giovedì 20 novembre 2014

21 novembre 

Ingresso al Tempio della

 Santissima Madre di Dio

È una festa mariana, sorta a Gerusalemme in seguito alla dedicazione della Basilica di S. Maria la Nuova, avvenuta il 21 novembre 543. Sembra che in seguito la memoria della dedicazione si sia trasformata in memoria locale della Presentazione di Maria al Tempio. Si diffuse dopo in tutto l’oriente, e solo intorno al VII-VIII sec. a Costantinopoli. In occidente si affermò nel 1371, quando papa Gregorio XI ne autorizzò la celebrazione in alcune Chiese e nella Curia pontificia di Avignone. A Roma venne introdotta da papa Sisto IV, ma soppressa dopo un secolo da papa Pio V, perché festa che trae origine dai vangeli apocrifi. Verso la fine del 1500 venne ristabilita a papa Sisto V, che la impose a tutta la Chiesa come festa mariana minore.
La festa ha come sua base il racconto contenuto nel testo apocrifo denominato Protovangelo di Giacomo, in cui si narra che: «Quando Maria ebbe due anni, Gioacchino disse: “Portiamola nel Tempio del Signore per compiere la promessa da noi fatta, per paura che il Signore non ce la richiami e non risulti sgradito il nostro dono.” Ma Anna rispose: “Aspettiamo il terzo anno, affinché non cerchi suo padre o sua madre”. E Gioacchino disse: “Aspettiamo”. Quando la bambina ebbe tre anni, Gioacchino disse: “Invitiamo le figlie degli ebrei, quelle senza macchia; prendano in mano, ciascuna, una lucerna, e siano accese, affinché ella non si volga indietro e il suo cuore non sia trattenuto fuori dal Tempio del Signore.” E così fecero fino a quando non furono saliti al Tempio del Signore. Il Sacerdote l’accolse, l’abbracciò, la benedisse ed esclamò. “Il Signore ha magnificato il tuo nome in tutte le generazioni. In te, negli ultimi giorni, il Signore manifesterà la sua salvezza ai figli d’Israele.” E ritornarono i suoi genitori pieni di stupore, lodando e glorificando il Signore Iddio perché la bambina non si era voltata indietro, verso di loro. Ora Maria dimorava nel Tempio del Signore come una colomba e riceveva il cibo dalle mani di un angelo».
Si comprende bene che il fatto storico raccontato ha poca probabilità di essere considerato autentico. Tuttavia, al di là dell’aspetto leggendario, il racconto racchiude un intenso significato spirituale.
Maria è creatura perfetta, modello ideale di tutta l’umanità, che ottiene la grazia senza pari di dare vita umana al Figlio di Dio, Salvatore del mondo. La festa della presentazione delinea i tratti della perfezione della Vergine. Ella viene portata al Tempio per rimanervi ed esservi offerta al Signore, divenendo così un’offerta ed incenso di soave odore per il Datore di ogni cosa (apòsticha del vespro). Quest’entrata vuole significare la totale dedizione di Maria alla ricerca del Signore. Inoltre lasciare la casa paterna e recarsi al Tempio come offerta gradita a Dio significa lasciare tante cose, porgere l’orecchio alla Parola, avvicinarsi ed ascoltare la voce del Signore. Il Tempio inoltre evoca l’aspetto più specifico del divino, tremendo per le stesse Potenze celesti. Maria, quindi, penetra in questa sfera impenetrabile per essere iniziata ai suoi misteri e diventare degna della sua missione.
I tropari della festa riprendono diverse volte il fatto ricavato dall’Apocrifo, secondo cui Maria nel tempio era nutrita da un angelo. Anche questa espressione nasconde un autentico significato. Nel Tempio la Vergine deve essere nutrita e cresciuta per diventare la Madre di Dio. L’essere nutrita da mano d’angelo s’inserisce nella linea di generazione di figli di Dio come s. Giovanni descrive nel suo Vangelo: il Verbo di Dio ha dato il potere di diventare figli di Dio a quelli che credono nel suo nome, i quali sono generati da Dio stesso, (1,12-13). Dunque, quest’espressione viene a significare la crescita di Maria nella conoscenza dei misteri di Dio, acquistata non dalla sapienza umana ma dalla potenza di Dio. Inoltre, nutrito di questo pane della Parola di Dio, Maria diventerà capace di generare il vero pane, sorgente di vita per il mondo.
I tropari della festa mettono in risalto il valore del Tempio della legge, ma presentano in primo luogo Maria come Tempio superiore, in quanto Ella è Tempio animato, vivente e umano con le sue ricchezze spirituali e umane che entra nel Tempio per mettersi all’ascolto della parola vivificatrice di Dio. D’altra parte Maria è anche definita come Tabernacolo santificato del nostro Dio, Tempio santissimo del nostro Dio, il quale santifica ogni cosa; vero Tempio divino portato dall’infanzia al tempio di Dio, ed apparsa come ricettacolo della luce divina. Tutte queste immagini esprimono il mistero della divina maternità della Vergine, nonché il suo ruolo nell’economia del mistero della salvezza. Maria è la porta tramite la quale il Signore viene a noi ed entra nel mondo per portarci la salvezza, è lo strumento di congiunzione tra il divino e l’umano, per mezzo della quale viene distrutta l’antica maledizione e si realizza l’attesa dei secoli.

Bibliografia
Anthològhion, volume I, Roma 1999, 928-944.
FEDERICI T., Resuscitò Cristo! Commento alle letture bibliche della Divina Liturgia bizantina, Palermo 1996, 1213-1218.
PASSARELLI G., Icone delle dodici grandi feste bizantine, Milano 2000, 80-93.
RAQUEZ O., Roma Orientalis. Approcci al patrimonio delle Chiese d’Oriente, Roma 2000, 63-71.
Le Synaxaire. Vies des Saints de l’Eglise Orthodoxe, adaptation francaise par Macaire, moine de Simonos-Petras, Tome I, Thessalonique 1987, 556-558.

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