Domenica 17 Maggio alle ore 11.30, sarà inaugurato in Piazza Vittorio Emanuele il Monumento in Onore di Padre Giorgio Guzzetta. Interverranno all'inaugurazione varie autorità sia civili che religiose. E' un momento importante per ricordare questa nobila figura di uomo e di sacerdote di Piana. Se ancora oggi, manteniamo la nostra lingua, il nostro Rito, dobbiamo dire grazie a Padre Giorgio Guzzetta!
Pubblichiamo una sua breve biografia ripresa da: http://www.oratoriosanfilippo.org/giorgio-guzzetta.html
Giorgio Guzzetta nacque a Piana dei Greci (oggi, Piana degli Albanesi, sede della eparchia cattolica di rito greco) il 23 aprile 1682 da una famiglia di povere condizioni economiche ed entrò nel seminario dell’arcidiocesi di Monreale da cui dipendevano ecclesiasticamente quelle colonie di Albanesi che, nel corso del XV-XVI secolo, si erano rifugiate per motivi politici in Sicilia.
Di intelligenza vivacissima, dopo aver compiuto studi di lettere presso la scuola dei Gesuiti di Trapani, si addottorò in Teologia nel fiorente seminario, suscitando l’ammirazione dell’Arcivescovo Card. Del Giudice, che lo volle nella sua corte come traduttore di greco classico. La prospettiva di una brillante carriera, e la proposta di accompagnare il Cardinale in Spagna, non distolsero il chierico dalla chiamata ad una vita sacerdotale vissuta nella semplicità e nella piena dedizione apostolica.
Entrò così nella Congregazione dell’Oratorio di Palermo, rinunciando al rito greco per ricevere l’ordinazione sacerdotale e potersi dedicare con amore alle tradizioni culturali e religiose della sua gente albanese. Ventiquattrenne, vi fu accolto nel dicembre 1706 e l’anno seguente riceveva l’ordinazione sacerdotale, con la dote lasciata in amministrazione ai Padri dell’Oratorio dall’abate Prenestino. La sua scelta, convinta e generosa, non fu immune, nei primi anni, da tormenti: fantasmi di fallimento lo inquietavano, impressione di aver sbagliato e di non poter giovare a nessuno. Una seconda “conversione” attendeva il giovane prete: rinunciare a se stesso fino in fondo, anche ai suoi progetti di bene, per fidarsi unicamente di Dio.
Uscito dal deserto faticoso, gli si spalancarono gli orizzonti della predicazione e del ministero della Confessione, nei quali la sua maturazione spirituale e la costante unione con Dio nella preghiera diedero frutti copiosi, fecondati dalla grazia divina che aveva concesso a P. Giorgio anche il dono della chiaroveggenza nella direzione delle coscienze ed un paternità tenerissima e forte.
Nel 1716 poté pensare di aiutare apostolicamente la sua terra: nacque per sua iniziativa l’Oratorio di Piana, con sacerdoti celibi di rito greco che si dedicavano, in uno stile di ammirevole povertà, quale era quello di quel popolo, ad istruire ed educare la gioventù. Nel 1734 potè raggiungere la meta di un desiderio coltivato nel cuore fin dagli anni della adolescenza: quello di un seminario greco-albanese in cui i futuri preti, fino ad allora costretti a frequentare i Seminari latini della Sicilia, potessero essere istruiti nelle tradizioni e nello splendore del culto bizantino.
Il Seminario fu fondato in Palermo: i Gesuiti vi davano lezioni, e gli Oratoriani curavano la parte spirituale; i frutti furono notevoli e l’istituzione proseguì nei secoli. L’intento di P. Guzzetta nei confronti della sua comunità di rito orientale, che pur presentava ormai un aspetto di faticosa sopravvivenza, fu di affidarle una missione di impressionante attualità: lavorare per l’Unità dei cristiani nel Vicino Oriente, anche attraverso una organizzazione ecclesiastica propria. Non vide P. Guzzetta l’Eparchia di Piana degli Albanesi, che sarà eretta solo nel 1937, ma intanto, a cinquant’anni dalla sua morte, la Santa Sede istituiva permanentemente un Vescovo ordinante di rito greco per la Sicilia.
Uomo di cultura e di notevole esperienza pedagogica, P. Guzzetta comprendeva l’importanza della formazione. Per questo caldeggiava anche l’istituzione di un ramo Orientale della Compagnia di Gesù che avrebbe potuto dedicarsi all’impegno di Collegi nel Vicino Oriente e tra le comunità orientali allora presenti nei domini greci della Repubblica Veneta, come pure tra quelle comunità cristiane d’Oriente che egli sapeva non essersi mai separate da Roma, ma solo lontane per la mancanza di comunicazione e la necessità di appoggiarsi alle Chiese separate dell’Impero Turco.
Provato da una lunga malattia che lo rese cieco e dalla fatica degli anni, P. Giorgio si spense il 21 novembre del 1756. Le sue spoglie incorrotte rimasero, fino al 1954, nella Chiesa oratoriana dell’Olivella a Palermo. Ora riposano nella Cattedrale dell’Eparchia in Piana degli Albanesi, dove il processo di beatificazione in questi ultimi tempi ha decisamente ripreso il suo cammino.
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