giovedì 25 settembre 2014

26 SETTEMBRE
    Transito del santo e glorioso apostolo e teologo Gio­van­ni evangelista, degno di ogni lode.

GRANDE VESPRO

Tono 1. Esultanza delle schiere celesti.

   Lo spettatore di indicibili manifestazioni * e interprete  dei superni misteri di Dio, * il figlio di Zebedeo, * scri­vendo per noi il vangelo di Cristo, * ci ha insegnato a proclamare la divinità * del Padre e del Figlio e dello Spirito.
     La lira dei canti celesti mossa da Dio, * questo scrittore di misteri, * la bocca da Dio ispirata, * canta soavemente il can­tico dei cantici, * muovendo le labbra come corde, * e usando la lingua come plettro, * e intercede per la nostra salvezza.
     Pronunciando con la tua lingua dalla voce di tuono, * o amato da Dio, * la parola segreta della sapienza di Dio, * aprendo accortamente le labbra, * tu sempre proclami: * In prin­cipio era il Verbo˚: * e luminosamente guidi ogni uomo * alla conoscenza di Dio.
Gloria. Tono 2. Di Germano,
o, secondo altri, di Byzantios.
      Celebriamo come dobbiamo, * o stirpe dei mortali, * il figlio del tuono˚, * il fondamento delle divine parole, * il prin­cipe della teologia, * l’annunciatore primo fra tutti * della vera sapienza dei dogmi di Dio, * l’amato e vergine Giovanni: * egli infatti, avendo incessantemente * in se stesso la Divinità, * disse del Verbo che era nel principio, * poi, che è insepa­rabilmente presso il Padre, * e infine, che è della stessa sostan­za del Padre˚, * mostrandoci per mezzo suo * la retta fede nella santa Triade: * creatore insieme al Padre, * portatore di vita, * luce vera˚, * egli ce lo ha mostrato. *  O estasiante mera­viglia e sapientissima realtà! * Colmo di amore, *  fu ricolmato anche di teologia, * e con gloria, onore e fede * è fondamento della nostra pura fede: * per essa ci sia dato di ottenere i beni eterni * nel giorno del giudizio.
           Ora e sempre. Theotokíon. Stesso tono.
    Si è dileguata l’ombra delle Legge˚ * all’avvento della gra­zia: * sí, come il roveto pur ardendo non si consu­mava˚, * cosí vergine hai partorito * e vergine sei rimasta; * invece della colonna di fuoco˚ * è sorto il sole di giu­stizia˚; * invece di Mo­sè, il Cristo˚, * salvezza delle anime nostre.

Ingresso,  Luce gioiosa,  il prokímenon del giorno e le let­ture.

Lettura della prima epistola cattolica di Giovanni (3,21-4,6).
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio; e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui. Questo è il suo coman­da­mento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesú Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se pro­vengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti so­no comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesú Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce che Gesú Cristo è ve­nuto nella carne, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’an­ti­cristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo.
Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi falsi profeti, perché colui che è in voi è piú grande di colui che è nel mon­do. Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mon­do e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascol­ta noi; chi non è da Dio non ci ascolta.
Lettura della prima epistola cattolica di Giovanni (4,11-16).

Carissimi, se cosí Dio ci ha amati, anche noi dob­bia­mo  amarci gli uni gli altri. Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come Salvatore del mondo. Chiunque riconosce che Gesú è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. Noi abbiamo rico­no­sciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amo­re; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.

Lettura della prima epistola cattolica di Giovanni (4,20-5,5).

   Carissimi, se uno dicesse: Io amo Dio,  e odiasse il suo  fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello. Chiunque crede che Gesú è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. Da questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio e ne osserviamo i comandamenti, perché in questo consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi co­man­damenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi, perché tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vitto­ria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede. Chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesú è il Figlio di Dio?
Allo stico, stichirá prosómia.
Tono 4. Tu che sei stato chiamato dall’Altissimo.

Proclamando la divinità * del Figlio dell’Altissimo, coeter­no e consustanziale al Padre, * immutabile luce da luce, * impronta della sostanza del Genitore˚, * da lui intem­poralmente e impassibilmente rifulso, * Creatore e Signore di tutti i secoli, * tu lo hai annunciato al mondo, * o di­­sce­polo amato˚: * lui che trae dalle tenebre la luce, * il Cristo Dio nostro. *  Supplicalo di salvare e illuminare le anime no­stre.
Stico: Per tutta la terra è uscita la sua voce e sino ai con­fi­ni del mondo le sue parole.
Accolta la luce del Paraclito * e da lui illuminato, *  lo hai pro­clamato Dio che procede dal Padre * e che si ma­nifesta al­l’u­manità tramite il Figlio; * e a tutti lo hai an­nunciato * co­me ugua­le nell’onore, nel trono e nell’es­senza * al Padre senza principio e al Verbo divino, * o discepolo amato˚: * noi dunque con inni ti celebriamo * quale divino fondamento della fede, * che tu custodisci salda * con la tua intercessione presso il Signore.
Stico: I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento an­nuncia l’opera delle sue mani.
Asceso alla piú eccelsa teologia, * sei stato iniziato agli ineffabili misteri di Dio, *  all’unica essenza della Divi­ni­tà, * uni­ca gloria, unico regno * e unica signoria, * che, in­divisibile nella sostanza, * si distingue in tre ipòstasi * e si unisce in di­vina unità senza confusione; * cosí glorificandola tu hai an­nunciato, * o teologo, * la Triade indivisibile, *  che ti chiedia­mo di implorare * perché salvi e illumini le anime nostre.
Gloria. Tono pl. 2. Di Giovanni monaco.
Apostolo di Cristo, * evangelista teologo, * iniziato alle realtà ineffabili, * tu hai tuonato per noi * le dottrine ineffabili della sapienza, * illustrando ai fedeli * la parola ‘In principio era’˚; * ed escludendo il ‘Non era’, * hai respinto i discorsi degli eretici42, * mostrando di essere colui * che ha riposato sul petto di Cristo˚, * l’amico amato, * come Isaia dalla voce sublime *  e Mosè il veg­gente. * Poiché dunque hai famigliarità con Dio, *  sup­plica con insistenza * per le anime nostre.
Ora e sempre. Theotokíon.
Il mio Creatore e Redentore, * il Cristo Signore, * proce­dendo dal tuo grembo, o tutta pura, * rivestendosi di me * ha liberato Adamo dalla maledizione antica˚. * Per questo, o tutta pura, * noi gridiamo senza sosta a te, * veramente Madre-di-Dio e Vergine, * il ‘Gioisci’ dell’an­gelo˚:  Gioisci, Sovrana, * avvocata, protezione e salvezza * delle anime nostre.

Apolytíkion. Tono 2.

     Apostolo amato dal Cristo Dio, * affréttati a liberare il popolo senza difesa: * ti accoglie prostrato ai suoi piedi, * colui che ti ha accolto * quando ti appoggiavi al suo petto˚; * supplicalo, o teologo, *  e disperdi l’insistente turba del­le nazioni, * chiedendo per noi la pace * e la grande misericordia˚.
Gloria. Ora e sempre. Theotokíon.

Trascendono il pensiero tutti i tuoi misteri, * tutti sono piú che gloriosi, * o Madre-di-Dio; * nel sigillo della pu­rezza, * cu­stodita nella verginità, * tu sei stata ricono­sciuta * vera Ma­dre del Dio vero: * supplicalo dun­que * per la salvezza delle ani­me nostre.

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