mercoledì 30 dicembre 2009

1 GENNAIO 2010. Circoncisione del Signore e Memoria di San Basilio il Grande.

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Orari delle celebrazioni liturgiche.

Giovedi’ 31 dicembre: ore 17.30 Ufficio del vespro

Venerdi 1 gennaio: ore 10.30 Divina Liturgia

Ἀπολυτίκιον τοῦ Ἁγίου Ἦχος α'

Εἰς πᾶσαν τὴν γῆν ἐξῆλθεν ὁ φθόγγος σου, ὡς δεξαμένην τὸν λόγον σου, δι' οὗ θεοπρεπῶς ἐδογμάτισας, τὴν φύσιν τῶν ὄντων ἐτράνωσας, τὰ τῶν ἀνθρώπων ἤθη κατεκόσμησας, Βασίλειον Ἱεράτευμα, Πάτερ Ὅσιε, Χριστὸν τὸν Θεὸν ἱκέτευε, δωρήσασθαι ἡμῖν τὸ μέγα ἔλεος.

Ἕτερον τῆς Ἑορτῆς,

Μορφὴν ἀναλλοιώτως ἀνθρωπίνην προσέλαβες, Θεὸς ὢν κατ' οὐσίαν, πολυεύσπλαγχνε Κύριε· καὶ Νόμον ἐκπληρῶν, περιτομήν, θελήσει καταδέχῃ σαρκικήν, ὅπως παύσῃς τὰ σκιώδη, καὶ περιέλῃς τὸ κάλυμμα τῶν παθῶν ἡμῶν. Δόξα τῇ ἀγαθότητι τῇ σῇ, δόξᾳ τῇ εὐσπλαγχνίᾳ σου, δόξα τῇ ἀνεκφράστῳ Λόγε συγκαταβάσει σου.

 

Apolitikion di San Basilio

Per tutta la terra è uscita la tua voce, poichè essa ha accolto la tua parola, con la quale hai definito divine dottrine, hai illustrato la natura degli esseri, hai ordinato i costumi degli uomini. Regale sacerdozio, Padre Santo Basilio, prega il Cristo Dio, perchè ci doni la grande misericordia.

Della Festa

Senza mutamento hai assunto forma umana, essendo Dio per essenza, o pietosissimo Signore. E, adempiendo la Legge, volontariamente ricevi la circoncisione della carne, per far cessare le ombre e togliere il velo delle nostre passioni. Gloria alla Tua bontà, gloria alla Tua amorosa compassione, gloria, o Verbo, alla tua inesprimibile condiscendenza.

 

VIDEO DEL TROPARIO DI SAN BASILIO IN GRECO

A TUTTI GLI AUGURI DI UN BUON ANNO 2010 COLMO DI OGNI BENE NEL NOME DEL SIGNORE PER LE PREGHIERE DI SAN DEMETRIO.

 

lunedì 21 dicembre 2009

CHIROTONIA DIACONALE DI SERGIO SPITALERI

 

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Annunciamo con gioia che

Domenica 27 Dicembre

durante la Divina Liturgia

che inizierà alle ore 10.30

Sergio Spitaleri

RiceverA’ la Chirotonia diaconale

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Uniti alla sua famiglia, a Sergio i migliori auguri di un Fecondo ministero.

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ORARI DEGLI UFFICI NATALIZI

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giovedi 24 dicembre

ore 09.30 Ufficio delle Grandi Ore

ore 17-30 Vespro e Divina Liturgia

ore 22.30 Orthros di Natale

ore 24.00  Divina liturgia pontificale

venerdi 25 dicembre

ore 07.30 Divina Liturgia

ore 10.30 Divina Liturgia

ore 17.30 Ufficio del Vespro

 



sabato 19 dicembre 2009

Chirtonia Ipodiaconale di Sergio Spitaleri

Domenica 20 Dicembre 2009, alle ore 10.30 ci sarà La Divina Liturgia presieduta dal Vescovo Sotir, durante la quale il lettore e nostro corista Sergio Spitaleri riceverà la Chirotonia Ipodiaconale.

A Sergio e a tutta la sua famiglia i migliori Auguri di un Cammino ed un Servizio pieno di Doni nella Vigna del Signore.

AXIOS

Katavasie di Natale

Proponiamo ai nostri lettori un video in cui il maestro Kabarnos, canta le Katavasie del Mattutono di Natale.

venerdì 11 dicembre 2009

13 Dicembre: memoria di Santa Lucia

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Orario delle Celebrazioni in Onore di Santa Lucia

Sabato 12 Dicembre

Ore 18.30 Esperinos-Vespro

Domenica 13 Dicembre

ore 07.00 Divina Liturgia

ore 08.30 Divina Liturgia

ore 10.30 Divina Liturgia presieduta dal Vescovo

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Le fonti sulla vita di S.Lucia sono la Passio latina ed il più antico Martyrion greco, detto Codice Papadopulo. S.Lucia nacque a Siracusa sul finire del III secolo da una nobile famiglia cristiana: rimasta orfana di padre sin da bambina, fu educata con dedizione dalla madre Eutichia, dalla quale apprese le verità del cristianesimo. Lucia, fanciulla bella, intelligente e virtuosa, meditava assiduamente le S.Scritture e si recava ai riti cristiani nelle catacombe di Siracusa: spinta dal suo amore per Gesù e dall’esempio delle prime vergini martiri, decise di consacrarsi a Dio con voto di perpetua verginità. La madre soffriva da molti anni di un flusso di sangue ritenuto incurabile dopo innumerevoli e costosi tentativi dei migliori medici. Lucia, che si prendeva cura di lei, un giorno le suggerì d’andare in pellegrinaggio a Catania presso il sepolcro della vergine e martire S.Agata per implorare il miracolo della guarigione. La madre acconsentì e vi si recarono insieme: lì, durante la Messa, fu letto l’episodio del Vangelo in cui un’emorroissa guarì toccando la veste di Gesù. Ispirata da quelle parole, Lucia disse alla madre: “Se credi in ciò che è stato appena proclamato, crederai anche che S.Agata, che ha patito per Cristo, abbia confidente accesso al Suo tribunale. Tocca con fede il suo sepolcro, se vuoi, e sarai guarita”. Allora Lucia ebbe in apparizione S.Agata che le disse: “Sorella mia Lucia, vergine devota a Dio, perché chiedi a me ciò che puoi tu stessa ottenere per tua madre? Ecco che ella è già guarita per la tua fede. Con la tua verginità tu hai costruito un santuario gradito a Dio, ed io ti dico che come grazie a me è sublimata la città di Catania, così per te avrà decoro dal Signore Gesù Cristo la città di Siracusa”. Dopo quella visione, Lucia esclamò alla madre: “Per l’intercessione della Sua Sposa Agata, Gesù ti ha guarita”, e sùbito Eutichia constatò di essere del tutto risanata. Lucia continuò: “A questo punto desidero che tu non mi parli più di sposo terreno, perché da tempo mi sono consacrata a Gesù. Piuttosto dammi quello che avevi pensato come mia dote perché possa distribuirlo ai poveri”. Eutichia: “Se non ti rincresce, farai dei beni miei e di tuo padre l’uso che vorrai dopo la mia morte”. Lucia: “La tua offerta non è la più gradita a Gesù. Dona adesso, a Lui nei poveri, ciò di cui dovrai forzatamente disfarti nella tomba”. Eutichia fu convinta, e da quel momento Lucia donò tutte le sue ricchezze ai poveri e si fece povera per Cristo. Ma un giovane innamorato di lei si vendicò del suo rifiuto alle nozze denunciandola come cristiana: vigeva la feroce persecuzione dell’imperatore Diocleziano. Lucia fu arrestata e condotta dinanzi al prefetto di Siracusa, di nome Pascasio, che le ordinò di sacrificare agli dèi. Ma Lucia disse: “Sacrificio puro presso Dio è curare chi soffre. Ho donato a Dio tutte le mie sostanze, e poiché ora non ho più nulla da offrire, offro in sacrificio me stessa”. Pascasio: “Di’ tali sciocchezze agli stolti come te. Io eseguo gli ordini degli imperatori”. Lucia: “Tu osservi i comandi degli imperatori ed io i comandamenti del mio Dio; tu temi gli imperatori ed io il mio Dio; tu vuoi piacere agli imperatori ed io al mio Dio; tu non disobbedisci agli imperatori ed io come potrei disobbedire al mio Dio? Fai ciò che vuoi: anch’io agirò secondo il mio cuore”. Pascasio: “Tu hai dissipato i tuoi beni con uomini dissoluti”. Lucia: “Io ho riposto al sicuro il mio patrimonio ed il mio corpo non ha conosciuto l’impurità”. Pascasio: “Tu sei la disonestà in persona”. Lucia: “La disonestà siete voi, di cui l’Apostolo dice: corrompete le anime degli uomini affinchè fornifichino contro Dio vivente e servano al diavolo ed ai suoi angeli che sono nella corruzione. Anteponendo i piaceri effimeri ai beni eterni, perdete l’eterna beatitudine”. Pascasio: “Queste parole cesseranno quando inizieranno i tormenti”. Lucia: “E’ impossibile far cessare le parole di Dio”. Pascasio: “Tu dunque sei Dio?”. Lucia: “Io sono serva del Dio eterno, che ha detto: quando sarete condotti davanti ai potenti non preoccupatevi di cosa dire perché non sarete voi a parlare ma lo Spirito Santo che è in voi”. Pascasio: “In te c’è lo Spirito Santo?”. Lucia: “L’Apostolo dice: coloro che vivono castamente sono tempio di Dio e lo Spirito Santo dimora in essi”. Pascasio: “Allora ti farò condurre in un luogo infame dove sarai costretta a vivere nel disonore, così lo Spirito Santo fuggirà da te”. Lucia: “Il corpo non viene deturpato se non dal consenso dell’anima: anche se tu mettessi nelle mie mani l’incenso per un sacrificio, Dio sa la mia intenzione. Egli scruta le coscienze ed aborrisce il violentatore della purezza. Se tu comandi che io subisca violenza contro la mia volontà, la mia castità meriterà una doppia corona”. Pascasio: “Se non mi obbedisci t’infliggerò crudelissime torture”. Lucia: “Tu non potrai mai convincermi a peccare: sono pronta ad ogni tortura”. Allora Pascasio ordinò di farla condurre in un postribolo perché le fosse fatta violenza, ma lo Spirito Santo la rese immobile: invano i soldati la spingevano cadendo sfiniti a terra, invano la trascinavano legata a mani e piedi o trainata da molti buoi. Pensandola una strega, Pascasio la fece cospargere d’urina ed i maghi iniziarono ad invocare gli dèi. Pascasio infuriato le disse: “Lucia, quali sono le tue arti magiche?”. Lucia: “Queste non sono arti magiche: è la potenza di Dio”. Pascasio: “Perché pur tirandoti a forza in mille non ti sei mossa?”. Lucia: “Anche se tu ne aggiungessi altre migliaia, si avvererebbe in me la Parola di Dio: cadranno mille alla tua sinistra e diecimila alla tua destra, ma nessuno potrà accostarsi a te”. Pascasio era disperato, e Lucia gli disse: “Misero Pascasio, perché ti affliggi, impallidisci, ti struggi? Hai avuto la prova che sono tempio di Dio: credi anche tu in Lui”. Pascasio allora le fece accendere attorno un rogo, ma le fiamme la lasciarono illesa. E Lucia: “Ho pregato il mio Signore Gesù Cristo affinchè questo fuoco non mi molestasse, perché dare ai credenti il coraggio del martirio ed i non credenti l’accecamento della loro superbia”. Gli amici di Pascasio, per farla tacere, le conficcarono un pugnale in gola. Ma prima di morire Lucia riuscì a dire questa profezia: “Vi annuncio che presto sarà data pace alla Chiesa di Dio. Diocleziano e Massimiano decadranno. E come la città di Catania venera come protettrice S.Agata, così anche voi onorerete me per grazia del Signore nostro Gesù Cristo osservando di cuore i Suoi comandamenti”. Poi s’inginocchiò, ricevette l’Eucarestia e spirò: era il 13 dicembre 304. Nello stesso luogo dove subì il martirio ebbe sepoltura e nel 313 fu edificato un santuario per accogliere il continuo flusso di pellegrini giunti per venerare le sue reliquie ottenendo numerose grazie per sua intercessione. Nel 1039 il suo corpo fu portato dal generale bizantino Giorgio Maniace a Costantinopoli e nella quarta crociata del 1204 dal doge Enrico Dandolo a Venezia, dove si venera tuttora. Il patrocinio di S.Lucia si è manifestato tante volte sia a Siracusa, salvata in più momenti della sua storia (carestie, terremoti, guerre), che in altre città, come Belpasso (presso Catania) e Brescia: per l’ennesima liberazione attribuita alla sua intercessione da una grave carestia, nel 1646 fu istituita a Siracusa una festa solenne in suo onore che si celebra tuttora la prima domenica di maggio, oltre a quella del 13 dicembre.
Culto
Fin dall’antichità il suo culto si è diffuso universalmente e si è tramandato sino ad oggi. La testimonianza più antica è un’epigrafe marmorea in greco risalente al IV sec., rinvenuta nel 1894 nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma. Nel 384 S.Orso le dedicò una chiesa a Ravenna. Papa Onorio I ne dedicò una a Roma. S. Gregorio Magno compose l’Ufficio e la Messa di S.Lucia, inserì il suo nome nel Canone Romano e le consacrò una cappella nella basilica di S.Pietro. Compare nel Martirologio Gerominiano, nel Sacramentario Gelasiano di S.Gallo, nel Breviario Gallo-Siculo, nel Canone di Milano e Ravenna. S.Adelmo le dedicò un poema. S.Tommaso d’Aquino la citò nella Summa Teologiae. S.Giovanni Damasceno compose l’Ufficio greco in suo onore. Tra i suoi devoti vi sono pure S. Caterina da Siena, S.Leone Magno, S.Ambrogio e Dante, che la elogiò nella Divina Commedia. In tutto il mondo le sono dedicate numerose chiese, si venerano sue reliquie, vi si ispirano opere d’arte. Nel nord Italia è popolarissima la tradizione di S.Lucia che ogni anno porta i doni natalizi ai bambini. In Svezia è molto venerata persino dalla Chiesa luterana, che le riserva un grande onore ed addirittura un rito liturgico.

Autore: Carlo Fatuzzo

Fonte: www.santiebeati.it

 

Ἡ ἀμνάς σου Ἰησοῦ, κράζει μεγάλῃ τῇ φωνῇ· Σὲ Νυμφίε μου ποθῶ, καὶ σὲ ζητοῦσα ἀθλῶ, καὶ συσταυροῦμαι, καὶ συνθάπτομαι τῷ βαπτισμῷ σου· καὶ πάσχω διὰ σέ, ὡς βασιλεύσω σὺν σοί, καὶ θνῄσκω ὑπὲρ σοῦ, ἵνα καὶ ζήσω ἐν σοί, ἀλλ' ὡς θυσίαν ἄμωμον, προσδέχου τὴν μετὰ πόθου τυθεῖσάν σοι. Αὐτῆς πρεσβείαις, ὡς ἐλεήμων, σῶσον τὰς ψυχὰς ἡμῶν.

La tua agnella o Gesù, grida a gran voce: Te, mio sposo, io desidero, e per cercare Te combatto, sono con te crocifissa, e con te sepolta nel tuo battesimo; soffro con te, per poter regnare con te, e muoio per te, per vivere in te: accogli dunque come sacrificio senza macchia, colei che, piena di desiderio, è stata immolata per te. Per la sua intercessione, tu che sei misericordioso, salva le anime nostre.

 

12 Dicembre 2009: Memoria di San Spiridione

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San Spiridione, pur avendo origini assai umili, proveniva infatti da una famiglia di pastori, divenne vescovo di una piccola zona remota nord-orientale dell’isola di Cipro, nei pressi di Salamina. Secondo lo storico Socrate, egli fu ritenuto degno della carica episcopale proprio per la santità dimostrata nell’attività precedente e fu così che fu fatto pastore di uomini nella città cipriota di Trimithonte. La sua profonda umiltà lo portò a continuare a pascolare anche il suo gregge animale, nonostante l’alto ufficio ecclesiastico assunto.
Spiridione fu un vescovo molto amato. Una leggenda narra che un giorno riuscì a catturare dei ladri che avevano tentato di rubargli delle pecore, pregò con loro, li liberò ed infine donò addirittura loro un montone, così da non aver trascorso l’intera notte svegli invano.
Pare che il santo vescovo presenziò al concilio di Nicea, anche se ad onor del vero il suo nome non compare tra i firmatari, motivo che comunque non è valido per escluderne a priori la presenza. Essendovi parecchie questioni di cui discutere, il concilio durò diversi mesi e dunque non tutti i vescovi potettero intrattenersi così a lungo abbandonando a se stesse le loro diocesi. Atanasio cita Spiridione tra coloro che mantennero posizioni ortodosse, in contrapposizione alle idee eretiche emerse al concilio di Sardica.
Rimase infine coinvolto nella persecuzione anticristiana indetta da Galerio: secondo alcune tradizioni in tale contesto storico perse l’occhio destro, qualche tendine e poi fu deportato ai lavori forzati nelle miniere.
Alla sua morte, le reliquie furono oggetto di traslazione da Cipro a Costantinopoli, poi a Corfù, Zachitos e Cefalonia. La venerazione nei suoi confronti continuò comunque costantemente nell’isola ove aveva esercitato il suo ministero. Nell’iconografia bizantina San Siridione è riconoscibile per il suo caratteristico berretto da pastore.

Autore: Fabio Arduino

Fonte: www.santiebeati.it

 

 

Ἀπολυτίκιον Ἦχος α'

Τοῦ λίθου σφραγισθέντος

Τῆς Συνόδου τῆς πρώτης ἀνεδείχθης ὑπέρμαχος, καὶ θαυματουργὸς θεοφόρε, Σπυρίδων Πατὴρ ἡμῶν· διὸ νεκρᾷ σὺ ἐν τάφῳ προσφωνεῖς, καὶ ὄφιν εἰς χρυσοῦν μετέβαλες· καὶ ἐν τῷ μέλπειν τὰς ἁγίας σου εὐχάς, Ἀγγέλους ἔσχες συλλειτουργοῦντάς σοι Ἱερώτατε· Δόξα τῷ σὲ δοξάσαντι, δόξα τῷ σὲ στεφανώσαντι· δόξα τῷ ἐνεργοῦντι διὰ σοῦ πᾶσιν ἰάματα.

 

Sei divenuto difensore del primo sinodo e taumaturgo, o Spiridione, padre nostro teoforo: per questo ti sei rivolto ad una defunta nel sepolcro, hai mutato in oro un serpente, e quando cantavi le tue sante preghiere, con te un angelo celebrava la liturgia, o sacratissimo: Gloria a Colui che ti ha glorificato, Gloria a colui che ti ha incoronato, gloria a Colui che tramite te opera guarigioni in tutti.