Domenica 26 Febbraio 2012
Si fa memoria:
Domenica I di Quaresima: dell'Ortodossia
Si fa memoria:
Domenica I di Quaresima: dell'Ortodossia
e San Porfirio, vescovo di Gaza
Sinassario
In questa prima domenica della Grande Quaresima dei digiuni nelle Chiese di tradizione bizantina si commemora il ristabilimento del culto delle iconi. In oriente, per più di cento anni, a partire dal regno di Leone Isaurico (717-741) e fino al regno di Teofilo (829-842), la Chiesa fu sconvolta dalla persecuzione degli iconoduli, i difensori del culto delle immagini, da parte degli iconoclasti, che volevano distruggere le immagini sacre.
L'origine della diatriba e del pensiero iconoclasta è da ricondurre al divieto di produrre immagini di Dio, come espresso nelle scritture dell'Antico Testamento (vedi: Esodo 20,4-5 e Deuteronomio 4,15-19), al disgusto provato da molti a causa dalla degenerata venerazione delle immagini, che in molti casi erano considerate veri e propri idoli e al rapporto con il nascente e dilagante Islam.
Dopo alterne e dolorose vicende, dove sostenitori e avversatori del culto delle immagini ebbero in mano il potere politico, nel 787 si giunse alle definizioni del Concilio II di Nicea, dove fu stabilito il principio che, con l'incarnazione del Verbo di Dio, Dio è diventato visibile, sperimentabile e quindi raffigurabile: con l'incarnazione del Verbo il divieto di non fare immagini di Dio è stato superato.
Ma una completa e definitiva soluzione della questione iconoclasta si ebbe con la morte dell'imperatore iconoclasta Teofilo, quando la sua vedova Teodora, dopo aver deposto il patriarca Giovanni Grammatico, convocò, assieme al figlio Michele e al nuovo patriarca Metodio, per l'11 marzo 843 un sinodo a Costantinopoli, dove si ristabilì definitivamente il culto delle immagini sacre. La regina, dopo aver venerato l'Icona della Madre di Dio, davanti all'assise sinodale enunciò queste parole: "Se qualcuno non offre rispetto al culto delle sacre Iconi, non adorando loro come se fossero degli dei, ma venerandole con amore come immagini dell'archetipo, sia anatema". In seguito, la prima domenica dei digiuni, lei e il figlio Michele fecero una processione con tutto il clero e la corte imperiale portando tra le mani le restaurate iconi, che di nuovo furono poste nelle chiese per essere venerate.
Da allora le Chiese di tradizione bizantina nella prima domenica di Quaresima portano in processione le iconi e proclamano il Synodicon, ossia una rielaborazione degli atti del secondo Concilio di Nicea. Questa domenica è detta dell'Ortodossia per il trionfo della vera dottrina sull'eresia iconoclasta che, distruggendo le immagini, negava l'incarnazione del Verbo di Dio.Si fa memoria del ripristino del culto delle sante e venerabili icone.
Sinassario
In questa prima domenica della Grande Quaresima dei digiuni nelle Chiese di tradizione bizantina si commemora il ristabilimento del culto delle iconi. In oriente, per più di cento anni, a partire dal regno di Leone Isaurico (717-741) e fino al regno di Teofilo (829-842), la Chiesa fu sconvolta dalla persecuzione degli iconoduli, i difensori del culto delle immagini, da parte degli iconoclasti, che volevano distruggere le immagini sacre.
L'origine della diatriba e del pensiero iconoclasta è da ricondurre al divieto di produrre immagini di Dio, come espresso nelle scritture dell'Antico Testamento (vedi: Esodo 20,4-5 e Deuteronomio 4,15-19), al disgusto provato da molti a causa dalla degenerata venerazione delle immagini, che in molti casi erano considerate veri e propri idoli e al rapporto con il nascente e dilagante Islam.
Dopo alterne e dolorose vicende, dove sostenitori e avversatori del culto delle immagini ebbero in mano il potere politico, nel 787 si giunse alle definizioni del Concilio II di Nicea, dove fu stabilito il principio che, con l'incarnazione del Verbo di Dio, Dio è diventato visibile, sperimentabile e quindi raffigurabile: con l'incarnazione del Verbo il divieto di non fare immagini di Dio è stato superato.
Ma una completa e definitiva soluzione della questione iconoclasta si ebbe con la morte dell'imperatore iconoclasta Teofilo, quando la sua vedova Teodora, dopo aver deposto il patriarca Giovanni Grammatico, convocò, assieme al figlio Michele e al nuovo patriarca Metodio, per l'11 marzo 843 un sinodo a Costantinopoli, dove si ristabilì definitivamente il culto delle immagini sacre. La regina, dopo aver venerato l'Icona della Madre di Dio, davanti all'assise sinodale enunciò queste parole: "Se qualcuno non offre rispetto al culto delle sacre Iconi, non adorando loro come se fossero degli dei, ma venerandole con amore come immagini dell'archetipo, sia anatema". In seguito, la prima domenica dei digiuni, lei e il figlio Michele fecero una processione con tutto il clero e la corte imperiale portando tra le mani le restaurate iconi, che di nuovo furono poste nelle chiese per essere venerate.
Da allora le Chiese di tradizione bizantina nella prima domenica di Quaresima portano in processione le iconi e proclamano il Synodicon, ossia una rielaborazione degli atti del secondo Concilio di Nicea. Questa domenica è detta dell'Ortodossia per il trionfo della vera dottrina sull'eresia iconoclasta che, distruggendo le immagini, negava l'incarnazione del Verbo di Dio.Si fa memoria del ripristino del culto delle sante e venerabili icone.
SABATO — VESPRO
Tono pl. 2. Riposta nei cieli.
I profeti ispirati dal tuo Spirito, Signore, * avevano preannunciato che tu, l’inafferrabile, * rifulso senza principio, prima della stella del mattino°, * dal grembo immateriale e incorporeo del Genitore, * saresti divenuto bambino, * assumendo carne da donna ignara di nozze, * unendoti agli uomini * e mostrandoti a quanti sono sulla terra. * Grazie a loro, concedi pietoso la tua illuminazione * a quanti cantano la tua augusta e ineffabile risurrezione.
I profeti dal divino parlare, * annunciandoti con la parola * e onorandoti con le opere, * hanno raccolto il frutto della vita senza fine: * avendo infatti perseverato, o Sovrano, * nel rifiutare il culto alla creatura * al posto di te, il Creatore°, * hanno abbandonato il mondo conforme al vangelo, * e sono divenuti conformi alla tua passione che avevano infatti preannunciata. * Per le loro preghiere, rendici degni di affrontare irreprensibili * lo stadio della continenza, * o unico misericordiosissimo.
Tu che per la tua divina natura non puoi essere circoscritto, * essendoti alla fine dei tempi incarnato, o Sovrano, * ti sei degnato di venire circoscritto: * assumendo infatti la carne, * ne hai accettato tutte le proprietà. * Noi dunque dipingendo la figura che intende rappresentarti, * rendiamo omaggio a tali immagini in vista di colui a cui rimandano, * innalzandoci all’amore per te, * e ne attingiamo la grazia delle guarigioni, * seguendo le divine tradizioni degli apostoli.
La Chiesa di Cristo ha riottenuto a suo preziosissimo ornamento * l’esposizione piena di gioia delle venerabili e sante icone * del Cristo Salvatore, della Madre-di-Dio e di tutti i santi, * quale preziosissimo ornamento: * essa ne viene per grazia rallegrata e illuminata, * respinge, scacciandola, la turba degli eretici * ed esultando glorifica il Dio amico degli uomini * che per lei ha sopportato la volontaria passione°.
Gloria. Tono pl. 2.
La grazia della verità nuovamente risplende. * Ciò che un tempo era prefigurato nell’ombra, * ora si è apertamente compiuto: * poiché ecco, la Chiesa si riveste dell’icona corporea del Cristo * come di ultramondano abbigliamento, * delineando la figura della tenda della testimonianza°, * e tiene salda la fede ortodossa, * affinché possedendo anche l’icona di colui a cui rendiamo culto, * non ci accada di sviarci. * Si rivestano di vergogna quanti cosí non credono°: * per noi è infatti gloria * la forma di colui che si è incarnato, * è piamente venerata, non idolatrata. * Offrendole il nostro omaggio, * gridiamo, o fedeli: * O Dio salva il tuo popolo, * e benedici la tua eredità°.
Ora e sempre. Theotokíon, il primo del tono. Ingresso. Luce gioiosa. Prokímenon.
Allo stico, stichirá dall’októichos.
Gloria. Idiómelon. Tono 2.
Quanti dall’empietà siamo passati alla pietà * e siamo stati illuminati dalla luce della conoscenza, * battiamo le mani come dice il salmo°, * offrendo a Dio una lode grata; * e veneriamo con onore le sacre icone * del Cristo, della tutta pura e di tutti i santi, * poste alle pareti, su tavole e su sacri arredi, * respingendo la religione empia dei non ortodossi. * L’onore dato alle icone, infatti, * è rivolto al prototipo, come dice Basilio; * chiediamo dunque che per l’intercessione dell’immacolata Madre tua, * o Cristo Dio nostro, * e per l’intercessione di tutti i santi, * ci sia data la grande misericordia°.
Ora e sempre. Theotokíon. Stesso tono.
O meraviglia nuova * che supera tutte le meraviglie antiche! * Chi mai ha conosciuto una madre * che senza conoscer uomo ha partorito * e che tiene tra le braccia * colui che abbraccia tutto il creato? * Volere di Dio è questo parto. * Non cessare di scongiurare per quelli che ti onorano * colui che come bimbo con le tue braccia hai portato * e che tratti con famigliarità di madre, * o tutta pura, * affinché abbia pietà delle anime nostre * e le salvi.
Apolytíkion. Tono 2.
La tua immacolata icona veneriamo, * o buono, * chiedendo perdono per le nostre colpe, * o Cristo Dio, * perché volontariamente, nel tuo beneplacito°, * sei salito nella carne sulla croce * per liberare dalla schiavitú del nemico * coloro che avevi plasmato. * Per questo a te gridiamo grati: * Hai colmato di gioia l’universo, * o Salvatore nostro, * quando sei venuto per salvare il mondo.
Theotokíon, stessa melodia.
Trascendono il pensiero tutti i tuoi misteri, * tutti sono piú che gloriosi, * o Madre-di-Dio; * nel sigillo della purezza, * custodita nella verginità, * tu sei stata riconosciuta * vera Madre del Dio vero: * supplicalo dunque * per la salvezza delle anime nostre.
Tono pl. 2. Riposta nei cieli.
I profeti ispirati dal tuo Spirito, Signore, * avevano preannunciato che tu, l’inafferrabile, * rifulso senza principio, prima della stella del mattino°, * dal grembo immateriale e incorporeo del Genitore, * saresti divenuto bambino, * assumendo carne da donna ignara di nozze, * unendoti agli uomini * e mostrandoti a quanti sono sulla terra. * Grazie a loro, concedi pietoso la tua illuminazione * a quanti cantano la tua augusta e ineffabile risurrezione.
I profeti dal divino parlare, * annunciandoti con la parola * e onorandoti con le opere, * hanno raccolto il frutto della vita senza fine: * avendo infatti perseverato, o Sovrano, * nel rifiutare il culto alla creatura * al posto di te, il Creatore°, * hanno abbandonato il mondo conforme al vangelo, * e sono divenuti conformi alla tua passione che avevano infatti preannunciata. * Per le loro preghiere, rendici degni di affrontare irreprensibili * lo stadio della continenza, * o unico misericordiosissimo.
Tu che per la tua divina natura non puoi essere circoscritto, * essendoti alla fine dei tempi incarnato, o Sovrano, * ti sei degnato di venire circoscritto: * assumendo infatti la carne, * ne hai accettato tutte le proprietà. * Noi dunque dipingendo la figura che intende rappresentarti, * rendiamo omaggio a tali immagini in vista di colui a cui rimandano, * innalzandoci all’amore per te, * e ne attingiamo la grazia delle guarigioni, * seguendo le divine tradizioni degli apostoli.
La Chiesa di Cristo ha riottenuto a suo preziosissimo ornamento * l’esposizione piena di gioia delle venerabili e sante icone * del Cristo Salvatore, della Madre-di-Dio e di tutti i santi, * quale preziosissimo ornamento: * essa ne viene per grazia rallegrata e illuminata, * respinge, scacciandola, la turba degli eretici * ed esultando glorifica il Dio amico degli uomini * che per lei ha sopportato la volontaria passione°.
Gloria. Tono pl. 2.
La grazia della verità nuovamente risplende. * Ciò che un tempo era prefigurato nell’ombra, * ora si è apertamente compiuto: * poiché ecco, la Chiesa si riveste dell’icona corporea del Cristo * come di ultramondano abbigliamento, * delineando la figura della tenda della testimonianza°, * e tiene salda la fede ortodossa, * affinché possedendo anche l’icona di colui a cui rendiamo culto, * non ci accada di sviarci. * Si rivestano di vergogna quanti cosí non credono°: * per noi è infatti gloria * la forma di colui che si è incarnato, * è piamente venerata, non idolatrata. * Offrendole il nostro omaggio, * gridiamo, o fedeli: * O Dio salva il tuo popolo, * e benedici la tua eredità°.
Ora e sempre. Theotokíon, il primo del tono. Ingresso. Luce gioiosa. Prokímenon.
Allo stico, stichirá dall’októichos.
Gloria. Idiómelon. Tono 2.
Quanti dall’empietà siamo passati alla pietà * e siamo stati illuminati dalla luce della conoscenza, * battiamo le mani come dice il salmo°, * offrendo a Dio una lode grata; * e veneriamo con onore le sacre icone * del Cristo, della tutta pura e di tutti i santi, * poste alle pareti, su tavole e su sacri arredi, * respingendo la religione empia dei non ortodossi. * L’onore dato alle icone, infatti, * è rivolto al prototipo, come dice Basilio; * chiediamo dunque che per l’intercessione dell’immacolata Madre tua, * o Cristo Dio nostro, * e per l’intercessione di tutti i santi, * ci sia data la grande misericordia°.
Ora e sempre. Theotokíon. Stesso tono.
O meraviglia nuova * che supera tutte le meraviglie antiche! * Chi mai ha conosciuto una madre * che senza conoscer uomo ha partorito * e che tiene tra le braccia * colui che abbraccia tutto il creato? * Volere di Dio è questo parto. * Non cessare di scongiurare per quelli che ti onorano * colui che come bimbo con le tue braccia hai portato * e che tratti con famigliarità di madre, * o tutta pura, * affinché abbia pietà delle anime nostre * e le salvi.
Apolytíkion. Tono 2.
La tua immacolata icona veneriamo, * o buono, * chiedendo perdono per le nostre colpe, * o Cristo Dio, * perché volontariamente, nel tuo beneplacito°, * sei salito nella carne sulla croce * per liberare dalla schiavitú del nemico * coloro che avevi plasmato. * Per questo a te gridiamo grati: * Hai colmato di gioia l’universo, * o Salvatore nostro, * quando sei venuto per salvare il mondo.
Theotokíon, stessa melodia.
Trascendono il pensiero tutti i tuoi misteri, * tutti sono piú che gloriosi, * o Madre-di-Dio; * nel sigillo della purezza, * custodita nella verginità, * tu sei stata riconosciuta * vera Madre del Dio vero: * supplicalo dunque * per la salvezza delle anime nostre.
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