giovedì 19 luglio 2012

20 LUGLIO
Memoria del santo e glorioso profeta Elia il tisbita (circa 870 a.C.).

VESPRO

Tono 1. Esultanza delle schiere celesti.

Tu che, su di un carro di fuoco, * hai tolto dalla terra Elia il tisbita, * o Verbo compassionevole, * salva per le sue suppliche * noi che con fede ti glorifichiamo * e gioiosamente celebriamo * la sua divina e venerabile memoria.

Non nel terremoto, * ma in un’aura leggera hai contemplato, * o Elia in Dio beato, * la divina presenza che ti ha un giorno illuminato˚; * trasportato poi da un carro, * a quattro cavalli hai straordinariamente attraversato il cielo, * guardato con stupore, o divino ispirato˚.

Col ferro hai sgozzato * i sacerdoti della vergogna˚; * con la lingua hai trattenuto il cielo * dal mandar pioggia sulla terra˚, * acceso di zelo divino˚; * col dono del tuo mantello, * hai colmato Eliseo, * o sapiente Elia, * di duplice grazia divina˚.

Altri 3, idiómela. Tono 2.

Due astri luminosi sono sorti sulla terra, * Elia ed Eliseo. * L’uno, con la sua parola, * ha trattenuto le gocce di pioggia dal cielo, * ha rimproverato dei re˚ * e, su di un carro di fuoco, * è asceso ai cieli. * L’altro ha sanato le acque che rendevano sterili˚, * e avendo ricevuto duplice grazia, * ha imbrigliato i flutti del Giordano˚. * E ora, in coro con gli angeli, * essi intercedono a nostro favore, * per la salvezza delle anime nostre.

Stesso tono.

Rifulge oggi la divina visita dei profeti, * misticamente convocando * le anime che amano la loro festa. * O tu che sei salito sul carro che correva il cielo, * stella d’oriente senza tramonto, * distendi, insieme al mirabile Eliseo, * i flutti del nuovo Giordano * e rendi chiaro l’annuncio della pietà, * poiché visibilmente voi rinnovate con questa duplice immagine * la gloria concorde del-l’antica e della nuova alleanza, * raddoppiando la benedizione * per quanti ne celebrano con fede * la solennissima memoria.

Stesso tono.

Astro senza sera delle Chiese, * acceso di zelo divino, * o profeta Elia, * tu hai trattenuto le gocce di pioggia dal cielo * e da un corvo hai avuto il nutri¬mento˚; * hai accusato re e messo a morte sacerdoti; * hai fatto scendere il fuoco dal cielo * e hai messo a morte due capi di cinquantine˚; * hai nutrito una vedova con olio e farina * tratti da piccoli resti, * e con la preghiera ne hai risuscitato il figlio˚; * hai acceso un fuoco con acqua˚, * hai imbrigliato i flutti del Giorda-no, * sei stato portato verso i cieli su carro di fuoco, * hai accordato a Eliseo la duplice grazia, * e incessantemente intercedi presso Dio * per la salvezza delle anime nostre.

Gloria. Tono pl. 2. Di Byzantios.

Venite, assemblee ortodosse, * radunàti oggi nel tempio augustissimo * dei profeti dalle divine parole, * cantiamo con salmi un canto armonioso * al Cristo Dio nostro * che li ha glorificati, * e con gioia ed esultanza acclamiamo: * Gioisci, angelo terrestre * e uomo celeste, Elia glorioso. * Gioisci, tu che da Dio * hai ricevuto duplice la grazia, * Eliseo venerabilissimo. * Gioite, fervidi soccorritori, patroni, * e medici dell’anima e del corpo * per il popolo amante di Cristo. * Intercedete perché da ogni attacco avverso, * da sventura e da ogni sorta di pericoli * siano liberati quanti celebrano con fede * la vostra solennissima memoria.

Ora e sempre. Theotokíon.

Chi non ti dirà beata, o Vergine tutta santa?˚ * Chi non celebrerà il tuo parto verginale? * Perché l’Unigenito Figlio che intemporalmente dal Padre è rifulso, * egli stesso, ineffa-bilmente incarnato, * è uscito da te, la pura: * Dio per natura e per noi fatto uomo per natura˚, * non diviso in dualità di persone, * ma da riconoscersi * in dualità di nature, senza confusione  * Imploralo, augusta beatissima, * perché sia fatta misericordia alle anime nostre.

Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.

Lettura del terzo libro dei Re (3[1] Re 17). La parola del Signore fu rivolta a Elia profeta ed egli disse a Acab: Per la vita del Signore, Dio delle schiere, Dio d’Israele, davanti al quale io oggi sto: non ci sarà né rugiada né pioggia in questi anni, se non per mio comando. E la parola del Signore fu rivolta a Elia: Vattene di qui verso oriente e nasconditi presso il torrente Chorrath, che è di fronte al Giordano. Berrai l’acqua del torrente, e io comanderò ai corvi di portarti da mangiare lí. Elia partí e andò a sedersi presso il torrente Chorrath, che è di fronte al Giordano, e i corvi gli portavano pane al mattino e carne la sera, e beveva l’acqua dal torrente. Ma dopo un certo numero di giorni il torrente seccò, perché non pioveva sulla terra. E la parola del Signore fu rivolta a Elia: Alzati e va’ a Sarepta di Sidone e risiedi là. Ecco, io comanderò a una vedova di darti da mangiare. Elia si alzò, partí per Sarepta e giunse alla porta della città.

Ed ecco c’era là una vedova che raccoglieva legna; Elia le gridò dietro: Prendimi un po’ d’acqua in un vaso perché io beva. Essa andò a prenderla ed Elia le gridò dietro: Prendimi anche con le tue mani un pezzo di pane. Ma la donna rispose: Per la vita del Signore tuo Dio, non ho neppure una focaccia, ma solo una manciata di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio, ed ecco, raccolgo due pezzi di legna, vado a prepararla per me e per i miei figli: mangeremo e poi moriremo. Elia le disse: Coraggio, entra e fa’ come hai detto, ma prima fai per me con quello che hai una focaccia e portamela; per te e per i tuoi figli la farai dopo, perché cosí dice il Signore Dio d’Israele: La farina nella giara non verrà meno e l’olio nell’orcio non diminuirà, fino al giorno in cui il Signore Dio manderà la pioggia sulla faccia di tutta la terra. La donna andò e fece secondo la parola di Elia: e mangiarono lui, lei e i figli di lei. Da quel giorno la farina nella giara non venne meno e l’olio nell’orcio non diminuí, secondo la parola del Signore, detta per mezzo di Elia.

Accadde poi dopo questi fatti che il figlio della donna, la padrona della casa, si ammalò e la sua malattia era molto grave, tanto che non rimase piú in lui respiro. E la donna disse ad Elia: Che c’è tra me e te, uomo di Dio? Sei venuto da me per far ricordare i miei peccati e far morire mio figlio? Elia le disse: Dammi tuo figlio. Lo prese dal grembo di lei, lo portò nella stanza al piano superiore dove stava lui e lo depose sul proprio letto. Elia gridò: Ahimè, Signore, testimone della vedova presso la quale abito! Le hai fatto del male facendo morire suo figlio. Poi alitò tre volte sul ragazzo, invocò il Signore e disse: Signore mio Dio, ritorni l’anima di questo ragazzo in lui. Cosí avvenne e il ragazzo emise un grido: il Signore aveva ascoltato la voce di Elia, l’anima del ragaz-zo era tornata dentro di lui ed egli era tornato in vita. Elia prese il ragazzo e lo condusse giú dal piano superiore, in casa, e lo diede a sua madre, dicendo: Guarda, tuo figlio vive. E la donna rispose ad Elia: Ecco, ora so che sei un uomo di Dio e che verace è la parola del Signore nella tua bocca.

Lettura del terzo libro dei Re (3[1] Re 18,1.17-19,16). La parola del Signore fu rivolta a Elia tisbita, nell’anno terzo: Va’ e mostrati ad Acab: io manderò la pioggia sulla faccia della terra. Ma quando Acab vide Elia gli disse: Sei tu che sconvolgi Israele? Ma Elia disse: Non io sconvolgo Israele, ma piuttosto tu e la casa di tuo padre, perché avete abbandonato il Signore nostro Dio e siete andati dietro a Baal. E ora comanda che tutto Israele si raduni presso di me al monte Carmelo, insieme ai quattrocentocinquanta profeti di Baal e ai quattrocento profeti dei santuari, che mangiano alla tavola di Gezabele.

Acab mandò a chiamare tutto Israele e radunò tutti i profeti sul monte Carmelo. Elia disse loro: Fino a quando sarete zoppi da entrambi i piedi? Se è il Signore che è Dio, seguite lui; se invece lo è Baal, andate dietro a lui. E disse Elia al popolo: Io sono rimasto proprio l’unico profeta del Signore, mentre i profeti dei santuari sono tantissimi. Ci vengano dunque dati due buoi: ne scelgano uno per sé, lo dividano in pezzi e pongano i pezzi sulla legna, senza accendere il fuoco. Io preparerò l’altro bue, ma non accenderò il fuoco. Poi gridate il nome del vostro dio, e io invocherò il nome del Signore mio Dio. Il dio che ascolterà e manderà il fuoco, questi è Dio. Tutto il popolo rispose: Il discorso che ci hai fatto oggi è buono. Ed Elia disse ai profeti della vergogna: Sceglietevi il vitello, preparatelo per primi e invocate il nome del vostro dio, senza accendere il fuoco. Quelli presero il vitello, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dalla mattina fino a mezzogiorno dicendo: Esaudiscici, Baal, esaudiscici. Ma non ci fu né una voce né un segno di ascolto, ed essi correvano intorno all’altare che avevano fatto. Giunse mezzogiorno ed Elia tisbita cominciò a prendersi gioco di loro dicendo: Gridate piú forte, perché il vostro dio è occupato.

Ma quando fu tempo di offrire il sacrificio, e non si udiva niente, Elia tisbita disse ai profeti degli abomini: Toglietevi ora, e farò io il mio olocausto. Ed Elia disse al popolo: Accostatevi. Tutto il popolo gli si avvicinò. Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle dodici tribú di Israele, conforme alla parola del Signore che gli aveva detto: Israele sarà il tuo nome. Eresse le pietre e riparò l’altare del Signore che era stato abbattuto e fece intorno all’altare un canale capace di contenere due misure di seme. Pose sull’altare che aveva fatto la legna tagliata, divise in pezzi l’olocausto, mise i pezzi sulla legna e dispose il tutto sull’altare. Poi Elia disse: Prendetemi due anfore d’acqua e si versino sull’altare, sull’olocausto e sulla legna. Poi disse: Fatelo una seconda volta. E lo fecero una seconda volta. Fatelo una terza volta! E lo fecero una terza volta. L’acqua scorreva intorno all’altare e riempí il canale. Elia gridò verso il cielo e disse: Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, esudiscimi oggi dando il fuoco. E sappia questo popolo che tu sei il solo Signore, il Dio d’Israele e che io sono tuo servo e a causa tua ho fatto tutto questo, e tu hai convertito il cuore di questo popolo perché ti segua. E cadde fuoco dal cielo da parte del Signore, e consumò gli olocausti, la legna, l’acqua nel canale; anche le pietre e la polvere furono divorate dal fuoco. Tutto il popolo cadde faccia a terra e disse: Vera¬mente il Signore è Dio, è lui che è Dio! Ed Elia disse al popolo: Prendete i profeti di Baal, non ne scampi nessuno. Li presero ed Elia li condusse al torrente Kison, dove li uccise.

Poi Elia disse ad Acab: Si ode l’avvicinarsi della pioggia. Attacca il carro e scendi perché non ti sorprenda la pioggia. Elia salí al Carmelo, si chinò a terra, pose il volto tra le ginocchia e cominciò a pregare il Signore. Il cielo divenne scuro per le nubi e il vento, e scrosciò una grande pioggia. Acab andò a Izreél. Raccontò a Gezabele sua moglie tutto ciò che aveva fatto Elia. Gezabele mandò a dire ad Elia: Domani farò della tua vita come della loro. Udito questo, Elia ebbe paura. Si alzò e partí per mettersi in salvo, giunse a Bersabea terra di Giuda e là lasciò il suo ragazzo. Quanto a lui, fece una giornata di cammino nel deserto, arrivò presso un ginepro, si sedette là sotto, poi si sdraiò e si addormentò sotto la pianta. Ma ecco, qualcuno lo toccò e gli disse: Alzati, mangia e bevi, perché hai ancora molta strada da fare. Elia guardò ed ecco vicino al suo capo delle focacce di spelta e una brocca d’acqua. Si alzò, mangiò e bevve e tornò a sdraiarsi. Ma l’angelo del Signore venne una seconda volta, lo toccò e gli disse: Alzati, mangia e bevi, perché hai ancora molta strada da fare. Egli si alzò, mangiò e bevve e, per la forza di quel cibo, camminò quaranta giorni e quaranta notti, fino al monte Oreb: là entrò in una grotta dove si fermò.

Ed ecco, gli fu rivolta la parola del Signore: Che fai qui? Ed Elia rispose: Sono pieno di zelo per il Signore onnipotente, perché i figli d’Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno abbattuto i tuoi altari e hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto io solo, e cercano di togliermi la vita. Il Signore gli disse: Va’, ritorna sui tuoi passi, prendi la strada del deserto di Damasco e ungi Eliseo figlio di Safat come profeta, al posto tuo.

Lettura del terzo e quarto libro dei Re (3[1] Re 19,19-21 e 4[2] Re 2,1.6-14).Un giorno, Elia trovò Eliseo figlio di Safat: stava arando con i buoi. Elia andò verso di lui e gli gettò addosso il mantello. Eliseo lasciò i buoi, corse dietro a Elia e si mise al suo servizio.

Accadde poi che, volendo il Signore far salire Elia in un turbine come per ascendere al cielo, Elia partí con Eliseo da Galgala. Elia disse ad Eliseo: Rimani qui, perché il Signore mi manda al Giordano. Disse Eliseo: Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti abbandonerò! E se ne andarono insieme. Vennero cinquanta uomini dei figli dei profeti e si arrestarono a distanza, di fronte a loro; essi poi si fermarono presso il Giordano. Elia prese il suo mantello, lo arrotolò e con esso colpí le acque che si divisero in due, ed essi passarono sull’asciutto. Quando furono passati, Elia disse ad Eliseo: Chiedimi ciò che vuoi che io faccia per te, prima che io ti sia tolto. Eliseo disse: Lo spirito che è su di te venga in doppia misura su di me. Rispose Elia: Hai chiesto una cosa difficile. Tuttavia, se mi vedrai mentre ti sarò tolto, ti sarà concesso, ma se non mi vedrai, non ti sarà concesso.

Ed ecco che, mentre camminavano e parlavano, un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra di loro ed Elia fu preso in un turbine, come ascendendo al cielo. Eliseo vedeva e gridava: Padre, padre, carro di Israele e sua cavalleria! Poi non lo vide piú. Allora Eliseo prese la sua veste e la lacerò in due, poi raccolse il mantello che era caduto ad Elia, si volse e si fermò sulla riva del Giordano. Eliseo prese il mantello che era caduto ad Elia e colpí le acque che però non si divisero. Allora Eliseo disse: Dov’è dunque il Dio di Elia? E di nuovo colpí le acque che si divisero, ed egli passò sull’asciutto.

Allo stico, stichirá prosómia.

Tono 4.  Colui che prima di essere concepito * è stato santificato, * l’angelo in carne, * l’intelletto igneo, * l’uomo celeste, * il divino precursore del secondo avven¬to di Cristo, * il glorioso Elia, * fondamento dei profeti, * ha misticamente convocato gli amici della festa * per celebrare solennemente * la sua divina memoria. * Per la sua intercessione, * custodisci indisturbato il tuo popolo, * o Cristo Dio nostro, * da ogni sorta di danno dell’ingannatore.

Stico: Non toccate i miei consacrati, e ai miei profeti non fate del male.

Il profeta Elia dal celeste sentire, * vedendo che tutto Israele aveva fornicato, * allontandosi dal Signore Dio, * e aveva aderito agli idoli, * acceso di zelo, * trattenne le nubi, fece inaridire la terra * e con la sua parola chiuse i cieli dicendo: * Non ci sarà una goccia d’acqua sulla terra * se non lo dirò io. * È lui che ora ci invita al banchetto, * quasi elargendo liberalmente indicibile grazia * a noi che con fede lo onoriamo.

Stico: Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedek.

Tu che hai contemplato ineffabili misteri˚, * hai squarciato i flutti del Giordano; * tu hai ridotto in cenere l’inganno degli idoli * con la folgore delle tue divine parole; * tu hai rimproverato il principe che aveva agito da iniquo˚, * hai messo a morte i sacerdoti dell’iniquità, * e con la preghiera hai bruciato il sacrificio. * Con il fuoco della tua intercessione, Elia, * estingui ora nel tuo popolo * i carboni ardenti delle passioni e delle tribolazioni.
Gloria. Tono pl. 2.
Profeta annunciatore di Cristo, * mai ti separi dal trono della maestà˚, * e sempre sei presente * presso ognuno che sia privo di forze; * prestando sacro servizio nel piú alto dei cieli, * benedici tutta la terra, * e sei ovunque glorificato. * Chiedi il perdono per le nostre anime.
Ora e sempre. Theotokíon.
O Madre-di-Dio, tu sei la vera vite * che ha prodotto il frutto della vita˚. * Noi ti imploriamo: * intercedi, o Sovrana, * insieme con il profeta e tutti i santi, * perché sia fatta misericordia * alle anime nostre.
Apolytíkion. Tono 4. L’angelo in carne, * il fondamento dei profeti, * il secondo precursore * dell’avvento del Cristo, * il glorioso Elia, * inviata dall’alto la grazia ad Eliseo, * scaccia le malattie * e purifica i lebbrosi: * anche per quanti l’onorano * fa dunque scaturire guarigioni.

Gloria. Ora e sempre. Theotokíon.

Il mistero nascosto dall’eternità * e ignoto agli angeli, * è stato rivelato grazie a te˚, * Madre-di-Dio, * agli abitanti della terra: * Dio incarnato, in unione senza confusione , * Dio che per noi * ha volontariamente accettato la croce˚, * e risuscitando con essa il primo uomo creato, * ha salvato dalla morte le anime nostre.

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