sabato 26 febbraio 2011

27 febbraio 2011 – Domenica di Carnevale. San Procopio il Decapolita.

 

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Katèlisas to stavrò su ton thànaton; * inèoxas to listì ton Paràdhison; * ton Mirofòron ton thrìnon metèvales; * ke tis sis Apostòlis * kirìttin epètaxas: * òti anèstis, Christè o Theòs, * parèchon to kòsmo to mèga èleos.

Hai annientato con la tua croce la morte; hai dischiuso al buon ladrone il Paradiso; hai mutato in gaudio il pianto delle Mirofore, e ai tuoi Apostoli hai comandato di annunziare che Tu, Cristo Dio, sei risorto, elargendo al mondo la grande misericordia.

Òtan èlthis, o Theòs, epì ghis metà dhòxis ke trèmosi ta sìmbanda, potamòs dhe tu piròs pro tu vìmatos èlki, ke vìvli anìgonde, ke ta kriptà dhimosièvonde, tòte rìse me ek tu piròs tu asvèstu, ke axìoson ek dhexiòn su me stìne, Krità dhikeòtate.

Quando verrai sulla terra nella gloria, o Signore, quando tremerà l’universo ed un fiume di fuoco trascinerà tutti dinanzi al tuo tribunale; quando si apriranno i libri e saranno rese pubbliche le cose nascoste; allora, o giustissimo giudice, liberami dal fuoco inestinguibile e degnami di sedere alla tua destra.

APOSTOLOS (1 Cor 8, 8-9, 2)

- Mia forza e mio vanto è il Signore, egli è divenuto la mia salvezza. (Sal. 117,14).

- Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. (Sal. 117,18).

Lettura dalla prima epistola di Paolo ai Corinti.

Fratelli, non sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio; né, se non ne mangiamo, veniamo a mancare di qualche cosa, né mangiandone ne abbiamo un vantaggio. Badate però che questa libertà non divenga occasione di caduta per i deboli. Se uno infatti vede te, che hai la scienza, stare a convito in un tempio di idoli, la coscienza di quest’uomo debole non sarà forse spinta a mangiare le carni immolate agli idoli? Ed ecco, per la tua scienza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto! Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo. Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello. Non sono forse libero io? Non sono un apostolo? Non ho veduto Gesù, Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore? Anche se per gli altri non sono apostolo, per voi almeno lo sono; voi siete il sigillo del mio apostolato nel Signore.

Alliluia (3 volte).

- Ti ascolti il Signore nel giorno della prova, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe (Sal. 19,2).

Alliluia (3 volte).

- Salva, o Signore il tuo popolo e benedici la tua eredità. (Sal. 27, 9).

Alliluia (3 volte).

Vangelo

Disse Gesù ai suoi discepoli: Quando il figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sua sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo il re dirà loro: In verità vi dico: Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà anche a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna.

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