sabato 31 dicembre 2011

Il miracolo irripetibile

Carissimi iniziamo il nuovo anno con questa meravigliosa benedizione che Dio nostro Padre ci dona dal libro dei Numeri 6, 22-27:“Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio.Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace. Così io vi benedirò».Cosa significa benedire? Nell’At e nel NT quando Dio benedice una persona, questa sovrabbonda nell’amore di Dio, ha la pace, la gioia, la serenità.- Ti benedica il Signore e ti protegga: Quando Dio ti benedice e ti protegge non devi avere paura di niente e nessuno perché Dio ti custodisce e Dio è il Forte, il Potente, il Creatore.- Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio: quando il sole brilla tutto risplende di luce. Quando il volto di Dio, la Luce infinita di Dio risplende su di te, il tuo volto brilla della luce di Dio. Nell’originale ebraico questa frase è ancora più bella: Il Signore ti mostri un volto sorridente: Dio ti sorrida! Il nostro Dio è il Dio della gioia, della letizia, il Dio della vita. Dio ti sorrida in quest’anno nella tua vita e anche tu sorridi ad ogni persona che incontri.- Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace: Dio che ti guarda con benevolenza, con amore, perché Dio è Padre e vuole il tuo bene, la tua gioia e ti concede la sua pace.È stupendo l’inno di San Paolo che ci ricorda che Dio ci ha benedetti ancora prima di creare il mondo: “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo” Ef 1,3-5.Per vivere nella benedizione di Dio prima di tutto occorre: benedire Dio.Benedire Dio perché Dio è Dio: benedetto sei tu Dio, benedetto sei tu Padre, benedetto sei tu Figlio, benedetto sei tu Spirito Santo…Benedire Dio per quello che fa per noi: benedetto sei tu Padre perché mi hai donato il tuo Figlio, perché mi hai salvato, perché mi ami…Benedire significa dire bene. Quando tu dici bene di Dio, Dio dice bene di te e la benedizione di Dio si riversa con sovrabbondanza sulla tua vita.Occorre poi invocare la benedizione di Dio per se stessi, la propria famiglia, il paese, per ogni giorno, per il lavoro, per ogni attività, per ogni persona che si incontra e vedrete che la vostra vita che si trasformerà in benedizione.Ogni anno 365 giorni di illimitate possibilità. Con la stessa stoffa si può fare un bel vestito o un indumento mal combinato. Così ogni anno ci è donato da Dio e noi abbiamo la responsabilità di vivere bene ogni giorno e di renderlo una benedizione per noi e per gli altri.Ogni mattina quando mi sveglio la prima cosa che faccio è benedire Dio e poi dico: Padre, ti ringrazio di avermi donato questo nuovo giorno e concedi che io viva ogni istante della mia vita come un miracolo irripetibile.A volte le persone vivono trascorrendo 58 minuti l’ora vivendo nel passato, rimpiangendo gioie perdute o sentendosi in colpa per cose fatte male (entrambe sensazioni totalmente inutili e debilitanti), oppure vivendo nel futuro del quale hanno timore o aspettative timorose.L’unico modo per vivere è accettare ogni istante come un miracolo irripetibile, il che è esattamente ciò che è, un miracolo che non si ripeterà.Lo Spirito Santo sta aspettando ora di guarire il tuo passato, garantire il tuo futuro e liberarti per permetterti di sperimentare una vita piena di amore proprio ora.Carissimi riscopriamo l’importanza della benedizione di Dio per ciascuno di noi e impariamo a benedire ogni persona: Dio ti benedica!Gli anziani dicevano sempre: Dio ti benedica! Ad ogni persona che incontri di sempre: Dio ti benedica e vedrai le meraviglie che il Signore farà nella tua vita e nella vita dei tuoi cari. Dio vi benedica!
1˚ GENNAIO 2011



Circoncisione secondo la carne del Signore, Dio e Sal­va­tore nostro Gesú Cristo; e memoria del nostro santo padre Ba­si­lio il grande (379).



VESPRO
Stichirá idiómela della festa. Tono pl. 4.
Il Salvatore, * discendendo presso il genere umano, * accettò di essere avvolto in fasce; * non ebbe orrore del­la circoncisione della carne, * colui che, quanto alla Madre, * era nato da otto giorni˚, * e quanto al Padre era senza prin­cipio. * A lui, o fedeli, acclamiamo: * Tu sei il nostro Dio, * abbi pietà di noi. 2 volte
Non si vergognò, il Dio di ogni bontà, * di ricevere la cir­concisione della carne, * ma a tutti diede se stesso * qua­le mo­dello ed esempio * per la salvezza: * l’autore del­la Legge * a­dem­pie infatti i comandi della Legge * e quan­to a suo riguar­do * era stato annunciato dai profeti. * O tu che tutto tieni in tua mano * e sei avvolto in fasce, * Signore, gloria a te.
Altri stichirá prosómia, del santo. Tono 4.
Tu che sei stato chiamato dall’Altissimo.
O tu, il cui nome significa ‘regno’, * quando comin­- ciasti a pascere * con filosofia e scienza, o padre, * il sa­cerdozio regale, * il popolo santo di Cristo˚, * allora, o Ba­silio, * ti ornò del diadema del regno * il Re dei re e Signore di tutti˚, * colui che noi conosciamo eterno Figlio del Padre * e come lui senza principio: * supplicalo di salvare e illu­minare * le anime nostre.
Risplendente nei paramenti pontificali, * con gioia hai annunziato * il vangelo del regno, o Basilio, * riversando sulla Chiesa * insegnamenti di retta fede: * da essi illuminati, * noi proclamiamo ora l’unica Divinità * nel Padre onnipotente, * nell’Unigenito Verbo di Dio * e nel divino Spirito, * e la glorifi­chiamo indivisa, in tre Persone; * supplicala di salvare e illu­minare * le anime nostre.
Tu che ora sei unito ai cori celesti, * e con essi dimori, * padre Basilio, * dopo averne emulato la vita * col lu­minoso splendore della tua condotta, * perché, ancora nel corpo, * tra gli abitanti della terra * vivevi come libero da car­ne: * supplica il Cristo Dio nostro * di salvare dai peri­coli * e dalla tenebra dell’ignoranza * noi che godiamo * della tua dottrina divina­mente ispirata, * e di illuminare le anime nostre.
Gloria. Del santo. Tono pl. 4. Di Anatolio.
Divenuto amante della sapienza, * o santo, * e avendo preferito la comunione di vita con Dio˚ * a tutte le cose crea­­te, * hai giustamente lasciato alla vita terrena * la preoccupazione della morte; * liberandoti infatti dalle passioni della carne * con le fatiche della continenza, * e conservando libera la di­gnità dell’anima * con la divina meditazione della Legge, * per l’abbondare della virtú * hai sottomesso allo spirito * tutto il sen­tire carnale. * Poi­ché dunque hai odiato la carne, * il mon­do e il domi­natore di questo mondo˚, * e ora te ne stai presso Cristo, * chiedi per le anime nostre * la grande misericordia˚.
Ora e sempre. Della festa. Stesso tono.
Il Salvatore, * discendendo presso il genere umano, * ac­cettò di essere avvolto in fasce; * non ebbe orrore della cir­concisione della carne, * colui che, quanto alla Madre, * era nato da otto giorni˚, * e quanto al Padre era senza principio. * A lui, o fedeli, acclamiamo: * Tu sei il nostro Dio, * abbi pietà di noi.
Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.
Lettura del libro della Genesi (17,1-14).
Il Signore apparve ad Abramo e gli disse: Io sono il tuo Dio: sii gradito al mio cospetto, e sii irre­prensibile. Ed io stabilirò la mia alleanza tra me e te, e ti moltiplicherò grande­mente. Abramo cadde con la faccia a terra, e Dio gli disse: Ec­co­mi, la mia alleanza è con te, e tu sarai padre di una molti­tudine di genti. Il tuo nome non sarà piú Abram, ma Abraam, perché io ti ho costituito padre di molte genti. Ti accrescerò moltissimo, ti farò diventare genti, e re usciranno da te. Sta­bilirò la mia alleanza tra me e te e la tua discendenza dopo di te, per le loro generazioni, come alleanza eterna, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. E darò a te e alla tua discendenza dopo di te la terra dove dimori come stra­nie­ro, tutta la terra di Canaan, in possesso eterno, e sarò il loro Dio.
E Dio disse ad Abramo: Tu poi osserverai la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, per le loro generazioni. E questa è l’alleanza che osserverai, l’alleanza tra me e la tua discendenza dopo di te, per le loro generazioni. Ogni vostro maschio sarà circonciso; circonciderete la carne del vostro prepuzio, e ciò sarà segno dell’alleanza tra me e voi. Quando avrà otto giorni, ogni bambino maschio sarà da voi circon­ciso, per le vostre generazioni; anche il servo nato in casa e quello comprato con denaro da qualunque figlio di straniero, che non è della tua stirpe, lo si dovrà circoncidere: il servo nato nella tua casa e quello comprato con denaro. E la mia alleanza sarà nella vostra carne come alleanza eterna. Il ma­schio non circonciso, al quale non sarà stata circoncisa la carne del prepuzio il giorno ottavo, quell’anima verrà elimi­nata dalla sua gente: perché ha violato la mia alleanza.
Lettura del libro dei Proverbi (8,22-30).
Il Signore mi ha creata quale principio delle sue vie, in vista delle sue opere. Prima dei secoli mi ha fondata, in principio, prima di fare la terra, prima di fare gli abissi, prima che scaturissero le sorgenti delle acque. Prima che fossero fissati i monti, prima di tutti i colli mi ha generata. Il Signore ha fatto le regioni abitate e quelle deserte, e le piú alte zone abitate della terra. Quando predisponeva il cielo, io ero con lui, e quando separava il suo trono sopra i venti. Quando rendeva potenti le nubi dei cieli, e quando assicurava le sorgenti della terra. Quando poneva un limite al mare - e le sue acque non lo oltrepasseranno - e faceva robuste le fon­da­menta della terra, io ero presso di lui come ordinatrice. È in me che egli si rallegrava; e io ogni giorno gioivo al suo cospet­to in ogni tempo.
Lettura del libro dei Proverbi e della Sapienza di Sa­lo­mone (passim).
La bocca del giusto stilla sapienza, e le labbra degli uo­- mini conoscono le grazie. La bocca dei sapienti medita la sapienza: e la giustizia li libera dalla morte. Alla morte di un uomo giusto, non è perduta la speranza, perché un figlio giusto nasce alla vita, e mieterà fra i suoi beni un frutto di giustizia. Luce sempiterna per i giusti; presso il Signore troveranno grazia e gloria. La lingua dei sapienti conosce il bene, e nel loro cuore riposa la sapienza. Il Signore ama i cuori santi, e gli sono accetti tutti coloro che sono immacolati nel loro cammino. La sapienza del Signore illumina il volto del­l’assennato: essa infatti previene quelli che la desiderano, prima di essere conosciuta, ed è facilmente contemplata da quelli che la amano. Chi di primo mattino la cerca non fati­cherà, e chi veglia per lei sarà presto senza affanni. Perché essa va in giro alla ricerca di quelli che sono degni di lei, e con benevolenza appare loro sui sentieri.
Mai il male prevarrà sulla sapienza. Per questo mi sono innamorato della sua bellezza, l’ho amata e l’ho ricercata dalla giovinezza, e mi sono studiato di pren­derla come sposa. Per­ché il Creatore dell’universo l’ha amata. Essa infatti è ini­zia­trice alla scienza di Dio, ed è lei che sceglie le sue opere. Le sue fatiche sono virtú: è lei che insegna temperanza e pru­denza, giustizia e fortezza, delle quali nulla è piú utile agli uo­mini nella vita. Se poi uno desidera molta esperienza, essa sa farsi un’idea delle cose antiche e delle future; conosce le sottigliezze dei discorsi e le soluzioni degli enigmi; prevede segni e prodigi e le vicende dei tempi e delle epoche: è per tutti buon consigliere. Perché in essa c’è immortalità, e buona fa­ma nella partecipazione ai suoi discorsi.
Per questo pregai il Signore, lo supplicai e gli dissi con tutto il cuore: Dio dei padri e Signore di misericordia, tu che hai fatto tutte le cose con la tua parola, e che con la tua sapienza hai creato l’uomo perché domini sulle creature da te fatte e governi il mondo con santità e giustizia: dammi la sapienza che siede con te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella. Mandala dalla tua santa dimora e dal trono della tua gloria, affinché mi assista e mi insegni ciò che ti è gradito, e mi guidi nella conoscenza e mi custodisca nella sua gloria. Perché i pensieri dei mortali sono tutti timidi, e incerte le loro riflessioni.
Apósticha stichirá idiómela. Tono 1. Di Byzas.
O divina e sacra ape * della Chiesa di Cristo, * Basilio beatissimo! * Tu infatti, armato del pungiglione * del divino amore, * hai trafitto le be­stemmie * delle eresie odiose a Dio, * e hai accumulato nel­le anime dei fedeli * la dolcezza della pietà. * Percor­rendo ora i prati divini * del pascolo im­ma­colato, * ricòrdati anche di noi, * poiché stai presso la Tria­de con­su­stanziale.
Stico: La mia bocca parlerà sapienza, e la medi­tazione del mio cuore intelligenza.
Di Basilio monaco. Stesso tono.
Di tutti i santi hai riprodotto le virtú, * padre nostro Basilio: * di Mosè, la mitezza˚, * di Elia, lo zelo˚, * di Pietro, la confes­sione˚; * di Giovanni, la teo­logia, * e, come Paolo, non hai ces­sa­to di gridare: * Chi è de­bo­le, che io non lo sia? * Chi subi­sce scandali, * senza che io ne arda˚? * Ora che abiti con loro, * supplica per la salvezza delle anime nostre.
Stico: La bocca del giusto mediterà la sapienza, e la sua lingua parlerà del giudizio.
Di Giovanni monaco. Tono 2.
Hai studiato la natura degli esseri, * e di tutti hai consi­derato l’instabilità; * immutabile hai trovato solo colui che, * oltre ogni essenza, * è Artefice dell’universo. * Cosí, piú che mai aderendo a lui, * hai respinto l’amore per ciò che non è. * In­tercedi affinché anche noi * giun­giamo al divino amore, * o Basilio, iniziatore ai misteri.
Gloria. Del santo. Tono pl. 2.
Tu che hai ricevuto dall’alto * la grazia dei miracoli, * e che con le tue dottrine * hai condannato al vituperio l’inganno degli idoli, * sei gloria e fondamento dei ponte­fici, * o beatis­si­mo Basilio, * ed esempio della dottrina * di tutti i padri. * Poi­ché hai famigliarità con Cristo, * supplicalo per la salvezza * delle anime nostre.
Ora e sempre. Della festa. Tono pl. 4.
Non si vergognò, il Dio di ogni bontà, * di ricevere la cir­concisione della carne, * ma a tutti diede se stesso * quale mo­del­lo ed esempio * per la salvezza: * l’autore della Legge * adempie infatti i comandi della Legge * e quanto a suo ri­guar­do * era stato annunciato dai profeti. * O tu che tutto tieni in tua mano * e sei avvolto in fasce, * Signore, gloria a te.
Apolytíkion del santo. Tono 1.
Per tutta la terra è uscita la tua voce˚, * poiché essa ha accolto la tua parola * con la quale hai definito divine dottrine, * hai illustrato la natura degli esseri, * hai ordinato i costumi degli uomini. * Regale sacerdozio˚, * pa­dre santo, * pre­ga il Cristo Dio * perché ci doni * la grande misericordia˚.
Un altro, della festa. Stesso tono. Sigillata la pietra.
Senza mutamento hai assunto forma umana, * essendo Dio per essenza, * o pietosissimo Signore. * E, adem­piendo la Legge, * volontariamente ricevi * la circoncisione della carne, * per far cessare le ombre * e to­glie­re il velo delle nostre passioni. * Gloria alla tua bontà; * gloria alla tua amo­ro­sa compassione; * gloria, o Verbo, * alla tua inesprimibile con­discendenza.
Congedo.
Colui che l’ottavo giorno ha accettato di essere circonciso nella carne per la nostra salvezza, Cristo, vero Dio nostro, ecc.















Τῌ Α' ΤΟΥ ΜΗΝΟΣ ΙΑΝΟΥΑΡΙΟΥ

Ἡ κατὰ σάρκα Περιτομὴ τοῦ Κυρίου καὶ Θεοῦ καὶ Σωτῆρος ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ, καὶ Μνήμη τοῦ ἐν Ἁγίοις Πατρὸς ἡμῶν Βασιλείου τοῦ Μεγάλου.

ΕΙΣ ΤΟΝ ΕΣΠΕΡΙΝΟΝ
Στιχηρὰ Ἰδιόμελα τῆς Ἑορτῆς.
Ἦχος πλ. δ'
Συγκαταβαίνων ὁ Σωτήρ, τῷ γένει τῶν ἀνθρώπων, κατεδέξατο σπαργάνων περιβολήν, οὐκ ἐβδελύξατο σαρκὸς τὴν περιτομήν, ὁ ὀκταήμερος κατὰ τὴν Μητέρα, ὁ ἄναρχος κατὰ τὸν Πατέρα. Αὐτῷ πιστοὶ βοήσωμεν. Σὺ εἶ ὁ Θεὸς ἡμῶν, ἐλέησον ἡμᾶς. (Δὶς)
Ὁ αὐτὸς
Οὐκ ἐπῃσχύνθη ὁ πανάγαθος Θεός, τῆς σαρκὸς τὴν περιτομὴν ἀποτμηθῆναι, ἀλλ' ἔδωκεν ἑαυτόν, τύπον καὶ ὑπογραμμόν, πᾶσι πρὸς σωτηρίαν· ὁ γὰρ τοῦ Νόμου Ποιητής, τά τοῦ Νόμου ἐκπληροῖ, καὶ τῶν προφητῶν τὰ κηρυχθέντα περὶ αὐτοῦ, ὁ πάντα περιέχων δρακί, καὶ ἐν σπαργάνοις εἱληθείς, Κύριε δόξα σοι.
Στιχηρὰ Προσόμοια τοῦ Ἁγίου.
Ἦχος δ'
Ὁ ἐξ ὑψίστου κληθεὶς Ὁ ἐπωνύμως κληθεὶς τῆς βασιλείας, ὅτε τὸ βασίλειον σὺ Ἱεράτευμα, τό του Χριστοῦ ἔθνος ἅγιον, φιλοσοφίᾳ, καὶ ἐπιστήμη Πάτερ ἐποίμανας, τότε διαδήματι, σὲ κατεκόσμησε, τῆς βασιλείας Βασίλειε, βασιλευόντων, ὁ βασιλεύων καὶ πάντων Κύριος, ὁ τῷ τεκόντι συννοούμενος ἀϊδίως Υἱὸς καὶ συνάναρχος· ὅν ἱκέτευε σῶσαι, καὶ φωτίσαι τάς ψυχὰς ἡμῶν.

Ἱεραρχίας στολαῖς ἠγλαϊσμένος, χαίρων ἀνεκήρυξας τὸ Εὐαγγέλιον, τῆς βασιλείας Βασίλειε, ὀρθοδοξίας, τῇ Ἐκκλησίᾳ βλύσας διδάγματα, οἷς νῦν φωτιζόμενοι, μίαν Θεότητα, τὴν ἐν Πατρὶ παντοκράτορι, μονογενεῖ τε, τοῦ Θεοῦ Λόγῳ καὶ θείῳ Πνεύματι, θεολογοῦμεν καὶ δοξάζομεν, ἐν Προσώποις Τρισὶν ἀδιαίρετον, ἣν ἱκέτευε σῶσαι, καὶ φωτίσαι τάς ψυχὰς ἡμῶν.

Ὁ οὐρανίαις συνὼν χοροστασίαις, καὶ συναυλιζόμενος Πάτερ Βασίλειε, ὧν καὶ τὸν βίον ἐζήλωσας, τῇ λαμπροτάτῃ, εἰλικρινείᾳ τῆς πολιτείας σου, ἔτι μετὰ σώματος ἀναστρεφόμενος, τοῖς ἐπὶ γῆς ὥς τις ἄσαρκος· τοὺς ἐντρυφῶντας, τῆς θεοπνεύστου διδασκαλίας σου, ἐκ τῶν κινδύνων, καὶ τοῦ σκότους τῆς ἀγνωσίας, Χριστὸν τὸν Θεὸν ἡμῶν, καθικέτευε σῶσαι, καὶ φωτίσαι τάς ψυχὰς ἡμῶν.
Δόξα... Ἦχος πλ. δ' Ἀνατολίου
Σοφίας ἐραστὴς γενόμενος Ὅσιε, καὶ πάντων τῶν ὄντων, τὴν πρὸς Θεὸν προκρίνας συμβίωσιν, μελέτην θανάτου, εἰκότως τῷ βίῳ κατέλιπες· τὰ γὰρ σαρκὸς πάθη, ἐγκρατείας πόνοις, σεαυτῷ περιελόμενος, καὶ θείου μελέτῃ Νόμου, ἀδούλωτον τῆς ψυχῆς τηρήσας τὸ ἀξίωμα, ἀρετῆς περιουσίᾳ, ὅλον τῆς σαρκὸς τὸ φρόνημα, καθυπέταξας τῷ πνεύματι· διὸ σάρκα μισήσας, καὶ κόσμον καὶ κοσμοκράτορα, παριστάμενος τῷ Χριστῷ, αἴτησαι ταῖς ψυχαῖς ἡμῶν τὸ μέγα ἔλεος.
Καὶ νῦν... ὁ αὐτὸς
Συγκαταβαίνων ὁ Σωτήρ, τῷ γένει τῶν ἀνθρώπων, κατεδέξατο σπαργάνων περιβολήν· οὐκ ἐβδελύξατο σαρκὸς τὴν περιτομήν, ὁ ὀκταήμερος κατὰ τὴν Μητέρα, ὁ ἄναρχος κατὰ τὸν Πατέρα. Αὐτῷ πιστοὶ βοήσωμεν. Σὺ εἶ ὁ Θεὸς ἡμῶν, ἐλέησον ἡμᾶς.

Εἴσοδος, τὸ Προκείμενον τῆς ἡμέρας, καὶ τὰ Ἀναγνώσματα.
Γενέσεως τὸ Ἀνάγνωσμα
(Κεφ. 17, 1-14)
Ὤφθη Κύριος τῷ Ἄβραμ, καὶ εἶπεν αὐτῷ. Ἐγὼ εἰμι ὁ Θεός σου, εὐαρέστει ἐναντίον ἐμοῦ καὶ γίνου ἄμεμπτος. Καὶ θήσομαι τὴν διαθήκην μου ἀνὰ μέσον ἐμοῦ, καὶ ἀνὰ μέσον σοῦ, καὶ πληθυνῶ σε σφόδρα· καὶ ἔσῃ πατὴρ πλήθους Ἐθνῶν. Καὶ οὐ κληθήσεται τὸ ὄνομά σου Ἄβραμ, ἀλλ' ἔσται τὸ ὄνομά σου Ἀβραάμ, ὅτι πατέρα πολλῶν Ἐθνῶν τέθεικὰ σε. Καὶ αὐξανῶ σε σφόδρα σφόδρα, καὶ θήσω σε εἰς Ἔθνη, καὶ Βασιλεῖς ἐκ σοῦ ἐξελεύσονται. Καὶ στήσω τὴν διαθήκην μου ἀνὰ μέσον ἐμοῦ, καὶ ἀνὰ μέσον σοῦ, καὶ ἀνὰ μέσον τοῦ σπέρματός σου μετὰ σὲ εἰς τάς γενεὰς αὐτῶν, εἰς διαθήκην αἰώνιον, καὶ ἔσομαι αὐτοῖς Θεός. Καὶ ἔπεσεν Ἀβραὰμ ἐπὶ πρόσωπον αὐτοῦ, καὶ προσεκύνησε τῷ Κυρίῳ. Καὶ εἶπεν ὁ Θεὸς πρὸς Ἀβραάμ· Σὺ δὲ τὴν διαθήκην μου διατηρήσεις, σὺ, καὶ τὸ σπέρμα σου μετὰ σὲ εἰς τάς γενεὰς αὐτῶν. Καὶ αὕτη ἡ διαθήκη, ἣν διατηρήσεις ἀνὰ μέσον ἐμοῦ, καὶ ἀνὰ μέσον τοῦ σπέρματός σου μετὰ σὲ εἰς τάς γενεὰς αὐτῶν. Περιτμηθήσεται ὑμῖν πᾶν ἀρσενικόν, καὶ περιτμηθήσεσθε τὴν σάρκα τῆς ἀκροβυστίας ὑμῶν, καὶ ἔσται σημεῖον διαθήκης ἀνά μέσον ἐμοῦ καὶ ὑμῶν. Καὶ παιδίον ὀκτὼ ἡμερῶν, περιτμηθήσεται ὑμῖν πᾶν ἀρσενικὸν εἰς τάς γενεὰς ὑμῶν. Καὶ ἀπερίτμητον ἄρσεν, ὃ οὐ περιτμηθήσεται τὴν σάρκα τῆς ἀκροβυστίας αὐτοῦ τῇ ἡμέρᾳ τῇ ὀγδόῃ, ἐξολοθρευθήσεται ἡ ψυχὴ ἐκείνη ἐκ τοῦ γένους αὐτῆς, ὅτι τὴν διαθήκην μου διεσκέδασε.
Παροιμιῶν τὸ Ἀνάγνωσμα
(Κεφ. 8, 22-30)
Κύριος ἔκτισὲ με ἀρχὴν ὁδῶν αὐτοῦ εἰς ἔργα αὐτοῦ. Πρὸ τοῦ αἰῶνος ἐθεμελίωσέ με, ἐν ἀρχῇ πρὸ τοῦ τὴν γῆν ποιῆσαι. Καὶ πρὸ τοῦ τάς ἀβύσσους ποιῆσαι, πρὸ τοῦ προελθεῖν τάς πηγὰς τῶν ὑδάτων. Πρὸ τοῦ ὂρη ἑδρασθῆναι, πρὸ δὲ πάντων τῶν βουνῶν γεννᾷ με. Κύριος ἐποίησε χώρας καὶ ἀοικήτους, καὶ ἄκρα οἰκούμενα τῆς ὑπ' οὐρανόν. Ἡνίκα ἡτοίμαζε τὸν οὐρανόν, συμπαρήμην αὐτῷ, καὶ ὅτε ἀφώριζε τὸν ἑαυτοῦ θρόνον ἐπ' ἀνέμων. Ἡνίκα ἰσχυρὰ ἐποίει τὰ ἄνω νέφη, καὶ ὡς ἀσφαλεῖς ἐτίθει πηγὰς τῆς ὑπ' οὐρανόν, ἐν τῷ τιθέναι τῇ θαλάσσῃ ἀκριβασμὸν αὐτοῦ, καὶ ὕδατα οὐ παρελεύσεται στόμα αὐτοῦ, καὶ ἰσχυρὰ ἐποίει τὰ θεμέλια τῆς γῆς, ἤμην παρ᾽ αὐτῷ ἁρμόζουσα. Ἐγὼ ἤμην, ᾗ προσέχαιρε, καθ' ἡμέραν δὲ εὐφραινόμην ἐν προσώπῳ αὐτοῦ ἐν παντὶ καιρῷ.
Σοφίας Σολομῶντος τὸ Ἀνάγνωσμα
(Ἐκλογὴ)
Στόμα δικαίου ἀποστάζει σοφίαν, χείλη δὲ ἀνδρῶν ἐπίστανται χάριτας. Στόμα σοφῶν μελετᾷ σοφίαν, δικαιοσύνη δὲ ῥύεται αὐτοὺς ἐκ θανάτου. Τελευτήσαντος ἀνδρὸς δικαίου, οὐκ ὄλλυται ἐλπίς· υἱὸς γὰρ δίκαιος γεννᾶται εἰς ζωήν, καὶ ἐν ἀγαθοῖς αὐτοῦ καρπὸν δικαιοσύνης τρυγήσει. Φῶς δικαίοις διὰ παντός, καὶ παρὰ Κυρίου εὑρήσουσι χάριν καὶ δόξαν. Γλῶσσα σοφῶν καλὰ ἐπίσταται, καὶ ἐν καρδίᾳ αὐτῶν ἀναπαύσεται σοφία. Ἀγαπᾷ Κύριος ὁσίας καρδίας, δεκτοὶ δὲ αὐτῷ πάντες ἄμωμοι ἐν ὁδῷ. Σοφία Κυρίου φωτιεῖ πρόσωπον συνετοῦ· φθάνει γὰρ τοὺς ἐπιθυμοῦντας αὐτήν, πρὸ τοῦ γνωσθῆναι, καὶ εὐχερῶς θεωρεῖται ὑπὸ τῶν ἀγαπώντων αὐτήν. Ὁ ὀρθρίσας πρὸς αὐτήν, οὐ κοπιάσει, καὶ ὁ ἀγρυπνήσας δι' αὐτήν, ταχέως ἀμέριμνος ἔσται. Ὅτι τοὺς ἀξίους αὐτῆς αὐτὴ περιέρχεται ζητοῦσα, καὶ ἐν ταῖς τρίβοις φαντάζεται αὐτοῖς εὐμενῶς. Σοφίας οὐ κατισχύσει ποτὲ κακία. Διὰ ταῦτα καὶ ἐραστὴς ἐγενόμην τοῦ κάλλους αὐτῆς, καὶ ἐφίλησα ταύτην, καὶ ἐξεζήτησα ἐκ νεότητός μου, καὶ ἐζήτησα νύμφην ἀγαγέσθαι ἐμαυτῷ. Ὅτι ὁ πάντων Δεσπότης ἠγάπησεν αὐτήν· μύστις γάρ ἐστι τῆς του Θεοῦ ἐπιστήμης, καὶ αἱρετὶς τῶν ἔργων αὐτοῦ, οἱ πόνοι αὐτῆς εἰσὶν ἀρεταί, σωφροσύνην δὲ καὶ φρόνησιν αὕτη διδάσκει, δικαιοσύνην καὶ ἀνδρείαν, ὧν χρησιμώτερον οὐδέν ἐστιν ἐν βίῳ ἀνθρώποις. Εἰ δὲ καὶ πολυπειρίαν ποθεῖ τις, οἶδε τὰ ἀρχαῖα καὶ τὰ μέλλοντα εἰκάζειν, ἐπίσταται στροφὰς λόγων καὶ λύσεις αἰνιγμάτων, σημεῖα καὶ τέρατα προγινώσκει, καὶ ἐκβάσεις καιρῶν καὶ χρόνων, καὶ πᾶσι σύμβουλός ἐστιν ἀγαθή. Ὅτι ἀθανασία ἐστὶν ἐν αὐτῇ, καὶ εὔκλεια ἐν κοινωνίᾳ λόγων αὐτῆς. Διὰ τοῦτο ἐνέτυχον τῷ Κυρίῳ, καὶ ἐδεήθην αὐτοῦ, καὶ εἶπον ἐξ ὅλης μου τῆς καρδίας· Θεὲ Πατέρων, καὶ Κύριε τοῦ ἐλέους, ὁ ποιήσας τὰ πάντα ἐν λόγῳ σου, καὶ τῇ σοφίᾳ σου κατασκευάσας τὸν ἄνθρωπον, ἵνα δεσπόζῃ τῶν ὑπὸ σοῦ γενομένων κτισμάτων, καὶ διέπῃ τὸν κόσμον ἐν ὁσιότητι καὶ δικαιοσύνῃ, δός μοι τὴν τῶν σῶν θρόνων πάρεδρον σοφίαν, καὶ μὴ με ἀποδοκιμάσῃς ἐκ παίδων σου· ὅτι ἐγὼ δοῦλος σός, καὶ υἱὸς τῆς παιδίσκης σου. Ἐξαπόστειλον αὐτὴν ἐξ ἁγίου κατοικητηρίου σου, καὶ ἀπὸ θρόνου δόξης σου, ἵνα συμπαροῦσά μοι διδάξῃ με, τὶ εὐάρεστόν ἐστι παρὰ σοί· καὶ ὁδηγήσει με ἐν γνώσει, καὶ φυλάξει μὲ ἐν τῇ δόξῃ αὐτῆς. Λογισμοὶ γὰρ θνητῶν πάντες δειλοί, καὶ ἐπισφαλεῖς αἱ ἐπίνοιαι αὐτῶν.

Εἰς τὴν Λιτήν, Στιχηρὰ Ἰδιόμελα.
Ἦχος γ' Γερμανοῦ
Χριστὸν εἰσοικισάμενος ἐν τῇ ψυχῇ σου, διὰ τῆς καθαρᾶς σου πολιτείας, τὴν πηγὴν τῆς ζωῆς, Ἱεροφάντα Βασίλειε, ποταμοὺς ἀνέβλυσας δογμάτων εὐσεβῶν τῇ οἰκουμένῃ, ἐξ ὧν ποτιζόμενος ὁ πιστὸς τῆς Ἐκκλησίας λαός, καρπὸν χειλέων ὁμολογούντων, τὴν χάριν προσφέρει τῷ δοξάσαντι τὴν μνήμην σου, εἰς αἰῶνα αἰῶνος.
Ὁ αὐτὸς
Μύρον ἐκκενωθὲν ἐπὶ σοὶ τῆς χάριτος, ἔχρισέ σε ἱερουργῆσαι τὸ Εὐαγγέλιον τῆς βασιλείας τῶν οὐρανῶν, Βασίλειε Θεοφάντορ· τοῦ Χριστοῦ γὰρ εὐωδία γενόμενος, τῆς ὀσμῆς τῆς γνώσεως αὐτοῦ, τὴν οἰκουμένην ἐπλήρωσας· διὸ τάς φωνὰς τῶν οἰκετῶν σου εὐμενῶς δεχόμενος, αἴτησαι ἡμῖν τοῖς τιμῶσι σε, τὸ μέγα ἔλεος,
Βύζαντος, ὁ αὐτὸς
Τὴν ἱερατικὴν στολὴν ἀμπεχόμενος, Τριάδος ὑπέρμαχε Βασίλειε, θρόνῳ παρέστης δικαστικῷ, προκινδυνεύων τῆς πίστεως, καὶ ἀθλητικὴν ἔνστασιν ἐπιδειξάμενος, θυμὸν Ἐπάρχου κατῄσχυνας, θρασυνομένου τῷ κράτει τῆς ἀσεβείας, καὶ σπλάγχνων ἐκτομὴν ἀπειλοῦντος, προθύμως ταῦτα προέκρινας, καὶ Μάρτυς γενόμενος τῇ προαιρέσει, τὸν στέφανον ἀνεδήσω τῆς νίκης παρὰ Χριστοῦ, τοῦ ἔχοντος τὸ μέγα ἔλεος.
Δόξα... Ἦχος πλ. β'
Ἐξεχύθη ἡ χάρις ἐν χείλεσί σου, Ὅσιε Πάτερ, καὶ γέγονας ποιμὴν τῆς του Χριστοῦ Ἐκκλησίας, διδάσκων τὰ λογικὰ πρόβατα, πιστεύειν εἰς Τριάδα ὁμοούσιον, ἐν μιᾷ Θεότητι.
Καὶ νῦν... τῆς Ἑορτῆς, Ἦχος πλ. δ'
Συγκαταβαίνων ὁ Σωτήρ, τῷ γένει τῶν ἀνθρώπων, κατεδέξατο σπαργάνων περιβολήν, οὐκ ἐβδελύξατο σαρκὸς τὴν περιτομήν, ὁ ὀκταήμερος κατὰ τὴν Μητέρα, ὁ ἄναρχος κατὰ τὸν Πατέρα. Αὐτῷ πιστοὶ βοήσωμεν. Σὺ εἶ ὁ Θεὸς ἡμῶν, ἐλέησον ἡμᾶς.

Ἀπόστιχα Στιχηρὰ Ἰδιόμελα
Ἦχος α' Βυζαντος
Ὦ θεία καὶ ἱερὰ τῆς Χριστοῦ Ἐκκλησίας μέλισσα, Βασίλειε παμμακάριστε· σὺ γὰρ τοῦ θείου πόθου τῷ κέντρῳ, σεαυτὸν καθοπλίσας, τῶν θεοστυγῶν αἱρέσεων τάς βλασφημίας κατέτρωσας· καὶ ταῖς ψυχαῖς τῶν πιστῶν εὐσεβείας τὸν γλυκασμὸν ἐθησαύρισας· καὶ νῦν τοὺς θείους λειμῶνας, τῆς ἀκηράτου διερχόμενος νομῆς, μνημόνευε καὶ ἡμῶν, παρεστὼς τὴν Τριάδα τὴν ὁμοούσιον.
Ὁ αὐτὸς
Στιχ. Τὸ στόμα μου λαλήσει σοφίαν, καὶ ἡ μελέτη τῆς καρδίας μου σύνεσιν.
Βασιλείου Μοναχοῦ
Πάντων τῶν ἁγίων ἀνεμάξω τάς ἀρετάς, Πατὴρ ἡμῶν Βασίλειε, Μωϋσέως τὸ πρᾶον, Ἠλιοὺ τὸν ζῆλον, Πέτρου τὴν ὁμολογίαν, Ἰωάννου τὴν Θεολογίαν, ὡς ὁ Παῦλος ἐκβοῶν οὐκ ἐπαύσω. Τὶς ἀσθενεῖ, καὶ οὐκ ἀσθενῶ; τὶς σκανδαλίζεται, καὶ οὐκ ἐγὼ πυροῦμαι; Ὅθεν σὺν αὐτοῖς αὐλιζόμενος, ἱκέτευε σωθῆναι τάς ψυχὰς ἡμῶν.
Ἦχος β'
Στιχ. Στόμα δικαίου μελετήσει σοφίαν, καὶ ἡ γλῶσσα αὐτοῦ λαλήσει κρίσιν.
Ἰωάννου Μοναχοῦ
Τῶν ὄντων ἐκμελετήσας τὴν φύσιν, καὶ πάντων περισκοπήσας τὸ ἄστατον, μόνον εὗρες ἀκίνητον, τὸν ὑπερουσίως ὄντα Δημιουργὸν τοῦ παντός, ᾧ καὶ μᾶλλον προσθέμενος, τῶν οὐκ ὄντων τὸν πόθον ἀπέρριψας. Πρέσβευε καὶ ἡμᾶς τοῦ θείου πόθου τυχεῖν, Ἱεροφάντα Βασίλειε.
Δόξα... Ἦχος πλ. β'
Ὁ τὴν χάριν τῶν θαυμάτων οὐρανόθεν κομισάμενος, καὶ τὴν πλάνην τῶν εἰδώλων στηλιτεύσας ἐν τοῖς δόγμασιν, Ἀρχιερέων ὑπάρχεις δόξα καὶ ἑδραίωμα, παμμακάριστε Βασίλειε, καὶ πάντων τῶν Πατέρων διδασκαλίας ὑπόδειγμα. Παρρησίαν ἔχων πρὸς Χριστόν, αὐτὸν ἱκέτευε, σωθῆναι τάς ψυχὰς ἡμῶν.
Καὶ νῦν... Ἦχος πλ. δ'
Οὐκ ἐπῃσχύνθη ὁ πανάγαθος Θεός, τῆς σαρκὸς τὴν Περιτομὴν ἀποτμηθῆναι, ἀλλ' ἔδωκεν ἑαυτόν, τύπον καὶ ὑπογραμμόν, πᾶσι πρὸς σωτηρίαν· ὁ γὰρ τοῦ Νόμου ποιητής, τά του Νόμου ἐκπληροῖ, καὶ τῶν Προφητῶν τὰ κηρυχθέντα περὶ αὐτοῦ. Ὁ πάντα περιέχων δρακί, καὶ ἐν σπαργάνοις εἱληθείς, Κύριε δόξα σοι.

Ἀπολυτίκιον τοῦ Ἁγίου Ἦχος α'
Εἰς πᾶσαν τὴν γῆν ἐξῆλθεν ὁ φθόγγος σου, ὡς δεξαμένην τὸν λόγον σου, δι' οὗ θεοπρεπῶς ἐδογμάτισας, τὴν φύσιν τῶν ὄντων ἐτράνωσας, τὰ τῶν ἀνθρώπων ἤθη κατεκόσμησας, Βασίλειον Ἱεράτευμα, Πάτερ Ὅσιε, Χριστὸν τὸν Θεὸν ἱκέτευε, δωρήσασθαι ἡμῖν τὸ μέγα ἔλεος.
Ἕτερον τῆς Ἑορτῆς, ὁ αὐτὸς
Μορφὴν ἀναλλοιώτως ἀνθρωπίνην προσέλαβες, Θεὸς ὢν κατ' οὐσίαν, πολυεύσπλαγχνε Κύριε· καὶ Νόμον ἐκπληρῶν, περιτομήν, θελήσει καταδέχῃ σαρκικήν, ὅπως παύσῃς τὰ σκιώδη, καὶ περιέλῃς τὸ κάλυμμα τῶν παθῶν ἡμῶν. Δόξα τῇ ἀγαθότητι τῇ σῇ, δόξᾳ τῇ εὐσπλαγχνίᾳ σου, δόξα τῇ ἀνεκφράστῳ Λόγε συγκαταβάσει σου.

venerdì 30 dicembre 2011

URIME SHUME PER GJITHE JUVE PER VITIN I RRI 2012 ME BEKIME NGA TE LARTI PERENDI...ZOTI JINE IISU KRISHTI ...ME NDIHME TE MEMES TE PERENDIS ....


RINGRAZIAMO iL SIGNORE PER IL TEMPO CHE CI HA DONATO NEL CONOSCERLO, AMARLO E TESTIMONIARALO DURANTE QUESTO ANNO 2011 CHE ORMAI STA PER CONCLUDERSI E

CHIEDIAMO LA SUA CONTINUA BENEDIZIONE E IL SUO SOSTEGNO PER IL NUOVO ANNO 2012 CHE STA PER INIZIARE CHE SIA PIENO OGNI BENE E BENEDIZIONE PER TUTTI I VIVENTI .........
AVVISO

Sabato 31 Dicembre ore 18,00 Ufficio del Vespro
Si fa memoria della Circoncisione secondo la carne del Signore, Dio e Sal­va­tore nostro Gesú Cristo; e del nostro santo padre Ba­si­lio il grande (379).



AUGURI PER INIZIO DELL'ANNO 2012

CON BENEDIZIONI DIVINE

mercoledì 28 dicembre 2011

( S.Famiglia, dipinta da Suor Mariagrazia Uka,Basiliana delle Figlie di S. Macrina,collezione privata)

Santa famiglia di Nazaret Icona della Chiesa Domestica

CITTA' DEL VATICANO, 28 DIC. 2011 (VIS). La preghiera nella Santa Famiglia di Nazaret è stato il tema della catechesi dell'Udienza Generale del Mercoledì, tenutasi nell'Aula Paolo VI, con la partecipazione di 7.000 persone.
"La casa di Nazaret - ha detto il Papa - è una scuola di preghiera, dove si impara ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato profondo della manifestazione del Figlio di Dio, traendo esempio da Maria, Giuseppe e Gesù".

"La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile. (...) Ella vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro di ogni sua parola. (...) Luca è l'evangelista che ci fa conoscere il cuore di Maria, la sua fede, la sua speranza e obbedienza, la sua interiorità e preghiera, la sua libera adesione a Cristo. E tutto questo procede dal dono dello Spirito Santo che scende su di lei, come scenderà sugli Apostoli secondo la promessa di Cristo. Questa immagine di Maria la presenta come il modello di ogni credente che conserva e confronta le parole e le azioni di Gesù, un confronto che è sempre un progredire nella conoscenza di Lui".

"La capacità di Maria di vivere dello sguardo di Dio è, per così dire, contagiosa. Il primo a farne l'esperienza è stato san Giuseppe. (...) Infatti, con Maria e poi, soprattutto, con Gesù, egli incomincia un nuovo modo di relazionarsi a Dio, di accoglierlo nella propria vita, di entrare nel suo progetto di salvezza, compiendo la sua volontà".

Benedetto XVI ha ricordato che sebbene il Vangelo non abbia conservato alcuna parola di Giuseppe, "la sua è una presenza silenziosa ma fedele, costante, operosa. (...) Giuseppe ha compiuto pienamente il suo ruolo paterno, sotto ogni aspetto. Sicuramente ha educato Gesù alla preghiera, insieme con Maria. Lui, in particolare, lo avrà portato con sé alla sinagoga, nei riti del sabato, come pure a Gerusalemme, per le grandi feste del popolo d'Israele. Giuseppe, secondo la tradizione ebraica, avrà guidato la preghiera domestica sia nella quotidianità - al mattino, alla sera, ai pasti -, sia nelle principali ricorrenze religiose. Così, nel ritmo delle giornate trascorse a Nazaret, tra la semplice casa e il laboratorio di Giuseppe, Gesù ha imparato ad alternare preghiera e lavoro, e ad offrire a Dio anche la fatica per guadagnare il pane necessario alla famiglia".

Successivamente Benedetto XVI, nel citare il pellegrinaggio di Maria, Giuseppe e Gesù al Tempio di Gerusalemme, narrato nel Vangelo di Luca, ha affermato: "La famiglia ebrea, come quella cristiana, prega nell'intimità domestica, ma prega anche insieme alla comunità, riconoscendosi parte del Popolo di Dio in cammino".

Le prime parole di Gesù: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?", pronunciate quando i suoi genitori lo ritrovarono nel tempio seduto tra i maestri mentre li ascoltava ed interrogava, sono la chiave di accesso al mistero della preghiera cristiana. (...) "Da allora, la vita nella Santa Famiglia fu ancora più ricolma di preghiera, perché dal cuore di Gesù fanciullo (...) non cesserà più di diffondersi e di riflettersi nei cuori di Maria e di Giuseppe questo senso profondo della relazione con Dio Padre. La Famiglia di Nazaret è il primo modello della Chiesa in cui, intorno alla presenza di Gesù e grazie alla sua mediazione, si vive tutti la relazione filiale con Dio, che trasforma anche le relazioni interpersonali".

"La Santa Famiglia - ha concluso il Pontefice - è icona della Chiesa domestica, chiamata a pregare insieme. La famiglia è la prima scuola di preghiera. In essa i bambini, fin dalla più tenera età, possono imparare a percepire il senso di Dio, grazie all'insegnamento e all'esempio dei genitori. Un'educazione autenticamente cristiana non può prescindere dall'esperienza della preghiera. Se non si impara a pregare in famiglia, sarà poi difficile riuscire a colmare questo vuoto. Vorrei pertanto rivolgere l'invito a riscoprire la bellezza di pregare assieme come famiglia alla scuola della Santa Famiglia di Nazaret".
AG/ VIS 20111228 (670)

lunedì 26 dicembre 2011


Lunedì 26 Dicembre 2011

Oggi ricorre la Sinassi della Santissima Madre di Dio


La Santa Vergine Maria è detta Theotokos (Madre di Dio),


poiché attraverso di lei si generò il Verbo di Dio secondo la carne, pertanto oggi si festeggia la divina maternità della Vergine.Nostro Signore Gesù è vero Dio e vero uomo, e nella Sua Unica Persona sono stati uniti la Natura Divina, senza che questa abbia ...subito corruzione, e la natura umana, perfettamente creata e meravigliosamente generata dall'azione dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria. Poiché Maria è la Madre di Gesù ed è madre come ogni altra madre umana, seppure in modo più perfetto, e Gesù è veramente il Verbo di Dio, dunque Dio stesso, Maria è veramente la Theotokos.Si tratta di un dogma definito solennemente dal Concilio di Efeso del 431, ma che era già stato pronunciato da Elisabetta il giorno della Visitazione: "Come è dato a me che la Madre del mio Signore venga a me?" (Luca 1:43).

domenica 25 dicembre 2011



OGGI E' NATO IL DIO CON NOI L"EMMANUELE"


il TENERO BAMBINO SI è FATTO DIO


LEVDI T E MI LARTIT KJELL,


PAKIE MBI DHE ....

sabato 24 dicembre 2011

CATTEDRALE DI S. DEMETRIO M.

PIANA DEGLI ALBANESI


(Natività di N.S. Gesù Cristo,Cattedrale di S. Demetrio M.,Manusakis)


SANTO NATALE 2011

“Celebriamo, o popoli, le festività vigilari * della Natività di Cristo: * e sollevando l’intelletto, * saliamo con la mente a Betlemme * e con i pensieri dell’anima * contempliamo la Vergine * che si appresta a partorire nella grotta * il Signore dell’universo e Dio nostro; * Giuseppe, considerando la grandezza * delle meraviglie di Dio, * pensava di vedere un semplice uomo * in questo bambino avvolto in fasce, * ma dai fatti comprendeva * che egli era il vero Dio, * colui che elargisce alle anime nostre * la grande misericordia˚.(Uff. del Vespro Bizantino)

AUGURO A TUTTI UN SANTO NATALE 2011, E UN BUON ANNO 2012

Archimandrita p. Antonino Paratore
Parroco
Alle ore 18,00 si celebra l'Esperinos in Cattedrale

25 DICEMBRE 2011
NATIVITÀ SECONDO LA CARNE
DEL SIGNORE, DIO E SALVATORENOSTRO GESú CRISTO
VESPRO
Al Signore, ho gridato, 6 stichi e stichirá idiómela.
Tono 2. Di Germano.
Venite, esultiamo per il Signore˚, * esponendo questo mistero. * Il muro di separazione che era frammezzo * è abbattuto˚; * la spada di fuoco si volge indietro * e i che­ru­bini si ritirano * dall’albero della vita˚: * e anch’io godo del pa­radiso di delizia˚, * da cui ero stato scacciato per la disub­bidienza. * Poiché la perfetta immagine del Padre, * l’im­pronta della sua eternità, * prende forma di servo˚, * procedendo da Madre ignara di nozze, * senza subire mutamento: * ciò che era è rimasto: * Dio vero; * e ciò che non era ha assun­to, * divenendo uomo per amore degli uomini. * A lui accla­mia­mo: * O Dio che sei nato dalla Vergine, * abbi pietà di noi. 2 volte.
Di Anatolio. Stesso tono.
Nato il Signore Gesú dalla santa Vergine, * tutto il creato è stato illuminato: * mentre i pastori vegliano nei campi, * i magi adorano * e gli angeli inneggiano, * Erode resta turbato. * Poiché Dio è apparso nella carne, * Sal­vatore delle anime nostre. 2 volte.
Il tuo regno, o Cristo Dio, * è regno di tutti i secoli, * e il tuo potere di generazione in generazione˚. * Tu che ti sei incarnato per opera dello Spirito santo, * e sei divenuto uomo dalla sempre Vergine Maria, * come luce su di noi sei rifulso, * o Cri­sto Dio, col tuo avvento: * luce da luce, * riflesso del Padre˚, * hai rischiarato ogni creatura. * Tutto ciò che respira ti loda˚ * come impronta della gloria del Padre˚. * O tu che sei e che eri˚ * e che, Dio, dalla Vergine sei rifulso, * abbi pietà di noi.
Che cosa ti offriremo, o Cristo? * Tu per noi sei ap­parso, uomo, sulla terra! * Ciascuna delle creature da te fatte * ti offre il rendimento di grazie: * gli angeli, l’inno; * i cieli, la stella, * i magi, i doni; * i pastori, lo stupore; * la ter­ra, la grotta; * il deserto, la mangiatoia: * ma noi ti offriamo la Madre Vergine. * O Dio che sei prima dei secoli, * abbi pietà di noi.
Gloria. Ora e sempre. Stesso tono. Di Kasia.
Con la sovranità assoluta di Augusto sulla terra, * era cessata la pluralità dei regni umani, * e con la tua incar­nazione dalla pura, * è stato annientato il politeismo idolatra. * Le città era­no state poste * sotto un unico go­verno universale, * e le genti credettero a un unico domi­nio della Divinità. * Furono re­gistrati i popoli per decreto di Cesare˚, * e noi fedeli siamo sta­ti segnati * col nome della tua divinità, * di te, nostro Dio fatto uomo. * Grande è la tua misericordia, Signore, * gloria a te.
Si procede all’Ingresso col vangelo, Luce gioiosa e le let­ture nel loro ordine, con i tropari e i loro stichi.
Lettura del libro della Genesi (1,1-13).
In principio Dio fece il cielo e la terra: la terra era invi­si­- bile e non organizzata, e la tenebra era sopra l’abisso; e lo Spirito di Dio aleggiava sopra l’acqua. E Dio disse: Sia la luce, e la luce fu. E Dio vide che la luce era cosa buona, e Dio separò la luce dalla tenebra. E Dio chiamò la luce giorno, e chiamò le tenebre, notte. E fu sera, e fu mattina: giorno primo.
E Dio disse: Ci sia un firmamento in mezzo alle acque e stia a dividere acqua da acqua: e cosí fu. E Dio fece il firma­mento: e Dio separò l’acqua che è al di sopra del firmamento dall’acqua che è al di sotto del firmamento. E Dio chiamò il fir­mamento cielo. E Dio vide che era cosa buona. E fu sera, e fu mattina: secondo giorno.
E Dio disse: Si raccolga l’acqua che è sotto al cielo in un unico assembramento di acque e appaia l’asciutto: e cosí fu. Si raccolse l’acqua che era sotto al cielo nei suoi assembramenti, e apparve l’asciutto. E Dio chiamò l’asciutto terra, e chiamò le raccolte di acqua mari. E Dio vide che era cosa buona.
E Dio disse: La terra faccia germogliare erbaggi che fac­cia­no seme secondo la loro specie e somiglianza, e alberi da frutto che producano frutti in cui sia il loro seme secondo la loro specie sulla terra: e cosí fu. E la terra produsse erbaggi che facevano seme secondo la specie e la somiglianza, e alberi da frutto che facevano frutti in cui era il loro seme, secondo la loro specie sulla terra. E Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Quindi ci si alza per dire il tropario. Tono pl. 2.
Sei nato nascosto in una grotta, * ma il cielo ti ha an­- nun­­ciato a tutti, * usando come bocca la stella, o Sal­va­tore. * Ed essa ti ha condotto i magi * che con fede ti ado­rano: * con loro, anche di noi abbi pietà.
Si riprende la finale del tropario, a partire dalle parole: Ed essa ti ha condotto, con i seguenti stichi (s. 86).
Stico 1. Le sue fondamenta sono sui monti santi. Ama il Signore le porte di Sion piú di tutte le tende di Gia­cobbe.
Stico 2. Cose gloriose sono state dette di te, città di Dio. Ricorderò Raab e Babele a coloro che mi conoscono.
Stico 3. Ed ecco gli stranieri, Tiro e il popolo degli etiopi.
Stico 4. Questi là sono nati. Madre Sion, dirà l’uomo: e l’uomo è nato in lei, ed egli l’ha fondata, l’Altissimo.
Stico 5. Il Signore lo racconterà nel libro dei popoli e dei principi, di questi che sono nati in lei. Come di gente in festa, la dimora di tutti è in te.
Gloria. Ora e sempre. Il tropario completo, quindi:
Lettura della profezia di Isaia (9,5s).
Un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Il suo potere è sulla sua spalla, e si chiamerà angelo del gran consiglio, consigliere mirabile, Dio forte, padrone, principe di pace, padre del secolo futuro: porterò infatti pace sui principi, e a lui salute. Grande è il suo potere e la sua pace non ha confine, sul trono di Davide e sul suo regno, per raddrizzarlo e soccorrerlo con giudizio e giustizia, da ora e in eterno. Lo zelo del Signore sabaoth farà questo.
Tropario. Tono pl. 2.
Sei sorto, o Cristo, dalla Vergine, * spirituale sole di giustizia˚; * la stella ha indicato te, * che nulla può con­tenere, * racchiuso in una grotta, * guidando i magi * perché venissero ad adorarti: * con loro noi ti magni­fichiamo, * o datore di vita, * gloria a te.
Si riprende la finale del tropario, a partire dalle parole: Guidando i magi, con i seguenti stichi (s. 92).
Stico 1. Il Signore ha instaurato il suo regno, si è rivestito di splendore, si è rivestito il Signore di potenza e se ne è cinto.
Stico 2. Cosí ha reso saldo il mondo che non sarà scosso. Pronto è il tuo trono fin da allora.
Stico 3. Hanno alzato i fiumi, Signore, hanno alzato i fiumi le loro voci, alzeranno i fiumi i loro flutti, per le voci delle grandi acque.
Stico 4. Mirabile l’elevarsi del mare; mirabile nelle altezze il Signore: le tue testimonianze sono degne di grande fede.
Stico 5. Alla tua casa si addice la santità, Signore, per la lunghezza dei giorni.
Gloria. Ora e sempre. Il tropario completo, quindi:
Lettura dalla profezia di Isaia (7,10-16; 8,1-4.9s).
Il Signore parlò ancora ad Acaz, dicendo: Chiedi per te un segno da parte del Signore tuo Dio negli abissi o nelle altezze. Ma disse Acaz: Non chiederò un segno, non tenterò il Signore. E Isaia disse: Udite dunque, casa di Davide! Vi par poco far affannare gli uomini? E come dunque procurate affanno anche al Signore? Per questo il Signore stesso vi darà un segno. Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio e lo chiameranno Em­manuele. Mangerà burro e miele e prima di conoscere o scegliere il male, sceglierà il bene; poiché prima che il bambino conosca il bene o il male, rifiuterà la malvagità per scegliere il bene. E il Signore mi disse: Prendi con te un grande volume nuovo e scrivi su di esso con uno stilo da uomo riguardo al far rapida preda di spoglie, perché è l’ora. E prendimi testimoni degni di fede, il sacerdote Uria e Zaccaria figlio di Barachia. E mi accostai alla profetessa, ed essa concepí e partorí un figlio.
E il Signore mi disse: Chiamalo: Affrettati-a-far- spoglie,-rapido-depreda. Poiché prima che il bambino sappia chiamare padre o madre, si porteranno le ric­chezze di Damasco e le spoglie di Samaria davanti al re di Assiria.
Dio è con noi. Sappiatelo, genti e siate vinte; uditelo fino ai confini della terra: voi che avete prevalso, siate vinti. Se infatti di nuovo prevarrete, di nuovo pure sarete vinti; e se formulerete un progetto, il Signore lo dissiperà; se direte una parola, non avrà consistenza tra voi, perché Dio è con noi.
Terminate le letture, si fa la synaptí, e dopo l’ekfónisis si canta il trisagio. Quindi:
Prokímenon dell’apostolo. Tono 1.
Il Signore mi ha detto: Figlio mio sei tu, io oggi ti ho generato.
Stico: Chiedi a me e ti darò le genti in eredità e in pos­sesso i confini della terra.
Lettura dell’epistola agli Ebrei (1,1-12).
Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi (p. 1137).
Alleluia. Tono pl. 4.
Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, fin­ché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi.
Stico: Lo scettro della potenza ti manderà il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici.
Vangelo, secondo Luca (2,1-20).
In quei giorni un decreto di Cesare ordinò (p. 1142).
Segue la divina Liturgia di san Basilio.
Alla lití. Gloria. Tono pl. 1. Di Giovanni monaco.
I re magi di Persia, * conoscendo chiaramente * la nascita del Re celeste sulla terra, * tratti da una stel­la risplen­dente, * raggiunsero Betlemme, * portando doni scelti: * oro, in­cen­so e mirra; * e cadendo ai suoi piedi lo adorarono, * per­ché videro colui “che È” oltre il tempo * giacere bambino nella grotta.
Ora e sempre. Tono pl. 2. Di Germano.
Cantano oggi in coro ed esultano * tutti gli angeli in cielo; * e tutta la creazione tripudia * per il Salvatore e Signore * nato a Betlemme: * poiché ha fine ogni inganno idolatra * e regna Cristo per i secoli.
Allo stico, stichirá idiómela. Tono 2. Di Germano.
Un grande e straordinario prodigio * si è com­piuto oggi! * La Vergine partorisce * e il suo grembo resta in­­­cor­­rotto; * il Verbo si fa carne * e non si separa dal Padre. * Gli angeli con i pastori rendono gloria, * e noi insieme a loro ac­­cla­­miamo: * Gloria a Dio nel piú alto dei cieli * e pace sulla terra˚.
Stico: Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi.
Tono 3. Dello stesso.
Oggi la Vergine partorisce * il Creatore dell’universo. * L’E­den offre la grotta, * e la stella indica il Cristo, * sole per quanti sono nelle tenebre. * I magi hanno adorato con doni, * illu­mi­nàti dalla fede. * I pastori hanno visto il prodigio, * mentre gli an­geli inneggiano e dicono: * Glo­ria a Dio nel piú alto dei cieli˚.
Stico: Dal seno prima della stella del mattino ti ho ge­nerato; ha giurato il Signore e non si pentirà.
Stesso tono. Di Anatolio.
Nato il Signore Gesú in Betlemme di Giudea, * i magi ve­nuti dall’oriente * hanno adorato il Dio fatto uomo, * e aperti pron­­ta­mente i loro tesori, * hanno offerto doni preziosi: * oro pu­ro per il Re dei secoli; * incenso per il Dio dell’universo; * mir­ra per l’immortale, * come morto di tre giorni. * Genti tut­te, veni­te, * adoriamo colui che è nato * per salvare le anime no­stre.
Gloria. Tono 4. Di Giovanni monaco.
Rallégrati, Gerusalemme, * fate festa, voi tutti che amate Sion˚. * Oggi è stato sciolto l’antico vincolo * della condanna di Adamo; * ci è stato aperto il paradiso; * il serpente è stato annientato: * ora infatti egli ha visto * colei che un tempo ave­va ingannata, * divenuta Madre del Creatore. * O abisso della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio˚! * Colei che aveva procurato la morte ad ogni carne, * come strumento del peccato, * è divenuta primizia della salvezza * per tutto il mondo * mediante la Ma­dre-di-Dio, * poiché da lei nasce bam­bino * il Dio per­fet­tissimo: * con la sua nascita * egli sigilla la verginità di lei, * con le fasce scioglie le catene dei peccati, * e sana con la sua infanzia * le penose doglie di Eva˚. * Danzi dunque tutta la creazione ed esulti, * perché il Cristo è venuto * per richiamarla dall’esilio, * e salvare le anime nostre.
Ora e sempre. Stesso tono. Di Anatolio.
Hai abitato in una grotta, * o Cristo Dio, * una man­giatoia ti ha accolto, * pastori e magi ti hanno adorato. * Si compiva allora l’annuncio dei profeti * e le potenze angeliche stu­pivano, * acclamando e dicendo: * Gloria alla tua condiscen­den­za, * o solo amico degli uomini.
Apolytíkion. Tono 4.
La tua nascita, o Cristo nostro Dio, * ha fatto sorgere per il mondo * la luce della conoscenza: * con essa, gli ado­ratori degli astri * sono stati ammaestrati da una stella * ad a­do­rare te, sole di giustizia˚, * e a conoscere te, * Oriente dal­l’al­to˚. * Signore, gloria a te. 3 volte.
Lo stesso anche a Il Signore è Dio. E il congedo:
Colui che è nato in una grotta ed è stato deposto in una mangiatoia per la nostra salvezza, Cristo, vero Dio nostro...

venerdì 23 dicembre 2011

ΩΡΑ ΕΝΑΤΗ

Τό, Τρισάγιον. Παναγία Τριάς. Πάτερ ἡμῶν.

Τό, Κύριε ἐλέησον, ιβ'. Τό, Δεῦτε προσκυνήσωμεν, γ'. Εἶτα τοὺς ἐφεξῆς τρεῖς ψαλμούς.

Ψαλμὸς ΡΘ' (109)
Εἶπεν ὁ Κύριος τῷ Κυρίῳ μου· Κάθου ἐκ δεξιῶν μου ἕως ἂν θῶ τοὺς ἐχθρούς σου ὑποπόδιον τῶν ποδῶν σου. Ῥάβδον δυνάμεώς σου ἐξαποστελεῖ Κύριος ἐκ Σιὼν καὶ κατακυρίευε ἐν μέσῳ τῶν ἐχθρῶν σου. Μετὰ σοῦ ἡ ἀρχὴ ἐν ἡμέρᾳ τῆς δυνάμεώς σου ἐν ταῖς λαμπρότησιν τῶν ἁγίων σου. Ἐκ γαστρὸς πρὸ Ἑωσφόρου ἐγέννησά σε. Ὤμοσε Κύριος καὶ οὐ μεταμεληθήσεται· σὺ ἱερεὺς εἰς τὸν αἰῶνα κατὰ τὴν τάξιν Μελχισεδέκ. Κύριος ἐκ δεξιῶν σου συνέθλασεν ἐν ἡμέρᾳ ὀργῆς αὐτοῦ Βασιλεῖς. Κρινεῖ ἐν τοῖς ἔθνεσιν, πληρώσει πτώματα, συνθλάσει κεφαλὰς ἐπὶ γῆς πολλῶν. Ἐκ χειμάρρου ἐν ὁδῷ πίεται· διὰ τοῦτο ὑψώσει κεφαλὴν.

Ψαλμὸς ΡΙ' (110)
Ἐξομολογήσομαί σοι Κύριε ἐν ὅλῃ καρδίᾳ μου, ἐν βουλῇ εὐθέων καὶ συναγωγῇ. Μεγάλα τὰ ἔργα Κυρίου ἐξεζητημένα εἰς πάντα τὰ θελήματα αὐτοῦ. Ἐξομολόγησις καὶ μεγαλοπρέπεια τὸ ἔργον αὐτοῦ καὶ ἡ δικαιοσύνη αὐτοῦ μένει εἰς τὸν αἰῶνα τοῦ αἰῶνος. Μνείαν ἐποιήσατο τῶν θαυμασίων αὐτοῦ· ἐλεήμων καὶ οἰκτίρμων ὁ Κύριος· τροφὴν ἔδωκε τοῖς φοβουμένοις αὐτὸν. Μνησθήσεται εἰς τὸν αἰῶνα διαθήκης αὐτοῦ· ἰσχὺν ἔργων αὐτοῦ ἀνήγγειλεν τῷ λαῷ αὐτοῦ τοῦ δοῦναι αὐτοῖς κληρονομίαν Ἐθνῶν· Ἔργα χειρῶν αὐτοῦ ἀλήθεια καὶ κρίσις. Πισταὶ πᾶσαι αἱ ἐντολαὶ αὐτοῦ ἐστηριγμέναι εἰς τὸν αἰῶνα τοῦ αἰῶνος πεποιημέναι ἐν ἀληθείᾳ καὶ εὐθύτητι. Λύτρωσιν ἀπέστειλεν τῷ λαῷ αὐτοῦ, ἐνετείλατο εἰς τὸν αἰῶνα διαθήκην αὐτοῦ· ἅγιον καὶ φοβερὸν τὸ ὄνομα αὐτοῦ· Ἀρχὴ Σοφίας φόβος Κυρίου· σύνεσις δὲ, ἀγαθὴ πᾶσι τοῖς ποιοῦσιν αὐτὴν· ἡ αἴνεσις αὐτοῦ μένει εἰς τὸν αἰῶνα τοῦ αἰῶνος.

Ψαλμὸς ΠΕ' (85)
Κλῖνον Κύριε τὸ οὖς σου καὶ ἐπάκουσόν μου ὅτι πτωχὸς καὶ πένης εἰμὶ ἐγὼ. Φύλαξον τὴν ψυχήν μου ὅτι ὅσιός εἰμι· σῶσον τὸν δοῦλόν σου ὁ Θεός μου τὸν ἐλπίζοντα ἐπὶ σὲ. Ἐλέησόν με Κύριε, ὅτι πρὸς σὲ κεκράξομαι ὅλην τὴν ἡμέραν· εὔφρανον τὴν ψυχὴν τοῦ δούλου σου ὅτι πρὸς σὲ Κύριε ἦρα τὴν ψυχήν μου. Ὅτι σὺ, Κύριε, χρηστὸς καὶ ἐπιεικὴς καὶ πολυέλεος πᾶσι τοῖς ἐπικαλουμένοις σε. Ἐνώτισαι Κύριε τὴν προσευχήν μου καὶ πρόσχες τῇ φωνῇ τῆς δεήσεώς μου. Ἐν ἡμέρᾳ θλίψεώς μου ἐκέκραξα πρὸς σὲ, ὅτι επήκουσάς μου. Οὐκ ἔστιν ὅμοιός σοι ἐν θεοῖς, Κύριε, καὶ οὐκ ἔστι κατὰ τὰ ἔργα σου. Πάντα τὰ Ἔθνη ὅσα ἐποίησας ἥξουσιν καὶ προσκυνήσουσιν ἐνώπιόν σου, Κύριε, καὶ δοξάσουσι τὸ ὄνομά σου. Ὅτι μέγας εἶ σὺ καὶ ποιῶν θαυμάσια, σὺ εἶ Θεὸς μόνος. Ὁδήγησόν με, Κύριε, ἐν τῇ ὁδῷ σου καὶ πορεύσομαι ἐν τῇ ἀληθείᾳ σου· εὐφρανθήτω ἡ καρδία μου τοῦ φοβεῖσθαι τὸ ὄνομά σου. Ἐξομολογήσομαί σοι, Κύριε ὁ Θεός μου, ἐν ὅλῃ καρδίᾳ μου καὶ δοξάσω τὸ ὄνομά σου εἰς τὸν αἰῶνα. Ὅτι τὸ ἔλεός σου μέγα ἐπ' ἐμὲ, καὶ ἐρρύσω τὴν ψυχήν μου ἐξ ᾅδου κατωτάτου. Ὁ Θεὸς, παράνομοι ἐπανέστησαν ἐπ' ἐμὲ καὶ συναγωγὴ κραταιῶν ἐζήτησαν τὴν ψυχήν μου καὶ οὐ προέθεντό σε ἐνώπιον αὐτῶν. Καὶ σὺ, Κύριε, ὁ Θεὸς μου, οἰκτίρμων καὶ ἐλεήμων, μακρόθυμος καὶ πολυέλεος καὶ ἀληθινός. Ἐπίβλεψον ἐπ' ἐμὲ καὶ ἐλέησόν με· δὸς τὸ κράτος σου τῷ παιδί σου καὶ σῶσον τὸν υἱὸν τῆς παιδίσκης σου. Ποίησον μετ' ἐμοῦ σημεῖον εἰς ἀγαθὸν καὶ ἰδέτωσαν οἱ μισοῦντές με καὶ αἰσχυνθήτωσαν· ὅτι σὺ Κύριε ἐβοήθησάς μοι καὶ παρεκάλεσάς με.

Δόξα... καὶ νῦν... Ἀλληλούϊα, γ'
κύριε ἐλέησον, γ'
Εἶτα, Δόξα... καὶ τὸ Τροπάριον
Ἀπεγράφετο ποτέ, σὺν τῷ πρεσβύτῃ Ἰωσήφ, ὡς ἐκ σπέρματος Δαυΐδ, ἐν Βηθλεὲμ ἡ Μαριάμ, κυοφοροῦσα τὴν ἄσπορον κυοφορίαν. Ἐπέστη δὲ καιρὸς ὁ τῆς γεννήσεως, καὶ τόπος ἦν οὐδεὶς τῷ καταλύματι· ἀλλ' ὡς τερπνὸν παλάτιον, τὸ Σπήλαιον τῇ Βασιλίδι ἐδείκνυτο. Χριστὸς γεννᾶται, τὴν πρὶν πεσοῦσαν,ἀναστήσων εἰκόνα.
Καὶ νῦν...
Ὁ δι' ἡμᾶς γεννηθεὶς ἐκ Παρθένου, καὶ σταύρωσιν ὑπομείνας Ἀγαθέ, ὁ θανάτῳ τὸν θάνατον σκυλεύσας, καὶ ἔγερσιν δείξας ὡς Θεός, μὴ παρίδῃς οὓς ἔπλασας τῇ χειρὶ σου· δεῖξον τὴν φιλανθρωπίαν σου ἐλεῆμον· δέξαι τὴν τεκοῦσάν σε Θεοτόκον, πρεσβεύουσαν ὑπὲρ ἡμῶν, καὶ σῶσον, Σωτὴρ ἡμῶν, λαὸν ἀπεγνωσμένον.

Εἶτα ψάλλομεν τὰ παρόντα Ἰδιόμελα
Ἦχος βαρὺς
Ἐξεπλήττετο ὁ Ἡρῴδης, ὁρῶν τῶν Μάγων τὴν εὐσέβειαν, καὶ τῷ θυμῷ νικώμενος, τοῦ ἔτους ἠκριβολόγει τὸ διάστημα. Μητέρες ἠτεκνοῦντο, καὶ ἡ ἄωρος ἡλικία τών βρεφῶν, πικρῶς κατεθερίζετο· μαζοὶ ἐξηραίνοντο, καὶ πόροι γάλακτος συνεστέλλοντο. Μέγα ἦν τὸ δεινόν! διὸ εὐσεβῶς πιστοὶ συνελθόντες, προσκυνήσωμεν τοῦ Χριστοῦ τὴν γέννησιν.

Δὶς τὸ αὐτό, ἄνευ Στίχου

Στίχ. Ὁ Θεὸς ἀπὸ Θαιμὰν ἥξει καὶ ὁ ἅγιος ἐξ ὄρους κατασκίου δασέος.

Ἦχος β'
Ὅτε Ἰωσήφ, Παρθένε, λύπῃ ἐτιτρώσκετο, πρὸς Βηθλεὲμ ἀπαίρων, ἐβόας πρὸς αὐτόν· Τί ὁρῶν με ἔγκυον, στυγνάζεις καὶ ταράσσεσαι, ἀγνοῶν ὅλως, τὸ ἐν ἐμοὶ φρικτόν μυστήριον; Λοιπὸν ἀπόθου φόβον ἅπαντα, τὸ παράδοξον ἐννοῶν· Θεὸς κάτεισι γὰρ ἐπὶ γῆς δι' ἔλεον, ἐν τῇ ἐμῇ μήτρᾳ νῦν, καὶ σάρκα προσελάβετο· ὅνπερ τικτόμενον, ὄψει ὡς ηὐδόκησε· καὶ τῆς χαρᾶς πλησθείς, προσκυνήσεις ὡς Κτίστην σου, ὃν Ἄγγελοι ὑμνοῦσιν ἀπαύστως, καὶ δοξάζουσι, σὺν Πατρὶ καὶ Ἁγίῳ Πνεύματι.

Στίχ. Κύριε εἰσακήκοα τὴν ἀκοήν σου καὶ ἐφοβήθην· κατενόησα τὰ ἔργα σου.

Πάλιν τὸ αὐτό. Εἶτα, Δόξα... Καὶ νῦν... Ἦχος πλ. β'
Σήμερον γεννᾶται ἐκ Παρθένου, ὁ δρακὶ τὴν πᾶσαν ἔχων κτίσιν (ἐκ τρίτου).
Ῥάκει καθάπερ βροτὸς σπαργανοῦται, ὁ τῇ οὐσίᾳ ἀναφής.
Θεὸς ἐν φάτνῃ ἀνακλίνεται, ὁ στερεώσας τοὺς οὐρανούς πάλαι κατ' ἀρχάς.
Ἐκ μαζῶν γάλα τρέφεται, ὁ ἐν τῇ ἐρήμῳ Μάννα ὀμβρίσας τῷ Λαῷ.
Μάγους προσκαλεῖται, ὁ Νυμφίος τῆς Ἐκκλησίας.
Δῶρα τούτων αἴρει, ὁ Υἱὸς τῆς Παρθένου.
Προσκυνοῦμέν σου τὴν Γένναν Χριστέ (ἐκ γ').
Δεῖξον ἡμῖν καὶ τὰ θεῖά σου Θεοφάνεια.

Καὶ εὐθὺς τὸ προκείμενον τῆς Προφητείας
Ἦχος δ'
Μήτηρ Σιὼν ἐρεῖ ἄνθρωπος, καὶ ἄνθρωπος, ἐγεννήθη ἐν αὐτῇ.
Στίχ. Οἱ θεμέλιοι αὐτοῦ ἐν τοῖς ὄρεσι τοῖς ἁγίοις.

Προφητείας Ἡσαΐου τὸ Ἀνάγνωσμα
(Κεφ. 9,6-7)
Παιδίον ἐγεννήθη ἡμῖν υἱὸς καὶ ἐδόθη ἡμῖν, οὗ ἡ ἀρχὴ ἐγενήθη ἐπὶ τοῦ ὤμου αὐτοῦ· καὶ καλεῖται τὸ ὄνομα αὐτοῦ Μεγάλης βουλῆς Ἄγγελος, θαυμαστὸς σύμβουλος, Θεὸς ἰσχυρός, ἐξουσιαστής, ἄρχων εἰρήνης, πατὴρ τοῦ μέλλοντος αἰῶνος· ἐγὼ γὰρ ἄξω εἰρήνην ἐπὶ τοὺς ἄρχοντας εἰρήνην καὶ ὑγείαν αὐτῷ. Μεγάλη ἡ ἀρχὴ αὐτοῦ καὶ τῆς εἰρήνης αὐτοῦ οὐκ ἔστιν ὅριον· ἐπὶ τὸν θρόνον Δαυῒδ καὶ ἐπὶ τὴν Βασιλείαν αὐτοῦ κατορθῶσαι αὐτὴν, καὶ ἀντιλαβέσθαι αὐτῆς ἐν κρίματι καὶ δικαιοσύνῃ, ἀπὸ τοῦ νῦν καὶ εἰς τὸν αἰῶνα. Ὁ ζῆλος Κυρίου Σαβαὼθ ποιήσει ταῦτα.
Ὁ Ἀπόστολος

Πρὸς Ἑβραίους Ἐπιστολῆς Παύλου
τὸ Ἀνάγνωσμα (Κεφ. 2,11-18)
Ἀδελφοί, ὁ ἁγιάζων καὶ οἱ ἁγιαζόμενοι, ἐξ ἑνὸς πάντες· δι' ἣν αἰτίαν οὐκ ἐπαισχύνεται ἀδελφοὺς αὐτοὺς καλεῖν, λέγων· Ἀπαγγελῶ τὸ ὄνομά σου τοῖς ἀδελφοῖς μου, ἐν μέσῳ ἐκκλησίας ὑμνήσω σε. Καὶ πάλιν· Ἐγὼ ἔσομαι πεποιθὼς ἐπ' αὐτῷ. Καὶ πάλιν·Ἰδοὺ ἐγὼ καὶ τὰ παιδία ἃ μοι ἔδωκεν ὁ Θεός· Ἐπεὶ οὖν τὰ παιδία κεκοινώνηκε σαρκὸς καὶ αἵματος, καὶ αὐτὸς παραπλησίως μετέσχε τῶν αὐτῶν· ἵνα διὰ τοῦ θανάτου καταργήσῃ τὸν τὸ κράτος ἔχοντα τοῦ θανάτου, τουτέστι τὸν διάβολον· καὶ ἀπαλλάξῃ τούτους, ὅσοι φόβῳ θανάτου διὰ παντὸς τοῦ ζῆν ἔνοχοι ἦσαν δουλείας. Οὐ γὰρ δήπου Ἀγγέλων ἐπιλαμβανεται, ἀλλὰ σπέρματος Ἀβραὰμ ἐπιλαμβάνεται. Ὅθεν ὤφειλε κατὰ πάντα τοῖς ἀδελφοῖς ὁμοιωθῆναι, ἵνα ἐλεήμων, γένηται καὶ πιστὸς ἀρχιερεὺς τὰ πρὸς τὸν Θεόν, εἰς τὸ ἱλάσκεσθαι τὰς ἁμαρτίας τοῦ λαοῦ. Ἐν ᾧ γὰρ πέπονθεν αὐτὸς πειρασθείς, δύναται τοῖς πειραζομένοις βοηθῆσαι.

Εὐαγγέλιον κατὰ Ματθαῖον
(Κεφ. 2,13-23)
Ἀναχωρησάντων τῶν Μάγων, ἰδού, Ἄγγελος Κυρίου φαίνεται κατ' ὄναρ τῷ Ἰωσήφ, λέγων· Ἐγερθεὶς παράλαβε τὸ παιδίον καὶ τὴν μητέρα αὐτοῦ, καὶ φεῦγε εἰς Αἴγυπτον, καὶ ἴσθι ἐκεῖ ἕως ἂν εἴπω σοι· μέλλει γὰρ Ἡρῴδης ζητεῖν τὸ παιδίον, τοῦ ἀπολέσαι αὐτό. Ὁ δὲ ἐγερθεὶς παρέλαβε τὸ παιδίον καὶ τὴν μητέρα αὐτοῦ νυκτὸς καὶ ἀνεχώρησεν εἰς Αἴγυπτον, καὶ ἦν ἐκεῖ ἕως τῆς τελευτῆς Ἡρῴδου, ἵνα πληρωθῇ τὸ ῥηθὲν ὑπὸ τοῦ Κυρίου διὰ τοῦ προφήτου, λέγοντος· ἐξ Αἰγύπτου ἐκάλεσα τὸν υἱόν μου. Τότε Ἡρῴδης, ἰδὼν ὅτι ἐνεπαίχθη ὑπὸ τῶν μάγων, ἐθυμώθη λίαν, καὶ ἀποστείλας ἀνεῖλε πάντας τοὺς παῖδας τοὺς ἐν Βηθλεὲμ καὶ ἐν πᾶσι τοῖς ὁρίοις αὐτῆς, ἀπὸ διετοῦς καὶ κατωτέρω, κατὰ τὸν χρόνον ὃν ἠκρίβωσε παρὰ τῶν μάγων. Τότε ἐπληρώθη τὸ ῥηθὲν διὰ Ἱερεμίου τοῦ προφήτου, λέγοντος· Φωνὴ ἐν Ῥαμᾷ ἠκούσθη, θρῆνος καὶ κλαυθμὸς καὶ ὀδυρμὸς πολύς, Ῥαχὴλ κλαίουσα τὰ τέκνα αὐτῆς, καὶ οὐκ ἤθελε παρακληθῆναι, ὅτι οὐκ εἰσί. Τελευτήσαντος δὲ τοῦ Ἡρῴδου, ἰδοὺ ἄγγελος Κυρίου κατ' ὄναρ φαίνεται τῷ Ἰωσὴφ ἐν Αἰγύπτῳ, λέγων· Ἐγερθεὶς παράλαβε τὸ παιδίον καὶ τὴν μητέρα αὐτοῦ, καὶ πορεύου εἰς γῆν Ἰσραήλ· τεθνήκασι γὰρ οἱ ζητοῦντες τὴν ψυχὴν τοῦ παιδίου. Ὁ δὲ ἐγερθεὶς παρέλαβε τὸ παιδίον καὶ τὴν μητέρα αὐτοῦ καὶ ἦλθεν εἰς γῆν Ἰσραήλ. Ἀκούσας δὲ ὅτι Ἀρχέλαος βασιλεύει ἐπὶ τῆς Ἰουδαίας ἀντὶ Ἡρῴδου τοῦ πατρὸς αὐτοῦ, ἐφοβήθη ἐκεῖ ἀπελθεῖν, χρηματισθεὶς δὲ κατ' ὄναρ, ἀνεχώρησεν εἰς τὰ μέρη τῆς Γαλιλαίας, καὶ ἐλθὼν κατῴκησεν εἰς πόλιν λεγομένην Ναζαρέθ, ὅπως πληρωθῇ τὸ ῥηθὲν διὰ τῶν προφητῶν ὅτι Ναζωραῖος κληθήσεται.

Μετὰ ταῦτα λέγει ὁ Ἀναγνώστης

Μὴ δὴ παραδῴης ἡμᾶς εἰς τέλος, διὰ τὸ ὄνομά σου τὸ Ἅγιον· καὶ μὴ διασκεδάσῃς τὴν διαθήκην σου, καὶ μὴ ἀποστήσῃς τὸ ἔλεός σου ἀφ' ἡμῶν, διὰ Ἀβραὰμ τὸν ἠγαπημένον ὑπὸ σοῦ, καὶ διὰ Ἰσαὰκ τὸν δοῦλόν σου καὶ Ἰσραὴλ τὸν Ἅγιόν σου.

Τὸ Τρισάγιον
Παναγία Τριάς. Πάτερ ἡμῶν

Εἶτα τὸ Κοντάκιον Ἡ Παρθένος σήμερον, τὸν Προαιώνιον Λόγον, ἐν Σπηλαίῳ ἔρχεται, ἀποτεκεῖν ἀπορρήτως. Χόρευε ἡ οἰκουμένη ἀκουτισθεῖσα, δόξασον μετὰ Ἀγγέλων καὶ τῶν Ποιμένων, βουληθέντα ἐποφθῆναι, παιδίον νέον, τὸν πρὸ αἰώνων Θεόν.

Τό, Κύριε ἐλέησον μ'. Ὁ ἐν παντὶ καιρῷ...

Δόξα... Καὶ νύν... Τὴν Τιμιωτέραν... Ἐν ὀνόματι Κυρίου... Ὁ Θεὸς οἰκτειρήσαι ἡμᾶς...

Καὶ ἡ Εὐχὴ
Δέσποτα Κύριε Ἰησοῦ Χριστέ, ὁ Θεὸς ἡμῶν, ὁ μακροθυμήσας ἐπὶ τοῖς ἡμῶν πλημμελήμασι, καὶ ἄχρι τῆς παρούσης ὥρας ἀγαγὼν ἡμᾶς, ἐν ᾗ ἐπὶ τοῦ ζωοποιοῦ ξύλου κοεμάμενος, τῷ εὐγνώμονι ληστῇ τὴν εἰς τὸν Παράδεισον ὡδοποίησας εἴσοδον, καὶ θανάτῳ τὸν θάνατον ὤλεσας, ἱλάσθητι ἡμῖν τοῖς ταπεινοῖς, καὶ ἁμαρτωλοῖς καὶ ἀναξίοις δούλοις σου. Ἡμάρτομεν γὰρ καὶ ἠνομήσαμεν, καὶ οὐκ ἐσμὲν ἄξιοι ἆραι τὰ ὄμματα ἡμῶν, καὶ βλέψαι εἰς τὸ ὕψος τοῦ οὐρανοῦ, διότι κατελίπομεν τὴν ὁδόν τῆς δικαιοσύνης σου καὶ ἐπορεύθημεν ἐν τοῖς θελήμασι τὼν καρδιὼν ἡμῶν. Ἀλλ' ἱκετεύομεν τὴν σὴν ἀνείκαστον ἀγαθότητα· Φεῖσαι ἡμῶν, Κύριε κατὰ τὸ πλῆθος τοῦ ἐλέους σου, καὶ σῶσον ἡμᾶς διὰ τὸ ὄνομά σου τὸ Ἅγιον, ὅτι ἐξέλιπον ἐν ματαιότητι αἱ ἡμέραι ἡμῶν. Ἐξελοῦ ἡμᾶς τῆς τοῦ ἀντικειμένου χειρός,καὶ ἄφες ἡμῖν τὰ ἁμαρτήματα, καὶ νέκρωσον τὸ σαρκικὸν ἡμῶν φρόνημα· ἵνα τὸν παλαιὸν ἀποθέμενοι ἄνθρωπον, τὸν νέον ἐνδυσώμεθα, καὶ σοὶ ζήσωμεν τῷ ἡμετέρῳ Δεσπότῃ καὶ κηδεμόνι. Καὶ οὕτω τοῖς σοῖς ἀκολουθοῦντες προστάγμασιν, εἰς τὴν αἰώνιον ἀνάπαυσιν καταντήσωμεν, ἔνθα πάντων ἐστὶ τὼν εὐφραινομένων ἡ κατοικία. Σὺ γὰρ εἶ ἡ ὄντως ἀληθινὴ εὐφροσύνη καὶ ἀγαλλίασις τῶν ἀγαπώντων σε, Χριστὲ ὁ Θεὸς ἡμῶν· καὶ σοὶ τὴν δόξαν ἀναπέμπομεν, σὺν τῷ ἀνάρχῳ σου Πατρί, καὶ τῷ Παναγίῳ, καὶ ἀγαθῷ, καὶ ζωοποιῷ σου Πνεύματι, νῦν καὶ ἀεί, καὶ εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν αἰώνων. Ἀμήν.
Καὶ Ἀπόλυσις
Oggi si recita l' UFFICIO DELLE GRANDI ORE

(Nascita di N.S. Gesù Cristo, Iconostasi della Cattedrale S.Demetrio M., di G. Manusakis)



Se la Paramoní della Natività di Cristo cade di sabato o di domenica, non si fa digiuno, e questo ufficio delle Ore si celebra al venerdí.
ORA PRIMA
Dopo il ‘Benedetto...’, Gloria a te, o Dio. Re celeste. Trisagio. Santissima Triade. Padre nostro. Poiché tuoi sono. Si­gnore pietà, 12 volte. Gloria. Ora e sempre. Poi: Venite, ado­riamo, 3 volte Quindi i seguenti 3 salmi.
Salmo 5.
Alle mie parole porgi l’orecchio, Signore (p. 112).
Salmo 44
2. Ha proferito il mio cuore la parola buona: io dico al re le mie opere, la mia lingua è penna di scriba veloce.
3. Tu sei splendente di bellezza piú dei figli degli uomini: è stata effusa la grazia sulle tue labbra, per questo ti ha benedetto Dio in eterno.
4. Cingi la spada al tuo fianco, o potente, nel tuo splendore e nella tua bellezza.
5. Avanza, trionfa e regna per la verità, la mitezza e la giustizia: e ti guiderà mirabilmente la tua destra.
6. Le tue frecce acuminate, o potente, nel cuore dei nemici del re: sotto di te cadranno i popoli.
7. Il tuo trono, o Dio, nei secoli dei secoli: scettro di ret­titudine, lo scettro del tuo regno.
8. Hai amato la giustizia e odiato l’iniquità: per questo ti ha unto, Dio, il tuo Dio, con olio di esultanza al di sopra dei tuoi compagni.
9. Mirra, statte e cassia odorano le tue vesti, i palazzi d’avorio: aromi con cui ti hanno rallegrato.
10. Ci sono figlie di re in tuo onore; sta la regina alla tua destra, avvolta in abito dorato, variamente adornata.
11. Ascolta, figlia, guarda e piega il tuo orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre:
12. e bramerà il re la tua bellezza, poiché è lui il tuo Signore e lui adorerai.
13. Anche la figlia di Tiro viene con doni: implo­reranno il tuo volto i ricchi del popolo.
14. Tutta la gloria della figlia del re è all’interno, avvolta in abiti con frange d’oro, variamente adornata.
15. Saranno condotte al re le vergini dietro a lei, le sue compagne saranno condotte a te.
16. Saranno condotte con gioia ed esultanza, saranno condotte al tempio del re.
17. In luogo dei tuoi padri ti sono nati figli, li costituirai principi su tutta la terra.
18. Ricorderanno il tuo nome di generazione in generazione; per questo i popoli ti confesseranno, in eterno e nei secoli dei secoli.
Salmo 45
2. Il nostro Dio è rifugio e potenza, aiuto nelle tribolazioni che troppo ci hanno colto.
3. Per questo non temeremo quando sarà sconvolta la terra e trasferiti i monti nel cuore dei mari.
4. Echeggiarono e furono sconvolte le loro acque, furono sconvolti i monti per la sua forza.
5. Gli impeti del fiume rallegrano la città di Dio; ha santificato la sua dimora, l’Altissimo.
6. Dio è in mezzo ad essa, non sarà scossa, l’aiuterà Dio sul far del mattino.
7. Sono state sconvolte le genti, si sono piegati i regni; ha emesso la sua voce, l’Altissimo: è stata scossa la terra.
8. Il Signore delle schiere è con noi, nostro soccorso il Dio di Giacobbe.
9. Venite, vedete le opere del Signore, quali prodigi ha fatto sulla terra!
10. Lui che fa scomparire le guerre fino ai confini della terra, spezzerà l’arco, frantumerà le armi e getterà al fuoco gli scudi.
11. Fermatevi e sappiate che io sono Dio: sarò esaltato tra le genti, sarò esaltato sulla terra.
12. Il Signore delle schiere è con noi, nostro soccorso il Dio di Giacobbe.
Gloria. Ora e sempre. Alleluia, 3 volte. Signore, pietà, 3 volte.
Poi Gloria, e il tropario. Restò attonito Giuseppe.
Si faceva registrare un tempo Maria a Betlemme, * insie­- me all’anziano Giuseppe, * in quanto della stirpe di Davide˚, * mentre era incinta * per una conce­zio­ne senza se­me. * Sopraggiuse il tempo del parto * e non vi era posto nel­­l’albergo: * ma quale piacevole palazzo, * si mostrava la grotta alla Regina˚. * Nasce Cri­sto, * per far risorgere la sua imma­gi­ne˚ * un tempo caduta.
Ora e sempre. Theotokíon.
Come ti chiameremo, o piena di grazia? * Cielo, perché hai fatto sorgere il sole di giustizia˚. * Paradiso, perché hai fatto ger­mogliare * il fiore dell’incorruttibilità. * Vergine, perché sei rimasta incorrotta. * Madre pura, * perché hai tenuto tra le tue sante braccia come Figlio * il Dio dell’universo. * Imploralo, dunque, * per la salvezza delle anime nostre.
Quindi i seguenti idiómela. Tono pl. 4.
Poema di Sofronio, patriarca di Gerusalemme.
Prepàrati, Betlemme, * si disponga la mangiatoia, * la grotta sia pronta per l’accoglienza: * è giunta la verità * e l’ombra se n’è andata; * Dio, dalla Vergine, è apparso agli uomini: * rivestito della nostra forma, * ha dei­­­ficato ciò che ha assunto. * Per questo Adamo è rinno­va­to * insieme ad Eva, * ed ac­clamano entrambi: * È ap­par­­sa sulla terra la benevo­len­za, * per salvare la nostra stirpe.
Stico: Dio verrà da Teman, il Santo dal boscoso monte adombrato.
Tono 3.
Sta ormai per compiersi misticamente * l’oracolo profetico che dice: * E tu Betlemme, terra di Giuda, * non sei affatto la piú piccola * tra i suoi capoluoghi˚, * tu che già prepari la grotta: * da te infatti mi uscirà, nella carne, * da vergine fan­ciulla, * il capo delle genti, il Cristo Dio, * che pascolerà il suo po­polo, * il nuovo Israele˚. * Magnifichiamolo tutti.
Gloria. Ora e sempre. Tono pl. 4.
Ecco ciò che diceva Giuseppe alla Vergine: * Maria, che è questo fatto * che io vedo in te? * Non so che pensare nel mio stupore * e la mia mente è sbigottita: * Vattene dun­que subito via da me segretamente. * Maria, che è questo fatto * che io ve­do in te? * In luogo di onore, mi hai por­tato vergogna; * in luogo di letizia, tristezza; * in luogo di lode, biasimo. * Non sopporto piú gli affronti degli uomini; * ti avevo ricevuta irreprensibile da parte dei sa­cerdoti, * dal tempio del Signore: * ed ora che è ciò che vedo?
Prokímenon. Tono 4.
Il Signore mi ha detto: Figlio mio sei tu, io oggi ti ho generato.
Stico: Chiedi a me e ti darò le genti in eredità.
Lettura della profezia di Michea (5,1-3).
Cosí dice il Signore: E tu Betlemme, casa di Efrata, non sei la piú piccola fra le migliaia di Giuda: da te infatti uscirà per me colui che deve essere capo in Israele, e le sue uscite sono dal principio, dai giorni dell’eternità. Per questo li consegnerà sino al tempo in cui colei che deve partorire partorirà; e i rimanenti dei suoi fratelli torneranno ai figli d’Israele. Ed egli starà là e guarderà e pascolerà il suo gregge con la forza del Signore, ed essi saranno nella gloria del nome del Signore suo Dio: perché allora saranno magnificati sino agli estremi confini della terra.
Apostolo.
Lettura dell’epistola agli Ebrei (1,1-12).
Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell’alto dei cieli, ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto piú eccellente del loro è il nome che ha ereditato. Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio? E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio. Mentre degli angeli dice: Egli fa i suoi angeli pari ai venti, e i suoi ministri come fiamma di fuoco, del Figlio in­ve­ce afferma: Il tuo trono, Dio, sta in eterno; e: Scettro giusto è lo scettro del tuo regno; hai amato la giustizia e odiato l’iniquità, perciò ti unse Dio, il tuo Dio, con olio di esultanza piú dei tuoi compagni. E ancora: Tu, Signore, da principio hai fondato la terra e opera delle tue mani sono i cieli. Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito. Come un mantello li avvolgerai, come un abito e saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi non avranno fine.
Vangelo secondo Matteo (1,18-25).
Ecco come avvenne la nascita di Gesú (v. órthros, p. 1162).
Quindi il lettore legge quanto segue:
Dirigi i miei passi secondo la tua parola, e nessuna iniquità mi domini.
Riscattami dalla calunnia degli uomini, e custodirò i tuoi comandamenti.
Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo, e insegnami i tuoi decreti.
Si riempia di lode la mia bocca, Signore, perché io inneggi alla tua gloria, tutto il giorno alla tua magnificenza.
Trisagio. Santissima Triade. Padre nostro. Poiché tuoi sono (p. 31).
Kondákion. Dell’umile Romano.
Oggi la Vergine * viene nella grotta * per partorire ineffa­bilmente * il Verbo che è prima dei secoli. * Dan­za, terra tutta, * che sei stata resa capace di udire que­sto; * glorifica con gli angeli e i pastori * il Dio che è prima dei secoli˚, * che ha voluto mostrarsi come bimbo appena nato.
Signore, pietà, 40 volte. Tu che in ogni tempo. Signore, pietà, 3 volte. Gloria. Ora e sempre. Piú vene­rabile. Nel no­me del Signore. Dio abbia pietà di noi. E la preghiera: O Cri­sto, luce vera ---ORA TERZA
Trisagio. Santissima Triade. Padre nostro. Signore pietà, 12 volte. Venite, adoriamo, 3 volte.
Quindi i seguenti 3 salmi.
Salmo 66
2. Dio abbia pietà di noi e ci benedica; faccia risplendere il suo volto su di noi e abbia misericordia di noi.
3. Perché si conosca sulla terra la tua via, fra tutte le gen­ti la tua salvezza.
4. Ti confessino i popoli, o Dio, ti confessino i popoli tutti.
5. Gioiscano ed esultino le genti, perché giudicherai i po­poli con rettitudine e guiderai le genti sulla terra.
6. Ti confessino i popoli, o Dio, ti confessino i popoli tutti.
7. La terra ha dato il suo frutto. Ci benedica Dio, il nostro Dio,
8. ci benedica Dio, e lo temano tutti i confini della terra.
Salmo 86
1. Le sue fondamenta sono sui monti santi.
2. Ama il Signore le porte di Sion piú di tutte le tende di Giacobbe.
3. Cose gloriose sono state dette di te, città di Dio.
4. Ricorderò Raab e Babele a coloro che mi cono­scono; ed ecco gli stranieri, Tiro e il popolo degli etiopi: questi là sono nati.
5. Madre Sion, dirà l’uomo: e l’uomo è nato in lei, ed egli l’ha fondata, l’Altissimo.
6. Il Signore lo racconterà nel libro dei popoli e dei principi, di questi che sono nati in lei.
7. Come di gente in festa, la dimora di tutti è in te.
Salmo 50
Pietà di me, o Dio, secondo la tua grande misericordia (p. 74).
Gloria. Ora e sempre. Alleluia, 3 volte. Signore, pietà, 3 volte.
Poi Gloria, e il tropario. Tono 4.
Si faceva registrare un tempo Maria a Betlemme, * insie­me all’anziano Giuseppe, * in quanto della stirpe di Davide˚, * mentre era incinta * per una con­cezione senza se­me. * Sopraggiuse il tempo del parto * e non vi era posto nel­l’al­bergo: * ma quale piacevole palaz­zo, * si mostrava la grotta alla Regina˚. * Nasce Cristo, * per far risorgere la sua imma­gine˚ * un tempo caduta.
Ora e sempre. Theotokíon.
O Madre-di-Dio, tu sei la vera vite * che ha prodotto il frutto della vita˚. * Noi ti imploriamo: * intercedi, o Sovrana, * insieme con gli apostoli e tutti i santi, * perché sia fatta misericordia * alle anime nostre.
Quindi i seguenti idiómela. Tono pl. 2.
Questi è il nostro Dio, * nessun’altro sarà considerato di fronte a lui˚, * che è stato generato dalla Vergine * e ha vis­suto con gli uomini˚. * Il Figlio Unigenito si mostra quale mortale * che giace in una povera mangiatoia; * è avvolto in fasce il Signore della gloria˚; * la stella guida i magi ad ado­rarlo, * e noi cantiamo: * Triade santa, salva le anime nostre.
Stico: Signore, ho udito il tuo annuncio e ho avuto timore; Signore, ho considerato le tue opere e sono stato colto da stupore.
Tono pl. 4.
Di fronte alla tua nascita, * vedendo con tremore il mi­stero, Signore, * le schiere spirituali sbigottivano: * per­ché ti sei compiaciuto * di farti piccolo come un neonato, * tu che hai ornato il cielo con le stelle; * e giaci in una mangiatoia * di ani­mali senza ragione, * tu che tieni in tua mano tutti i confini del­la terra. * Con una simile economia * si è fatta conoscere, o Cristo, * la tua amorosa com­pas­sione, * la grande misericordia˚: * gloria a te.
Gloria. Ora e sempre. Tono 3.
Di’ a noi Giuseppe, * come conduci incinta a Be­tlemme * la Vergine che hai presa dal santo dei santi? * Ci risponde: * Io ho esaminato i profeti, * e, ricevuto il responso da un angelo, * sono persuaso che, in modo inesplicabile, * Maria genererà Dio: * per adorarlo ver­rano magi dall’oriente * e gli ren­de­ranno culto con doni preziosi. * O tu che per noi ti sei incar­nato, * Signore, * gloria a te.
Prokímenon. Tono 4.
Un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato.
Stico: Il suo potere è sulla sua spalla.
Lettura della profezia di Geremia (Bar 3,36-4,4).
Questi è il nostro Dio, nessun altro sarà consi­de­rato di fronte a lui. Egli ha scrutato tutta la via della scienza e ne ha fatto dono al suo servo Giacobbe, a Israele, suo diletto. Dopo ciò è apparsa sulla terra e ha vissuto con gli uomini. Essa è il libro dei decreti di Dio, la Legge che sussiste in eterno: tutti coloro che vi si attengono, vivranno; ma quelli che l’abbandonano, periranno. Ritorna, Giacobbe, e affèrrati ad essa, cam­mina verso lo splendore davanti alla sua luce. Non dare ad altri la tua gloria, e i tuoi privilegi a una gente straniera. Beati noi, Israele: perché ciò che piace a Dio ci è stato fatto conoscere.
Apostolo.
Lettura dell’epistola di Paolo ai Galati (3,23-29).
Fratelli, prima che venisse la fede, noi eravamo rinchiu­si sotto la custodia della Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Cosí la Legge è per noi come un pe­da­gogo che ci ha condotto a Cristo, perché fossimo giusti­ficati per la fede. Ma appena è giunta la fede, noi non siamo piú sot­to un pedagogo. Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesú, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è piú né giudeo né greco; non c’è piú schiavo né libero; non c’è piú uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesú. E se appartenete a Cristo, allo­ra siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.
Vangelo.
Lettura del santo vangelo secondo Luca (2,1-20).
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salí in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Ma­ria sua sposa, che era incinta.
Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia. E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel piú alto dei cieli, pace sulla terra e per gli uomini benevolenza68.
Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: Andiamo fino a Betlemme, ve­dia­mo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere. Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giusep­pe e il bambino che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dice­vano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose, meditan­dole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quindi il lettore dice:
Benedetto il Signore Dio, benedetto il Signore di giorno in giorno; ci conduca a buon fine il Dio delle nostre salvezze: il nostro Dio è il Dio che salva.
Trisagio. Santissima Triade. Padre nostro. (p. 31).
Kondákion. Tono 3.
Oggi la Vergine * viene nella grotta * per partorire ineffa­bilmente * il Verbo che è prima dei secoli. * Dan­za, terra tutta, * che sei stata resa capace di udire questo; * glo­ri­fica con gli angeli e i pastori * il Dio che è prima dei secoli˚, * che ha voluto mostrarsi come bimbo appena nato.
Signore, pietà, 40 volte. Tu che in ogni tempo. Signore, pietà, 3 volte. Gloria. Ora e sempre. Piú venerabile. Nel nome del Signore. Dio abbia pietà di noi. E la preghiera: Sovrano Iddio, Padre onnipotente (p. 125).
ORA SESTA
Si aggiunge anche l’Ora sesta, dicendo subito: Venite, ado­riamo, 3 volte.
Quindi i salmi.
Salmo 71
1. O Dio, dà al re il tuo giudizio, e la tua giustizia al fi­glio del re,
2. perché giudichi il tuo popolo con giustizia e i tuoi poveri con equità.
3. Ricevano i monti la pace per il tuo popolo, e le colline la giustizia.
4. Farà giustizia ai poveri del popolo, salverà i figli dei miseri e umilierà il calunniatore.
5. Rimarrà quanto il sole, e piú della luna, per tutte le generazioni.
6. Scenderà come pioggia sul vello e come goccia stillante sulla terra.
7. Sorgerà nei suoi giorni la giustizia e abbondanza di pace, finché non sia tolta la luna.
8. E dominerà da mare a mare e dal fiume fino ai confini del mondo.
9. Davanti a lui si prostreranno gli etiopi, e i suoi nemici leccheranno la polvere.
10. I re di Tarsis e le isole offriranno doni, i re degli arabi e di Saba porteranno doni;
11. e lo adoreranno tutti i re della terra, tutte le genti lo serviranno,
12. perché ha liberato il povero dal potente, e il misero che non aveva aiuto.
13. Risparmierà il povero e il misero e le anime dei miseri salverà.
14. Dall’usura e dall’ingiustizia redimerà le anime loro, e sarà prezioso il loro nome davanti a lui.
15. E vivrà, e gli sarà dato oro di Arabia; e sempre a suo riguardo pregheranno, tutto il giorno lo benediranno.
16. Ci sarà sostentamento nella terra fin sulle cime dei monti; sarà innalzato al di sopra del Libano il suo frutto; e fioriranno dalla città come erba della terra.
17. Sia benedetto il suo nome nei secoli, piú del sole rimarrà il suo nome; e saranno benedette in lui tutte le tribú della terra, tutte le genti lo diranno beato.
18. Benedetto il Signore, Dio d’Israele, che solo opera meraviglie;
19. e benedetto il nome della sua gloria in eterno e nei secoli dei secoli, e sarà piena della sua gloria tutta la terra. Sia, sia.
Salmo 131
1. Ricòrdati, Signore, di Davide e di tutta la sua mitezza;
2. come giurò al Signore, fece voto al Dio di Giacobbe:
3. Non entrerò nella dimora della mia casa, non salirò sul giaciglio del mio letto,
4. non darò sonno ai miei occhi né alle mie palpebre assopimento, né riposo alle mie tempie,
5. finché non avrò trovato un luogo per il Signore, una dimora per il Dio di Giacobbe.
6. Ecco, abbiamo udito che è in Efrata, l’abbiamo trovata nei campi boscosi.
7. Entriamo nei suoi tabernacoli, prostriamoci nel luogo dove si sono posati i suoi piedi.
8. Sorgi, Signore, verso il tuo riposo, tu e l’arca della tua santità.
9. I tuoi sacerdoti si rivestiranno di giustizia e i tuoi santi esulteranno.
10. Per amore di Davide tuo servo, non respingere il volto del tuo Cristo.
11. Ha giurato il Signore la verità a Davide e non l’an­nul­lerà: Del frutto del tuo seno porrò sul tuo trono.
12. Se i tuoi figli custodiranno la mia alleanza e queste mie testimonianze che insegnerò loro, anche i loro figli in eterno siederanno sul tuo trono.
13. Poiché il Signore ha eletto Sion, se l’è scelta per sua dimora:
14. Questo è il mio riposo nei secoli dei secoli, qui abiterò perché l’ho scelta.
15. La sua porta colmerò di benedizioni e i suoi poveri sazierò di pane.
16. I suoi sacerdoti rivestirò di salvezza, e i suoi santi esulteranno di grande gioia.
17. Là farò sorgere un corno per Davide, ho preparato una lampada al mio Cristo.
18. I suoi nemici rivestirò di vergogna, ma su di lui fiorirà la mia santità.
Salmo 90
Chi abita nell’aiuto dell’Altissimo (p. 127).
Gloria. Ora e sempre. Alleluia, 3 volte. Signore, pietà, 3 volte.
Poi Gloria, e il tropario. Tono 4.
Si faceva registrare un tempo Maria a Betlemme, * insie­- me all’anziano Giuseppe, * in quanto della stirpe di Davide˚, * mentre era incinta * per una con­ce­zione senza se­me. * Sopraggiuse il tempo del parto * e non vi era posto nel­­l’al­bergo: * ma quale piacevole palaz­zo, * si mostrava la grotta alla Regina˚. * Nasce Cristo, * per far risorgere la sua imma­gine˚ * un tempo caduta.
Ora e sempre. Theotokíon.
Poiché non osiamo neppure parlare * a motivo dei nostri molti peccati, * supplica tu colui che da te è nato, * o Vergine Madre-di-Dio. * Può molto la preghiera della Madre * per ren­dere benevolo il Sovrano. * Non disprez­zare, o venera­bilis­sima, * le suppliche dei peccatori, * perché è miseri­cor­dioso e può salvare, * colui che ha accettato di patire per noi.
Quindi i seguenti idiómela. Tono 1.
Venite, fedeli, eleviamoci divinamente * per contem­plare la divina discesa dall’alto * a Betlemme, verso di noi, visibilmente. * Con l’intelletto purificato, * con la nostra vi­­ta offriamo virtú * in luogo di unguento profumato, * predi­sponendo con fede l’avvento del Natale, * acclamando, di fronte a questi tesori spi­rituali: * Gloria a Dio nella Triade * nel piú alto dei cieli: * per lui è apparsa tra gli uomini la bene­vo­lenza˚, * perché egli riscatta Adamo dalla maledizione ance­strale˚, * nel suo amore per gli uomini.
Stico: Signore, ho udito il tuo annuncio e ho avuto timore; Signore, ho considerato le tue opere e sono stato colto da stupore.
Tono 4.
Ascolta, cielo, e porgi l’orecchio, o terra˚, * si scuotano le fondamenta, * le regioni sotterranee siano colte da tremore: * perché Dio, il Creatore, * ha rivestito una figura di carne; * co­lui che con mano forte ha plasmato il creato, * si mostra figlio di ciò che ha plasmato. * O profondità della ricchezza, * della sapienza e della scienza di Dio! * Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi * e ininvestigabili le sue vie˚!
Gloria. Ora e sempre. Tono pl. 1.
Venite, popoli portatori di Cristo, * contempliamo il pro­digio * che sbalordisce e trattiene ogni intelligenza, * e ado­rando piamente, inneggiamo con fede: * Oggi viene a Betlem­me la Vergine incinta, * per generare il Signore, * e accorrono i cori degli angeli. * Vedendo queste cose, * lo sposo Giuseppe esclamava: * Che è il mistero strano * che avviene in te, o Ver­gine? * E come puoi partorire, * o giovenca ignara di giogo?
Prokímenon. Tono pl. 4.
Dal seno prima della stella del mattino ti ho gene­ra­to; ha giurato il Signore e non si pentirà.
Stico: Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia de­stra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi.
Lettura della profezia di Isaia (7,10-16; 8,1-4.9s).
Il Signore parlò ancora ad Acaz (v. vespro, p. 1158).
Apostolo.
Lettura dell’epistola agli Ebrei (1,10-2,3).
Tu, Signore, da principio hai fondato la terra e opera delle tue mani sono i cieli. Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito. Come un man­tel­lo li avvolgerai, come un abito e saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi non avranno fine. A quale degli angeli poi ha mai detto: Siedi alla mia destra, finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi? Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza?
Proprio per questo bisogna che ci applichiamo con mag­giore impegno a quelle cose che abbiamo udito, per non an­dare fuori strada. Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione, come potremo scampare noi se trascuriamo una salvezza cosí grande? Questa infatti, dopo essere stata promulgata all’inizio dal Signore, è stata confermata in mezzo a noi da quelli che l’ave­vano udita.
Vangelo.
Lettura del santo vangelo secondo Matteo (2,1-12).
Gesú nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni magi giunsero da oriente a Geru­salemme e domandavano: Dov’è il re dei giudei che è nato? Abbiamo visto la sua stella in oriente, e siamo venuti per adorarlo.
All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva na­scere il Messia. Gli risposero: A Betlemme di Giudea, perché cosí è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il piú piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.
Allora Erode, chiamati segretamente i magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: Andate e informatevi accura­tamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco, la stella che avevano visto in o­rien­te li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i lo­ro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertíti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Quindi il lettore dice:
Presto ci prevengano, Signore, le tue compassioni, per­ché ci siamo impoveriti all’estremo: aiutaci, o Dio Sal­vatore nostro per la gloria del tuo nome. Signore, liberaci e perdona i nostri peccati per amore del tuo nome.
Trisagio. Santissima Triade. Padre nostro (p. 31).
Kondákion. Tono 3.
Oggi la Vergine * viene nella grotta * per partorire ineffa­bilmente * il Verbo che è prima dei secoli. * Danza, terra tutta, * che sei stata resa capace di udire questo; * glorifica con gli angeli e i pastori * il Dio che è prima dei secoli˚, * che ha voluto mostrarsi come bimbo appena nato.
Signore, pietà, 40 volte. Tu che in ogni tempo. Signore, pietà, 3 volte. Gloria. Ora e sempre. Piú venerabile. Nel nome del Signore. Dio abbia pietà di noi. E la preghiera: Dio e Signore delle schiere (p. 131).
ORA NONA
Trisagio. Santissima Triade. Padre nostro. Signore pietà, 12 volte. Venite, adoriamo, 3 volte.
Quindi i salmi.
Salmo 109
1. Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi.
2. Lo scettro della potenza ti manderà il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici.
3. Con te il principato nel giorno della tua potenza tra gli splendori dei tuoi santi; dal seno prima della stella del mattino ti ho generato.
4. Ha giurato il Signore e non si pentirà: Tu sei sa­cerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedek.
5. Il Signore alla tua destra ha stritolato i re nel gior­no della sua ira.
6. Giudicherà tra le genti, accumulerà cadaveri, stritolerà le teste di molti sulla terra.
7. Dal torrente berrà sulla via, per questo alzerà il capo.
Salmo 110
1. Ti confesserò, Signore, con tutto il mio cuore nel consiglio dei retti e nell’assemblea.
2. Grandi le opere del Signore, scelte per tutto ciò che egli vuole.
3. Confessione e magnificenza l’opera sua, e la sua giustizia rimane nei secoli dei secoli.
4. Si è fatto un memoriale delle sue meraviglie: miseri­cordioso e pietoso è il Signore;
5. ha dato cibo a quelli che lo temono: si ricorderà in e­terno della sua alleanza.
6. Ha annunciato al suo popolo la forza delle sue opere, per dare loro l’eredità delle genti.
7. Le opere delle sue mani, verità e giudizio; fedeli tutti i suoi comandamenti,
8. ben saldi nei secoli dei secoli, fatti con verità e rettitudine.
9. Redenzione ha mandato al popolo suo, ha disposto in eterno la sua alleanza:
Santo e terribile il suo nome.
10. Principio della sapienza è il timore del Signore, e hanno buon intelletto quelli che la praticano.
La sua lode rimane nei secoli dei secoli.
Salmo 85
Piega, Signore, il tuo orecchio (p. 134).
Gloria. Ora e sempre. Alleluia, 3 volte. Signore, pietà, 3 volte.
Poi Gloria, e il tropario. Tono 4.
Si faceva registrare un tempo Maria a Betlemme, *insieme all’anziano Giuseppe, * in quanto della stirpe di Davide˚, * mentre era incinta * per una con­cezione senza seme. * Sopraggiuse il tempo del parto * e non vi era posto nel­l’al­bergo: * ma quale piacevole pa­lazzo, * si mostrava la grotta alla Regina˚. * Nasce Cri­sto, * per far risorgere la sua imma­gine˚ * un tempo caduta.
Ora e sempre. Theotokíon.
Tu che per noi sei nato dalla Vergine * e ti sei sottoposto alla crocifissione˚, * o buono, * tu che con la morte hai spoglia­to la morte, * e come Dio hai mani­festato la risurrezione, * non trascurare coloro che con la tua mano hai plasmato˚, * mostra, o misericordioso, il tuo amore per gli uomini: * accogli, mentre intercede per noi, * la Madre-di-Dio che ti ha partorito, * e sal­va, o Salvatore nostro, * il popolo che non ha piú speranza.
Quindi i seguenti idiómela. Tono grave.
Stupiva Erode, * vedendo la pietà dei magi; * e vinto dal furore, * si informava sul tempo intercorso * dalla nascita del bambino˚. * Le madri furono private dei figli, * e l’a­­cerba età infantile * fu crudelmente falciata˚: * le mam­mel­le si disseccarono * e si serrarono i condotti del latte. * Gran­de fu la sciagura! * Perciò, o fedeli, piamente riuniti, * vene­ria­mo la Natività di Cristo.
Stico: Dio verrà da Teman, il Santo dal boscoso monte adombrato.
Tono 2.
O Vergine, quando Giuseppe * saliva verso Betlemme ferito dal dolore, * tu gli dicevi: * Perché, vedendomi incinta, * sei cupo e turbato, * ignorando del tutto il tremendo mistero che mi riguarda? * Deponi ormai ogni timore, e considera il prodigio: * Dio, nella sua misericordia, * discende sulla terra, nel mio grembo, * e qui ha preso carne: * una volta nato lo ve­drai, * secondo il suo be­ne­placito, * e pieno di gioia lo adorerai * co­me tuo Creatore: * lui, che gli angeli senza sosta * cantano e glorificano, * col Padre e il santo Spirito.
Gloria. Ora e sempre. Tono pl. 2.
Va notato che il seguente idiómelon viene prima letto piamente e in canto dal canonarca al centro della navata, e poi cantato con melodia piú sviluppata dai due cori.
Oggi nasce dalla Vergine * colui che tiene in sua mano * tutta la creazione (3 volte). * È avvolto in povere fasce come un mortale, * colui che è per essenza intoccabile. * Viene deposto in una mangiatoia, * il Dio che in principio ha fissato i cieli˚. * Si nutre di latte dalle mammelle, * colui che nel deserto * ha fatto piovere man­na per il popolo˚. * Invita i magi * lo sposo della Chiesa. * Prende i loro doni * il Figlio del­­la Vergine. * Noi adoria­mo, o Cristo, la tua nascita (3 volte). * Facci vedere anche la tua divina teofania.
Prokímenon. Tono 4.
Madre Sion, dirà l’uomo: e l’uomo è nato in lei.
Stico: Le sue fondamenta sono sui monti santi.
Lettura della profezia di Isaia (9,5s).
Un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Il suo potere è sulla sua spalla, e si chiamerà angelo del gran consiglio, consigliere mirabile, Dio forte, padrone, prin­cipe di pace, padre del secolo futuro: porterà infatti pace sui principi, e a lui salute. Grande è il suo potere e la sua pace non ha confine, sul trono di Davide e sul suo regno, per raddriz­zarlo e soccorrerlo con giudizio e giustizia, da ora e in eterno. Lo zelo del Signore sabaoth farà questo.
Lettura dell’epistola agli Ebrei (2,11-18).
Fratelli, colui che santifica e coloro che sono santifi­cati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi; e ancora: Io metterò la mia fiducia in lui; e inoltre: Eccoci, io e i figli che Dio mi ha dato. Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare cosí quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitú per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacer­dote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i pec­cati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.
Vangelo.
Lettura del santo vangelo secondo Matteo (2,13-23).
I magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo. Giuseppe destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggí in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio.
Erode, accortosi che i magi si erano presi gioco di lui, s’infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giú, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai magi. Allora si adempí quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono piú.
Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: Àlzati, prendi con te il bam­bino e sua madre e va’ nel paese d’Israele, perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino. Egli, alza­tosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d’Israele. Avendo però saputo che era re della Giudea Ar­che­lao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Av­vertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea, e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai pro­feti: Sarà chiamato Nazareno.
Quindi il lettore dice:
Non consegnarci del tutto [al nemico], per amore del tuo santo nome; non sciogliere la tua alleanza, e non distogliere da noi la tua misericordia, per Abramo tuo diletto, per Isacco tuo servo, e per Israele tuo santo.
Trisagio. Santissima Triade. Padre nostro. (p. 31).
Kondákion. Tono 3.
Oggi la Vergine * viene nella grotta * per partorire ineffa­bilmente * il Verbo che è prima dei secoli. * Danza, terra tutta, * che sei stata resa capace di udire questo; * glorifica con gli angeli e i pastori * il Dio che è prima dei secoli˚, * che ha voluto mostrarsi come bimbo appena nato.
Signore, pietà, 40 volte. Tu che in ogni tempo. Signore, pietà, 3 volte. Gloria. Ora e sempre. Piú venerabile. Nel nome del Signore. Dio abbia pietà di noi. E la preghiera: Sovrano, Signore Gesú Cristo (p. 138).(Anthologhion, Ed. Lipa)