi amerete il forestiero, perché siete stati forestieri in terra d’Egitto. Temerai il Signore tuo Dio e a lui solo renderai culto, a lui aderirai e nel suo nome giurerai. Egli è il tuo vanto, egli è il tuo Dio che ha fatto per te queste cose grandi e gloriose che i tuoi occhi hanno visto.
Allo stico, stichirá anastásima.
Gloria. Dei padri. Tono 3.
Siete stati rigorosi custodi * delle tradizioni apostoliche, * o santi padri: * stabilendo infatti la retta dottrina * della consustanzialità della Santa Triade, * avete conciliarmente distrutto * la bestemmia di Ario. * Dopo di lui avete confutato anche Macedonio, * avversario dello Spiri¬to, * avete condannato Nestorio, Eutiche e Dioscoro, * Sabellio, e Severo l’acefalo. Chiedete, ve ne preghiamo, * che noi, liberati dal loro errore, * custodiamo senza macchia, nella fede, * la nostra vita.
Ora e sempre. Theotokíon.
Senza seme, * dallo Spirito divino, * per volere del Padre, * hai concepito il Figlio di Dio, * che è dal Padre prima dei secoli, senza madre, * e che per noi da te è nato, senza padre: * tu lo hai generato nella carne * e come bambino lo hai allattato. * Non cessare dunque di intercedere, * perché siano liberate dai pericoli * le anime nostre.
Apolytíkion anástasimon.
Gloria. Dei padri. Tono pl. 4.
Tu sei piú che glorioso, o Cristo Dio nostro, tu che hai stabilito come astri sulla terra˚ i padri nostri, * e per mezzo loro ci hai guidati tutti * alla vera fede: * o tu che sei pieno di ogni compassione, * gloria a te. 
Ora e sempre. Theotokíon.
Tu che per noi sei nato dalla Vergine * e ti sei sottoposto alla crocifissione˚, * o buono, * tu che con la morte hai spogliato la morte, * e come Dio hai manifestato la risurrezione, * non trascurare coloro che con la tua mano hai plasmato˚, * mostra, o misericordioso, il tuo amore per gli uomini: * accogli, mentre intercede per noi, * la Madre-di-Dio che ti ha partorito, * e salva, o Salvatore nostro, * il popolo che non ha piú speranza.

Domenica 14 Luglio 2013
Domenica dei Santi Padri del IV Concilio Ecumenico in Calcedonia, dei Santi Padri del I Concilio Ecumenico in Nicea, del II in Costantinopoli, del III in Efeso, del V e del VI in Costantinopoli

Oggi ricorre anche: Sant'Aquila apostolo San Giuseppe arcivescovo di Tessalonica, confessore

Si fa memoria:

Domenica dei Santi Padri del IV Concilio Ecumenico in Calcedonia, dei Santi Padri del I Concilio Ecumenico in Nicea, del II in Costantinopoli, del III in Efeso, del V e del VI in Costantinopoli

Sinassario

In questa domenica si commemorano i santi Padri che presero parte ai primi sei grandi Concili ecumenici, cioè:

i trecentodiciotto padri del Concilio di Nicea (325), dove si proclamò contro Ario la divinità del Verbo;

i centocinquanta del Concilio primo di Costantinopoli (381), che contro i macedoniani definì la divinità del Santo Spirito;

i duecento del Concilio di Efeso (431), che condannò Nestorio, impugnatore della divina maternità di Maria Vergine (Theotocos);

i seicentotrenta del Concilio di Calcedonia (451), che contro Eutiche sancì la duplice natura di Cristo;

i centosessantacinque del Concilio secondo di Costantinopoli (553) detto dei "Tre capitoli";

i centosettanta del Concilio terzo di Costantinopoli (680) tenuto contro i Monoteliti.