domenica 27 maggio 2012


                      Nel vespro della domenica della Pentecoste
 ,ci sono le tre grandi preghiere delle genuflessioni …. hanno quasi la forma di prefazi liturgici dove si evoca il mistero di Dio e tutto quello che Lui ha fatto per la redenzione dell’uomo: Signore immacolato, incorruttibile, infinito, invisibile, inaccessibile, inesprimibile, immutabile... incommensurabile... immortale... Dio Padre del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo: il quale per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli, prese carne dallo Spirito dalla Vergine Maria... dà al tuo popolo la pienezza del tuo amore... santificaci per la potenza della tua mano...
Queste preghiere vengono recitate in ginocchio non tanto in carattere penitenziale, bensì per indicare il momento fortemente epicletico di dono ed accoglienza dello Spirito Santo.
La celebrazione della Pentecoste come teofania trinitaria, la celebrazione della Pentecoste come dono dello Spirito oggi alla Chiesa, ad ogni cristiano, ad ognuno di noi. Il dono dello Spirito è un dono a tutto il popolo di Dio; gli Atti degli Apostoli dicono che tutti erano ripieni di Spirito Santo (At 2,4), tutti i battezzati diventiamo pneumatofori. Il dono dello è un dono di unità; gli Atti degli Apostoli sottolineano la unità tra i credenti, la Pentecoste è vista come la controparte della torre di Babele; lo Spirito Santo porta unità, ci fa capaci di parlare ad una sola voce.
Il dono dello Spirito è pure un dono di diversità; gli Atti degli Apostoli indicano che le lingue di fuoco scesero sopra ognuno dei presenti; la Pentecoste non abolisce la diversità ma fa che questa diversità, questo essere noi stessi, come siamo e con le nostre particolarità, cessi di essere motivo di separazione.

Manuel Nin


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